domenica 6 settembre 2009

Analisi del linguaggio: 3. Uso, abuso, slittamenti semantici e strumentalizzazione della nozione di antisemitismo

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aggressore/aggredito - antisemitismo - difesa - hasbara - odio - terrorismo -

Il termine “antisemitismo” appare con una certa frequenza ad incominciare dalla seconda metà del XIX secolo. Ci riserviamo a parte una registrazione storico-semantica della nascita e dell’uso del termine, anche con l’aiuto di amici e colleghi linguisti di professione. Qui soffermo la mia attenzione sull’uso ad ogni pie’ sospinto del concetto di antisemitismo, la cui funzione pratica è di produrre una nuova dichiarazione di solidarietà ad Israele, dove sempre la rigorosa linguistica ci dice che gli unici veri semiti sono i palestinesi e non vi è dubbio di sorta nel constatare che gli israeliani sono i più feroci e accaniti “antisemiti”. Da un amico polacco, un pio ed innocuo sacerdote tutto buon senso, ho udito una barzelletta che riporto nel suo contenuto essenziale. Di due amici uno è ebreo, l’altro no. L’ebreo chiede all’amico continuamente cose in prestito, che ottiene puntualmente. In ultimo pensa di chiedere in prestito anche lo spazzolino da denti dell’amico, il quale questo volta rifiuta, dichiarando che si tratta di un oggetto strettamente personale che non poteva concedere in prestito a nessuno. Al che subito l’ebreo grida: “antisemita!”. È una barzelletta, ma il suo schema concettuale ben si adatta a quello di eccelsa intelligenza che è il nostro attuale ministro degli esteri che dell’amicizia verso Israele, perinde ac cadaver, ha fatto l’asse portante della politica estera italiana. Linguisticamente parlando, penso di fare cosa utile dando di seguito una registrazione dei links dove il problema si presenta. Da un’analisi comparata delle situazioni concrete riportata confido che si possano ricavare conclusioni saldamente fondati su una casistica quanto mai ricorrente. Posso qui anticipare che, a mio avviso, l’uso del concetto di antisemitismo è strumentale nel senso già accennato, produrre dichiarazioni di solidarietà verso Israele qualsiasi cosa faccia e all’interno dei singoli paesi rafforzare per un verso la legislazione di autentico privilegio di cui godono le comunità ebraica e per l‘altro comminare sanzioni penali sempre più severe verso l’incauto che osi scientemente o meno scalfire gli interessi e le sensibilità ebraiche. Sono però anche certo che una più attenta analisi, una comparazione e classificazione delle situazione storicamente concrete in cui qualcuno si trova ad essere tacciato di antisemitismo risulterà utile ad una migliore conoscenza del fenomeno.

Sommario: 1. Lo zelo sionsita di Franco Frattini. – 2. Anche le vignette sono antisemite. – 3. Noi stiamo in campana. – 4. Anche l’ONU è accusata di antisemitismo. – 5. Un “antisemismo della peggior specie”. – 6. Il solito commento diffamatorio. – 7. Uso del termine senza che ne venga dato il significato. –

1. Lo zelo sionista di Franco Frattini. – Di questo ministro ricordo, per averglielo rinfacciato il precedente ministro D’Alema, come non abbia battuto ciglio di fronte alle menzogne del suo maggior collega israeliano che gli aveva assicurato che a Gaza durante l’infame e “antisemita” operazione Piombo Fuso non vi sarebbe stata azione terrestre con l’ingresso nel lager dei carri armati. Frattini trasmise queste assicurazioni ricevute alla commissione esteri. Ricordo qui a memoria e non posso registrare ogni minima cosa: il fatto è esemplificativo di un modo di essere di questo ministro e degli interessi ai quali è principalmente sensibili, che a mio avviso nulla hanno a che fare con gli interessi nazionali dell’Italia. Frattini non si dimise, come avrebbe dovuto, se avesse avuto rispetto per gli italiani. La gaffe di cui al link appartiene allo stesso genere e ben si allinea in quella “cupidigia di servilismo” che Vittorio Emanuele Orlando aveva individuato e stigmatizzato negli uomini che di volta in volta capitano al governo di questo nostro disgraziato paese. La difesa a spada tratta ad opera dei “Corretti Informatori” è quanto mai penosa, ma rientra pure essa nella nostra analisi linguistico-concettuale.

2. Anche le vignette sono antisemite. – Evitiamo di impantanarci in una polemica con l’autrice dell’articolo di cui al link, non nuova a vedute del genere. È perfettamente inutile e del tutto controproducente tentare una discussione critica con queste persone. Ci limitiamo al fatto. Una vignetta è un’opera satirica che in quanto tale è una pura espressione di pensiero, condivisibile o meno. Si era parlato di “antisemitismo” anche quando Vauro disegnò una immagine di Fiamma Nirenstein. Si tentò di montare l’ennesima campagna contro l’antisemitismo risorgente, o come ama dire il nostro amato Presidente i “rigurgiti” di antisemitismo. Un uomo come Antonio Polito, di sicura fede sionsita e filoisareliano, avverti i suoi sodali che facessero attenzione: se tutto è antisemitismo, niente è più antisemitismo. La miniera non frutterà più nulla. Va sfruttata con parsimonia. Il caso che si tenta di montare, in realtà, dovrebbe farci riflettere non su un contenuto, peraltro acuto e divertente della vignetta, ma sulla legislazione liberticida che grava su paesi come il Belgio e l’Olanda. Sarebbe istruttivo studiare come si sia giunto a queste leggi. Come per la Fabius-Gayssot siamo pressochè certi che vi è una genesi simile. Le solite lobbies che producono leggi che servono ai loro interessi e che penalizzano ogni onesto cittadino che qualche nella vita, finito di lavorare per buscare il pane, si illuda di poter e voler pensare con la sua testa, vivendo in paesi che della libertà si fanno araldi e campioni in tutto il mondo.

3. Noi stiamo in campana. – Ma stiamo in campana ogni volta che ci capita all’attenzione qualche scritto di Daniel Pipes, che è un personaggio. Ce ne siamo fatti un giudizio e non essendo noi pagati, come lui è, non riteniamo di perdere con lui un tempo eccessivo. Qui ci limitiamo a rilevare che riguardo al concetto di terrorismo non vi è nessun approfondimento concettuale. È soltanto un presupposto concettuale che serve ad alimentare una guerra che afghani, iracheni, palestinesi e altri subiscono in casa loro. Non si può non riflettere sugli isterismi che hanno psicologicamente colpito i media americani per essersi trovati in casa un piccolissimo esempio delle distruzioni e dei disastri che essi stessi, democraticamente rappresentati dai loro presidenti, hanno prodotto nel resto del mondo. Esiste un confronto possibile fra l’11 settembre e Hiroshima e Nagasaki? Con una differenza sensibile, tuttavia. Chi è stato responsabile del primo bombardamento atomico della storia lo sappiamo. Chi sia davvero responsabile dell’11 settembre non lo sappiamo, o meglio lo sa bene solo Daniel Pipes.

4. Anche l’ONU è accusata di antisemitismo. – Gli Stati riuniti a Ginevra per la conferenza sui diritti umani e il razzismo rappresenta la maggioranza degli stati esistenti sul pianeta terra. Dire la maggioranza non significa qui la parte più forte e potente della terra. Nossignore! Esiste una superpotenza che sono gli USA dove la fa da padrone una infima minoranza che è la Israel Lobby. Quando l’ONU nasceva, era una creatura nelle mani delle superpotenze. Con il tempo via via che si aggiungevano nuovi stati che sedevano in un loro apposito seggio nell’Assemblea delle nazioni Unite, ma non nell’antidemocratico Consiglio di Sicurezza, dove si comanda, ed accadeva l’imprevisto per il quale si pensa ora di sostituire la vecchia inadeguata ONU con una nuova Lega delle cosiddette Domocrazie: gli staterelli afroasiatici parlano con vice diversa da quella della lobby che pensa di avere il pieno diritto al governo del mondo. L’equiparazione fra razzismo e sionismo è già stata posta più volte dalla maggioranza degli stati del mondo. Dicono però – in primis Israele – che porre questa evidentissima equiparazione sia... antisemitismo. Vi è poco da confutare il disco della propaganda che ripete tesi preconcette il cui scopo non è di indurre al ragionamento e alla persuasione, ma semplicemente di assordare e intimidire, usando le opportune integrazioni persuasive: ricatti, intimidazioni, legislazioni ad hoc per reprimere le dissidenze interne alle cosiddette democrazie da export. Ad esempio, fra gli infiniti possibili, l’Egitto può partecipare a programmi finanziari USA solo a patto di essere in buone relazioni con Israele. Et similia.

