martedì 15 settembre 2009

Idola fori: 1. Shlomo Ben-Ami: «Palestina. La storia incompiuta. La tragedia arabo-israeliana» (2007).


Devo ad una raccomandazione di Sergio Romano, che è direttore della Collana, il non recente acquisto del libro di Ben-Ami, le cui prime pagine, anzi le prime righe, già mi urtano. Contrariamente a ciò che Romano pensa, io non credo di poter apprendere nulla di utile da questo libro e penso di perdere il mio tempo oltre che irritarmi. Tuttavia, ormai il libro l’ho acquistato ed è nella mia Biblioteca. Vi sono poi altre considerazioni da dover fare. Un libro, soprattutto in ambito storico-filosofico, è una rappresentazione della realtà, che non può prescindere dal suo interprete. Che Ben-Ami sia un sionista è cosa che lui stesso ammette. Del sionismo io non riesco ad avere nessuna valutazione positiva. Se il nazismo decisamente non gode oggi di buona stampa, e così il fascismo – e guai a professarsi nazisti o fascisti, cosa che del resto io non sono mai stato –, ebbene per me il sionismo è qualcosa di assai peggio di entrambi con buona pace del nostro presidente Napoletano, ex-comunista ora assistito da Consulenti sionisti. Non volendo avere speso inutilmente i miei pochi soldi, penso di dar vita ad una nuova rubrica che si affianca a quella intitolata “Freschi di stampa” dove parlo di libri recenti e recentissimi che acquisto perché li ritengo interessanti e tali da poter trarre da essi conoscenze condivisibili, oppure se non sono proprio recenti li chiamo “testi di studio” se conservano ancora intatta la loro validità e devono essere studiati per acquisire conoscenze necessarie.

Ma esistono anche libri che non si condividono, che contengono errori e che devono essere criticati e segnalati perché altri in buona fede non cadano in errore. Di questi libri una buona parte possono essere tranquillamente ignorati e non è neppure necessario che si conoscano e se ne parli. Altri invece richiedono attenzione ed è quasi necessario che se ne parli per varie ragioni. Innanzitutto perché trattano lo stesso argomento dei libri buoni con i quali si pongono spesso in urto e contrapposizione. Ad esempio, è uscito in America il libro dei due politologi americani Mearheimer e Walt sulla Israel lobby e la politica estera americana, che ha avuto subito un incredibile numero di traduzioni in tutte le lingue. Esce poi, anche in traduzione italiana, il libro di Dershowitz che con il titolo Processo ai nemici di Israele pretende, secondo un parrocchiano che non nomino, di aver “demolito” Mearheimer e Walt. Se ci si prende la briga di leggere dopo Mearheimer e Walt anche il libro di Dershowitz ci si accorge subito che al massimo si tratta di un libello con il quale gli stessi parrocchiani si vogliono illudere di aver trovato un loro campione che ha saputo dire il fatto suo ai due politologi, che però hanno prodotto un libro di ben diversa solidità, per nulla “demolito” dal libello diffamatorio ed insulso.

Si dice con un proverbio popolare “sentire l’altra campana”. Ed è cosa certamente saggia, evitando però di trovarsi con i timpani (e non solo quelli) rotti. Intitolo questa nuova serie: Idola fori, in omaggio a Bacone. Quello di Shlomo Ben-Ami non è il solo libro della mia biblioteca le cui tesi trovo criticabili e tali da doverne avere conoscenza. Li tirerò piano piano dallo scaffale, facendoli in qualche modo dialogare con quelli che in tutto o in parte condivido. Da questa serie escludo libri dei quali basta sfogliare qualche pagina per capire che non è il caso di perdere altro tempo. Ve ne sono poi altri irritanti dove occorre guastarsi il sangue leggendoli tutti per intero. Insomma, per farla breve farò delle recensioni anche dei libri che non condivivo dicendo perché e criticandoli più o meno aspramente.

