testo in progress
Ho appreso a conoscere per una serie di scritti ed interventi in rete un personaggio incredibile, sul quale è preferibile astenersi dal commento interlineare: una Deborah Fait, che tiene «sott‘occhio l’Italia da Israele», cioè ci tiene sotto libertà vigilata. Significherebbe scadere al suo livello intellettuale e morale. Non è possibile. Ne riporto tuttavia integralmente il testo perché è una documentazione oggettiva di chi e cosa Fiamma Nirenstein, qui presa in esame, ma andrebbero considerate anche altre candidature simili. Lo faremo poco alla volta. Del resto, se la politica deve essere riformata sarà cosa quanto mai auspicabile se i singoli cittadini, cui in modo quanto mai antidemocratico e totalitario sono imposte liste di candidati, sapranno esercitare il loro diritto costituzionale di controllo sull'operato dei singoli parlamentari sia nella fase della candidatura sia nell’esercizio del mandato. Ogni eletto dovrebbe rappresentare la nazione italiana nella sua interezza. Dubito fortemente che sarà così. Purtroppo siamo sommersi dalla retorica. Ecco l’incredibile testo:
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
Il linguaggio è di un’estrema volgarità. Conosco altri testi della stessa autrice che conferma sempre se stessa con stile costante. Confutarli significherebbe trasferirsi al mercato del pesce ovvero nei bassifondi infrequentabili ed assumerne i toni. Il voler insistere sul nazismo induce sempre più ad equiparare la condotta odierna di Israele con l’immagine del nazismo offerta dalla Tizia, ma è dubbio chi esca peggio dal raffronto. E meno male che a ricordare la equiparazione sionismo = nazismo è la stessa Deborah Fait a farlo, attribuendole il giudizio al popolo italiano:
Inoltre, è quanto mai arbitrario stabilire una specie di successione ereditaria fra le tragedie di quanti durante il periodo nazista sono stati tragicamente discriminati e perseguitati e la costruzione politica di ciò che è stato impiantato in Palestina a spese di popolazioni che nulla avevano a che fare con le colpe di cui i sionisti pretendono un dubbio risarcimento, quasi che le guerre fossero un incidente di traffico al semaforo. Quanto ad Auschwitz ne è stato fatto in Gaza una riproduzione che supera di gran lunga l’originale. Anziché in Polonia, le scolaresche italiane potrebbero essere più utilmente mandate a Gaza, dove i sopravvissuti palestinesi potrebbe trarre qualche vantaggio materiale dal turismo scolastico a spese dei contribuenti italiani. Quanto alla candidatura di donna Fiammetta nel Popolo della Libertà mi dichiaro innocente: a volerla è stata, a quanto pare, Gianfranco Fini, manco Silvio Berlusconi. Posso testimoniare che nessuna consultazione di base vi è mai stata. Pur essendo io elettore di FI, questa candidatura ed altre che non ho ancora analizzate, mi sono così sgradite ed indigeste (altro che rigurgiti! da desiderare fortemente la vittoria della lista avversaria ed una sonora sconfitta di Berlusconi, che confida saprà fare un’utile opposizione costituzionale.
Non io, ma il personaggio che firma il testo sopra riportato e pubblicato nell’ultimo numero appena uscito di «Informazione Corretta», usa termini come “schifo” ed altri dello stesso tenore ed altissimo spessore concettuale-filosofico, assumendosi la responsabilità iniziale del linguaggio adottato. Ebbene, il lettore confronti la bellissima vignetta di Vauro e la fotografia sotto riprodotta. Giudichi lui quale delle due illustrazioni sia più bella e quale delle due susciti maggiore repulsione. Ho già detto ripetutamente che la vignetta di Vauro, ripresa e pubblicata più volte dalla stessa «Informazione Corretta», non ha in sé nessuna caratterizzazione antisemita (da cosa lo si desumerebbe?), ma è pura, semplice, indovinata satira politica. Ancora una volta si usa l‘accusa strumentale di antisemitismo per impedire e censurare la legittima critica politica, ancor più legittima in fase di campagna elettorale durante la quale i cittadini sono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti, esprimendo su ognuno di essi un giudizio di approvazione o disapprovazione. Chiaramente il giudizio deve essere argomentato in un pubblico dibattito, anche se la natura della legge elettorale vigente non lascia in pratica nessun altra libertà di scelta se non far propendere complessivamente il voto da una parte o dall’altra.
Quanto poi alla patente di migliore giornalista italiana appioppata a Fiamma Nirenstein è veramente quanto di più grottesco si possa immaginare. L’attribuzione offre però una prova oggettiva della capacità di giudizio della giuria monocratica. per non parlare delle offese al popolo italiano, pronunciate da lontano, appunto da Israele. Vanno confrontate con analoghi oltraggi dell’ambasciatore israeliano contro l’attuale ministro degli esteri italiano: l’oltraggio dovrebbe pesare sulla coscienza di Gianfranco Fini, che pensavo avesse il senso dello Stato appreso alla scuola di Almirante. L’invasata ricorda tante cose che io, non giovanissimo, nemmeno sapevo e delle quali non mi ero mai accorto. Sembrerebbe che addirittura la stragrande maggioranza del popolo italiano e perfino dei loro rappresentanti (un Pertini contrapposto all’odierno Napolitano, perfino il più carismatico di tutti i sindacalisti italiani, Luciano Lama, chiamato in causa) avesse una forte riprovazione per la condotta politica di Israele dal 1967 in poi. Se era così, mi chiedo cosa mai abbia potuto far ribaltare la situazione, giungendo fino all’odierno vergognoso silenzio, addirittura complicità, nel genocidio in atto del popolo palestinese. Eppure oggi la situazione è più grave che nel 1967. Napolitano contro Pertini, ma io ben ricordo che Pertini aveva una effettiva rappresentatività che oggi napolitano non sfiora neppure lontanamente. Ma qui non mi addentro: mala tempora!