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5. Un «antisemitismo della peggior specie». – Appunto! Queste diverse specie noi stiamo cercando di individuarle ed elencarle. In questo caso l’antisemitismo consisterebbe nel rilevare un fatto di comune buon senso: ma perché mai Israele deve poter disporre di un arsenale atomico che si contesta all’Iran che non lo possiede e non dichiara di volerlo possedere. Rilevare quello che l’ebreo Norman G. Finkelsstein ha già evidenziato è pure antisemitismo. Mah! Diventa difficile qui trarre conclusioni logiche da quella che sembra proprio una paranoia speculativa. Ma vi è dell’altro da approfondire altrove: costoro vogliono alimentare nel mondo intero un eterno senso di colpa ed al tempo stesso pretendono di essere amato pur commettendo crimini in nulla inferiori a quelli imputati ai loro persecutori in nome dei quali pretendono di fondare il nostro senso di colpa: vivere della colpa altrui è il più basso e fetido modo di esistere. Costoro non si sono mai interrogati sul loro odio verso l’umanità intera, rilevato ben prima che i cristiani e la chiesa cattolica fossero.

6. Il solito commento infame. – La parola magica che gli Infami Informatori vogliono sentir pronunciare è che l’assassinato era un “terrorista” e dunque una sottospecie umana alla quale si può espropriare casa, vita, dignità, memoria. Un “terrorista” – così ribattezzato dagli uffici dell’Hasbara e dai suoi agenti europei – non è più un soggetto di diritto, ma un oggetto come un tempo lo erano i capi di bestiame. Oggi perfino i cani hanno soggettività giuridica e non li si può malatrattre. I palestinesi, indigeni privati del loro territorio, non hanno nessun diritto e possono essere impunemente ammazzati. I coloni, con i loro insediamente addirittura riconosciuto dal mondo civilizzato come “illegali”, hanno licenza di uccidere chiunque osi opporre loro resistenza. È questa la superiore religione e moralità di Jahvè, alla quale il mondo deve piegarsi.

7. Uso del termine senza che ne venga dato il significato. – È abbastanza frequente, se non assoluto, l’uso del termine “antisemita” senza che il lettore o l’ascoltatore possa ricostruirne il significato, ricavandolo almeno dal contesto o dalla situazione. Registreremo in questo paragrafo una scelta di questi casi, dove in pratica il termine “antisemita” equivale ad un insulto, gratuito perché non se ne può afferrare il senso preciso. Anche qui si usano i termini di “odio” e “antisemitismo” senza darne nessuna definizione. In pratica, vi è gente che protesta per cose che sono vere o percepite come vere e la protesta viene tacciata di “odio” e di “antisemitismo”. probabilmente questa logica contorta ha una spiegazione nella tipicità della cultura talmudica, ma non ne siamo grandi esperti. In pratica, costoro vogliono libera licenza di uccidere i palestinesi, vogliono che sia riconosciuto l’apartheid, il muro, la pulizia etnica. I goym non devono permettersi di protestare.

8. La Diaspora del Foglio. – Ho visto la possente figura di Giuliano Ferrara alla micromanifestazione, organizzata dalla correligionaria Fiamma Nirenstein, in piazza di Montecitorio che malgrado la presenza di parecchie personalità parlamentari non è riuscita a chiamra più di 400 persone a fronte delle 200.000 che da piazza Vittorio hanno sfilato in Roma fino a piazza di Porta San Paolo. Sono questi i numeri, ma i rapporti di forza e di potere sono qui inversamente proporzionali alla quantità: è il segreto della democrazia. Si conta di più quanti meno si è, ma meglio organizzati e introdotti. Il Foglio è un foglio sionista, dove sono quotidiani i lanci volti ad inculcare al resto del mondo, che per avventura leggesse il Foglio – io lo leggo nella rassegna di IC – loro sono i buoni ed i goym sono inguaribilmente cattivi. In questo nostro post stiamo sperimentando, toccando con mano, quanto sia difficile se non impossibile trovare una definizione concettuale e terminoligica di “antisemitismo” e di altri vocaaboli di cui la propaganda sionista si serve abitualmente.

È incredibile, osceno, disgustoso rilevare come a pochi giorni dal massacro di Gaza, che in pratica continua ogni giorno a riflettori spenti, gli agenti propagandisti non solo neghino l’evidenza del massacro, ma tacciano di “antisemitismo” quanti semplicemnet ne parlano o si informano dell’accaduto e di ciò che accade. Riporto un testo non firmato, o meglio firmato “La redazione”, il che potrebbe significare lo stesso Ferrara o altri che abbia interesse a restare in incognito:

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/02/2009, a pag.1, l'articolo "Sceneggiate antisemite [quando mai potramo sapere cosa è una sceneggiata “antisemita”?] su Gaza" [dove sono piovuti dal cielo aiuti umanitari prodotti in Israele] che descrive il nuovo spettacolo antisemita [?] di Caryl Churchill. Ecco il pezzo:

Londra. Il palcoscenico è quello mondano della Royal Court di Londra, raffinato epicentro della stagione teatrale inglese. La regista è Caryl Churchill, nota interprete brechtiana, icona dello star system liberal anglosassone e soggetto di tesi di laurea anche in Italia. Il suo spettacolo, che va per la maggiore a Londra, si intitola “Sette bambini ebrei” e vede alcune madri israeliane spiegare la storia dello stato ebraico ai propri figli. Quando si arriva all’Operazione Piombo Fuso di Gaza, una madre dice: “Non parlatele dei bambini uccisi”. Dei bambini palestinesi assassinati dall’esercito israeliano nell’assedio a Gaza. Lo Spectator, il settimanale duro e spiccio del conservatorismo britannico, parla apertamente di “antisemitismo”.

