martedì 4 marzo 2008

Chi distrugge chi? È ora di finirla con il tabù del diritto di Israele all’esistenza!

Versione 1.1

Siamo alla solita solfa stucchevole, irritante, idiota, terroristica nella misura in cui la domanda retorica presuppone una risposta obbligata: certo, è sacrosanto il diritto di Israele alla sua esistenza ed alla sua difesa, anche se ciò dovesse costare un nuovo “olocausto”, cioè il completamento del genocidio del popolo palestinese, come è stato autorevolmente annunciato. Dico scientemente completamento perché ritengo che un genocidio sia stato già consumato. Si tratta ora soltanto di consumarlo in modo che le vittime non possano più recare disturbo con i loro sempre più flebili lamenti. Il nostro mondo ipocrita ha bisogno di non vedere le tragedie compiute con la complicità dei governi e di tutti i poteri costituiti. L’Occidente democratico e liberatore ha sviluppato in sommo grado l’arte di rovesciare governi ed invadere paesi, chiamando ciò liberazione e democrazia. Evidentemente si sa bene che la democrazia è per l’appunto il regime dove si può spacciare ogni cosa per il suo contrario, incutendo timore e carcere – quando non basta la corruzione – ai pochi ancora capace di distinguere i colori secondo il loro giusto nome.

Ai «Corretti Informatori» ed a tutti gli accoliti di Israele provo a ricordare che non si sono mai posti il problema dell'esistenza di uno stato con riferimento all’Iraq, per la cui invasione e distruzione hanno persino prodotto falsi documenti di Intelligence. Lo stesso copione lo stanno ripetendo per l’Iran. Ed in pratica non esiste governo al mondo che abbia diritto ad esistere solo che ciò nuoccia o non sia gradito alla Israel lobby, ovunque dislocato con diritto sovrano. Questi campioni di moralismo e vittimismo hanno sempre tenacemente negato agli altri ciò che rivendicano per sè.

È illusorio, un insulto alla comune intelligenza, ritenere che una pace sarà mai possibile fra Israele e mondo arabo. Ponendo nell'anno 1948 l’inizio formale della guerra israeliano-palestinese, considerando l’età media dei palestinesi soggetti a genocidio, si può calcolare in almeno tre generazioni palestinesi la durata di una guerra senza fine:
di una guerra che secondo le comuni previsioni cesserà non solo con l’ultimo palestinese ucciso, ma con l’intero mondo arabo posto sotto il tallone statunitense-israeliano. Noi continuiamo a prenderci in giro con parole come diritti umani, pace, libertà, democrazia ed altre cose svuotate di senso, mentre il massacro continua inarrestabile sotto i nostri occhi.

Ed allora? Infrangiamo il tabù! No, signori Israele in quanto Stato non ha diritto di esistere in quanto costante pericolo per la pace. Se in nome della pace e in nome di un’atomica inesistente si è potuto cancellare l’Iraq e si pretende di fare lo stesso con l’Iran, allora lo stesso discorso dovrebbe valere a maggior ragione per Israele. Le modalità non spetta a me indicarle. Mai stato sulla terra è stato così contrario agli interessi della pace come quello di Israele: lo si è per giunta dotato di arsenale atomico! Senza battere ciglio! E senza scandalo.
Posso immaginare tutti quei territori governati da un Comitato Onu che disarmi tutti i contendenti, eviti e reprima la guerra civile, costringa TUTTI (arabi, ebrei, cristiani, altri) sotto una stessa legge ed in regime di assoluta parità di diritti e doveri. Solo allora e solo dopo che sarà votata una legge che imponga non la memoria, ma l’oblio e solo dopo almeno lo scorrere di una generazione, solo allora forse gli uomini di quelle martoriate terre potranno avere una pace e vivere in pace.

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