venerdì 25 settembre 2009

Cronache sul boicottaggio di Israele: 6. La mobilitazione dei consumatori e l’astensione dall’acquisto di merci israeliane.

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Una nuova sezione nel nostro Osservatorio di come procede il BDS nel mondo ci sembra opportuna. Ci è già capitato di leggere di reazioni alla campagna non violenta di boicottaggio contro Israele. A Roma vi è stato una levata di scudi quando si è ventilata l’ipotesi che potessere venire boicottati i negozi ebrei della capitale. Orbene, in linea di principio ed in termini generali, ognuno può osservare facilmente come vi sia un coinvolgimento della comunità ebraica italiana in tutto ciò che Israele ha fatto e va facendo. Dunque ne è corresponsabile. Raramente si notano prese di distanza. I dirigenti delle comunità vengono intervistati come se fossero rappresentanti in Italia di Israele. Lo stesso è in Francia. E così via. Ci sembra per questo opportuna una mappatura di queste reazioni non perché essi meritino in sé particolare attenzione, ma perché in tal mondo è possibile ricavare dati che torna utile per il Monitoraggio della Israel lobby in Europa secondo il modulo di ricerca avviato dai due politologi americani Mearheimer e Walt. Senza dati empirici non è possibile un volume di ampio respiro. Normalmente, le lobbies agiscono nell’ombra, ma la campagna BDS tocca nervi scoperti e suscita le reazioni delle associazioni in prima linea nella repressione delle libertà civili e nel terrorismo olocaustico. Dunque, ci pare utile questa ulteriore sezione di monitoraggio che non ha confini geografici.

Sommario: 1. Sammy Ghozlan: un triste pitre! –

1. Sammy Ghozlan: un triste pitre! – Per chi non conosce tutti i vocaboli francesi “pitre” significa “buffone”. Il link immette in un articolo, in lingua francese, dove si narra una vicenda sintetizzata nel titolo originale: “Des militants pro-Palestiniens convoqués au commissariat pour avoir mené une opération de boycott d’Israele”. L’azione di boicottaggio riguardava il noto grande magazziono Auchan, di cui anche a Roma è stata aperta una supermercato. Ed anche in Roma mi pare siano state organizzate forme analoghe di boicottaggio. In effetti, bisogna stare un poco attenti con i lacci e lacciuoli delle leggi. La lobby agisce a livello normativo e con i suoi deputati riesce a far passare in sordina normative ad esclusivo vantaggio del giaguaro e con sacrificio degni ignari cittadini che poi si vedono perseguiti in quelle che pensavano loro indiscutibili facoltà: dove e se spendere il proprio danaro acquistando quel che ad ognuno più aggrada o non acquistando se non aggrada. Fra poco assisteremo ad un’induzione all‘acquisto forzata. In Roma il Sindaco è andato a far compere in negozi ebraici alle prime voci di boicottaggio. Non è stato detto purtroppo in quali negozi è andato: mi sarei astenuto per il futuro dall’andarci pure io. Possiamo dire che l’Europa sta diventando un paesone anche per il ripetersi di episodi analoghi.

2. Il boicottaggio in Alsazia. – Ha avuto ampia eco di stampa l’azione di un gruppo di attivisti BDS nei negozi Carrefour di Mulhouse. Il link immette in un resoconto in lingua francese con diverse foto, qui riprese. Se ne è parlato anche sulla terza rete televisiva francese, Fr3. I manifestanti si sono mossi all’interno del supermercato allo stesso modo di comuni consumatori, ma indossando una maglietta con ben visibile sulla schiena la scritta “Boycott Israel”. È un comportamento assolutamente legale.

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