[Ma spiega cosa è propriamente l’«antisemitismo»? Forse che essendo i bambini palestinesi propriamente dei semiti, mentre sempre propriamente non essendolo gli israeliani assedianti, vuol dire “massacro da parte di russo-israeliani di bambini semiti-palestinesi? Mi sembra l’unico significato filogicamente plausibile, mentre non è plausibile intendere la mera denuncia di un massacro israeliano come una forma di “antisemismo”.]
E neppure tanto celato. Con la pretesa di sintetizzare “la storia di Israele”,
[E che forse che Ferrara pretetende di raccontarcela lui la storia di Israele e magari pretende pure che gli crediamo? A lui che con tanta disinvoltura svolazza fra comunismo, cattolicesimo ed ebraismo, lui l’«ateo devoto» che pensa di poter prendere per i fondelli i gonzi che lo ascoltano o lo leggono?]
l ’opera della Churchill è una summa di retorica antisionista: colonialismo, apartheid e razzismo ebraico, misto a militarismo, insediamenti e brutalizzazione dell’innocenza palestinese.
[E non sono cose vere? Forse che in Palestina i coloni sono venuti dalla luna o sono spuntati come funghi dal terreno? Per opporre giornalista a giornalista basta ricordare Robert Fisk che in Medio Oriente ha trascorso metà della sua vita: in Israele, ovvero Palestina con nome cancellato, si è in presenza dell’ultima guerra coloniale europea di conquista coloniale. L’apartheid peggiore di quello del Sud Africa è riconosciuto come tale da un Desmond Tutu. L’equivalenza sionismo = razzismo è stata riconosciuta dall’ONU e quindi dal mondo intero. Se Israele non fosse armato fino a denti a fronte di gente inerme, almeno i combattimenti potrebbero essere ad armi pari. Che l’economia israeliana sia un’economia di guerra, basata sull’industria militare degli armamenti, lo sanno tutti meno che al Foglio. Gli “insediamenti” illegali sono noti a tutti meno che al Foglio. La brutalità israeliana è stata denunciata da un giornale svedese che parla di asportazione degli organi delle vittime innocenti palestinesi-semite, innocenti perché se ne stavano a casa loro e da casa loro sono stati cacciati da coloni venuti dalla Luna.]
La commentatrice Melanie Phillips,
[mai coperta, si dice a Roma, ma trovando il materiale, redigeremo anche su di lei una delle nostre schede di documentazione e monitoraggio, come anche della Churchill, di cui pure leggiamo per la prima volta. Ahime! Qui ci tocca pure a noi redigere una sorta di Enciclopedia Giudaica]
autrice del bestseller “Londonistan”, paragona la pièce della Churchill alle peggiori accuse del sangue della propaganda medievale:
[Povero Ariel Toaff, che si è azzardato a scrivere un libro sull’argomento. Abbiamo sperimentato fin dove arriva il rispetto ebraico-sionista della libertà di espressione altrui, quella stesso diritto di libertà di satira ed espressione che i “Corretti Informatori” invocano in occasione della trasmissione televisiva che in Israele offendeva la madonna (prostituta quindicenne e simili). Di sangue goym in Palestina ed in Gaza i nostri amici dalla superiore moralità ne hanno versato quanto voluto e ne versano ad ogni “omicidio mirato” che è in pratica un omicidio rituale, altro che accusa del sangue! L’oggi supera infinitamente l’intera epoca medievale.]
“Questa è una chiara denigrazione del popolo ebraico, è odio atavico degli ebrei”.
[Anche qui si noti lo stesso uso ricorrente di termini (odio, denigrazione) per i quali non viene data la benché minima definizione. Quale “odio”? In cosa consiste? Vogliono l’applauso mentre prendono a cannonante una madre che fa colazione con i suoi bambini? È denigrazione rilevare il fatto nudo e crudo? Uno dei pochissimi fatti che si vengono a conoscere squarciando le rete della censura che tiene occulti crimini ancora più orrendi che possiamo solo immaginare. E dove sta un simile diritto di uccidere? Su cosa è fondato? Sull’«Olocausto» che diventa una sorta di licenza di uccidere terzi innocenti?]
Si tratta di una forma moderna di “mystery play”, che nel Medioevo erano i brevi dialoghi cantati alternativamente dal celebrante e dal coro.
[Caspita! Quanti sono colti medievalististi costoro! Ma a noi qui basta soltanto sapere quanto è successo a Gaza fra il dicembre del 2008 ed il gennaio successivo. Ce lo racconta un italiano, Vittorio Arrigoni, rimasto ancora lì e la cui voce hanno cercato di far tacere.]
Una forma di rappresentazione del sacro nelle piazze e nelle strade. Il testo dell’operetta londinese è diviso in sette capitoli. Ogni capitolo inizia con “Tell her…” e “Don’t tell her…”, sono i genitori e i nonni dei bambini israeliani che discutono su come raccontare ai propri figli i momenti chiave della storia israeliana.
[Una storia infame la cui infamia risulta dai fatti nudi e crudi: non si deve alterare e falsificare nulla. Ancor prima che la storia soccorre la logica: ero a casa mia, nel mio villaggio, sei venuto e mi hai cacciato. “Punto e basta”, come ama esprimersi un noto personaggio sionista. Il resto è dettaglio, certamente utile ed istruttivo, ma logicamente non necessario a comprendere il dato elementare dell’occupazione coloniale, della pulizia etnica, del genocidio, dell’apartheid, del razzismo conclamato.]
Nell’opera di Churchill, gli ebrei vengono ritratti come trionfalisti assassini
[Se non è “assassinio” cosa è ? Sacrificio rituale? Legittima difesa con scasso e stupro?]
e come un popolo eletto, cinico e senza cuore.
[L’«elezione» di Israele non è la sintesi in una sola parola di tutta la religione ebraica dalla quale si dissociò una figura come Gesù Cristo ed un suo apostolo e discepolo di nome Paolo di Tarso? Che forse i testi biblici-ideologici] non prescrivono l’uccisione cinica e senza cuore di cananei, amaleciti, egiziani e mondo intero che ostacoli il cammino degli Eletti? Forse, da ateo devoto, Giuliano si sente esonerato dalla lettura della Bibbia.]
L’elezione biblica è la maledizione per gli arabi.
[Già! Giuliano pretende che i goym che nel corso dei millenni hanno ospitato nelle loro società gli Eletti plaudino ad una forma di religione il cui contenuto è: io sono eletto e tu sei bastardo. Schopenhauer ha già osservato al riguardo che una simile religione è affare interno fra gli ebrei ed il suo popolo: non riguarda terzi e soprattutto non può essere applicata ai danni, a spese, sulla pelle di terzi, in questo caso i palestinesi, Con la sua cicalata Giuliano o chi per lui pensa di nasconderci la verità inoppugnabile dei fatti. Esistono molte tecniche per nascondere i propri torti. Un metodo è quello di gettare le mani avanti prima di venir accusati per le stesse cose la cui gravità si cerca di ridurre e minimizzare: una sciocchezza! Una “cinquina”, uno schiaffo innocente e d educativo, come diceva un noto esponente di fronte ad assalti squadristici veri e propri, di cui mai si saprà la concertazione.]
Nel testo dello spettacolo si parla di “ebrei” con la e minuscola, mentre gli Arabi, Dio, Hamas e Gerusalemme sono riportati in lettere capitali. Il messaggio dell’opera è che gli ebrei furono perseguitati dai nazisti,
[Anche qui ci si potrebbe chiedere perché mai questi cattivoni di nazisti si siano messi in mente di perseguitare i poveri ebrei. Per carità, non che abbiano fatto bene. Le persecuzioni sono sempre esecrabili contro chiunque vengano fatte. Ma capire la logica, il movente di un delitto è pur sempre un’attività lecita, anzi necessaria e doverosa se si vogliono condannare i criminali. Ma in questa zona è vietato porsi quesiti. È tabù. Sulla persecuzione nazista – ma attenzione! Nazisti e sionisti sono sempre stati in affari – l’odierno Israele ha fondato la sua fortuna economica. A mio avviso, le generazioni odierne di tedeschi ed europei hanno pieno diritto ad una ripetizione dell’indebito. La cosa mi sembra possibile e plausibili in quanto sono stati gli stessi israeliani a porre il principio della imprescribilità della materia. Come cittadino italiano ed europeo esigo la restituzione di ogni lira che sia stata indebitamente tolta dalle mie tasche. Una bella rivendicazione da consegnare ad un partito politico del domani: che Israele restituisca il maltolto!]
erano buoni finché erano vittime,
[In linea di principio le vittime non sono necessariamente buone. Le vittime sono vittime, ma non necessariamente innocenti. Se un sistema giuridico proibisce la pena di morte, nessuna vittima può essere condannata a morte e si commette un crimine mandandola a morte anziché comminandogli la giusta pena prevista dalle leggi vigenti. Per la storia non si dovrebbero ignorare le campagne di boicottaggio contro i governi che il sionismo ha posto in essere fin dalla sua origine. Gli ebrei non sono mai stati degli stinchi di santo. L’usura da essi praticata per secoli non era propriamente un’attività di beneficenza. Ad essere certamente innocenti sono i palestinesi di Palestina: nessun principio giuridico può essere invocato negli eventi della “pulizia etnica” del 1948, che ha visto la distruzione di oltre 500 villaggi palestinesi con massacro ed espulsione degli abitanti, “vittime” innocenti di rappresentanti putativi e senza delega degli internati nei campi di concentramento tedeschi: vittime delle vittime! ]
poi si sono trasformati in aggressori, sanguinari e rapaci colonialisti.
[E non è vero? Se non è vero, la Redazione del Foglio ha l’onere di dimostrare il contrario di ciò che è documentato dall’ebreo Elan Pappe e da altri storici che dopo trent’anni hanno cominciato a smantellare le bugie ufficiali di ciò che successe nel 1948, ma che continua in una linea ininterrota di sangue fino a Piombo Fuso. Aspettiamo fiduciosi.]
Sulla guerra del 1967, Churchill scrive: “Dille che abbiamo vinto, dille che suo fratello è un eroe, dille dei carri armati che sono entrati, dille di quanto grandi fossero i loro eserciti, dille di come li abbiamo cacciati, dille che siamo dei combattenti, dille che abbiamo una nuova terra”.
[Una nuova terra ottenuta cacciando chi vi abitava pacificamente. Ma quelli che sono stati cacciati hanno conservato le chiavi di casa ed aspettano di poter rientare e di venire risarciti. È davvero curioso come nel 1950 lo stato nato sulla rapina e la violenza, Israele, abbia varato una “legge del ritorno” per attirare coloni e briganti da ogni parte del mondo, mentre a chi è stato inoppugnabilmente cacciato dalla sua casa e dal suo villaggio viene tenacemente negato il “diritto al ritorno” riconosciuto dall’ONU. Queste vittime innocenti, di padre in figlio, sono diventate milioni e milioni e vogliono ritornare. Del tutto in contrasto con ogni principio umana e divino di Giustizia il popolo eletto dei coloni intende tenacemente e satanicamente negare questo diritto. Il rischio per l’umanità tutta è che muoia per sempre ogni idea del diritto e che per i rapporti fra i popoli si intauri la legge del più forte e del fatto compiuto. Sarebbe un ritorno alla barbarie preistorica in un mondo che pretende di essere più civile di quello dei nostri padri.]
L’autrice non poteva fare di meglio nel mettere in scena il vittimismo arabista e il nazionalismo ebraico.
[Che impudenza! Vittimismo? Sono o non sono stati cacciati nel 1948 i 750.000 palestinesi? Se ne stavano o non stavano tranquilli nelle loro case? Qualcuno è venuto o non è venuto a distruggere con bombe e tritolo le loro case afficnhé non potessero più ritornarvi? Capisco l’arroganza e la disonestà intellettuale, ma insultare l’intelligenza di chi legge è un peccato imperdonabile contro la vanità di ognuno che si lusingi e si pavoneggi principalmente pensando di essere intelligente, magari più di un Giuliano o dei Redattori anomi del Foglio. Che poi il nazionalismo ebraico esista lo si può leggere, ad esempio, in Shlomo Sand, un altro ebreo israeliano. Ne consiglio l’istruttiva lettura ai Redattori del Foglio, magari solo per criticarlo. Leggerò con estremo interesse la critica al libro che gli Eletti Redattori sapranno fare – per restare in casa loro – all’Eletto Shlomo Sand.]
Nessun cenno al fatto che la guerra dei Sei giorni fosse una guerra difensiva.
[Difensiva di che? Del diritto strappato con la forza e l’inganno nel 1948? Difensiva dell’applicazione del piano Dalet per la pulizia etnica e la derabizzazione della Palestina? Certo, volendo si può ragionare così: entro a casa tua e faccia ogni sorta di porcherie, quindi ti caccio da casa tua. Tu cosa fai? Tenti di opporti e reagire alla violenza subita. Ed ecco che l’Eletto Sionista, degno discendente dei Farisei evangelici, sostiene che lui si sta difendendo e con i soldi che ha in abbondanza comunica alle Elette Redazioni dei giornali “occidentali” la sua dottrina giuridica della difesa: ”In difesa di Israele”. Con questo nome le Faccie Elette hanno perfino costituito un gruppo internet per la guerra mediatica. E ne so personalmente qualcosa.]
Si ripete come un mantra il fatto che gli ebrei hanno rubato l’acqua ai palestinesi. “Dille che l’acqua è la nostra, abbiamo il diritto. Dille che loro non accettano altro che la violenza, dille che noi vogliamo la pace”. Il capitolo su Gaza è il più crudo: “Dille di essere orgogliosa dell’esercito. Li ha visti i bambini uccisi? Dille che non c’è nulla di cui vergognarsi. Dille che li vogliono morti in modo che la gente li compatisca, dille che sono animali”. L’ingresso al teatro è libero, ma sono fortemente gradite laute donazioni per il Medical Aid for Palestinians. Intanto l’Observer, settimanale del quotidiano The Guardian non certo filoisraeliano, ha appena spiegato che mai c’erano stati tanti attentati antisemiti in Inghilterra. 270 casi soltanto nel 2009, luoghi ebraici vandalizzati, graffiti che inneggiano al jihad e alla distruzione di Israele, attacchi fisici nelle strade. A Birmingham venti studenti hanno aggredito l’unica alunna ebrea della scuola gridandole “uccidi gli ebrei” e “morte agli ebrei”.


