domenica 13 settembre 2009

H. La pulizia etnica continua con i “Territori Occupati”. Elenco: 3. Insediamento di Migron ovvero l’inganno della teoria circa uno stato palestinese

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Dizionario del sionismo
«Non mi faccio illusioni: ci vorrà ben più di questo libro per ribaltare una realtà che demonizza un popolo colonizzato, espulso, occupato, e glorifica invece quello stesso popolo che l’ha colonizzato» (ivi, 220). I Lettori di “Civium Libertas” sono invitati a collaborare alla redazione di un Memoriale per ogni singolo villaggio distrutto durante la pulizia etnica del 1948 e negli anni successivi fino al nostro presente.

La pulizia etnica della Palestina non è un evento limitato e confinato nel 1948. Storicizzarre la Nakba sarebbe come consegnarla al passato ed accettarla con rassegnazione per il presente. In realtà il genocidio del popolo palestinese continua al presente, ogni giorno, sotto i nostri occhi. I “Territori Occupati” – mediaticamente occultati nella loro gravità etico-politica spacciandoli come “Territori Contesi” o semplicemente “Territori” – sono la continuazione del progetto politico del 1948, già implicito all’epoca del primo insediamento sionista nel 1882. Accanto al censimento di tutti i villaggi palestinesi distrutti e cancellati nel 1948 daremo qui l’elenco individuale di tutti gli «insediamenti illegali» di cui si parla in effetti ogni giorno, ma senza fornire informazione analitiche per ognuno di essi. Tenteremo di farne un monitoraggio continuo e per questo potrà essere preziosa ogni collaborazione. Attingiamo i nostri primi dati dall’Archivio di uruknet.info, rielaborandoli in modo da ricavare schede singole per ognuno degli insediamenti, in pratica privi di nome e per questo difficili da individuare e ubicare.

2. Kaliya 3. → 3.

Migron

Links di base: 1. I settler di Migron rendono di fatto impossibile la creazione di uno stato palestinese. –

Sommario: 1. Il principio dell’effettività ovvero del fatto compiuto nella strategia dei coloni. – 2. Si incomincia con un’antenna. –

1.
Il principio dell’effettività ovvero del fatto compiuto nella strategia dei coloni. –Sembra di poter credere (vedi link 1) che vi sia una tacita intesa fra coloni e governo, in gergo credo si dica tecnica dello “strappa e cuci”, dove i coloni proseguono sulla strada del 1948, della Nakba, della pulizia etnica, del fatto compiuto. Ai politici e al governo tocca poi il compito di prendere in giro gli organismi internazionali, l’ONU, i potenti alleati, la cosiddetta opinione pubblica internazionale e quella “Comunità internazione” che esiste in realtà solo nei manuali scolastici di diritto internazionale e di teoria dell’organizzazione internazionale, dove peraltro gli stessi studiosi che scrivono quei libri ben sanno che a contare è il principio di effettività.

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2.
Si incomincia con un’antenna. – Nei nostri media si parla troppo genericamente di insediamenti, ma è istruttivo scendere nella fenomenologia del caso per caso. Purtroppo le informazioni mancano o non facilmente reperibili. Traggo in apertura del volume di Eyal Weizman, Architettura dell’occupazione (vedi), il modo in cui è sorto l’insediamento di Migron. Nel 1999 molti coloni in Cisgiordania si lamentarono con l’esercito per la mancanza di copertura dei loro telefoni cellulari. L’area per montana l’antenna fu individuata in una collina sulla quale già in passato si era tentato di porre degli insediamenti. Il luogo era stato fatto passare per l’ubicazione della biblica Migron. Al massimo furono rinvenuti resti bizantini, ma ciononostante al luogo fu dato un nome biblico. Così prosegue Eyal Weizman:

La cima della collina e i suoi versanti, coltivati a fichi e olivi, erano proprietà di agricoltori palestinesi dei villaggi di Em Yabrud e Burka, che li utilizzavano per la pastorizia. Nonostante questo, l’esercito israeliano, in virtù dei suoi eccezionali poteri discrezionali, decise che la costruzione di un’antenna per la telefonia cellulare era da considerarsi una questione di sicurezza. La costruzione poteva essere realizzata su terreni privati senza bisogno del consenso dei proprietari. Su richiesta della Orange, la Società elettrica israeliana collegò la cima della collina alla rete elettrica e la compagnia nazionale per i servizi idrici a quella dell’acqua, ufficialmente allo scopo di permettere i lavori di costruzione.

