martedì 4 marzo 2008

Gli scrittori arabi contro la manifestazione israeliana del Libro in Torino

Io ero rimasto fermo alla notizia secondo cui vi sarebbe stata un’acquiescenza dell’Egitto ad uno spostamento di date, per cui quest’anno previsto per l’Egitto andava invece ad Israele e l’Egitto rientra il prossimo anno 2009. Invece vi è stata soltanto una richiesta unilaterale da parte dell’Italia, ma non un accordo. È chiaro che le ragioni per le quali Israele poteva avere interesse all’anno 2008 era solo per la coincidenza con il 60° anniversario della fondazione dello Stato di Israele, evento che per i palestinesi assume i colori tragici della disfatta nazionale e del genocidio. Se i nostri politici non fossero quello che sono e quello che sappiamo, non avrebbe esposto l'immagine dell’Italia – che ci tocca tutti – ad una così parziale scelta di campo. Il libro in sé e la cultura non c’entrano e sono solo un miserabile paravento. La manifestazione è politica e le prese di posizione sono politiche. Quanto alla forma del boicottaggio si tratta per me di questione secondaria: la celebrazione che nessuno potrà impedire con la forza sarà un’occasione per esprimere condanna alla politica genocida di Israele e solidarietà per il popolo palestinese. Quindi, non posto d’«onore» per Israele, ma posto di «disonore». Siamo noi – nelle misura in cui ciò ci compete – a poter dare “onore” a qualcuno: costui non può estorcere l’«onore» con la forza, la frode, l’inganno. Evidentemente, gli organizzatori torinesi pensano che l’«onore» sia un barattolo di nutella che si possa mettere sul bancone bene in vista e magari a disposizione di quanti vogliono fare un assaggio.

Antonio Caracciolo


Dibattito sul boicottaggio
della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele
Fonte: Forum Palestina
“Noi non andremo. Israele viola i diritti umani”

Mohamed Salmawy intervistato da Amara Lakhous

“Non si può ospitare un paese che non rispetta i diritti umani a Gaza e nei territori occupati”. Mohamed Salmawy, Segretario Generale dell’Unione degli Scrittori Arabi, chiede il boicottaggio della Fiera del Libro di Torino, che, dopo aver scelto l’Egitto come ospite d’onore dell’edizione 2008 (8-12 maggio), l’ha sostituito con Israele: “Siamo amareggiati e stupiti. Gli arabi hanno sempre avuto un rapporto di amicizia e di concordanza con l’Italia per la sua posizione imparziale rispetto ai problemi del Medio Oriente. Ci saranno delle conseguenze negative per l’anno prossimo, quando sarà l’Egitto ospite d’onore”.

Perché avete sostenuto il boicottaggio della Fiera del libro di Torino?

Come Unione degli scrittori arabi, abbiamo ricevuto tante proteste da parte degli scrittori arabi che ci chiedevano di prendere posizione contro la scelta di Israele come ospite d’onore. Non si può ospitare un paese che non rispetta i diritti umani a Gaza e nei territori occupati. Ci sono state anche disapprovazioni di intellettuali egiziani per la decisione italiana di rimandare la partecipazione dell’Egitto come ospite d’onore per l’anno prossimo, e sostituirla proprio con Israele. Durante la fiera del libro del Cairo 2007, l’Italia era ospite d’onore. In quell’occasione è stato annunciato che l’Egitto sarebbe stato l’ospite d’onore alla Fiera del libro di Torino 2008.

Il direttore della Fiera del libro di Torino Ernesto Ferrero ha dichiarato che c’è stato un accordo con i responsabili egiziani per rimandare la partecipazione egiziana all’anno prossimo…

In realtà, l’Egitto ha solo accettato la richiesta dell’Italia di spostare la data all’anno prossimo. Non c’è stato nessun accordo. Personalmente sono amareggiato per la decisione dei responsabili della Fiera di Torino di scegliere Israele come ospite d’onore. La scelta è inopportuna visto la drammatica condizione dei palestinesi. Siamo veramente stupiti di fonte a questa situazione. Gli arabi hanno sempre avuto un rapporto di amicizia e di concordanza con l’Italia per la sua posizione imparziale rispetto ai problemi del Medio Oriente. Gli intellettuali italiani hanno sostenuto la legittima causa del popolo palestinese.

Cosa succederà agli scrittori arabi che parteciperanno alla prossima Fiera di Torino?

Che io sappia non ci sono scrittori arabi che hanno deciso di partecipare alla Fiera di Torino. Comunque la richiesta del boicottaggio è partita proprio da loro. Quindi sarebbe contraddittorio che loro accettassero l’invito di andare a Torino. La rabbia degli scrittori egiziani non scomparirà facilmente, per questo penso che ci saranno delle conseguenze negative per l’anno prossimo, quando sarà l’Egitto ‘ospite d’onore’.

Ma come spiega che due importanti scrittori egiziani, Gamal Al Gitani e Ala Al-Aswani, abbiano espresso la loro contrarietà al boicottaggio?

Questo non è vero. Non sono certamente favorevoli ad Israele come ‘ospite d’onore’. Hanno semplicemente detto che il boicottaggio è controproducente, quindi bisogna andare alla Fiera di Torino per contestare la politica israeliana e difendere i diritti del popolo palestinese.

La settimana scorsa lo scrittore israeliano Amos Oz ha scritto un duro articolo contro il proprio governo. E’ giusto boicottarlo? Lei è uno scrittore. E’ lecito boicottare altri colleghi scrittori?

Noi non boicottiamo nessuno scrittore. Vogliamo solo boicottare lo Stato Israele per la sua politica distruttiva nei confronti dei palestinesi.