9. Loro son felici. – Troviamo a questo link del materiale più consistente, di caratterre giudiziario, per tentare di ricavare una definizione linguistica del termine “antisemitismo”. Siamo però stanche e dobbiamo rinviare ad altra occasione l’analisi. Ci limitiamo soltanto ad esternare il nostro raccapriccio per chi si dichiara felice di aver portato il suo prossimo in tribunale. Quanto siamo lontani dall’etica cristiano dell’amore del prossimo e addirittura dall’«ama il tuo nemico» e quanto invece siamo dentri l’etica ebraica dell’«odia il tuo nemico». Purtroppo, questa è una conseguenza della legge di Brenno: guai a vinti!

10. Dire “puparo ebreo” è antisemitismo. – Una nuova cagnara sta per essere inscenata. In questa rubrica dedicata alla ricerca del significato della nozione di antisetismo sembra qui di intendere che avendo qualcuno tacciato il solito Giorgino di “puparo ebreo” in ciò vi sarebbe una forma di antisemitismo. Nell’unico corrispondenza che ho avuto con Giorgino gli avevo chiesto se era lecito e possibile dire che lui era un ebreo e se fosse offensivo dire ad un ebreo che era un ebreo. Ha risposto che era fiero di essere un ebreo. Non fidandomi, gli ho persino offerto la censura preventiva dei miei testi, ma ha rifiutato con sdegno. Dunque, ebreo diventa espressione antisemita se la su unisce a “puparo” e ne viene fuori “puparo ebreo”. Non c’è che dire: è una cabala. E la cabala è tutta ebrea, non è necessario dire cabala ebraica. Altrimenti diventerebbe espressione antisemita. Mah!

11. Scritte nei cessi pubblici cessi e interrogazioni parlamentari. – Nella nostra ricerca in rete, esattamente dall’archivio di IC, è saltata fuori una delle prodezze sioniste di madonna Fiammetta, per nostra disgrazia parlamento della Repubblica, dove non ho mai potuto accorgermi finora che stia lì per rappresentare il popolo italiano. Cosa posso dire che già il lettore non possa immaginare? Esiste la telepatia e si può comunicare lasciando ad ognuno l’esercizio dell’immaginazione per quanto non è consentito dire. In questo post ci siamo proposti una ricerca di analisi del linguaggio per quanto riguarda il significato del termine “antisemita”. Questa mattina nell’attesa della conferenza stampa di Jeff Helper, in Roma, alla Fondazione Basso, esprimevo il mio sconcerto al riguardo con un giornalista del Manifesto: se ti dicono che sei, poniamo, un “cornuto”, puoi almeno sapere cosa si intende, sia vero o no il fatto, lo prenda sul serio o meno. Ma se dicono che sei un “antisemita” o che la tal cosa è “antisemita”, è arduo per chiunque capire di cosa propriamente si tratta. Inoltre, vi è la particolare aggravante che essere “antisemita” è una qualificazione penale. Non fosse così, uno potrebbe perfino essere orgoglioso di venir definito “antisemita”, al pari di come tutti, o quasi, si ritengono onorati nell’essere antinazisti, antifascisti, anticomunisti. Si tenta di proibire per legge il potersi dire “antisionisti”. Ma dire e dirsi “antisemita” è qualificazione penale, un titolo di reato. Ma appunto per questo, principalmente per questo, il titolo di reato “antisemita” non può essere lasciato nel vago. Prima di passare all’analisi testuale dell’interrogazione parlamentare di Madonna Fiammetta dico subito, anzi ripeto, il mio pensiero al riguardo. Il termine “antisemita” è una rivoltella il cui uso è concesso a tutti i componenti della comunità ebraica italiana, non più di 45.000. A loro soltanto è in pratica concessa una libertà illimitata e non soggetta a prova di poter calunniare chiunque loro sia sgradito. Se un ebreo dice ad un suo avversario, ad un suo critico, diciamo pure ad un suo “nemico” nella misura in cui ognuno di noi può avere “nemici” e si può essere volutamente “nemico” di qualcuno del quale non si condivida nulla e che magari noi riteniamo commetta i peggiori crimini da cui intendiamo dissociarci: vedi il massacro di Gaza. Io qui mi dichiaro “nemico” di Israele e come cittadino italiano invito la parlamentare “italiana” (?) Fiamma Nirenstein e gli altri firmatari dell’interrogazione parlamentare a chiedere la rottura delle relazioni diplomatiche con lo stato di Israele. Sento di rappresentare il popolo italiano molto più intensamente e profondamente di quanto non lo rappresentini i nominati parlamentati, appunto “nominati” e non “eletti” consapevolmente dal popolo italiano, che è in ogni caso loro dovere rappresentare. Ecco dunque l’Onorevole Interrogazione illustrate dalle Onorevoli facce degli Onorevoli Interroganti:

