Antonio Caracciolo
Abu Dawood ribatte a Caldarola
Fonte: Forum Palestina
FIERA DEL LIBRO A TORINO. Ci vuole grande coraggio caro Calderola |
di Abu Dawood * |
Non ci vogliono studi approfonditi o abili indagatori per capire e verificare che lo stato di Israele è uno stato di discriminazione razziale, basta andare in giro nei villaggi palestinesi occupati nel '48 e parlare con la gente, per rendersi conto immediatamente che c'è in atto una politica di pulizia etnica che si esplica nelle politiche sociali, di casa, del territorio e lavoro e nei fondi destinati alle municipalità arabe.
Basta guardare la risoluzione dell'ONU del ’78 che definisce il sionismo come forma di apartheid. Di certo l’ONU non è un organizzazione avversaria ad Israele.
Nel 2000 a DURBAN, in SUD AFRICA, quasi tutto il mondo con le sue rappresentanze non governative ha condannato il sionismo come forma di apartheid, solo le delegazioni di USA e Israele sono uscite.
Caro Caldarola, l’unico stato al mondo che non ha confini è lo stato d’Israele. Questa è la condizione necessaria per essere riconosciuti all’ONU e quindi di fatto e legalmente parlando, facendo riferimento alle carte dell’ONU, lo stato di Israele è illegale.
Israele è l'unico stato al mondo che non applica le numorose risoluzioni dell’ONU che lo riguardano, un altro segnale di pirateria e di illegalità dal punto di vista della legalità internazionale.
Lo stato che costruisce un muro di separazione e di confisca del territorio, agendo fuori da ogni regola non è degno di essere chiamato stato.
Caro Calderola, tu sei libero di fare l’agente dello stato razzista e pirata, ma non sei libero di dire che il popolo Palestinese non ha uno stato e quindi non può essere un ospite d’onore alla fiera del libro.
Chi pronuncia queste gravi frasi ha già deciso che il popolo Palestinese non esiste e non esistono le sue ragioni di popolo. Un paese che ha dato il suo grande contributo all'umanità in termini culturali tramite i suoi scrittori, poeti ed intellettuali.
Lo stato palestinese è presente nei suoi figli in Palestina e nei campi profughi, è presente in milioni di persone che portano la Kefia nel mondo e che lottano contro la repressione e il razzismo, ma soprattutto è presente nella lotta di resistenza popolare che il suo popolo conduce da un secolo contro l'abuso coloniale dello stato sionista e dei suoi appaltatori nel mondo.
Chi oggi avvalla le ragioni dell’occupante israeliano lo fa consapevole di sostenere il razzismo e la repressione nel mondo, ma non ha il diritto di usare un evento culturale per far passare le politiche criminali e di apartheid dello stato d’Israele.
Chiederei a chi ha deciso di invitare lo stato razzista all’evento di Torino di ritrattare la sua posizione e di invitare invece come ospiti d'onore i popoli repressi nel mondo per dare voce a chi non ha voce.
In caso contrario è d’obbligo boicottare la fiera del libro a livello mondiale e organizzare un evento parallelo dedicato al Nakba (catastrofe) Palestinese, invitando i popoli repressi ogetto di mire Neocoloniali ;invitiamo gli Iracheni, i Bolisario, gli africani, i popoli del’America del sud.
* VICEPRESIDENTE PALESTINESE DELLA COMUNITA' PALESTINESE DI ROMA E DEL LAZIO
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