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2.
Comunicato dell’UDAP

Cerco di raccogliere in questo singolo post notizie ordinate ed omogenee volte a far comprendere la posizione araba e palestinese. La fonte da cui le notizie vengono attinte è sempre la stessa: Forum Palestina. Potrebbero però aggiungersi altre fonti. Qui di seguito è offerto un documento di un'organizzazione filopalestinese operante in Italia, l’Unione Democratica Arabo Palestinese (U.D.A.P.). Manca la data del documento, ma non è essenziale. È interessante notare la valutazione sul ruolo degli scrittori israeliani presenti alla Fiera. In effetti, mi sembra difficile che non siano consapevoli della valenza tutta politica dell’evento e della sua insignificanza culturale.

AC

Dibattito sul boicottaggio
della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele

Fonte: Forum Palestina

2008 ANNO DELLA PALESTINA
BOICOTTATE LA FIERA DEL LIBRO DI TORINO

U.D.A.P. (Unione Democratica Arabo Palestinese)
Associazione amicizia Sardegna Palestina

Nella città di Torino si organizza ogni anno la fiera del libro internazionale. E' una manifestazione culturale prestigiosa.

Quest’anno nel periodo fra l’8 e il 12 maggio 2008, Israele sarà l’ospite d'onore della fiera e nell’occasione ci sarà una cerimonia per i 60 anni della fondazione dello Stato d’Israele. In Italia è in atto una campagna di boicottaggio della fiera da parte di scrittori, case editrici e semplici persone a favore della pace e della giustizia. A questa campagna partecipano tanti comitati e associazioni che solidarizzano con il popolo palestinese e che vogliono ricordare al mondo che l’entità sionista ancora commette crimini e conduce una guerra di pulizia etnica da 60 anni nei confronti del popolo palestinese.

Parteciperà alla fiera di Torino un gruppo di scrittori sionisti molto coccolati in Europa che rappresentano un strumento di propaganda per il sionismo oltre a condurre una grande campagna di mistificazione di fronte all’opinione pubblica europea con la scusa di lavorare per la pace è sono: David Grossmann, Amos Oz e Abram Yeoshua.

Il poeta ebreo Aharon Shatta ha rifiutato la partecipazione alla fiera e ha chiesto di annullare il suo nome dall’elenco degli invitati considerando Israele un'entità razzista che lui non vuole rappresentare in alcun modo.

Si sta lavorando per organizzare una fiera del libro parallela in solidarietà con il popolo palestinese e i popoli oppressi e per smascherare la propaganda sionista nella città di Torino.

Chiediamo agli scrittori, giornalisti italiani, palestinesi e arabi di boicottare la fiera del libro di Torino, come chiediamo agli scrittori che hanno avuto libri tradotti o pubblicati in Italia, di fare pressioni sulle loro case editrici affinché boicottino la fiera.

Smascherare il sionismo e la sua propaganda criminale è un dovere morale e umano per chi lotta per la giustizia e la pace.


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3.
Altra lettera al Presidente Napolitano
Proemio

Come italiano non ho gradito la pronta risposta di Giorgio Napolitano, che sembra aver subito accondisceso alla richiesta di un gruppo di filoisraeliani di presenziare personalmente la Fiera del Libro. Mi astengo dal commentare ulteriormente le prese di posizioni del Presidente che rappresentata tutti gli italiani meno qualcuno in un paese dove uno fa rima con nessuno. Trovo però quanto meno indovinata questa diversa Lettera al Presidente, di cui spero di leggere una qualche dissertazione sull’equivalenza di antisemitismo ed antisionismo. Mi giungono nel frattempo notizie sulla mancata presenza dell’Egitto in Torino per il 2008. Ma sono ormai convinto che in fondo si tratta di un’occasione per manifestare il dissenso antisraeliano in Torino, a Parigi, a Ginevra. Sarà pure bravo Israele a promuovere la propria immagine ed a vendere il suo marchio ovvero a comprare stampa e giornalisti, ma viva iddio basta avere buoni polmoni per gridare una diversa verità. È quello che stiamo facendo, ognuno con i suoi mezzi e come sa e può.

Non poteva non mancare, puntuale quanto demenziale, il solito intervento delatorio di Magdi Allam, che non batte ciglio quando dagli amici della sua stessa Congrega il presidente Napolitano – che dovrebbe rappresentare tutti gli italiani – viene tirato per la giacca perché vada proprio alla Fiera del Libro e dopo che la sua contestazione, pacifica e legittima, era stata già avviata. Averlo ostentatamente invitato era un modo per contrapporlo ad altri italiani. Ed avendo accettato, il presidente Napolitano – se in questo paese è ancora permesso avere delle opinioni – ha fatto malissimo. Quanto poi alle “minacce” sono tutte nella testa di Magdi Allam, che amerebbe vedere una caccia all'italiano allo stesso modo in cui gli israliani fanno la caccia al palestinese, e non con il fucile, ma con missili ben più potente dei Kassam. Se poi nella macchina che si intende colpire non viaggia il leader palestinese, ma la moglie con il bambino si tratta di un banale ed irrilevante incidente. In quali modalità si configurebbe una minaccia ad un presidente che è capo supremo delle Forme Armate e che ha al suo servizio tutti gli apparati possibili è una delle abitualità amenità a cui ci ha ormai assuefatto Magdi Allam, concittadino d’importazione, che ha suscitato le giuste reazioni di Angela Lano, direttrice di Infopal. Mi astengo consapevolmente da parole illegali, ma ritengo Magdi Allam degno del più severo giudizio che il nostro sistema giuridico consente.
AC


Dibattito sul boicottaggio della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele
Fonte: Forum Palestina
Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato "Ricordare la Nakba"

Illustre signor Presidente,

abbiamo appreso che Ella sarà presente all’inaugurazione della Fiera Internazionale del Libro di Torino e ai festeggiamenti del 60° anno di fondazione dello Stato di Israele.