Presentata interrogazione su recenti atti antisemiti

Atto Camera



Interrogazione a risposta orale 3-00328


presentata da


FIAMMA NIRENSTEIN


mercoledì 21 gennaio 2009, seduta n.1


NIRENSTEIN, CALDERISI, DELLA VEDOVA, PIANETTA, BERNINI BOVICELLI e BOCCHINO. -

Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

dall'inizio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza in risposta alla rottura unilaterale della tregua da parte di Hamas,

[Esiste ampia letteratura che in realtà la rottura della tregua sarebbe avvenuta per responsabilita di Israele, non di Hamas. Ma in ogni caso è un particolare ininfluente rispetto al massacro, ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità denunciati dal Commissario ONU Goldstone. Inoltre il fatto non può essere circoscritti in un solo istante temporale. Lo storico ebreo, cioè ebreo come Fiamma Nirenstein e non pochi altri parlamentari, che con il loro elevatissimo numero costituiscono una iperrappresentanza di una comunità ebraica di soli 45.000 componenti. Lo storico ebreo Pappe dice che il massacro di Gaza del 27 dicembre 2008 - 18 gennaio 2009 si pone in continuità storica con il massacro del 1948, quando dalla Palestina furono espulsi 750.000 palestinesi, pari al 50 per cento della popolazione totale, massacrati almeno 1000 persone, distrutti e cancellati dalla carta geografica oltre 500 villaggi compiendo una vera e propria pulizia etnica che è oggi universalmente riconosciuto come un crimine ed è condannato come tale da tutti i tribunali. Gli Onorevoli Interroganti sono al corrente, sono consapevoli del rapporto di continuati fra la pulizia etnica del 1948 e Piombo Fuso? Hanno obiezioni verso questa rappresentazione storica? Sono disposti ad un pubblico contraddittorio con i comuni cittadini che non godono dei loro stipendi e dei loro privilegi e che con la suddetta interrogazione non si sentono tutelati nelle loro libertà, assai mal risposte negli onorevoli interroganti.]
si sono andati moltiplicando in Italia episodi di natura antisemita di intimidazione e violenza, nonché atti vandalici, a danno delle organizzazioni di amicizia italo-israeliana,
[nulla so dei fatti ascritti, dubito della loro effettiva consistenza criminale, ma ho maggiori dubbi sulla natura di siffatte associazioni per lo più composte da cittadini italiani di nazionalità ebraica che sembrano dimostrare una maggiore fedeltà allo stato sionista e criminale di Israele che non agli interessi di politica estera del popolo italiano. Sinteticamente in queste associani convivono due o forse tre distinte cittadinanze confliggenti fra di loro: la cittadinanza italiana, una peculiare cittadinanza ebraica caratterizzata storicamente e religiosamente da un irriducibile rapporto di separatezza con il restante popolo italiano, una cittadinanza israeliana che è virtualmente riconosciuta ad ogni ebreo che si presenti in Israele e si dichiari tale. Una mostruosità giuridica che da sola rivela il fondamento razzista dello stato di Israele è la cosiddetta legge del ritorno del 1950 dove si riconosce un diritto al ritorno ad ebrei che in Palestina non sono mai stati ed al tempo si nega tenacemente, ostinatamente, criminosamente il ritorno ai palestinesi scacciati dall’esercito israeliano nel 1948 ed il cui diritto è ripetutamente riconosciuto e ribadito nelle risoluzioni ONU. Stupisce che tanta insensibilità, ignoranza, arroganza alberghi nel parlamento italiano. Ciñ non sarebbe se gli onorevoli interroganti rappresentassero davvero la sensibilit; e gli interessi del popolo italiano]
degli organi di informazione, dei rappresentanti delle comunità ebraiche e di luoghi di culto ebraici;

in particolare:

20 gennaio, Firenze: sono state imbrattate delle mura in cui una stella di Davide era equiparata a una svastica;
[Il fatto denunciato è assolutamente ridicolo ed indegno di un parlamento della repubblica. Il fatto denunciato può ritrovarsi in forme similari e disparate in qualsiasi cesso pubblico d’Italia, in qualsiasi latrina pubblica e privata, dove buontemponi e soggetti non individuabili non già per la loro identità anagrafica ma per quella intenzionalità che sola costituisce quel “dolo” che è necessario per una qualificazione penale e sempre che il fatto ascritto corrisponda ad un titolo di reato, cosa che mi appare ardua in quanto un qualsiasi disegno che dovesse essere censurato verrebbe a violare il contenuto dell’art. 21 della costituzione, la cui portata gli onorevoli interroganti non sembrano conoscere o di cui loro non interessa assolutamente nulla, privilegiando un qualsiasi fatto umorale che venga denunciato da rappresentati della citata comunità ebraica italiana o perfino direttamente dal governo israeliano. Veramente porre un’interrogazione parlamentare sulle scritte nei cessi pubblici, ovvero in non precisate “mura” fiorentine (son cessi pubblici? son muri di cinta? son muri di abitazione privata con o senza consenso dei proprietari abbiano o non abbiano messo il prescritto divieto di affissione, che è un divieto generalizzato e indiifferente ai contenuto delle scritta, etc.]
17 gennaio, Firenze: un ordigno esplosivo artigianale è depositato nei pressi della sinagoga di Firenze;
[In effetti un “ordigno esplosivo” è cosa diversa da una scritta nei cessi pubblici. Resta però da vedere per un verso quale relazione esista fra la scritta sui cessi e l’ordigno esplosivo. Ed inoltre quale inferenza vi sia in sé con l’antisemitismo. A nessuno, per nessun motivo è concesso confezionare ordigni esplosivi e farli esplodere. Io che pure sono assai critico verso gli onorevoli interroganti non so e non ho mai confezionato un ordigno esplosivo e mai e poi mai fatto esplodere verso chicchessia, anche se idealmente faccio esplodere verso gli onorevoli interroganti tutti il mio sdegno, certamente di impatto maggiore e più devastante del citato ordigno. È una pura illazione, destituita di qualsiasi fondamento che il suddetto ordigno sia un ordigno “antisemita”. Resta da capire come un ordigno possa essere “antisemita” e non si capisce in cosa consista l’essere “antisemita”. Si può forse congetturare, ma è una pura congettura e gli onorevoli interroganti non offrono nessun elemento per suffragarla, che possa essere stata una forma di protesta “artigianale” contro l’operazione Piombo Fuso che di ordigni non artigianali, anche proibiti dalle leggi, ne ha fatto ampio uso provocando oltre 1500 morti non importa se civili o non civili, sempre morti sono, e la distruzione di migliaia e migliaia di case, lasciando feriti ed orfani che conserveranno per tutta la vita il ricordo degli ordigni non artigianali di fabbricazione israeliana e forse anche italiana. Sarebbe auspicabile – se questa congettura dovesse essere fondata – che il governo italiano riflettesse sulla politica estera italiana, piuttosto che preoccuparsi di perseguire il fabbricatore di un ordigno artigianale (forse un petardo residuato dalla notte di capodanno?`). Fin qui l’interrogazione è indecente e ridicola, indegna del parlamento italiano, dove a furia di occuparsi di graffiti sui cessi pubblici corre il rischio di pericolose contaminazioni e assimilazioni]