Da notare infine il livore di Deborah Fait contro i suoi stessi correligionari. Mentre ero in Calabria, privo di connessione internet se non per qualche ora la settimana, mi ero imbattuto in un testo dello stesso tenore, della stessa mano, contro un gruppo di ebrei, colpevoli di essere solidali contro i palestinesi e di volere la fine dell’assedio di Gaza. Tra quelle firme di ebrei riconobbi quella di un mio compagno di Liceo, di cui sapevo fosse ebreo, ma ignoravo le sue attuali posizioni politiche. Scrissi allora un testo di solidarietà per il mio compagno di Liceo, di cui non voglio fare il nome. Non terminai allora il mio testo. Vedo se riesco a rintracciarlo dentro il mio computer e ne anticipo la bozza di allora con riserva di migliorarlo in seguito. Eccolo trovato! Faccio ora precedere il testo del “campo della pace”, ad iniziativa di cittadini italiani ebrei, per fortuna diversi da Fiamma Nirenstein e Deborah Faith, mentre faccio poi seguire l’ingiurioso commento al testo della stessa Deborah Fait, non nuova – come si potrà leggere – a simili effusioni sioniste. Il testo risale al 12 novembre 2007 e si trova tuttora nell’archivio di «Informazione Corretta»:
Insieme ad altri ebrei un po' di tempo fa abbiamo lanciato quest'appello su "Il Manifesto" e "Liberazione" In questi giorni è uscito anche su Ha Keilla!!! Mi piace riproporlo qui.
Appello per Gaza e Territori
Dedicato a Daniel Amit, la cui morte ci addolora profondamente
Il procuratore generale israeliano Menachem Mazuz ha per ora bloccato il taglio della fornitura elettrica a Gaza, come minacciava il Ministero della difesa israeliano, grazie alla mobilitazione di decine di associazioni per la difesa dei diritti umani, israeliane e internazionali. Però la situazione nella Striscia resta disastrosa perché, nel frattempo, è comunque stato ridotto il flusso di carburante necessario in particolare alle attività ospedaliere.
I primi a fare le spese di questa situazione sono naturalmente i soggetti più deboli. Proprio delle morti di bambini palestinesi parla Gideon Levy in un bell’articolo su Ha’aretz, poi ripreso da Internazionale n. 713 di ottobre: “L’anno appena trascorso [per il calendario ebraico] è stato piuttosto tranquillo. Secondo l’organizzazione per i diritti umani B’Tselem sono stati uccisi ‘solo’ 457 palestinesi e dieci israeliani, comprese le vittime dei razzi Qassam. Ma è stato comunque un anno terribile: tra le vittime ci sono infatti 92 bambini palestinesi. Per fortuna, invece, nessun bambino israeliano è stato ucciso dai palestinesi”. Non indica il dato una sproporzione evidente tra l’insicurezza in cui si trovano gli abitanti israeliani di Sderot e l’insicurezza ben più profonda in cui si trovano costantemente i cittadini palestinesi? E questo senza peraltro risolvere la questione di Sderot! Infatti i Qassam continuano ad abbattersi sulla cittadina israeliana, e il ministro della difesa Barak ha minacciato “una vasta operazione militare su Gaza”. La dichiarazione è allarmante, poiché sappiamo che cosa potrebbe volere dire questa “vasta operazione”: forse l’eliminazione definitiva della questione “Gaza” con distruzioni e morti fra civili, il rischio della discesa in campo dei militanti di Al Qaeda e ulteriori molto più gravi minacce a Israele. Ci chiediamo:
Ø In che cosa consistono le misure di sicurezza che dovrebbero essere insite in simili operazioni militari?
Inoltre e paradossalmente, l’emergenza di Gaza “oscura” quello che avviene quotidianamente in Cisgiordania dove, malgrado i “buoni rapporti” fra Abu Mazen e Olmert, non solo negli ultimi mesi i posti di blocco sono aumentati ma si susseguono raid e incursioni militari nelle strade e nelle case; i coloni quasi quotidianamente aggrediscono i vicini palestinesi, distruggono coltivazioni e raccolti, sradicano alberi nella totale impunità. Negli ultimi giorni, dei palestinesi probabilmente rifugiati in Egitto e in Iraq hanno cercato di raggiungere l’Italia su un barcone: decine risultano “dispersi”, almeno 17 sono annegati. Ci chiediamo:
Ø Se il problema a Gaza sono i missili su Sderot, qual è il problema nei Territori occupati?
Tutta questa violenza messa in atto dal governo israeliano e dall’esercito mentre si sta preparando la conferenza di “pace” ad Annapolis, è quantomeno inquietante anche perché forse è il segno di una situazione sociale, in Israele, ormai gestibile solo attraverso i riverberi di un’occupazione territoriale sempre più feroce; di una società composta da settori profondamente indeboliti e attraversati da fratture e ferite mai rimarginate, ripiegati su se stessi e incapaci di reagire a politiche governative prone al neocolonialismo imperante che sta trasformando tutto il Medioriente in un’enorme emergenza umanitaria. Come dice Gideon Levy nell’articolo sopra citato: “Israele è l’occupazione. L’occupazione è Israele”.
Perciò, come ebrei, ci rivolgiamo:
· A tutti i gruppi e gli individui dell’area pacifista perché si uniscano a noi in questo appello o si mobilitino con altri appelli e pressioni per prevenire l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano, oltre che per il ritorno a condizioni civili di vita delle popolazioni palestinesi e la fine dell’occupazione.
· Al nostro governo e al ministro degli esteri perché faccia tutti gli sforzi diplomatici necessari per impedire al governo israeliano questa ulteriore follia.
· Agli esponenti del mondo ebraico perché escano dal riserbo e condannino le politiche delle leadership israeliane che, apertamente lesive dei diritti umani dei palestinesi, corrodono come un tumore maligno le basi di una reale sicurezza per la società civile israeliana, continuamente ricattata dallo spauracchio della propria estinzione.
Irene Albert, Dunia Astrologo, Marina Astrologo, Andrea Billau, Angelo Camerini, Giorgio Canarutto, Paola Canarutto, Giovanni Cipani, Ilan Cohen, Beppe Damascelli, Lucio Damascelli, Marina Del Monte, Ester Fano, Carla Forti, Giorgio Forti, Daniel Galliani, Ivan Gottlieb, Joan Haim, Stefano Levi Della Torre, Dino Levi, Patrizia Mancini, Miriam Marino, Marina Morpurgo, Ernesto Muggia, Celeste Nicoletti, Carla Ortona, Sergio Ottolenghi, Valeria Ottolenghi, Marina Piperno, Brenda Porster, Paola Sacerdoti, Renata Sarfati, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Jardena Tedeschi, Ornella Terracini, Claudio Treves
Insieme ad altri ebrei un po' di tempo fa abbiamo lanciato quest'appello su "Il Manifesto" e "Liberazione" In questi giorni è uscito anche su Ha Keilla!!! Mi piace riproporlo qui.