Signor Presidente, siamo ormai abituati a gesti e dichiarazioni clamorose, non solo da parte Sua, ma da tutta la dirigenza politica di questo paese, che in tema di Medioriente è appiattita, senza alcuna differenza sostanziale tra sinistra e destra.

Tutti decantano la presunta democrazia israeliana, Ella come capofila. Non vorremmo qui entrare nei particolari, ma vogliamo soltanto rilevare che Ella è sordo e muto di fronte alle atrocità che questo stato ha commesso in passato e continua a commettere oggi nei confronti del Popolo Palestinese.

Vi accingete a celebrare la nascita di uno stato colonialista che per far posto ai milioni di ebrei ivi immigrati non ha esitato nel 1948, a cacciare manu militari 850.000 palestinesi, ricorrendo a forme di terrorismo che dovrebbero ricordarLe i nemici contro i quali si è battuto in passato.

Le rammentiamo questo triste primato perché ci sembra che Ella lo abbia rimosso. Primato perché non ci viene in mente nessun'altra popolazione al mondo che abbia patito la repressione ed abbia finito per usare la medesima oppressione come prassi quotidiana contro altri, tranne il caso di Israele.

La Nakba del ’48 continua anche in questi giorni, persino nel momento in cui scriviamo. Ma a chi importa? Sono indegne le accuse e le diffamazioni che, non appena capita qualcosa ad un israeliano (bambino, giovane, donna o anziano che sia) fioccano da tutte le parti contro i palestinesi, da parte della politica e dei mass-media. Per contro, muoiono decine di palestinesi senza che compaia una notizia, una sola parola di condanna...niente. Ella tace e questa è faziosità.

Israele bombarda provocando distruzioni e devastazioni ma non succede niente, nessuna reazione. Per contro, un razzo rudimentale che viene sparato da parte palestinese provoca, non solo da parte dell’aviazione e artiglieria israeliane, reazioni infernali e commenti spietati, anche questa è faziosità.

Non avete rispetto delle tante sofferenze dei palestinesi e questa è insensibilità.

Quasi ogni uomo palestinese, signor Presidente, ha conosciuto le prigioni e le torture israeliane, reo di essere nato palestinese e di opporsi all'occupazione, ma Ella non ha speso una parola per porre fine a questa ingiustizia. Per contro, non appena viene catturato un soldato israeliano, Ella legittima qualsiasi reazione dello stato sionista, non importa quanto criminale essa sia; questo è settarismo.

Il Popolo Palestinese vive nei campi di raccolta, tutto il popolo, persino i palestinesi cittadini di Israele, campi profughi o campi/prigioni a cielo aperto, bantustan e ghetti, molti persino recintati o circondati da mura, ma su questo Ella e tutta la classe politica non avete mai protestato.

In nome della sicurezza dell’entità sionista (ma di quale sicurezza parliamo, considerando che Israele ha il terzo o quarto esercito più potente al mondo?) avete disatteso la sentenza del Tribunale dell’Aja, avete difeso il muro dell'apartheid. Questo si chiama sopruso e sostegno aperto all’illegalità.

Avete inventato l’equazione antisionismo=antisemitismo e avete tacitato con infantili accuse chiunque osasse criticare Israele. Questo si chiama abuso calunnioso.

Ella vuole essere presente a Torino per festeggiare lo Stato di Israele, il quale, oltre tutto, è uno stato illegale alle luce delle stesse risoluzioni ONU che lo hanno creato e sancito (risoluzioni n. 181 e 273); ma ha dimenticato che lo stato palestinese attende la costituzione da 60 anni. Neanche su questo è credibile, Ella che dichiara di essere amante della pace. La Sua è una pace a senso unico, è la pace per il più forte. Questa si chiama prevaricazione.

Infine signor Presidente, Ella critica fortemente chiunque si opponga all’invito di Israele alla Fiera Internazionale del Libro. Ma Israele opera la censura e oscura il dissenso, perseguita chiunque osi criticarlo. Israele elimina fisicamente gli intellettuali e gli scrittori palestinesi (l’elenco è interminabile, non lo rammenta, signor Presidente?!), ma questo per Lei è normale, è lecito.

L’invito alla partecipazione al salone del libro non include e non riguarda gli scrittori e gli intellettuali palestinesi cittadini di Israele, solo perché sono arabi e palestinesi (malgrado la loro cittadinanza). Questa è discriminazione e razzismo.

Alla luce di tutto questo, signor Presidente, La invitiamo, visto che non sarà in grado di fare un intervento equilibrato o, come dice D’Alema, equidistante, a non ingerire.

Siamo costernati e ci sentiamo offesi, come palestinesi e come italiani solidali con la giusta causa del popolo palestinese, dalle Sue parole, commenti e posizione riguardo al conflitto mediorientale. Tale posizione sfiora il razzismo.

Perciò, signor Presidente, la invitiamo caldamente di tenerSi lontano dalla Fiera del libro di Torino, Ella è di parte, irrazionalmente di parte.


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3.1
Antefatto

La Lettera di cui sopra il testo si contrappone ad altra Lettera rivolta al Presidente Napolitano in data 6 febbraio 2008. Questa Lettera sarebbe lecita – secondo l’ineffabile Magdi –, mentre quella di parte Palestinese non lo sarebbe affatto. Bah! Con la sua teoria del “rigurgito” il presidente Napolitano ha fatto un bel regalo alla propaganda israeliana. Resta di difficile comprensione l'equiparazione fra antisemitismo – termine quanto mai improprio in quanto semiti sono pure i popoli arabi e gli stessi palestinesi ed in questa accezione di certo nessuno è più antisemita degli israeliani, che hanno inflitto agli internati di Gaza un trattamento di gran lunga peggiore di quello inflitto agli internati di Auschwitz – e il sionimo, la cui dottrina sorge sul finire del XIX secolo in un contesto nazionalista. Questa confusione concettuale non è accettabile in uno studente di un corso elementare di storia, ma il nostro presidente si concede licenze di cui aspetto invano di poter leggere i reconditi significati.