17 gennaio, Torino: alcuni individui incappucciati imbrattano nella notte l'entrata della casa della madre del vice presidente dell'Associazione Italia Israele di Torino, Emanuel Segre Amar, con la scritta: «sionista assassino», e lasciano circa trenta volantini intimidatori («sionisti non siete intoccabili»), con minacce alla sua incolumità personale;
[In effetti, l’attività sionistica del citato è cosa ben nota. Certamente se reato vi è stato, nessuno e tantomeno intende coprire un reato. Ma anche qui – tornando a bomba – resta da capire dove stia l’antisemitismo. Salvo l’imbrattamento dei muri che rientra nell’illiceità dei normali imbrattamenti che ahimé ben conosce ogni proprietario di abitazioni che abbiano muri sulla pubblica via, il fatto potrebbe al massimo interpretarsi come ostilità verso le note posizioni sionistiche dell’Emanuele Segre Amar, a me personalmente noto per una vicenda di stampa dove il bello spirito pretendeva di avere il copyright sull’interpretazione del pensiere del suo Eletto Padre che in un articolo di stampa che l’Eletto Figlio dimostrava di ignorava scriveva, lui il Padre, l’espressione antisemita «cosiddetto Olocausto» sulla quale era stata imbastita una ridicola montatura che si può leggere sul quotidiano la Stampa. È da ricordare agli Onorevoli Interroganti che un organo assembleare non meno augusto di quello in cui Lor Onorevoli siedono, e cioè l’Assemblea della Nazioni Unite ha ripetutamente assimilato il sionismo alle peggiori forme di razzismo. L’ultima recentissima conferma viene dal rapporto Goldstone e perfino il presidente Obama ha invitato il governo israeliano ha condurre inchieste interne sugli “abusi” commessi durante l’operazione Piombo Fuso. Venendo da un presidente americano, che storicamente copre tutte le malefatte di Israele e fornisce quella coperture internazionale cui soggiace anche il governo e il parlamento italiano, evidentemente non tanto sovrano, ebbene venendo questo invito da un presidente americano è davvero qualcosa di rivoluzionario. I nostri parlamentari si dimostrano in questi casi più realisti del re, più servili di quanto sia loro richiesto. Ma si tratta forse di ben altro di ben più grave. Gli Onorevoli Interroganti si sentono non rappresentanti del popolo italiano, ma rappresentanti del governo israeliani, membri distaccati della Knesset. Anche qui non è né spiegato né documentata l’esistenza di antisemitismo, bensì una forte contrapposizione al sionismo, di cui non è stata ancora passata per legge la supposta equiparazione di antisemitismo = antisisionismo, dovuta alla consiglieri sionisti del presidente in carica, peraltro ex-comunista o forse ancora comunista, e se comunista o ex non invitato per questo alle dimissioni. Lo Stato di Israele, del resto, come documentano recenti ricerche storiche deve la sua nascita alla volontà di Stalin, che operò all’ONU in questo senso per valutazione politiche contingenti. La volontà di Stalin fu determinante. Senza Stalin lo stato di Israele non avrebbe mai potuto rifersiri al vituperato ONU come fonte principale benché assai dubbia della sua legittimazione, del suo diritto ad esistete e a essere riconosciuto nella famiglia delle nazioni, dove però non si può stare uccidendo un’altra nazione: neppure fra le nazioni gli omicidi possono stare. Caino deve andare ramingo tutto da solo. Il popolo italiano non vuole una simile compagnia.]
13 gennaio, Pisa: ignoti imbrattano la facciata principale della sinagoga di Pisa, lanciando uova piene di vernice rossa;
[Ancora imbrattature! Quanto è mite il popolo italiano! Ma siamo al punto di prima. Dove sta l’antisemitismo? Se i fatti denunciati, di lieve o nessuna entità criminale, bensi forma popolare e legittima di protesta, al massimo una sanzione amministrativa, dimostrano qualcosa, si tratta della dissociazione verso il massacro, anzi il genocidio di Gaza. Il parlamento italiano vuol rendersi corresponsabile del genocidio di Gaza? Il fatto che siano poi stati individuati come obiettivo i luoghi di culto ebraici in Italia, pone un diverso interrogativo: qual è la responsabilità della comunità ebraica italiania rispetto ai fatti di Gaza? È dalla parte dei carnefici contro le vittime? Il loro stare dalla parte di Israele è uno stare dalla parte di Israele in quanto si ritengono cittadini israeliani residenti in Italia? Non si pone qui drammaticamente il problema della duplice o triplice fedeltà di una ristretta comunità di non più di 45.000 individui che gode in Italia di privilegi enormi? Ci piacerebbe aggiungere la nostra domanda a quella degli onorevoli interroganti. Anche qui resta però eluso il merito di questo post: dove sta l’antisemitismo? In cosa consiste? Cosa autorizza un’automatica e meccanica qualificazione penale di antisemitismo per ogni comprensibilissima spontanea reazione morale e politica ad un autentico massacro che per un verso grida vendetta al cospetto di dio e per l’altro denuncia l’ipocrisia e la complicità morale con un governo assolutamente criminale.]
13 gennaio, Roma: un volantino con insulti antisemiti ed esplicite minacce ai giornalisti è consegnato alle redazioni dell'agenzia di stampa Ansa e di altri organi di informazione. Il volantino, sul quale campeggia la foto di Adolf Hitler, riporta un testo farneticante che rivolge insulti razzisti e minacce anche contro alcuni ministri e rappresentanti della comunità ebraica;
[Qui per necessità di informazione ognuno dovrebbe sapere esattamente di cosa si tratta: il contenuto dei volantini, il testo degli insulti, chi dice che siano insulti, chi può verificare che siano insulti, chi sono i soggetti lesi, ecc. L’interrogazione è qui generica e non è mirata ad ottenere una risposta conoscitiva, ma a produrre una presa di posizione del governo che è già abbastanza appiattito sulla posizione israeliana e che di questo porta reponsabilità davanti al paese e alla storia. Come elettore del PdL, come suo dirigente di base, mi sono sempre dichiarato contrario a questa politica ed ho sempre disconosciuto le “farneticanti” dichiarazione dell’on. Fiammetta Nirenstein, la cui sensibilità è tutta volta alla strenua e assoluta difesa della politica israeliana in totale dispregio del popolo italiano e della mia militanza nel PdL, che precede di molto la sua messa in lista nel mio partito. Bella democrazia!]
12 gennaio, Roma: sono rinvenute scritte antisemite nei pressi di via Gaeta;
[Più ridicolo non poteva essere il parlamento italiano nella persona di Fiamma Nirenstein. È da chiedersi di che tenore fossero queste scritte e in cosa le scritte antisemita si distinguano da altre scritte. Via Gaeta e nei pressi della stazione, dove ci sono i più frequentati cessi pubblici d’Italia. È da chiedersi se la comunità ebraica abbia un apposito servizio di informazione per la lettura dei graffiti nei cessi pubblici delle stazioni d’Italia. Resta ancora quella definizione di antisemitismo che non è mai data e viene sempre presupposta, come se fosse nota ad ognuno.]
12 gennaio, Torino: una ricercatrice della Fondazione Camis de Fonseca (presso cui si svolgono gli eventi dell'Associazione di Amicizia Italia-Israele), mentre sta uscendo dalla sede è bersagliata da uova piene di vernice rossa, al volto e al corpo;
[In effetti, anche questa associazione si distingue per essere uno dei centri del sionismo dove si elabora l’ideologia che ha condotto a Piombo Fuso. Se una simile mortifera e criminale ideologia è consentita nel nostro paese, ricevendo magari fondi pubblici, dovrebbe per lo meno essere consentita la sua contestazione e la dissociazione da essa. Anche qui si riconosce un’ostilità politica in forme più o meno gravi e censurabili, ma non risulta in nessun mondo come ciò si possa chiamare antisemitismo, cioè una qualificazione di rilevanza penalistica e come tale perseguibile. Chiaramente, a madonna Fiammetta e soci interessa perseguire il legittimo dissenso politico. Costoro dovrebbe difendere le nostri libertà civili e politiche. Sono i primi a voler attentare ad esse.]
12 gennaio, Milano: si verificano incidenti tra manifestanti e polizia nel corso di una manifestazione pro-Palestina organizzata di fronte al Teatro Strehler, dove era in corso un evento dal titolo «Il diritto di Israele a esistere e difendersi», promosso dalla Comunità ebraica di Milano;
[E allora? Quali incidenti? E dove sta l’antisemitismo ed il titolo specifico di reato? Sembra per madonna Fiammetta che in Gaza stiano morendo dei capi di bestiame colpiti da una qualche influenza virale. Madonna Fiammetta non è esente da responsabilità, per lor meno ideologica, per quanto è successo e succede in Gaza. Il popolo italiano è innocente. Le mie mani non sono sporche di sangue e gli onorevoli interroganti non hanno nessun titolo per bagnarmi con il sangue innocente di quanti a Gaza sono morti.]
10 gennaio, Torino: tutta la facciata dello stabile che ospita la Fondazione Camis de Fonseca è riempita di vernice rossa lanciata con le uova, che colpiscono e imbrattano anche i carabinieri posti a difesa dinanzi all'edificio; manifestanti bruciano una bandiera israeliana;
[Bene! Dopo Bossi il reato di bruciamento delle bandiere è stato rubricato a sanzione amministrativa. Se opino bene, teoricamente, accettando la forma della disobbedienza civile, uno potrebbe informarsi su quanto in termini monetari costa bruciare una bandiera israeliana e a seconda del budget disponibile bruciare tante bandiere in tante piazze d’Italia. Non so se qualcuno ha pensato a questa forma di protesta. Ma anche qui non vedo l’antisemitismo. Vedo una forte ostilità allo stato di Israele, una ostilità alla quale mi associo, respingendo ogni addebbito di antisemitismo in quanto un simile addebbito abbia qualificazione penale. Diversamente, uno potrebbe restare indifferente a simili contestazioni o perfino in un eventuale slittamento semantico del termine potrebbe addirittura accettarlo. Resta tuttavia il fatto che in senso proprio semiti sono i palestinesi che vengono massacrati dai falsi semiti, cioè gli israeliani, le cui origini storiche sono quelle descritte nel libro dell’ebreo Shlomo Sand, che fa un’analisi scientifica del sionismo]