Appello per Gaza e Territori
Dedicato a Daniel Amit, la cui morte ci addolora profondamente
Il procuratore generale israeliano Menachem Mazuz ha per ora bloccato il taglio della fornitura elettrica a Gaza, come minacciava il Ministero della difesa israeliano, grazie alla mobilitazione di decine di associazioni per la difesa dei diritti umani, israeliane e internazionali. Però la situazione nella Striscia resta disastrosa perché, nel frattempo, è comunque stato ridotto il flusso di carburante necessario in particolare alle attività ospedaliere.
I primi a fare le spese di questa situazione sono naturalmente i soggetti più deboli. Proprio delle morti di bambini palestinesi parla Gideon Levy in un bell’articolo su Ha’aretz, poi ripreso da Internazionale n. 713 di ottobre: “L’anno appena trascorso [per il calendario ebraico] è stato piuttosto tranquillo. Secondo l’organizzazione per i diritti umani B’Tselem sono stati uccisi ‘solo’ 457 palestinesi e dieci israeliani, comprese le vittime dei razzi Qassam. Ma è stato comunque un anno terribile: tra le vittime ci sono infatti 92 bambini palestinesi. Per fortuna, invece, nessun bambino israeliano è stato ucciso dai palestinesi”. Non indica il dato una sproporzione evidente tra l’insicurezza in cui si trovano gli abitanti israeliani di Sderot e l’insicurezza ben più profonda in cui si trovano costantemente i cittadini palestinesi? E questo senza peraltro risolvere la questione di Sderot! Infatti i Qassam continuano ad abbattersi sulla cittadina israeliana, e il ministro della difesa Barak ha minacciato “una vasta operazione militare su Gaza”. La dichiarazione è allarmante, poiché sappiamo che cosa potrebbe volere dire questa “vasta operazione”: forse l’eliminazione definitiva della questione “Gaza” con distruzioni e morti fra civili, il rischio della discesa in campo dei militanti di Al Qaeda e ulteriori molto più gravi minacce a Israele. Ci chiediamo:
Ø In che cosa consistono le misure di sicurezza che dovrebbero essere insite in simili operazioni militari?
Inoltre e paradossalmente, l’emergenza di Gaza “oscura” quello che avviene quotidianamente in Cisgiordania dove, malgrado i “buoni rapporti” fra Abu Mazen e Olmert, non solo negli ultimi mesi i posti di blocco sono aumentati ma si susseguono raid e incursioni militari nelle strade e nelle case; i coloni quasi quotidianamente aggrediscono i vicini palestinesi, distruggono coltivazioni e raccolti, sradicano alberi nella totale impunità. Negli ultimi giorni, dei palestinesi probabilmente rifugiati in Egitto e in Iraq hanno cercato di raggiungere l’Italia su un barcone: decine risultano “dispersi”, almeno 17 sono annegati. Ci chiediamo:
Ø Se il problema a Gaza sono i missili su Sderot, qual è il problema nei Territori occupati?
Tutta questa violenza messa in atto dal governo israeliano e dall’esercito mentre si sta preparando la conferenza di “pace” ad Annapolis, è quantomeno inquietante anche perché forse è il segno di una situazione sociale, in Israele, ormai gestibile solo attraverso i riverberi di un’occupazione territoriale sempre più feroce; di una società composta da settori profondamente indeboliti e attraversati da fratture e ferite mai rimarginate, ripiegati su se stessi e incapaci di reagire a politiche governative prone al neocolonialismo imperante che sta trasformando tutto il Medioriente in un’enorme emergenza umanitaria. Come dice Gideon Levy nell’articolo sopra citato: “Israele è l’occupazione. L’occupazione è Israele”.
Perciò, come ebrei, ci rivolgiamo:
· A tutti i gruppi e gli individui dell’area pacifista perché si uniscano a noi in questo appello o si mobilitino con altri appelli e pressioni per prevenire l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano, oltre che per il ritorno a condizioni civili di vita delle popolazioni palestinesi e la fine dell’occupazione.
· Al nostro governo e al ministro degli esteri perché faccia tutti gli sforzi diplomatici necessari per impedire al governo israeliano questa ulteriore follia.
· Agli esponenti del mondo ebraico perché escano dal riserbo e condannino le politiche delle leadership israeliane che, apertamente lesive dei diritti umani dei palestinesi, corrodono come un tumore maligno le basi di una reale sicurezza per la società civile israeliana, continuamente ricattata dallo spauracchio della propria estinzione.
Irene Albert, Dunia Astrologo, Marina Astrologo, Andrea Billau, Angelo Camerini, Giorgio Canarutto, Paola Canarutto, Giovanni Cipani, Ilan Cohen, Beppe Damascelli, Lucio Damascelli, Marina Del Monte, Ester Fano, Carla Forti, Giorgio Forti, Daniel Galliani, Ivan Gottlieb, Joan Haim, Stefano Levi Della Torre, Dino Levi, Patrizia Mancini, Miriam Marino, Marina Morpurgo, Ernesto Muggia, Celeste Nicoletti, Carla Ortona, Sergio Ottolenghi, Valeria Ottolenghi, Marina Piperno, Brenda Porster, Paola Sacerdoti, Renata Sarfati, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Jardena Tedeschi, Ornella Terracini, Claudio Treves
L’Appello del “Campo della Pace” fu poi ripreso da «Informazione Corretta» del 12 novembre 2007 con un violento attacco di Deborah Fait, che se non erro nell’aver letto fu addirittura Presidente dell’Associazione Italia-Israele, abbastanza nota. Anche qui doveva bruciare l’esistenza di ebrei diversi da quelli facenti capo a questa associazione. Evidentemente sono non-ebrei; per loro in assenza dell’abusato cliché dell’antisemitismo, riservato ai goym, è stata inventata la categoria dell’«odio per se stessi», l’ebreo che odia se stesso. Follie che per fortuna non appartengono alla mia cultura. Ecco il commento che pubblico nella sua interessa senza le mie ossservazioni interlineari, redatte nello scorso novembre ma non pubblicate allora in rete e adesso piuttosto inadeguate alla nuova situazione, ancora più grave rispetto a quattro mesi fa:
Il testo di novembre 2007 fa il paio con quello sopra riportato di oggi 17 marzo 2008. Il personaggio è lo stesso, con una differenza importante. Lo stesso “odio sionista” è rivolto non già verso gli “antisemiti” non ebrei, o goym, (antica rendita che occorre al più presto espungere dal codice penale per gli arbitri e gli abusi ai quali si presta) ma verso altri ebrei, colpevoli di non condividere le follie razziste e genocide del sionismo.