Ritornando a Shlomo Ben-Ami, di cui sono appena alle prime pagine, apprezzo poco il fatto che si basi su fonti derivate. Non lo considero un libro di storia scritto da uno storico, ma un libro ideologico con cui il suo autore descrive – magari in forma sfumata e con graduazioni di giudizio – quella che già nel titolo è detta una “tragedia arabo-israelian”, ma che io leggo come una tragedia solo “araba” non riconoscendo nessun fondamento di legittimità alla parte israeliana. Giustamente, a mio avviso, Ilàn Pappe respinge l’uso del termine “conflitto” che rinvia ad una dualità. In realtà, vi è stato unicamente un processo di invasione coloniale, imperiale, razzista, genocida. Parlare di parti che si contrappongono in lotta significa schierarsi dalla parte dell’aggressore contro l’aggredito. È quello che mi sembra faccia già in partenza Shlomo Ben-Ami, pur senza il tono truculento di tanti altri suoi commilitoni sionisti. Ma in questo insidia, in questo buonismo, in questa apparente comprensione per la vittima che resta vittima, vi è una impostura maggiore.

Se ad ogni pagina che via via vado leggendo ritorno qui alla scrivania per fare la mia critica, non finirò mai di leggere il libro e ne verrò io scrivendo uno di dimensione maggiore, che però non vale il tempo investito e non procurerà a me gli stessi vantaggi, gli stessi onori, che Shlomo Ben-Ami ricava dal suo. Pertanto la mia ulteriore critica sarà selettiva e aggiungerò a questo post altre annotazioni, se mi parrà il caso e se ne avrò il tempo.

4 commenti:

Alessio ha detto...

Voglio scrivere questo mio messaggio affinchè sia chiaro a tutti i lettori che cosa sia veramente il sionismo. Si tratta di un'ideologia assai vicina al nazismo e si basa su questi punti fondamentali:
A)Gli ebrei sono una razza superiore ed eletta ed hanno il diritto e il dovere di fondare uno Stato etnico con il minor numero possibile di goym (non-ebrei), anzi, meglio se tale nazione sia esclusivamente ebraica.
B)La nazione ebraica ha il dovere (mission del sionismo)di colonizzare altri territori per diffondere violentemente la propria cultura a danno di altri popoli, che vengono sottoposti a pulizia etnica o a forme di apartheid.
Israele, infatti, applica praticamente tutte queste regole criminali, non esiste nessun governo israeliano che non si sia macchiato di crimini contro i palestinesi, il tutto condito da un'ipocrisia senza limiti.

Antonio Caracciolo ha detto...

Ho rifiutato un commento di Andrea che insiste. In questo caso pretende di far passare l’idea dei sionismo come un movimento irenico che semplicemnete vuol riportare gli ebrei in Palestina. Andrea non vuole mettersi in testa che la Palestina non era e non è una terra con gente, diciamo i moderni cananei, che aspettava/aspetta i moderni ebrei/sionisti per essere cacciata dalle sue case ed essere massacrata. La Bibbia può dire quel che vuole, ognuno la può interpretare come meglio crede, ma non può essere un titolo di legittimazione al massacro.

A questi sionisti proprio non entra nella zucca che i palestinesi sono degli esseri umani, non meglio degli ebrei appartenenti alla specie umana, e che non meno degli ebrei hanno diritto di vivere in pace nelle loro case e nei loro villaggi.

Il sionismo nella testa di Andrea può ben essere tutto quello che egli vuole o crede che sia, ma esistono cento e più anni di violenze e massacri commessi sulla pelle dei palestinesi. Noi soggetti terzi non possiamo lavarcene le mani e gli odierni ebrei, di Israele o della Diaspora, non possono pretendere la nostra complicità e copertura morale. Anche se credono di essere i più intelligenti del mondo, non possono infinocchiarsi al punto di non saper noi riconoscere l’evidenza:

in un paese storicamente chiamato Palestina sono venuti dal mare, in successive ondate immigratorie, i sionsisti o ebrei che dir si vogliano (ma altri ebrei dicono che il sionismo è il contrario del giudaismo: leggi Rabkin), sono venuti stranieri che hanno cacciato e massacrato gli indigeni. Si ripete il copione visto al cinema per gli indiani d’America, di cui alcuni fini cervelli sostengono esser loro destino venir massacrati dai bianchi.

È assolutamente plausibili che i palestinesi, di nazionalità araba e non imparentati con gli estinti indiani d’America, non ne vogliano sapere di venire massacrati ed esigano di poter ritornare nelle loro case, venendo risarciti e sottoponendo a processo i criminali che tanto osato in barba al mondo intero, che evidentemente suppongono al loro servizio.