10 gennaio, Roma: scritte antisemite e inneggianti a Hamas sono rinvenute in via Catania e corso Trieste, al monumento dei partigiani di Centocelle e sulle saracinesche di alcuni esercizi commerciali in piazza Bologna. Sono presi di mira anche il sindaco Alemanno e il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, con striscioni a ponte Lanciani;
[Il fatto degli striscioni contro Alemanno mi era noto ed in quanto suo elettore deluso li ritengo meritati. Non sono il solo fra gli elettori di Alemanno a pensarla così. Quanto al ruolo di Pacifici è cosa assai dolorosa. È da ricordare che in quanto Presidente della Comunità ebraica romana rappresenta solo qualche migliaio di persone. Notoriamente non ha votato per il sindaco Alemanno. Ma il suo potere nel Comune di Roma è stupefacente. La comunità dei calabresi in Roma, la più numerosa, conta 400.000 cittadini. Non contano nulla salvo chiederne il voto ad ogni tornata elettorale. Anche qui si riconosce l’esistenza di un’opposizione politica e di un dissenso, ma nessun antisemitismo in senso proprio, a meno che non si intenda che essere a favore di Hamas sia pure questo antisemitismo. Fino a questo punto, dove dobbiamo interrompere, non abbiamo linguisticamente parlando trovato nessuna traccia di antisemitismo. Abbiamo invece verificato l’intenzione di un gruppo di parlamentari della repubblica di delegittimare e criminalizzare il sacrosanto diritto dei cittadini di manifestare il loro pensiero politico, che è vano sperare possa essere rappresentato dagli Onorevoli interrogante. Tutto ciò è deprimente e dimostra – come ha affaermato il regista Moore – che loa democrazia semplicemente non esiste. Madonna Fiammetta lo dimostra ampiamente e senza ombra di dubbio. Deploro chi ce l’ha messa in lista! ]

9 gennaio, Mestre: almeno cinque incappucciati compiono un blitz contro la sede della compagnia marittima israeliana «Zim Line». I cinque rompono la telecamera interna, rovesciano armadi e scaffali e imbrattano i muri di vernice rossa con le scritte «Israele boia» e «Palestina libera»;

8 gennaio, Roma: il sindacato autonomo del commercio Flaica-Uniti-Cub invita a boicottare i negozi degli ebrei;

5 gennaio, Roma: una svastica viene disegnata sul portone di ingresso della casa del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici;

3 gennaio, Torino: la sede della Fondazione Camis de Fonseca è imbrattata con vernice rossa;

3 gennaio, Milano: bandiere israeliane sono bruciate durante una manifestazione pro-Palestina;

nelle ultime settimane vi è stato inoltre un enorme incremento di messaggi violenti ed offensivi alla mail del sito «Informazione Corretta», con volgari insulti antisemiti («finirete tutti nei forni») -:

- se sia noto a quali esiti abbiano condotto le indagini sino ad oggi effettuate sui casi esposti in premessa;

- quanti altri episodi della stessa natura - e di quale gravità - siano stati denunciati alle forze dell'ordine dall'inizio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza;

- se il Governo ritenga che si tratti di episodi ispirati a matrici politico-ideologiche estremiste e minoritarie, o invece siano da ricondurre a un più diffuso sentimento dell'opinione pubblica italiana;

- quali iniziative il Governo abbia assunto e intenda ulteriormente assumere per contrastare e reprimere i ricorrenti episodi di propaganda e violenza antisemita, nonché per garantire la sicurezza a quanti, per queste ragioni, sono stati -, o rischiano di divenire - bersaglio di intimidazioni, minacce e aggressioni.
(3-00328)

12. Elementi. – Andando sul link si trova un’accozzaglia di elementi messi insieme e dai quali si dovrebbe ricavare che esiste l’antisemitismo, un male oscuro tutto da scongiurare. Ma su quest’altro link, relativo all’elezione a presidente dell’UNESCO del candidato egiziano, si può dimostrare la potenza della Lobby. Dell’episodio si possono dare letture diverse. Si può certo esprimere giubilo perché il candidato Hosni è stato “trombato”, ma se la sua colpa era quella di aver fatto pubblicare i “Protocolli” finisce per avere una ragione postum a proposito dell’esistenza del famigerato e mai ammesso “complotto ebraico”, che dunque esiste e lo abbiamo visto all’opera nel produrre la “trombatura” di Hosni. In questo link troviamo Ugo che si diverte: lasciamolo divertire, limitandoci solo ad osservare il modo in cui da Israele il passato Bush veniva chiamato al telefono. Guai a lui se non lasciava stare ogni cosa per andare a rispondere al telefono. L’aneddoto è riportato nelle cronache e credo sia veritiero o assai verosimile.

13. Titolo e analisi sbagliate. – Se a colpo d’occhio riusciamo a capire la partita che si vuol giocare diciamo subito che Paolo Mieli vuol rendere un servizio all’Hasbara, ingannando i più sprovveduto fra i suoi lettori o confortando nei loro pregiudizi quanto amano credere le cose che lui scrive. Basta leggere Bernard Lazare per sapere che il giudaismo ha sempre suscitato avversioni più o meno violente lungo tutto il corso della sua esistenza storica. L’avversione di natura teologica che è rappresentata dal cristianesimo è soltanto una delle innumerevoli manifestazioni, ma non l’unica anche se bisogna ad essa riconoscere una notevole importanza. Stabilire una forma di radicamento del cosiddetto antisemitismo cristiano nell’antisemitismo pagano mi appare come una grossolana falsificazione. Intanto, da un punto di vista greco-romano classico, detto pagano solo in accezione denigratoria di provenienza cristiana, non vi sarebbe stata molta differenza fra nascente cristianesimo e giudaismo. Solo in una fase tarda il cristianesimo con Costantino assumerà la rilevanza che conosciamo. Anzi si può dire che l’avversione all’ebraismo precede di molto quella verso il cristianesimo. Bisogna poi intendersi su cosa si intende per ebraismo. Vi è una differenza fondamentale fra l’ebraismo della Torah che confluisce teologicamente nel cristianesimo e l’ebraismo talmudico che corrisponde all’ebraismo moderno. Non è difficile riconoscere quale sia la partita e dove si vuole andare a parare. In pratica, si vuole delegettimare una tradizione più che millenaria di teologia cattolica nel solco dei Concilio Vaticano II, dove il B’naï B’rith aveva i suoi uomini. Indubbiamente, una grande lotta culturale si va ad aprire, o meglio si va a rinnovare.