Informazione Corretta Informazione che informa
17.03.2008 Solidarieta' a Fiamma Nirenstein
un articolo di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 17 marzo 2008
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Solidarieta' a Fiamma Nierenstein»
Miserevole, meschina, schifosa, vigliacca, perfetto esempio di propaganda neonazista la vignetta di Vauro sul Manifesto, che alcuni chiamano ormai Nazifesto, del 15 marzo. Appena vista mi ha assalito un'ondata di rabbia così forte che avrei voluto averlo qui davanti a me l’autore di tanta schifezza, per guardarlo negli occhi e dirgli una sola parola "Auschwitz" perché l'unico periodo della storia moderna in cui gli ebrei hanno dovuto portare sugli abiti la Stella di David e' stato quando venivano portati nei campi della morte. Vauro ha ripetuto l'orrore raffigurando Fiamma Nirenstein con una Stella sul petto e vicino il fascio littorio per insultarla, delegittimarla, svergognarla a causa della sua candidatura nel Partito della liberta'. Viva la democrazia comunista! L'insulto, la vergogna, lo schifo vanno tutti rigettati sull'autore di simile obbrobrio e sul giornale che lo ha pubblicato, posso immaginare quanto avranno sghignazzato fra loro, questi paladini della libertà e grandi difensori di terroristi. Avranno riso, pacche sulle spalle del Vauro, sempre recidivo, sempre pronto a disegnare vignette antisemite che gli escono direttamente dal cuore. Sono sicura che non ha bisogno di pensarle, gli vengono spontanee, sono frutto del suo odio , figlio primogenito dell'ideologia cancerogena che anima questa gente che si dichiara di sinistra ma che è erede diretta delle purghe, dei campi in Siberia, dei manicomi criminali dove venivano sbattuti i nemici del regime, in primis gli ebrei che, se non abiuravano fede e appartenenza, erano considerati nemici da eliminare, esseri spregevoli da ammazzare o da deportare ai confini più lontani dell'impero sovietico.
Come il nazismo, il comunismo si è macchiato di orrori indescrivibili contro gli ebrei eppure, mentre oggi chi è ancora fascista si deve, giustamente, vergognare, questi qua, questi sciacalli, questi vigliacchi, questi razzisti vanno in giro orgogliosi del loro essere comunisti, colla puzza, tanta puzza sotto il loro naso. Questo Vauro che si è sempre tanto divertito a disegnare infami porcherie contro gli ebrei e Israele, questa volta prende di mira la miglior giornalista italiana, la piu' preparata, la piu' coraggiosa perché ha il fegato di mettersi contro quella fetta di italiani che, a pugno chiuso, gridano "A morte Israele". Secondo me Vauro e' invidioso, secondo me avrebbero fatto carte false per avere una personalità come la Nierenstein dalla loro parte senza rendersi conto che un ebreo orgoglioso di esserlo, un ebreo sionista, un ebreo che ama Israele, un ebreo che odia il terrorismo e le falsificazioni storiche che lo hanno fatto nascere e proliferare non potrebbe mai stare dalla loro parte. Purtroppo gli italiani hanno la memoria corta, per quello che gli fa comodo, e quasi tutti, ahimé anche tanti ebrei, hanno dimenticato cosa ha fatto la sinistra contro Israele negli ultimi 40 anni. Quasi tutti hanno dimenticato la violenza, le calunnie gli insulti, le manifestazioni oceaniche contro Israele. Ma io ricordo, caspita se ricordo! Anni, anni, anni di rabbia, dolore, ribellione, anni di buio e di solitudine per difendere Israele! Ricordo le prime pagine dei quotidiani dove la parole più gentile dedicata a Israele e agli ebrei era "Nazisti". Ricordo l'adorazione per Arafat quando veniva in Italia e lo portavano in trionfo ad Assisi, santo tra i santi, mentre l'Italia e l'Europa subivano in silenzio il terrorismo dei suoi feddaiyn, mentre veniva assassinato Stefano Taché, mentre veniva assalita l'Achille Lauro e un ebreo anziano e in sedia a rotelle , Leon Klinghofer, veniva ammazzato come un cane e gettato in mare. Ricordo quando i congressi nazionali della Federazione Italia-Israele dovevano essere protetti dalla polizia in arme e da agenti in borghese, ricordo che a Bergamo avevamo due ali di poliziotti armati intorno all'albergo perché un emerito rifondarolo, deputato nel governo Prodi, aveva giurato che ci avrebbe assaliti insieme ai suoi seguaci. Ricordo le minacce, le librerie date alle fiamme perché avevano in vetrina libri su Israele, ricordo le telefonate anonime "schifosa sionista, creperai presto", ricordo il rifiuto dei governi italiani di ricevere ministri di Israele mentre Arafat la faceva da padrone all'interno delle nostre istituzioni con deputati e ministri che gli si inchinavano davanti sbavanti, per non parlare dei giornalisti. Ricordo treni e pullmann a centinaia viaggiare verso Roma per la più grande delle manifestazioni contro Israele, al grido di "Israele, a morte" e ricordo l'espressione di un amico israeliano che non riusciva a capacitarsi di essere considerato "IL MALE", come gli aveva gridato in faccia un manifestante. Ricordo anni di solitudine, di abbandono, di disprezzo, di violenza verso chi si dichiarava orgogliosamente sionista. Ricordo una mostra di fotografie di Israele a Brescia e la distruzione del locale, le foto a terra, il gallerista preso a pugni, sacchi di sterco gettati sul pavimento e le scritte "Morte a Israele - Palestina libera e rossa". Gli autori erano gli angioletti dei centri sociali. Ricordo la disperata solitudine di Israele, paese reietto, paese paria, paese da odiare, di cui chiedere a gran voce la distruzione dando alle fiamme le sue bandiere. Ricordo i cortei della famosa Pantera, tutti belli inkefiati che passando davanti al Tempio Maggiore di Roma urlavano, stendendo il pugno chiuso, "A MORTE". Ricordo La pipa di Luciano Lama, seduto da un codazzo di giovinastri urlanti, mentre faceva gettare una bara nera sulla scalinata del Tempio. Pochi giorni dopo veniva rubata da un feddayin la vita di Stefanino Taché, due anni appena. Ricordo Pertini che, davanti al nostro dolore e rabbia, disse "ma cosa vogliono questi ebrei!". Ricordo il corteo coi kamikaze tenutosi a Roma nel 2002 mentre in Israele i genitori mandavano i loro figli a scuola in autobus diversi nella speranza di rivederne almeno uno vivo. Ricordo tutti i sinistri che durante gli anni di guerra del terrore incominciata da Arafat nel 2000, non sapevano fare altro che demonizzare Israele e difendere i terroristi. Si, li ricordo i cosidetti pacifisti andare a manifestare con chi faceva saltare in Israele autobus, bar, pizzerie, teatri, scuole. Me li ricordo bene, in fila e commossi, andare a onorare Arafat al Mukata e baciargli la kefiah come a un santo e farsi sbavare la faccia dai suoi baci schifosi. Non ricordo invece di aver mai visto un vigliacco comunista davanti ai cadaveri carbonizzati di bambini israeliani.