Di quale diritto poi si parli nella lettera è cosa che resta pure da capire: il diritto naturale che ognuno di noi interpreta secondo la sua idea di giustizia o il diritto positivo che sorge da leggi prodotte da mutevoli maggioranze parlamentari o da trattati magari imposti con le armi ai vinti dai vincitori? Nell’uno e nell'altra caso possono esserci perplessità. Come si può fondare il “diritto” ad abitare una terra o una casa dopo averne cacciato con la forza e l’inganno quanti vi abitavano da secoli e millenni? Forse il presidente Napolitano ce lo spiegherà in qualcuno dei suoi numerosi discorsi o in qualche occasionale esternazione a braccio. Se poi ci si riferisce alla famosa risoluzione dell’Onu del 1948 occorre per un verso ricostruire l’esatto contesto in cui fu adottata, chiedersi quale fosse la legittimità stessa dell’Onu a disporre di diritti altrui ed in ogni caso occorrerebbe spiegare perché mai Israele si limita ad appellarsi a quella sola dubbia risoluzione e non alle numerose altre che condannano l‘entità sionista per gravi violazioni dei diritti umani. Speriamo che il Presidente ci spieghi anche questo e non si limiti alla teoria del rigurgito, di cui non siamo credenti.

O saranno i libri della Fiera a spiegarci tutto questo che abbiamo bisogno di capire? E poi quali saranno la geografia, i confini, la costituzione, gli organi, la popolazione, i territori dello Stato palestinese che avrebbe dovuto esistere fin dal 1948? Vi sarà continuità territoriale o si dovranno scavare sotterranei per unire i vari appezzamenti territoriali? O si dovrà pagare un pedaggio per passare da un appezzamento all’altro? La sovranità si intende sulla sola superficie, o anche nel sottosuolo e nel cielo? O non piuttosto si dovrà necessariamente addivenire ad un solo stato dove non vi sia né ebreo né musulmano, ma siano tutti cittadini con eguali diritti e doveri? Ma ciò non è esattamente il contrario di ciò che Israele intende e vuole con la sua teoria dello Stato “ebraico” ossia dello Stato “razziale” e “razzista”? Dalla teoria del rigurgito tutto ciò non lo si capisce.

Resta infine, ma non è cosa da poco, il problema della rappresentanza politica ed istituzionale di un Presidente della Repubblica. Ricordo quando Francesco Cossiga disse di voler essere il presidente di tutti, o meglio il presidente della “gente comune” in un famoso discorso di insediamento. Mi è sempre rimasto il sospetto di aver avuto un ruolo in quel discorso. Non avevo e non ho nessuna simpatia per francesco Cossiga, ma quando lessi che si era dimesso dalla Democrazia Cristiana per poter assumere il ruolo di rappresentante dell'unità nazionale, io da “comune cittadino” gli scrissi che per aver fatto ciò egli diventava anche il mio presidente e che quindi lo accettavo come tale. Vi fu subito dopo il famoso discorso che riprendeva i termini della mia lettera. Ricevetti soltanto un biglietto di ringraziamento, che devo conservare da qualche parte (ma credo che la mia lettera debba esistere negli archivi della Presidenza) e niente di più che potesse sciogliere il mio dubbio. Non posso dire per Giorgio Napolitano quello che dissi per Francesco Cossiga. La sua presidenza mi sembra sbilanciata da una parte ed in tutti i suoi discorsi non riesco a sentirlo come “mio” Presidente. Spero che il dire rispettosamente ciò non configuri qualche titolo di reato. Oso invece sperare che prima dello scadere del suo mandato dica qualcosa in cui almeno una volta possa riconoscermi.

AC

Lettera aperta al Presidente della Repubblica

Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Signor Presidente,

in occasione del suo discorso d’insediamento il 15 maggio 2007 Ella invitò a costruire una cornice di politica internazionale, condivisa dagli opposti schieramenti politici, “nel pieno riconoscimento del diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza e del diritto del popolo palestinese a darsi uno Stato indipendente”.

Come cittadini italiani noi apprezzammo il suo limpido monito di allora a respingere ogni rigurgito d’antisemitismo, anche quando l’antisemitismo si mostra mascherato da antisionismo. E’ quanto accade oggi, con la pretestuosa e violenta polemica volta a boicottare la libera decisione degli organizzatori della Fiera del Libro di Torino di scegliere Israele come paese di cui si accoglie e si ascolta la letteratura. E’, ancora una volta, il tentativo di negare agli ebrei d’Israele il diritto d’essere nazione, di avere cittadinanza tra i popoli e di portare nel mondo, con la dignità di cittadini, la lingua e la cultura ebraica. E’ l’antisemitismo mascherato da antisionismo, che si accanisce contro l’intero popolo israeliano, che vuole tacitarne persino la voce più profonda e intima, la lingua letteraria, o pretende di condizionarne l’espressione a umilianti rituali di bilanciamento.

Israele è uno Stato che la Repubblica italiana liberamente riconosce e con il quale intrattiene relazioni d’amicizia e cooperazione. Israele è la patria per la metà della popolazione ebraica nel mondo. Israele è il paese che ha fatto rinascere l’ebraico come lingua viva, quando le comunità ebraiche erano annientate in Europa. Israele è il paese che con le sue vivaci istituzioni culturali preserva e fa vivere la memoria della millenaria cultura ebraica. Israele onora e piange le vittime della Shoà nel memoriale di Yad Vashem, ricorda i Giusti delle nazioni. I cittadini dello Stato d’Israele che portano in Italia la testimonianza della loro lingua letteraria, della loro poesia, del loro narrare, siano i benvenuti nel nostro paese. La loro libertà sul suolo italiano è la nostra libertà e il nostro onore.