14. La Lobby all’opera. – Vi è poco da commentare e molto di cui indignarsi.

15. Non una storia millenaria. – Il termine “antisemitismo” come sinonimo o sostituto di antigiudaimo o antiebraismo è apparso nelle seconda metà del XIX secolo. Chi è appena un poco informato lo sa. Ma è anche indebita una proiezione del più remoto passato della forma “anti...”. In realtà, questo si che è vero, le più disparate comunità vivevano una vita in valore positivo, non anti, fino a quando si sono accorte che al loro interno qualcuno barava nel codice associativo. Di questo si tratta più propriamente di un “codice associativo” che cui nel tempo la comunità ebraica ha pensato di poter sopraffare i popoli e le comunità presso cui si trovava, rimanendo sempre ostile e indifferente alle loro sorti. Come calabrese, volendo costituire una comunità di calabresi, non penso di farlo in detrimento di siciliani, campani, abruzzesi, ecc. Non così invece gli ebrei, educati dal Talmud alla menzogna e ad ogni forma di inganno. Non secolare dunque l”antisemitismo, ma certamente decennale lo sforzo di presentare l’antisionismo come antisemitismo. Considerando, che ci è cascato, ci è voluto cascare o lo hanno fatto cascare, anche il presidente della Repubblica non si può non vedere come la Lobby si sia data da fare. Quanto al Presidente basta invitarlo a leggere il rapporto Goldstone per sapere cosa è il sionismo. Dire “antisemitismo” o “antisionismo” significa porsi dall’angolo visuale e mentale di chi si ritiene a torto o a ragione oggetto di un’altrui ostilità, ma ove il fenomeno oggettivamente esista – e potrebbe essere mera invenzione strumentale – l’angolo visuale potrebbe essere decisamente diverso. In realtà, soprattutto nelle condizioni odierne, il concetto di antisemitismo è una creazione ideologica e propagandistico congegnata per colpire propri avversari ovvero per ridurli al silenzio e sulla difensiva, attesa la qualificazione penale dell’accusa di antisemitismo, ovvero per intimidire un più vasto pubblico.

16. Bostrom, il giornalista svedese? Pure lui un antisemita! – Senza entrare nel merito della veridicità o meno della notizia diffusa dalla stampa svedese sull’espiantamento di organi, sarebbe bastato contestare la notizia. Ebbene, andando al link si afferma che il giornalista è antisemita semplicemente per aver dato la notizia che ha suscitato tanta indignazione. Certo, la stampa è quella che è ed ormai posso dire di averne personale esperienza. Ma se è quello che è, è perché è per la stragrande maggioranza tutta in mano a Israele e al sionismo. Probabilmente, il controllo non è ancora totale. Ci si arriverà. Ma allora nessuno più crederà a niente che sia stampato.

17. Senza definizione e a prescindere. – Se si va ad analizzare il testo che riportiamo di seguito, preso dalla solita rassegna stampa cristiano sionista in lingua italiana, che da circa otto anni esce con il titolo Notizie da Israele, cercheremo invano una definizione di “antisemitismo”. Mai si precisa in cosa consisterebbe gli “atti di antisemitismo”, la cui definizione è data non da una fonte indipendente ma dagli stessi soggetti interessati, in questo caso addirittura il B’naï B’rith:
Aumentano gli incidenti e gli episodi di razzismo contro gli ebrei in Canada fino a un livello mai registrato prima. A dirlo non sono solo le cifre del rapporto reso noto ieri da B'Nai Brith Canada, ma anche le parole di Frank Dimant, vice presidente esecutivo dell'associazione che da 28 anni compila il bilancio annuale degli abusi e delle violenze subiti dagli ebrei che vivono in Canada. I numeri parlano chiaro, solo negli ultimi mesi, gli episodi di razzismo contro gli ebrei sono aumentati dell'11%, raggiungendo quota 1.264. Nell'ultima decina d'anni, dai 280 registrati nel 2000, gli episodi sono quintuplicati.
«Si tratta di una tendenza a livello mondiale, tanto più credibile se si guarda a quello che si registra in altri Paesi, ad esempio in Francia, Gran Bretagna, Olanda e Belgio», argomenta Dimant, che conferma come gli eventi internazionali alimentino l'odio anche qui da noi. «Non solo in Canada ma in tutto il mondo c'è stato un picco di antisemitismo, quando Israele ha reagito a Gaza», dice riferendosi all'operazione Piombo Fuso del febbraio scorso.
Aumenta anche il numero di quanti decidono di passare dalle parole ai fatti. Dal 2002, fa notare Dimant, è stato addirittura necessario aggiungere una nuova categoria, quella degli episodi di violenza. «Prima non ce n'era bisogno», dice. Nell'ultimo anno gli attacchi contro gli ebrei sono raddoppiati, con la metà dei casi registrata nella Gta. In generale, la maggior parte degli episodi avviene all'interno delle università .
«Le persone sono cambiate, non si limitano più a lasciare volantini razzisti nella posta, sono pronte a passare ad altre forme di confronto, sia che questo avvenga in un campus che sul luogo di lavoro o per la strada».
Negli ultimi 12 mesi gli episodi sono stati 32 in tutto, 18 dei quali in Ontario, 16 nella Gta. La spiegazione secondo Dimant è da una parte l'alto numero di abitanti, ma dall'altra anche «dell'odio che viene predicato e si manifesta in iniziative come la Israel Apartheid Week all'nterno dei campus, in particolare alla York University. Tutto questo si somma per dare vita a un'atmosfera negativa che non favorisce il benessere del Canada».
Nel rapporto che prende in considerazione ogni tipo d'incidente, dalle offese verbali e non solo di stampo razzista, fino agli episodi di vandalismo e quelli di violenza, anche l'Ontario nel suo complesso vede una crescita dei casi registrati attraverso il numero verde messo a disposizione dall'associazione per segnalare abusi (1-800-892-2624). E Dimant ci tiene a evidenziare un altro punto messo in luce dal documento presentato ieri, le aspettative degli ebrei canadesi per il futuro.
«Alla domanda "C'è la possibilità che l'odio contro gli ebrei aumenti nel futuro?", il 57% ha detto di sentirsi molto sicuro che avverrà, abbastanza sicuro il 33%. Questo vuol dire che il 90% della popolazione ebrea sente che l'antisemitismo è destinato a crescere in questo Paese».
Non tutti sono stati vittima di episodi di razzismo personalmente, commenta Dimant, ma la maggior parte di loro ha sentito storie di un parente o di un amico colpito, o ha letto notizie di casi simili.
Minacce verbali e aggressione fisiche sono solo parte di un ampio campionario di episodi riportati nel rapporto. L'episodio peggiore negli ultimi mesi? «Dipende dalle vittime, ma credo che la cosa peggiore sia qualcuno che ti sputa mentre fai il tuo lavoro o sei all'università». E come si sente Frank Dimant, uomo che ha studiato nelle università di Canada e Usa, all'idea che questo oggi possa accadere a un ebreo in un campus canadese? «Direi a una persona, non solo a un ebreo. Perché quello che sta accadendo è sintomatico. Se oggi sta accadendo agli ebrei, domani quell'odio, soprattutto quello degli estremisti musulmani arriverà fino ai cristiani, ai buddisti, agli indu». Gli ebrei sono solo parte di un'equazione, secondo Dimant, i primi a fare le spese dei seguaci radicali dell'Islam che «hanno come obiettivo ultimo i valori in cui il Canada crede, come il rispetto dell'altro e dei diritti delle donne».

(Corriere Canadese, 25 febbraio 2010)

L’antisemitismo consisterebbe in un’ostilita alla politica israeliana, soprattutto dopo “Piombo Fuso”. Inoltre è “antisemitismo” ogni associazione dello stato di Israele ad un regime di apartheid. In cosa consistano i 1.264 (manca la virgola) casi accertati di «antisemitismo», quasi fossero arance o patate, unità discrete, come mi pare si dica nel linguaggio della statistica, è inutile aspettarselo. Gli esempi sono quelli che abbiamo dato e che non hanno chiaramente nessun senso apprezzabile. Verrebbe da domandare a loro signori come si dovrebbe chiamare ciò che loro fanno ai palestinesi, i veri semiti, non da oggi, ma precisamente dal 1882, ed in nome di cosa infliggono “sofferenza” ad innocenti nelle loro case e nelle loro terre, da cui sono stati scacciati, sembrerebbe, sulla base di un diritto biblico, che però non è riconosciuto loro neppure dall’ortodossia giudaica dei Neturei Karta.
(segue: testo in elaborazione)

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