Ci sono ebrei che disapprovano la candidatura di Fiamma Nierenstein col centro destra? Certo, ma io a questi ebrei ciechi dico soltanto che negli anni del terrore, negli anni in cui avevamo paura di uscire per le strade di Israele, negli in cui la sinistra e il centro sinistra ci davano addosso, impietosi e incuranti, il governo di Berlusconi si e' schierato apertamente con Israele e con gli USA contro il terrorismo, contro quei figli di Allah assassini e maledetti di cui ha tanto parlato l'altra grande giornalista odiata dai sinistri , Oriana Fallaci. Chi e' con Israele , in Italia deve avere la scorta. Perche'? Perche' Fiamma Nierenstein e Magdi Allam devono essere difesi in una democrazia occidentale? Perche' Vauro e Michele Giorgio no? Ve lo siete mai chiesto? Concludo esprimendo tutto il mio disprezzo a Vauro e al suo giornale spazzatura. A Fiamma Nirenstein vanno la mia solidarieta', la mia ammirazione e il mio affetto,in nome della civilta' della democrazia e della liberta' .
Deborah Fait
da Israele!
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
Il linguaggio è di un’estrema volgarità. Conosco altri testi della stessa autrice che conferma sempre se stessa con stile costante. Confutarli significherebbe trasferirsi al mercato del pesce ovvero nei bassifondi infrequentabili ed assumerne i toni. Il voler insistere sul nazismo induce sempre più ad equiparare la condotta odierna di Israele con l’immagine del nazismo offerta dalla Tizia, ma è dubbio chi esca peggio dal raffronto. E meno male che a ricordare la equiparazione sionismo = nazismo è la stessa Deborah Fait a farlo, attribuendole il giudizio al popolo italiano:
…Quasi tutti hanno dimenticato la violenza, le calunnie gli insulti, le manifestazioni oceaniche contro Israele. Ma io ricordo, caspita se ricordo! Anni, anni, anni di rabbia, dolore, ribellione, anni di buio e di solitudine per difendere Israele! Ricordo le prime pagine dei quotidiani dove la parole più gentile dedicata a Israele e agli ebrei era "Nazisti"…Usa anche dirsi: “vox populi, vox Dei”.
Inoltre, è quanto mai arbitrario stabilire una specie di successione ereditaria fra le tragedie di quanti durante il periodo nazista sono stati tragicamente discriminati e perseguitati e la costruzione politica di ciò che è stato impiantato in Palestina a spese di popolazioni che nulla avevano a che fare con le colpe di cui i sionisti pretendono un dubbio risarcimento, quasi che le guerre fossero un incidente di traffico al semaforo. Quanto ad Auschwitz ne è stato fatto in Gaza una riproduzione che supera di gran lunga l’originale. Anziché in Polonia, le scolaresche italiane potrebbero essere più utilmente mandate a Gaza, dove i sopravvissuti palestinesi potrebbe trarre qualche vantaggio materiale dal turismo scolastico a spese dei contribuenti italiani. Quanto alla candidatura di donna Fiammetta nel Popolo della Libertà mi dichiaro innocente: a volerla è stata, a quanto pare, Gianfranco Fini, manco Silvio Berlusconi. Posso testimoniare che nessuna consultazione di base vi è mai stata. Pur essendo io elettore di FI, questa candidatura ed altre che non ho ancora analizzate, mi sono così sgradite ed indigeste (altro che rigurgiti! da desiderare fortemente la vittoria della lista avversaria ed una sonora sconfitta di Berlusconi, che confida saprà fare un’utile opposizione costituzionale.
Non io, ma il personaggio che firma il testo sopra riportato e pubblicato nell’ultimo numero appena uscito di «Informazione Corretta», usa termini come “schifo” ed altri dello stesso tenore ed altissimo spessore concettuale-filosofico, assumendosi la responsabilità iniziale del linguaggio adottato. Ebbene, il lettore confronti la bellissima vignetta di Vauro e la fotografia sotto riprodotta. Giudichi lui quale delle due illustrazioni sia più bella e quale delle due susciti maggiore repulsione. Ho già detto ripetutamente che la vignetta di Vauro, ripresa e pubblicata più volte dalla stessa «Informazione Corretta», non ha in sé nessuna caratterizzazione antisemita (da cosa lo si desumerebbe?), ma è pura, semplice, indovinata satira politica. Ancora una volta si usa l‘accusa strumentale di antisemitismo per impedire e censurare la legittima critica politica, ancor più legittima in fase di campagna elettorale durante la quale i cittadini sono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti, esprimendo su ognuno di essi un giudizio di approvazione o disapprovazione. Chiaramente il giudizio deve essere argomentato in un pubblico dibattito, anche se la natura della legge elettorale vigente non lascia in pratica nessun altra libertà di scelta se non far propendere complessivamente il voto da una parte o dall’altra.
Quanto poi alla patente di migliore giornalista italiana appioppata a Fiamma Nirenstein è veramente quanto di più grottesco si possa immaginare. L’attribuzione offre però una prova oggettiva della capacità di giudizio della giuria monocratica. per non parlare delle offese al popolo italiano, pronunciate da lontano, appunto da Israele. Vanno confrontate con analoghi oltraggi dell’ambasciatore israeliano contro l’attuale ministro degli esteri italiano: l’oltraggio dovrebbe pesare sulla coscienza di Gianfranco Fini, che pensavo avesse il senso dello Stato appreso alla scuola di Almirante. L’invasata ricorda tante cose che io, non giovanissimo, nemmeno sapevo e delle quali non mi ero mai accorto. Sembrerebbe che addirittura la stragrande maggioranza del popolo italiano e perfino dei loro rappresentanti (un Pertini contrapposto all’odierno Napolitano, perfino il più carismatico di tutti i sindacalisti italiani, Luciano Lama, chiamato in causa) avesse una forte riprovazione per la condotta politica di Israele dal 1967 in poi. Se era così, mi chiedo cosa mai abbia potuto far ribaltare la situazione, giungendo fino all’odierno vergognoso silenzio, addirittura complicità, nel genocidio in atto del popolo palestinese. Eppure oggi la situazione è più grave che nel 1967. Napolitano contro Pertini, ma io ben ricordo che Pertini aveva una effettiva rappresentatività che oggi napolitano non sfiora neppure lontanamente. Ma qui non mi addentro: mala tempora!