Agli scrittori israeliani invitati alla Fiera del Libro di Torino noi tutti dobbiamo riconoscenza per le loro voci d’umanità e saggezza, per le testimonianze di vita contemporanea che ci trasmettono, per le memorie che fanno rivivere di famiglie e comunità, per la capacità di restituirci in ebraico, con la vivida efficacia del racconto e ciascuno nella propria tonalità, i conflitti interiori, le passioni, le vicende storiche. Siamo loro grati perchè c’invitano a indagare con coraggio e pietà, con speranza, il fondo di comune umanità, luce e ombra, che tutti ci lega e ci accomuna. Se la loro voce fosse impedita sul suolo italiano, se la Repubblica italiana non sapesse tutelarne la libertà di parola e testimonianza entro i propri confini, se dovessero essere esposti a episodi di violenza o scherno, sarebbe, crediamo, una gravissima violazione della libertà nella nostra democrazia, una ferita aperta, una vergogna per l’immagine dell’Italia all’estero.

Signor Presidente,

nel pieno rispetto della sua alta autorità istituzionale, con fiducia nel suo ruolo di garante della Carta Costituzionale, Le chiediamo d’esprimersi fermamente contro ogni discriminazione e cieca intolleranza verso i cittadini e la cultura dello Stato d’Israele.

Signor Presidente,

Le chiediamo di voler onorare con la Sua presenza la prossima edizione della Fiera del Libro a Torino, per avere occasione d’incontrare in quella sede gli scrittori israeliani invitati a parteciparvi, a testimonianza dell’amicizia e dell’accoglienza che la nazione italiana offre agli autori israeliani, che si sono distinti per i meriti della loro opera letteraria in ebraico.

Bruna Ingrao

Roma, 6 febbraio 2008

Hanno aderito: Luca Alessandrini, Magdi Allam, Pierluigi Battista, Daniela Benelli, Silvia Berti, Antonella Besussi, David Bidussa, Massimo Cacciari, Carlo Cerami, Valentina Colombo, Luigi Compagna, Emanuelle De Villepin, Dounia Ettaib, Ernesto Galli della Loggia, Giulio Giorello, Angelo Guerini, Giorgio Israel, Andrea Marcenaro, Piergaetano Marchetti, Alberto Martinelli, Cristina Mazzavillani Muti, Stefano Menichini, Giovanni Moglia, Riccardo Muti, Salvatore Natoli, Fiamma Nirenstein, Piero Ostellino, Carlo Panella, Stefano Parisi, Nicola Pasini, Filippo Penati, Michele Salvati, Sergio Scalpelli, Andrèe Shammah, Ermanno Tritto, Ugo Volli

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3.2
Atto Primo
Scatto felino di Magdi Allam

Si noti che fra i firmatari della prima Lettera aperta al presidente figura lo stesso Magdi Allam, in buona compagnia: non è una “lista nera”, ma se mai un Libro d’Oro, dove figurano i nomi di cittadini di serie A che hanno diritto di rivolgersi al Presidente a differenza di tutti gli altri che forse dopo la denuncia-delazione di Magdi Allam, se ne dovranno magari fuggire all'estero, avendo osato “minacciare” il presidente della Repubblica Italiana. Ma completiamo ormai la documentazione con l'esilarante e tarantolante testo di Magdi Allam, apparso sul “Corriere della Sera” ed immancabilmente ripreso dai «Corretti Informatori» in questa fase di guerra ideologica. La supposta minaccia è una reale calunnia, alla quale Magdi Allam è solito. Mi stupisce che al “Corriere della Sera” non se ne accorgano o facciano finta di non accorgersene. E questo qualcuno che ritiene di avere un diritto all'impunità è proprio Magdi Allam. Le prime righe del testo di Magdi Allam che configurerebbero il reato di “minaccia” altro non sono che un’opinione, una veduta perfettamente lecita ex art. 21 della costituzione. In questo paese la Costituzione è al di sopra del Presidente della Repubblica ed è il presidente della Repubblica il primo ad esser tenuto al rispetto della costituzione: non viceversa. La costituzione non è uno zerbino dove il presidente protempore Giorgio Napolitano possa pulirsi le scarpe. Napolitano lo sa bene, Magdi Allam lo ignora del tutto “impunemente”. La data del 18 febbraio e di due giorni successiva a quella del 6 febbraio nella quale un gruppo di firmatari, fra cui lo stesso Magdi, chiedeva al presidente Napolitano di recarsi a Torino e di schierarsi a favore di Israele. Altri cittadini italiani in data 18 febbraio redigendo altra Lettera pubblica chiedono il contrario. Come può dirsi che i firmatari del 6 febbraio abbiano più diritti di espressione dei firmatari del 18 febbraio? Il presidente può scegliere di schierarsi a favore degli uni contro gli altri, ma in ogni caso non avrà dato prova di quella funzione di rappresentanza dell'unità nazionale che la Costituzione gli impone. Se poi vuole persino denunciare per inesistenti minacce i cittadini del 18 febbraio, avrà calpestato quella costituzione che ha il compito di rispettare e far rispettare.

