venerdì 12 dicembre 2008

Figure sioniste: 58. Avigdor Lieberman e l’espulsione degli arabi israeliani


Il personaggio è per noi significativo a ragione di una «“piattaforma razzista” nei confronti degli arabi», individuata da Eric Salerno e contestata dai «Corretti Informatori», che sono e restano risibili nelle loro rappresentazioni di quanto stiano e si sentano bene i palestinesi, dentro e fuori Israele, sotto il generoso e amorevole dominio sionista. Sembra quasi il rapporto sadomasochista di un vecchio film della Cavani intitolato “Portiere di notte”. Ricorrente anche la rappresentazione secondo cui il maggior problema dei palestinesi sarebbero i loro stessi dirigenti, che dovrebbero venire da essi defenestrati per consegnarsi in mani israeliane o in mani benevole come quelle di Abu Mazen, chiaramente orami succube e vendutosi. Questa scheda si inserisce in una limitata selezione di personaggi della politica interna israeliana, le cui posizioni sono rivelatrici di tendenze di fondo. Essi possono essere ben più illuminanti di quanto possa essere forte e rappresentativo il potere di cui dispongono. Si capisce che Lieberman per gli ideologi e propagandisti torinesi è già nel 2006 il «nuovo leader all’altezza dei tempi». Bah! Rinvio alla lettura del testo. Quanto al “futuro che ci attende” è questione anche qui di punti di vista: per noi non vi è nulla per cui sorridere. La prima redazione di questa scheda, una bozza in progress come tutte le altre, risale ad epoca precedente la salita al governo di questo personaggio su cui trovano conferma le peggiori previsioni di allora. Venuto a Roma a trovare il suo collega Frattini, ho manifestato contro di lui ed ho potuto prendermi la soddisfazione di lanciare scarpe sulla sua immagine in effige. Hanno partecipato molti altri ed è stata una gara di tiro al bersaglio. Nel frattempo l’espressione “processo di pace” rivela tutta la sua portata eufemistica. Non vi sarà nessuna pace ed il “processo” è soltanto un periodo di tempo concesso per condurre a termine la pulizia etnica, il genocidio del popolo palestinese, l’esproprio di terre e vite altrui. Assunta come scientificamente valida la distinzione fra legalità e legittimità, a fronte di una legalità tutta frattiniana si oppone una sostanziale e crescente carenza originaria di legittimità. L’ipotesi dei due stati è una solenne frottola che serve per prendere in giro se stessi e gli altri, è un consapevole inganno sia per la impraticabilità sia per l’assenza di volontà. E allora? Se i coloni non voglioni riprendere il cammino del ritorno, ritornando là da dove sono venuto e creando non pochi problemi ai paesi di origine, resta la sola ipotesi, ardua quanto mai, dello Stato Unico con parità dei diritti per tutti i suoi cittadini, con amnistia per i crimini della pulizia etnica, con legge dell’oblio e con distruzione del museo dell’Olocausto. Vedremo cosa ci riserveranno i tempi avvenire. Di certo non mi sento ottimista.

Vers. 1.1 /7.9.09
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Sommario: 1. L’incredibile Pezzana. –

1. L’incredibile Pezzana. – Una lettura degli obiettivi razzisti della politica israeliana, volta ad assicurarsi artificiosamente “maggioranze ebraiche” nei territori conquistati, e quindi da ripulire etnicamente, lo si riconosce in questo articolo apparso du Libero il 30 marzo 2006. Si noti l’indicazione dell’esistenza di “partiti religiosi”, che oggi messi tutti insieme costituiscono un buon 30 per cento, una quota di tutto rispetto se dovessimo giudicare con i criteri della nostra politica interna: l’equivalente del Pd italiano. Che «Israele sia sempre stata una democrazia» è una perversione dell’idea e del concetto di democrazia, nel nostro caso una democrazia fondata su un “pactum sceleris”, cioè l’espropriazione e la cacciata dei palestinesi, se non peggio. In questo contesto Liberman appare come necessario per la formazione di una maggioranza parlamentare. «L’esclusione di Liberman e la presenza di Peretz porteranno il consenso dall’estermo, dove tutti i media non hanno perso un momento per definire razzista il partito di Lieberman inventando un presunto transfer [?] di palestinesi di fatto del tutto inventato…». Si noti qui la contrapposizione fra “tutti i media” nel qualificare razzista Lieberman e la parola contraria dello stesso Pezzana, il cui credito ognuno può giudicare. È quindi da credere che sia fondato è il razzismo e il progetto di “pulizia etnica”, onnipresente in tutta la storia del sionismo. Fantastica questa proposizione di Angelo Pezzana, che descrive se stesso e l’impresa commerciale da lui fondata:
«…non importa se le accuse contro l’avversario sono false e infamanti, quel che conta è lanciarle, una macchia ci resterà sempre appiccicata…”.
Sputato! È l’azione quotidiana che da circa sette anni«Informazione Corretta» esercita nei confronti di personaggi italiana e mediatici, colpevoli di intralciare il progetto del sionismo. Quando Odifreddi tacciò la testata di essere “parafascista” disse il vero. Punti nel vivo, vi fu la reazione e l’uscita dei personaggi che abbiamo evidenziato altrove.

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(segue)


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