Da notare infine il livore di Deborah Fait contro i suoi stessi correligionari. Mentre ero in Calabria, privo di connessione internet se non per qualche ora la settimana, mi ero imbattuto in un testo dello stesso tenore, della stessa mano, contro un gruppo di ebrei, colpevoli di essere solidali contro i palestinesi e di volere la fine dell’assedio di Gaza. Tra quelle firme di ebrei riconobbi quella di un mio compagno di Liceo, di cui sapevo fosse ebreo, ma ignoravo le sue attuali posizioni politiche. Scrissi allora un testo di solidarietà per il mio compagno di Liceo, di cui non voglio fare il nome. Non terminai allora il mio testo. Vedo se riesco a rintracciarlo dentro il mio computer e ne anticipo la bozza di allora con riserva di migliorarlo in seguito. Eccolo trovato! Faccio ora precedere il testo del “campo della pace”, ad iniziativa di cittadini italiani ebrei, per fortuna diversi da Fiamma Nirenstein e Deborah Faith, mentre faccio poi seguire l’ingiurioso commento al testo della stessa Deborah Fait, non nuova – come si potrà leggere – a simili effusioni sioniste. Il testo risale al 12 novembre 2007 e si trova tuttora nell’archivio di «Informazione Corretta»:
Parte I
Fonte.
Fonte.
- L’Appello del “Campo della pace” apparve inizialmente sul “Manifesto” e su “Liberazione”. Questo spiega evidentemente il livore dei “Corretti Informatori”, che magari non si aspettavo ebrei di diverso avviso dal loro proprio dalle colonne del “Manifesto”, lo stesso delle vignette di Vauro”. Lo si trova anche in altre pagine, come: Hakellah, un sito ebraico, che non conosco, ma che sembrerebbe essere diverso da quelli contigui a «Informazione Corretta»; ed inoltre su: Capperi, e da qui probabilmente ripreso con un copia ed incolla dai «Corretti Informatori».
Insieme ad altri ebrei un po' di tempo fa abbiamo lanciato quest'appello su "Il Manifesto" e "Liberazione" In questi giorni è uscito anche su Ha Keilla!!! Mi piace riproporlo qui.
Appello per Gaza e Territori
Dedicato a Daniel Amit, la cui morte ci addolora profondamente
Il procuratore generale israeliano Menachem Mazuz ha per ora bloccato il taglio della fornitura elettrica a Gaza, come minacciava il Ministero della difesa israeliano, grazie alla mobilitazione di decine di associazioni per la difesa dei diritti umani, israeliane e internazionali. Però la situazione nella Striscia resta disastrosa perché, nel frattempo, è comunque stato ridotto il flusso di carburante necessario in particolare alle attività ospedaliere.
I primi a fare le spese di questa situazione sono naturalmente i soggetti più deboli. Proprio delle morti di bambini palestinesi parla Gideon Levy in un bell’articolo su Ha’aretz, poi ripreso da Internazionale n. 713 di ottobre: “L’anno appena trascorso [per il calendario ebraico] è stato piuttosto tranquillo. Secondo l’organizzazione per i diritti umani B’Tselem sono stati uccisi ‘solo’ 457 palestinesi e dieci israeliani, comprese le vittime dei razzi Qassam. Ma è stato comunque un anno terribile: tra le vittime ci sono infatti 92 bambini palestinesi. Per fortuna, invece, nessun bambino israeliano è stato ucciso dai palestinesi”. Non indica il dato una sproporzione evidente tra l’insicurezza in cui si trovano gli abitanti israeliani di Sderot e l’insicurezza ben più profonda in cui si trovano costantemente i cittadini palestinesi? E questo senza peraltro risolvere la questione di Sderot! Infatti i Qassam continuano ad abbattersi sulla cittadina israeliana, e il ministro della difesa Barak ha minacciato “una vasta operazione militare su Gaza”. La dichiarazione è allarmante, poiché sappiamo che cosa potrebbe volere dire questa “vasta operazione”: forse l’eliminazione definitiva della questione “Gaza” con distruzioni e morti fra civili, il rischio della discesa in campo dei militanti di Al Qaeda e ulteriori molto più gravi minacce a Israele. Ci chiediamo:
Ø In che cosa consistono le misure di sicurezza che dovrebbero essere insite in simili operazioni militari?
Inoltre e paradossalmente, l’emergenza di Gaza “oscura” quello che avviene quotidianamente in Cisgiordania dove, malgrado i “buoni rapporti” fra Abu Mazen e Olmert, non solo negli ultimi mesi i posti di blocco sono aumentati ma si susseguono raid e incursioni militari nelle strade e nelle case; i coloni quasi quotidianamente aggrediscono i vicini palestinesi, distruggono coltivazioni e raccolti, sradicano alberi nella totale impunità. Negli ultimi giorni, dei palestinesi probabilmente rifugiati in Egitto e in Iraq hanno cercato di raggiungere l’Italia su un barcone: decine risultano “dispersi”, almeno 17 sono annegati. Ci chiediamo:
Ø Se il problema a Gaza sono i missili su Sderot, qual è il problema nei Territori occupati?
Tutta questa violenza messa in atto dal governo israeliano e dall’esercito mentre si sta preparando la conferenza di “pace” ad Annapolis, è quantomeno inquietante anche perché forse è il segno di una situazione sociale, in Israele, ormai gestibile solo attraverso i riverberi di un’occupazione territoriale sempre più feroce; di una società composta da settori profondamente indeboliti e attraversati da fratture e ferite mai rimarginate, ripiegati su se stessi e incapaci di reagire a politiche governative prone al neocolonialismo imperante che sta trasformando tutto il Medioriente in un’enorme emergenza umanitaria. Come dice Gideon Levy nell’articolo sopra citato: “Israele è l’occupazione. L’occupazione è Israele”.
Perciò, come ebrei, ci rivolgiamo:
· A tutti i gruppi e gli individui dell’area pacifista perché si uniscano a noi in questo appello o si mobilitino con altri appelli e pressioni per prevenire l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano, oltre che per il ritorno a condizioni civili di vita delle popolazioni palestinesi e la fine dell’occupazione.
· Al nostro governo e al ministro degli esteri perché faccia tutti gli sforzi diplomatici necessari per impedire al governo israeliano questa ulteriore follia.