Esilarante la ricostruzione storica dell’ineffabile Magdi che parla di “guerra di indipendenza” anziché di Nabka. Indipendenza da chi? Gli israeliano hanno occupato ed invaso quei territori scacciandone gli abitanti originari. Ci vuole una bella faccia tosta ed un’assoluta ignoranza per usare il termine “indipendenza” anziché invasione ed oppressione, cosa che dura fino ad oggi e di cui si chiede al presidente della repubblica italiana di dare legittimazione con la sua presenza alla farsa torinese. Magdi parla di legittima “sconfitta” del popolo palestinese come se fossimo ad una partita di pallone, dove bisogna saper perdere sportivamente. Ha torto quando poi lamenta che
Israele si comporterebbe con i palestinesi allo stesso modo con cui i nazisti sterminarono gli ebrei.” In realtà, si comporta di gran lunga peggio di come si comportarono i nazisti che discriminarono e perseguitarono gli ebrei insieme ad altri, ma non li sterminarono, come vorrebbe far credere una storiografia di regime. Invece, gli israeliani da 60 e più anni vanno sterminando gli eroici palestinesi che resistono oltre l’immaginabile, mentre servilmente la stampa internazionale copre il genocidio in atto.

Che i palestinesi muoiano ogni giorno è una realtà, non un’accusa a Napolitano, che per fortuna non è lui ad uccidere i palestinesi, compresi infanti di poche settimane. Se Napolitano vuole ignorare il fatto, sarà stata una sua responsabilità politica di cui renderà conto al libero giudizio morale degli italiani. Che poi gli italiani ricordino al loro Presidente la realtà indubitabile dei fatti, è un loro diritto costituzionale. Che il presidente se ne adombri – come vorrebbe in nostro concittadini acquisito Magdi – è da vedere e verificare. Ove ciò fosse, il Presidente Napolitano passerà alla storia per questo. I cittadini del 18 febbraio si appellano al tribunale dell’Aia che ha condannato Israele per il muro dell’apartheid: è davvero curiosa una minaccia che brandisce una sentenza di tribunale! Dal presidente Napolitano siamo tutti in attesa di una Lezione televiva che ci spiega in termini razionalmente comprensibili l’equazione antisemitismo = antisionismo e antisionismo = antisemitismo. Come egli sia giunto a questa equazione, se da solo o su suggerimento di qualche potente Lobby, è cosa che desidereremmo sapere e restiamo in fiduciosa attesa.

Come al solito le farneticazioni di Magdi Allam, mettono a dura prova la pazienza di chi legge, ma evidentemente “c’è qualcuno in Italia” che servendosi del “Corriere della Sera” immagina di poter turlupinare l’intelligenza degli italiani con le più incredibili calunnie. Giacché in fondo questa è una guerra di parole, dove chi più ne ha, più ne spara, anche di grosse – come sempre in Magdi – ci limitiamo a confutare con santa e civile pazienza le enormità dell’incredibile Magdi.
AC
Corriere della Sera Informazione che informa
05.03.2008 Intimano al capo dello Stato di "tenersi lontano dalla Fiera del libro di Torino"
l'intolleranza di Infopal, denunciata da Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 marzo 2008
Pagina: 44
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Quelle minacce a Napolitano per la Fiera del libro»
Dal CORRIERE della SERA del 5 marzo 2008:

C'è qualcuno in Italia che immagina di poter minacciare impunemente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, intimandogli «caldamente di tenersi lontano dalla Fiera del libro di Torino», perché egli sarebbe «di parte, irrazionalmente di parte», uno che considererebbe «normale e lecito » il massacro dei palestinesi, schierato dalla parte del «sopruso e sostegno aperto all'illegalità», accusato di «discriminazione », «razzismo», «settarismo», «faziosità», «insensibilità », «abuso calunnioso», «prevaricazione». «Alla luce di tutto questo, signor Presidente, La invitiamo, visto che non sarà in grado di fare un intervento equilibrato, o come dice D'Alema, equidistante, a non ingerire». Per costoro il presidente italiano compirebbe un'«ingerenza» inaugurando una Fiera del libro che si tiene sul territorio italiano. Quindi deve starne «lontano». Chi è che osa così tanto da ritenere che l'Italia sia uno Stato a sovranità limitata o che si sottomette facilmente alle minacce e alle intimidazioni? Il comunicato che stiamo leggendo reca in calce la sigla «Comitato Ricordare la Nakba» ed è datato 18 febbraio 2008. Dove per «Nakba» si intende la «Catastrofe», com'è stata ribattezzata la sconfitta degli eserciti arabi nella guerra d'indipendenza dello Stato d'Israele all'indomani della sua proclamazione il 14 maggio 1948.
A diffonderlo è stato il sito Infopal (http:// www.infopal. it/testidet.php?id=7804) il 3 marzo, postandolo con la formula «Riceviamo e pubblichiamo ». Quasi si trattasse di un messaggio come tanti altri. «Illustre signor Presidente, abbiamo appreso che Ella sarà presente all'inaugurazione della Fiera Internazionale del libro di Torino e ai festeggiamenti del 60˚anno di fondazione dello Stato di Israele », inizia così il comunicato che attacca subito duramente Napolitano: «Tutti decantano la presunta democrazia israeliana.
Ella come capofila (...) Ella è sordo e muto di fronte alle atrocità che questo stato ha commesso in passato e continua a commettere oggi nei confronti del Popolo Palestinese ». «Vi accingete a celebrare la nascita di uno stato colonialista che per far posto ai milioni di ebrei ivi immigrati non ha esitato nel 1948, a cacciare manu militari 850 mila palestinesi, ricorrendo a forme di terrorismo che dovrebbero ricordarLe i nemici contro i quali si è battuto in passato. Le rammentiamo questo triste primato perché ci sembra che Ella lo abbia rimosso ». Segue l'affermazione secondo cui Israele si comporterebbe con i palestinesi allo stesso modo con cui i nazisti sterminarono gli ebrei.
Le accuse contro il presidente Napolitano sono pesanti: «Muoiono decine di palestinesi, senza che compaia una notizia, una sola parola di condanna... niente. Ella tace e questa è faziosità». «Non avete rispetto delle tante sofferenze dei palestinesi e questa è insensibilità ». «Ella non ha speso una parola per porre fine a questa ingiustizia». «Ella legittima qualsiasi reazione dello stato sionista, non importa quanto criminale essa sia; questo è settarismo». «Ella e tutta la classe politica italiana non avete mai protestato». Man mano dalle accuse si passa alla condanna implacabile del nostro capo di Stato: «In nome della sicurezza dell'entità sionista avete disatteso la sentenza del Tribunale dell'Aja, avete difeso il muro dell'apartheid. Questo si chiama sopruso e sostegno aperto all'illegalità». «Avete inventato l'equazione antisionismo = antisemitismo e avete tacitato con infamanti accuse chiunque osasse criticare Israele. Questo si chiama abuso calunnioso». Dopo aver definito Israele «uno stato illegale», Napolitano viene tacciato di non essere «credibile», «la Sua è una pace a senso unico, la pace per il più forte. Questa si chiama prevaricazione». Segue un'accusa gravissima: «Israele elimina fisicamente gli intellettuali e gli scrittori palestinesi (l'elenco è interminabile, non lo rammenta, signor Presidente?), ma questo per Lei è normale, è lecito». Chi è questo sedicente «Comitato Ricordare la Nakba» che considera il capo dello Stato italiano alla stregua di un criminale fuorilegge?
Sappiamo solo che fa parte di una rete di associazioni che aderisce al Forum Palestina (www.forumpalestina.org), che comprende anche l'agenzia Infopal. Di quest'ultima si sa che è diretta da Angela Lano. Del «Comitato di consulenti » di Infopal fanno parte alcuni accademici (Wassim Dalmash, Lucia Avallone, Enrico Galoppini, Maurizio Bagatin), giornalisti (Paolo Moiola, Maurizio Musolino, Samir Qariouti), studiosi (Gianfranco Bosco, Beppe Scali), due noti convertiti all'islam (Roberto Hamza Piccardo e Elio Arancio), il senatore Fernando Rossi, Rosario Citriniti del Torino Social Forum, Dario Rossi dei Giuristi democratici e Mariano Mingarelli, presidente dell'Associazione Amicizia Italo- Palestinese. A tutti loro è doveroso rivolgere la domanda: siete al corrente delle diffamazioni e minacce al presidente della Repubblica diffuse dalla vostra agenzia Infopal?

Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante
lettere@corriere.it
Lascia senza fiato l’evidente presupposto che solo Magdi Allam abbia il diritto di poter scrivere al Presidente della Repubblica. E forse il presidente Napolitano glielo ha fatto credere. Esprimo l’augurio che il Presidente in una delle sue prossime esternazioni ci dimostri di non essere noi altri orfani di patria. Si noti la meticolosità con cui Magdi individua nomi e cognomi dei responsabili della “minaccia”, che minaccia non è, mentre è certamente “calunnia” una simile farneticazione se qualcuno dei nominati avesse voglia di intasare i condotti della già sgangherata macchina giudiziaria italiana, addebitando a Magdi la sua sfacciataggine. Ma evidentemente il Nostro sa di potersi permettere questo ed altro: la sua impunità è assicurata. Vuol farci perdere anche la fiducia nel Presidente, che istituzionalmente dovrebbe essere il presidente di Tutti, beninteso di tutti gli italiani, non ancora di tutti gli israeliani in contrapposizione agli italiani.

AC

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3.3
Atto Secondo
Risposta di Angela Lano

Nella black list di Magdi Allam

Fonte

L'Agenzia di stampa InfoPal.it intimidita sulle pagine del Corriere della Sera.

Il diritto di cronaca e d'espressione a rischio anche in Italia, come nei regimi totalitari, su istigazione di un certo giornalismo che svela la sua reale appartenenza a radici culturalmente e tradizionalmente avverse alla libera comunicazione del pensiero ed alla critica dialettica.

di Angela Lano

direttrice di www.InfoPal.it

05-03-2008 Torino

Magdi Allam

Questa mattina, Magdi Allam ci dedica la prima pagina del Corriere, straparlando istericamente di "minacce" al presidente Napolitano, a causa della lettera del Comitato Ricordare la Nakba - Lettera al presidente Napolitano. - da noi pubblicata.

Ci garba sottolineare che è nostra consuetudine pubblicare lettere, segnalazioni, iniziative, commenti (anche contro di noi e il nostro lavoro, come ben si può leggere negli appositi spazi al fondo degli articoli), a patto che non contengano un linguaggio volgare, osceno o offensivo. Nessuna di queste caratteristiche è presente nel comunicato del Comitato Ricordare la Nakba, la cui retorica, formale, quasi d'altri tempi, è supportata, sì, da forti critiche, ma non certo dalle "minacce" che il collega intravvede.

Il signor Allam pensa di essere nel suo Paese d'origine, dove la libertà di stampa e di dissenso non esistono, e chiunque osi essere in disaccordo con il regime viene perseguitato, torturato, magari anche ucciso. Il "democratico" giornalista invita dunque l'Italia - forze dell'ordine, magistrati, politici - a prendere esempio dalle dittature di altri Stati e a comportarsi in modo arbitrariamente censorio e persecutorio?

Ma che bel concetto di libertà ci propone.

Angela Lano

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3.4

Atto Secondo:

Lettera dell’on. Fernando Rossi

Fonte: Infopal


Nel frattempo giunge una lettera del Sen. Rossi al “Corriere della Sera”. Si spera che il “Corriere” pubblichi almeno la lettera di un Senatore della Repubblica. Siamo abituati ad essere ignorati in quanto cittadini con minori diritti di Magdi, ma vediamo cosa succede con un Senatore.

AC
Risposta dell'on. Fernando Rossi all'articolo di Allam sul Corriere della Sera. 06-03-2008 Roma
«Quelle incredibili minacce a Napolitano per la Fiera del libro»,
Magdi Allam, Il Corriere della Sera del 5 marzo 2008.

