sabato 22 marzo 2008

«Siamo tutti tibetani?» «No, siete tutti ipocriti!» Parte quarta: gli sviluppi reali.

Parte I Antefatti; II Manifestazione; III Rassegna stampa; IV Sviluppi reali; V Appello per la Cina aggredita dagli ipocriti; VI. Chi è il Dalai Lama; VII L’opinione di Sergio Romano.


Versione 1.2

In questa quarta parte cercheremo di cogliere gli sviluppi reali servendoci della logica hobbesiana, secondo cui gli USA hanno tutto l’interesse a cercare di indebolire al suo interno la Cina, se non di destabilizzarla, mentre a sua volta la Cina ha tutto l'opposto interesse a conservare il suo potere interno ed estero. In fondo, cosa vorrebbe la Condoleeza Rice che la Cina diventasse un paese ancora più avanzato sul piano democratico secondo i nostri standard occidentali? Magari fino a punto da poter rendere agli Usa lo stesso servizio, ricordandogli le violazioni statunitensi dei “diritti umani”. Per inciso ricordo che la categoria concettuale dei “diritti umani” è totalmente estranea alla cultura giuridica cinese, dove l’individuo non è concepibile fuori della comunitò di appartenenza ed i suoi diritti non possono venire intesi in conflitto ed in opposizione alla comunità di appartenenza. I “diritti umani” sono stati uno strumento ideologico per dare un’ulteriore colpo di grazia al nazisfascimo o al bolscevismo, che li avrebbe violati. Sono uno strumento ideologico di guerra. Il che naturalmente non vuol dire che non siano estremamente importanti nei loro contenuti concreti o che siano qui da me irrisi e disconosciuti. Semplicemente, li si può chiamare in altro modo e fondare su altre basi e con differenti pregiudizi ideologici.

Per quanto io possa prevedere, secondo le ipotesi di lavoro qui tentate, credo che il governo cinese abbia due alternative riguardo al Tibet: a) se percepisce gli avvenimenti in corso come una minaccia interna ed esterna al suo potere ed alla sua stabilità, userà tutta la forza di cui dispone per difendersi: diritto all’esistenza, su basi ben più legittime di quelle che invoca Israele per far accettare la sua sostanziale ed innegabile occupazione di terre altrui, per giunta seguita da genocidio delle popolazioni scacciate dai loro villaggi; b) se il governo cinese si sentirà sicuro del proprio potere, potrà procedere sulla via di riforme interne strutturali che non cessano di stupirci. Non possiamo dimenticare che il governo cinese da solo amministra nel bene e nel male un sesto dell’umanità, oltre un miliardo di persone, della cui evoluzione demografica con bocche da sfamare – con buona pace di Ferrara e di Ratzinger – deve occuparsi e preoccuparsi. I nostri governi burletta, che esistono più per assicurare i privilegi della Casta che non per occuparsi del “popolo”, non hanno nulla di comparabile. Davanti al “governo” cinese di un sesto dell’umanità possono davvero essere considerate “cricche” giunte al potere, spesso grazie ad un “nemico” che ha debellato, pardon “liberato” il loro popolo da regimi che per lo meno erano autoctoni ed espressione di un diritto di audeterminazione.

Ancora vorrei ricordare, ai miei prevedibili critici, l’evoluzione della ex-Iugoslavia. Agli inizi della tragedia ricordo di essermi lasciato convincere a partecipare ad una innocente ed innocua, non violenta fiaccalatà in Trinità dei Monti a favore di Slovenia e Croazia. Ricordo che c’erano pure le monache a reggere in mano il cero. Se avessi soltanto immaginato il sangue e gli orrori che ne sarebbero venuti, io alla fiaccolata non ci sarei proprio andato. Il che non significa che non sia favorevole alla ricerca di soluzioni pacifiche ai diversi e sempre nuovi problemi dell’umanità. Considerate le dimensioni della Cina, se dovessero esservi sviluppi simili a quelli ex-iugoslavi o mediorientali in quell’area del mondo. pare ovvia la misura incalcolabile del dramma ed imperdonabile la nostra cecità nel lasciarci prendere per il naso da un branco di ipocriti, a cui la pace e la felicità dei popoli è l’ultima cosa che stia loro a chiudere. E quand’anche fosse, nel caso del Tibet, non sarebbe nelle nostre capacità di determinazione, come lo è la situazione in Gaza. Ed è qui che vi voglio signori Ipocriti.

EVENTI


1. Bush preme su Pechino. – Già, Bush chiede a Pechino di dialogare con il Dalai Lama! Ma perché non chiede anche ad Israele di dialogare con Hamas? E perché il Dipartimento si dispiace se al Fatah e Hamas dialogano fra di loro? E cosa è andato a fare Cheney in Israele negli stessi giorni in cui erano trattative fra Hamas e al Fathah? Due pesi, due misure. Cosa vuol dire libertà di stampa in Cina? E perché Bush si dovrebbe preoccupare della libertà di stampa in Cina piuttosto che non negli Usa, dove potenti lobby controllano stampa e giornalisti, dove per anni vi sono stati (e probabilmente vi sono ancora) giornalisti al soldo della CIA? Non mi pare dubbio che Bush stia tentando la carta della destabilizzazione interna. Gli alleati europei gli stanno dando una mano. La libertà di tibetani e cinesi sta loro tanto a cuore quanto a cuore sta loro quella di iracheni, iraniani, palestinesi, ecc.

2. Usare il Dalai Lama per altri scopi. – La guerra mediatica contro la Cina è ormai scoppiata. Non potrei certo rincorrere tutte le notizie che si succedono come il crepitio delle mitragliatrici. Mentre leggevo un articolo cartaceo sugli sviluppi, la mia attenzione si è concentrata su una frase che trovo profondamente vera. Da parte cinese si è reagito duramente alle dichiarazioni della Pelosi, che invita d un dialogo che non vale in altre aree geopolitiche. Le autorità cinesi hanno risposto alle critiche occidentali che in realtà il Dalai Lama è da loro usato per altri scopi. E quali possono essere questi scopi se non la destabilizzazione interna ed uno scenario da guerra civile quale abbiamo già visto nella ex-Iugoslavia? Come credere che ad un manifestante occidentale, magari in Campo dei Fiori, interessi la libertà dei tibetani più di quanto non interessi loro la libertà e la dignità umana dei palestinesi? Ecco, l’ipocrisia è svelata. Ma è anche vero che il popolo italiano, quello vero e non quello finto di Campo dei Fiori, ha problemi di immondizia, quella napoletana e quella morale del suo ceto politico, di Mozzarella, di carovita e quant’altro. La politica estera resta appannaggio delle lobby, ed in particolare della Israel lobby che vorrebbe tutto il mondo destabilizzato, magari con «Olocausti» miliardari, per trarne tutto il vantaggio politico possibile. I problemi della Cina sono immensi e riguardano il governo di oltre un miliardo di persone. Nessun governo della terra ha una così diretta ed immane responsabilità. I nostri politici che nella loro corruzione non sono stati capaci neppure di pulire le strade delle nostre città e che hanno consegnato al mondo l’immagine non del Bel Paese, ma un Paese Sporco ed Inquinato, come possono pretendere di dire al governo cinese ciò che deve fare o non fare? Bisogno essere proprio “ipocriti” e “cretini” per avanzare una simile pretesa.

(segue)

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