· Agli esponenti del mondo ebraico perché escano dal riserbo e condannino le politiche delle leadership israeliane che, apertamente lesive dei diritti umani dei palestinesi, corrodono come un tumore maligno le basi di una reale sicurezza per la società civile israeliana, continuamente ricattata dallo spauracchio della propria estinzione.
Irene Albert, Dunia Astrologo, Marina Astrologo, Andrea Billau, Angelo Camerini, Giorgio Canarutto, Paola Canarutto, Giovanni Cipani, Ilan Cohen, Beppe Damascelli, Lucio Damascelli, Marina Del Monte, Ester Fano, Carla Forti, Giorgio Forti, Daniel Galliani, Ivan Gottlieb, Joan Haim, Stefano Levi Della Torre, Dino Levi, Patrizia Mancini, Miriam Marino, Marina Morpurgo, Ernesto Muggia, Celeste Nicoletti, Carla Ortona, Sergio Ottolenghi, Valeria Ottolenghi, Marina Piperno, Brenda Porster, Paola Sacerdoti, Renata Sarfati, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Jardena Tedeschi, Ornella Terracini, Claudio Treves
Insieme ad altri ebrei un po' di tempo fa abbiamo lanciato quest'appello su "Il Manifesto" e "Liberazione" In questi giorni è uscito anche su Ha Keilla!!! Mi piace riproporlo qui.
Appello per Gaza e Territori
Dedicato a Daniel Amit, la cui morte ci addolora profondamente
Il procuratore generale israeliano Menachem Mazuz ha per ora bloccato il taglio della fornitura elettrica a Gaza, come minacciava il Ministero della difesa israeliano, grazie alla mobilitazione di decine di associazioni per la difesa dei diritti umani, israeliane e internazionali. Però la situazione nella Striscia resta disastrosa perché, nel frattempo, è comunque stato ridotto il flusso di carburante necessario in particolare alle attività ospedaliere.
I primi a fare le spese di questa situazione sono naturalmente i soggetti più deboli. Proprio delle morti di bambini palestinesi parla Gideon Levy in un bell’articolo su Ha’aretz, poi ripreso da Internazionale n. 713 di ottobre: “L’anno appena trascorso [per il calendario ebraico] è stato piuttosto tranquillo. Secondo l’organizzazione per i diritti umani B’Tselem sono stati uccisi ‘solo’ 457 palestinesi e dieci israeliani, comprese le vittime dei razzi Qassam. Ma è stato comunque un anno terribile: tra le vittime ci sono infatti 92 bambini palestinesi. Per fortuna, invece, nessun bambino israeliano è stato ucciso dai palestinesi”. Non indica il dato una sproporzione evidente tra l’insicurezza in cui si trovano gli abitanti israeliani di Sderot e l’insicurezza ben più profonda in cui si trovano costantemente i cittadini palestinesi? E questo senza peraltro risolvere la questione di Sderot! Infatti i Qassam continuano ad abbattersi sulla cittadina israeliana, e il ministro della difesa Barak ha minacciato “una vasta operazione militare su Gaza”. La dichiarazione è allarmante, poiché sappiamo che cosa potrebbe volere dire questa “vasta operazione”: forse l’eliminazione definitiva della questione “Gaza” con distruzioni e morti fra civili, il rischio della discesa in campo dei militanti di Al Qaeda e ulteriori molto più gravi minacce a Israele. Ci chiediamo:
Ø In che cosa consistono le misure di sicurezza che dovrebbero essere insite in simili operazioni militari?
Inoltre e paradossalmente, l’emergenza di Gaza “oscura” quello che avviene quotidianamente in Cisgiordania dove, malgrado i “buoni rapporti” fra Abu Mazen e Olmert, non solo negli ultimi mesi i posti di blocco sono aumentati ma si susseguono raid e incursioni militari nelle strade e nelle case; i coloni quasi quotidianamente aggrediscono i vicini palestinesi, distruggono coltivazioni e raccolti, sradicano alberi nella totale impunità. Negli ultimi giorni, dei palestinesi probabilmente rifugiati in Egitto e in Iraq hanno cercato di raggiungere l’Italia su un barcone: decine risultano “dispersi”, almeno 17 sono annegati. Ci chiediamo:
Ø Se il problema a Gaza sono i missili su Sderot, qual è il problema nei Territori occupati?
Tutta questa violenza messa in atto dal governo israeliano e dall’esercito mentre si sta preparando la conferenza di “pace” ad Annapolis, è quantomeno inquietante anche perché forse è il segno di una situazione sociale, in Israele, ormai gestibile solo attraverso i riverberi di un’occupazione territoriale sempre più feroce; di una società composta da settori profondamente indeboliti e attraversati da fratture e ferite mai rimarginate, ripiegati su se stessi e incapaci di reagire a politiche governative prone al neocolonialismo imperante che sta trasformando tutto il Medioriente in un’enorme emergenza umanitaria. Come dice Gideon Levy nell’articolo sopra citato: “Israele è l’occupazione. L’occupazione è Israele”.
Perciò, come ebrei, ci rivolgiamo:
· A tutti i gruppi e gli individui dell’area pacifista perché si uniscano a noi in questo appello o si mobilitino con altri appelli e pressioni per prevenire l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano, oltre che per il ritorno a condizioni civili di vita delle popolazioni palestinesi e la fine dell’occupazione.
· Al nostro governo e al ministro degli esteri perché faccia tutti gli sforzi diplomatici necessari per impedire al governo israeliano questa ulteriore follia.
· Agli esponenti del mondo ebraico perché escano dal riserbo e condannino le politiche delle leadership israeliane che, apertamente lesive dei diritti umani dei palestinesi, corrodono come un tumore maligno le basi di una reale sicurezza per la società civile israeliana, continuamente ricattata dallo spauracchio della propria estinzione.