A causa dei ritardi nella costruzione del montante, nel maggio del 2001 i coloni decisero di erigere una finta antenna e ottennero poi dall’esercito il permesso di assumere privatamente un guardiano per vigilare il sito ventiquattro ore su ventiquattro. Il guardiano si stabilì in una roulotte alla base dell’antenna e montò una recinzione che precludeva l’accesso al terreno circostante. Poco dopo, quando fu raggiunto da moglie e figli, la casa fu collegata alla rete elettrica e idrica già esistente. Il 3 marzo 2002 a loro si aggiunsero altre cinque famiglie e così ebbe formalmente inizio l’avamposto di Migron. L’avamposto da allora è cresciuto a ritmo costante. Dal momento che alcune famiglie già risiedevano sul posto, il ministero per l’Edilizia e gli alloggi ha costruito un asilo nido, mentre l’edificazione di una sinagoga e stata sostenuta da donazioni provenienti dall’estero4 Migron al momento è l’avamposto più grande fra i 103 disseminati in Cisgiordania. A metà del 2006, l’insediamento contava circa 60 container che ospitavano più di 42 famiglie: circa 150 persone appollaiate sulla cima di una collina attorno a un’antenna per telefoni cellulari5.

L’antenna è diventata un punto caldo nel paesaggio che la circonda. L’avamposto si è formato grazie alle infrastrutture realizzate per l’antenna, il cui campo energetico è stato non solo elettromagnetico ma anche politico, ed è servito da snodo per mobilitare, incanalare, consolidare e organizzare forze politiche e processi di varia natura. Migron non è l’unico avamposto costituitosi attorno a un’antenna per la telefonia cellulare. La logica della comunicazione cellulare sembra essere curiosamente compatibile con quella dell’occupazione civile della Cisgiordania: entrambe operano una triangolazione del territorio sulla base di linee che procedono da origini posizionate in alto ‑ fonti di onde radio in un caso e avamposti preesistenti nell’altro ‑ per stabilire reti complesse ed espandersi nello spazio. Inoltre, le reti cellulari svolgono anche una funzione militare. Usandole per le comunicazioni sul campo, l’esercito ha sostituito le ingombranti radio militari con strumenti di taglia ridotta, con cui soldati e unità militari possono scambiarsi immagini del territorio e coordinate Gps. L’aumento improvviso nella creazione di avamposti si può sempre leggere come un segnale del sospetto di “imminenti compromessi territoriali” da parte dei coloni.

Note:

4. Il ministero per l”Edilizia e gli alloggi finanziò anche la costruzione di una strada d’accesso lastricata. L’illuminazione stradale e una doppia recinzione con cani alla catena ogni venti metri furono pagate dall’esercito. Dot Etkes, Construction in unauthorized outposts: April-August 2006, Peace Now, www.peacenow.org.il/site/en/peace.asp?pi=61&docid=1936.

5. Talya Sasson, A interim legal opinion submitted to Prime Minister Ariel Sharon on the subject of illegal outposts in the West Bank. In ebraico: www.pmo.gov.il/NR/rdonlyres/0A0FBE3C-C741-46A6-8CB5-F6CDC042465D/0/sason2.pdf. In inglese: www.peacenow.org/hot.asp?cid=390.

Eyal Weizman, Architettura dell’occupazione. Spazio politico e controllo territoriale in Palestina e in Israele, Mondadori, 2009, p.6-7

Quanto poco gli insediamenti illegali contribuiscano alla pace (vedi) lo dimostrerebbe già solo il fatto che nascono nella generalità dei casi ad opera dell’esercito, che non è in genere un agente di pace. Il caso di Migron lo si può considerare esemplare, anche se noi qui cercheremo di conoscere e documentare l’atto di battesimo di ogni insediamento. Purtroppo nel richiamo alla nota 4 mi sarei aspettato che venissero date maggiori specificazioni sulle «donazioni provenienti dall’estero». Ad una manifestazione ebraica in Roma – mi riservo di rintracciare la documentazione – un intervento punto è stato rivolto espressamente alla raccolta di fondi che sarebbero finite in questi luoghi. Il dato è di un’esprema importanza in quanto si collega al problema della doppia (o tripla) cittadinanza degli ebrei della Diaspora e loro corrispondente fedeltà. I nostri politici sono ancora ben lungi dal porsi seriamente in problema. Tocca a noi evidenziarlo e portarlo alla consapevolezza della maggioranza dei cittadini europei, che a mio avviso dovrebbe chiedere la ripetizione dell’indebito per tutti i fondi che sono stati sottratti al contribuente europeo ed ai bisogni delle nostre società civili, ai nostri povere, alla pubblica assistenza.

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1 commento:

arial ha detto...

vorrei aggiungere quanto qui detto da insigni israeliani: i veri antisionisti sono coloro che si oppongono all afine dell'occupazione perchè difatti impediscono la creazione di uno stato ebraico e stanno creando un ibrido grazie ai settler muore il sionismo (fonti israeliane)

link

http://frammentivocalimo.blogspot.com/2009/04/la-dissoluzione-dello-stato-ebraico-e.html