Egregio signor Magdi Allam,

in merito all'articolo del 5 marzo, le sarei grato se, dopo avermi coinvolto con una domanda retorica, volesse pubblicare la presente risposta.

Il comitato Nakba non ha proprio minacciato nessuno, ha semplicemente chiesto al Presidente della nostra Repubblica, che in base alla Costituzione rappresenta tutto il paese, di esimersi dal presenziare alla Fiera del Libro di Torino, e lo ha fatto pensando che le idee si possano esprimere senza essere puniti.
Quando Magdi Allam scrive: «C’è qualcuno in Italia che immagina di poter minacciare impunemente il capo dello Stato..», invita eventuali “punitori” ad intervenire ed auspica scenari da territori occupati; ma qui, nonostante il generale peggioramento su cui egli confida, siamo ancora in democrazia.
Infopal è una delle pochissime fonti di informazione sulla Palestina che, sfuggendo alla disinformazione controllata dai servizi del Mossad, consente di sapere quanto avviene realmente nei territori tra: “missili intelligenti”, “esecuzioni mirate”, “parlamentari arrestati e incarcerati senza nessun capo di imputazione” e cittadini palestinesi quotidianamente arrestati ed umiliati per indurli ad andarsene dalle loro case e dalla loro Patria. Qualcosa avevo già letto, ma sono anche, recentemente, stato in Israele e nei territori che Israele continua ad occupare, qui ho “clandestinamente” parlato con associazioni e partiti israeliani contrari ad uno stato religioso integralista e con numerose associazioni palestinesi, so di cosa parlo e non rinuncerò al dovere civico di denunciare le ingiustizie.
In merito alla Fiera del Libro, il Presidente farà quanto riterrà opportuno, ma conoscendo le posizioni di tutti gli attuali partiti credo proprio che, sbagliando, vi andrà.
Ma, se non sono i vari governi a tutelare la nostra sovranità ed il rispetto dei nostri principi costituzionali, è giusto che lo facciano i cittadini e le “sacche di resistenza umana e civile”, che si raccolgono attorno a movimenti ed associazioni.
Infopal ha fatto benissimo ad ospitare la dichiarazione del comitato Nakba,
come ha fatto e dovrà continuare a fare con prese di posizione ancor più ferme e indignate. La cosa più grave è che troppi giornalisti “embedded” non dicono agli italiani che c’è un governo, sulle rive del Mediterraneo, che non rispetta le risoluzioni ONU, che occupa militarmente territori di altri Stati (è l’unico stato al mondo senza confini), che pratica l’aparthaid razzista (finita persino in Sud Africa), che da anni compie efferate stragi.
Io credo che essere equidistanti tra aggredito ed aggressore (dopo ogni strage o assassinio che destano clamore, il Ministro D’Alema ora, e prima di lui, Fini, dichiarano “chiediamo alle due parti in conflitto di moderare i loro comportamenti”; siamo alla politica estera del bon ton) sia moralmente inaccettabile, ma aver ascoltato l'assordante silenzio dei parlamentari, sedicenti pacifisti, non violenti e/o di sinistra, così come quello dei loro ministri, sul boicottaggio a Gaza, sulla costruzione del muro, sull'accordo militare tra il Governo Italiano e quello Israeliano, mi ha aiutato a capire che questi partiti sono ormai irrecuperabili anche alla causa della nostra sovranità nazionale.

Sen. Fernando Rossi,
Per il Bene Comune.

www.movimentopoliticodeicittadini.it


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Conferenza stampa della lega degli scrittori giordani
Dibattito sul boicottaggio della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele
Fonte: Forum Palestina

LA LEGA DEGLI SCRITTORI IN GIORDANIA,CONVOCA UNA CONFERENZA STAMPA IL SABATO PER LANCIARE LA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DELLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO


EL DOSTUR 16/01/2006

IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE DELLA LEGA DEGLI SCRITTORI GIORDANI CONVOCA UNA CONFERENZA STAMPA ALLE 4 DEL POMERIGGIO DI SABATO, NELLA SUA SEDE AD ALWEBDAH.

LA CONFERENZA STAMPA RIGUARDA LA SCELTA DELLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO DI INVITARE ISRAELE COME OSPITE D’ONORE. SPIEGHEREMO LA NOSTRA POSIZIONE E IL PERCHÈ BOICOTTARE LA FIERA, FACENDO IN MODO CHE DIVENTI LA POSIZIONE DI TUTTE LE ISTITUZIONI LETTERARIE ARABE E DELLE CASE EDITRICI NEL MONDO ARABO, PER AFRONTARE LA SCELTA STRANA DEL COMITATO DELLA FIERA.

NEL CORSO DELLA CONFERENZA SPIEGHEREMO GUALI SONO I MECCANISMI DI BOICOTTAGGIO E COME AFRONTARE QUESTA SCELTA CHE E' IN CONTRADDIZIONE CON LO SPIRITO CULTURALE DELLA FIERA E TROVA OPPOSOTORI FRA SCRITTORI DA TANTI PARTI DEL MONDO COMPRESO TANTI SCRITTORI ITALIANI .






1 commento:

Anonimo ha detto...

Annotazione: anche in Francia (e sospetto in altri paesi europei) il festival del libro ha per quest'anno come ospite d'onore Israele. Ciò non deresponsabilizza gli organizzatori italiani; piuttosto segnala una tendenza generalizzata a dare ampio risalto a un paese, e a letteratura che per quel che conosco è peraltro parecchio nazional-identitaria (cosa sovente ritenuta "pornografica" altrove), e che peraltro non ha di certo grande bisogno d'esposizione mediatica, essendo ampiamente sostenuta dalle case editrici europee, per "ovvi motivi"; di certo più di quella egiziana (o per esempio palestinese o iraniana, o balcanica, o coreana, o fate voi).