Irene Albert, Dunia Astrologo, Marina Astrologo, Andrea Billau, Angelo Camerini, Giorgio Canarutto, Paola Canarutto, Giovanni Cipani, Ilan Cohen, Beppe Damascelli, Lucio Damascelli, Marina Del Monte, Ester Fano, Carla Forti, Giorgio Forti, Daniel Galliani, Ivan Gottlieb, Joan Haim, Stefano Levi Della Torre, Dino Levi, Patrizia Mancini, Miriam Marino, Marina Morpurgo, Ernesto Muggia, Celeste Nicoletti, Carla Ortona, Sergio Ottolenghi, Valeria Ottolenghi, Marina Piperno, Brenda Porster, Paola Sacerdoti, Renata Sarfati, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Jardena Tedeschi, Ornella Terracini, Claudio Treves
Parte II
L’Appello del “Campo della Pace” fu poi ripreso da «Informazione Corretta» del 12 novembre 2007 con un violento attacco di Deborah Fait, che se non erro nell’aver letto fu addirittura Presidente dell’Associazione Italia-Israele, abbastanza nota. Anche qui doveva bruciare l’esistenza di ebrei diversi da quelli facenti capo a questa associazione. Evidentemente sono non-ebrei; per loro in assenza dell’abusato cliché dell’antisemitismo, riservato ai goym, è stata inventata la categoria dell’«odio per se stessi», l’ebreo che odia se stesso. Follie che per fortuna non appartengono alla mia cultura. Ecco il commento che pubblico nella sua interessa senza le mie ossservazioni interlineari, redatte nello scorso novembre ma non pubblicate allora in rete e adesso piuttosto inadeguate alla nuova situazione, ancora più grave rispetto a quattro mesi fa:
Informazione Corretta Informazione che informaNel fetore dell'antisemitismo italiano esiste un gruppo chiamato ironicamente "Campo della pace" i cui membri si autodefiniscono ebrei e passano il loro tempo a diffamare, come cani rabbiosi, Israele.
12.11.2007 Il campo dell'odio
Deborah Fait commenta un appello di ebrei italiani contro Israele
Testata: Informazione Corretta
Data: 12 novembre 2007
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Il campo dell'odio»
Al grido preso da un articolo di Gideon Levi, altro grande antisemita israeliano, pseudo giornalista di Ha'arez, portavoce dell'odio contro Israele in Italia, combattono la loro guerra antisionista al grido "Israele e' l'occupazione, l'occupazione e' Israele".
Non si sa bene di che occupazione parlino visto che Giudea e Samaria sono in discussione ad Annapolis e che Gaza e' stata data ai palestinesi 2 anni fa e i palestinesi hanno ridotto la zona a deserto usandola soltanto per colpire con i kassam il cuore di Israele arrivando fino ad Askelon.
Loro, questi cani rabbiosi, scrivono:"i missili non hanno provocato
vittime ma il ministro della difesa Barak ha minacciato una vasta
operazione militare su Gaza".
I missili non hanno provocato vittime?
Ma dove vive questa gente?
I morti, anche bambini ci sono stati. Altri, ogni giorno vengono ricoverati sotto schock, sono vivi, e' vero, ma vorrei tanto che questa gentaglia provasse l'emozione di sentire la sirena che lascia ai cittadini del Neghev 10 strafottuti secondi per mettersi in salvo , col cuore che non batte piu', in preda al terrore perche' nessuno sa dove cadra' il missile.
I palestinesi usano la tecnica del "ndo' cojo cojo" , a loro interessa gettare gli israeliani nel panico, farli ammalare di paura, poi se riescono anche ad ammazzarne qualcuno , meglio.
I picciotti del Campo della pace fanno un appello e lo fanno in quanto "ebrei" rivolgendosi ai pacifisti, al Governo italiano e agli ebrei italiani affinche' fermino Israele in nome dei "diritti umani" dei palestinesi, dei diritti umani degli israeliani naturalmente non gliene frega niente, definendo la politica della leadership israeliana "un tumore maligno".
Evidentemente si sono guardati allo specchio!
Il fetore di questa gente e' abominevole perche' sottoscrivono un appello che demonizza Israele per provvedimenti ancora non presi e per occupazioni inesistenti e che in sostanza augura ai palestinesi di continuare a vivere come schiavi di una dittatura nazista come quella di Hamas.
La loro posizione è priva di morale perche' fondata su dimenticanze che stravolgono i fatti.
Dimenticano i nostri morti, tutti civili, dimenticano Gilad Shalit, dimenticano quei bambini urlanti di terrore quando un missile si e' piantato davanti a un asilo di Sderot. Dimenticano quelle mamme e papa' piangenti che correvano per portarseli via, da qualche parte, senza sapere dove, da qualche fottutissima parte per salvarli.
Dimenticano i bambini delle scuole di Sderot che quando sentono l'allarme rosso si mettono a cantare forte per non aver paura aspettando col cuore in gola che passino quei 10 secondi prima del bum.
Dimenticano la carta nazionale di hamas che parla soltanto della distruzione di Israele.
Dimenticano la carta nazionale dell'OLP che invoca la distruzione di Israele e che non e' mai stata cambiata.
Dimenticano? Forse no, anzi sicuramente no, semplicemente non gli interessa,
non hanno mai avuto una parola di pieta' per gli ebrei che morivano bruciati vivi e perforati da viti e chiodi negli autobus o nei ristoranti di Israele.
Loro sono marxisti, duri e puri, non si fanno impressionare dalla morte di ebrei sionisti, anzi!
Loro amano gli assassini, adoravano Arafat di cui ieri Mahmud Abbas ha inaugurato il mausoleo.
A proposito, il mausoleo arafattiano e' costato 1.750.000 dollari!
Ma non erano poveri? Non fanno la questua? Non vivono di carita'? Volete dire che le mie tasse sono servite a fare la tomba di quel serpente a sonagli, ladro e assassino?
Mahmud Abbas ha anche detto che il mausoleo e' trasportabile e che sara' portato a Gerusalemme perche' Yasser Arafat e' nato a Gerusalemme.
BUGIA !
Abbas Pinocchio, bugia!
Arafat e' nato al Cairo il 24 agosto del 1929, altro che Gerusalemme.
Ecco le parole di Abbas, il moderato, :
" Il nostro presidente martire ( ma non sono martiri solo i terroristi suicidi?) sara' sepolto a Gerusalemme, citta' che lui amava e dove era nato (????) e che sara' la capitale della Palestina".
Ehi, voi, campo della pace, contenti? Gerusalemme capitale della palestina, i profughi, per diritto ereditario fino alla fine dei millenni, dentro Israele e noi in mare.
Estirpato finalmente il tumore maligno.
Finalmente potrete gioire, campo della pace, avrete raggiunto il vostro scopo.
Che la vergogna e il ludibrio vi seguano per il resto della vostra vita.
Deborah Fait
Il testo di novembre 2007 fa il paio con quello sopra riportato di oggi 17 marzo 2008. Il personaggio è lo stesso, con una differenza importante. Lo stesso “odio sionista” è rivolto non già verso gli “antisemiti” non ebrei, o goym, (antica rendita che occorre al più presto espungere dal codice penale per gli arbitri e gli abusi ai quali si presta) ma verso altri ebrei, colpevoli di non condividere le follie razziste e genocide del sionismo.
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