Antonio Caracciolo ha detto...

Ripeto: questo è un foro di discussione moderato. Nessuno può richiedere a me di pubblicare commenti che trovo stupidi e provocatori. Andrea, insiste nelle sue provocazioni, anche stupide, direi. Tuttavia, oggi voglio perdere un poco di tempo e ripeto un concetto che Andrea, forse in malafede e con i consueti intenti provocatori, non sembra voglia capire. Mi esprimo in modo grottesco, sperando che almeno così Andrea sia messo nella condizione di dover capire.

Supponendo che Andrea, fornito di triplice cittadinanza (ebraica, italiana, israeliana) si rechi in Israele, partecipi a Piombo Fuso, ed ammazzi a più non posso chiunque gli capiti a tiro. Finita la vacanza, se ne ritorna in Italia, facendo uso del suo passaporto e della sua cittadinanza italiana, e magari pretenda da me che io gli sottoscrivi un bell’attestato di benemerenza.

Può chiedermi questo? Posso io concedergli ciò? E se lo facessi, non sarebbe come se io mi rendessi responsabile dei suoi crimini?

Io, nella mia posizione, nulla posso determinare sul piano fattuale di ciò che succede in Palestina. Se anche detesto il regime di Apartheid, se anche volessi abbattere il muro dell’apartheid e togliere tutti i posti di blocco, ne sarei del tutto impotente.

L’unica cosa che posso fare, e lo faccio, è di dire ad Andrea che lui non ha né può pretendere la mia complicità in ciò che lui da solo, o in intesa con altri, in senso proprio o in senso ideologico, ha fatto.

Andrea, se ardi di amor sionista, che vuoi da me? Cosa pretendi da me? Un applauso? Dirti che hai ragione? Hai sorvolato e continui a sorvolare su un quesito sostanziale: la pulizia etnica del 1948, cos' ben descritta dall‘ebreo Ilan Pappe. È come se da questo orecchio tu non ci sentissi. Ti assicuro che il libro – bada bene scritto da un ebreo come Pappe, ebreo come te, e per il quale io non ho nessuna avversione di principio salvo che io della religione giudaica proprio non accetto e non condivido nulla – è assolutamente documentato ed inoppugnabile. Parla di pulizia etnica, che è la stessa cosa di genocidio. Su un milione e mezzo di palestinesi ne sono stati cacciati, per non dire massacrati, ben 750,000. Bada bene: non sono scappati dalle loro case, perché si sentivano in pericolo. In buona parte sono stati spinti alla frontiera: sciò, via, andatevene e non ritornate più?

E allora che vuoi da me, tu che torni ad insistere girando sui problemi morali che io ti pongo? Poco importa se è una tua personale caratteristica quella di sottrarti alla responsabilità morale, o se è una caratteristica di specie.

Io qui ho solo posto problemi di carattere generale. Questa tua insistenza poco mi turba, salvo richiedermi una certa pazienza. Devo ancora dire che nelle varie fasi del mio monitoraggio non trovo poi tutta questa intelligenza, superiore intelligenza che viene attribuita agli ebrei in quanto tali.

Forse cambierà musica quando passerò ad analizzare le opere di quei filosofi ebrei che vengono ritenuti maggiormente rappresentativi di talune posizioni.

Perché ti ostini a frequentare questo blog? Io non ricavo nessun vantaggio dal numero, grande o piccolo dei visitatori. Questo non è un avviamento commerciale che si avvale del numero degli avventori.

Se hai critiche serie, posso avere tutto l’interesse ad analizzarle. Ma vedo solo provocazione, non attitudine al ragionamento, forse disonestà consapevole. Quasi che tu volessi farmi pronunciare qualcuno di quegli insulti o quelle espressioni che poi fanno scattare il solito tam-tam dell’antisemitismo, dell’odio, bla bla. Mi chiedo se non lo facciate apposta e non vi siete messi d‘accordo? Forse che vi paga il governo israeliano a questo scopo? I soldi certamente non gli mancano per queste ed altre cose.

Naturalmente, la mia è una congettura...

Beh, basta!

Gianluca ha detto...

Salve,
vorrei segnalare un importante evento, informativo soprattutto, che si terrà a Torino il 18 Settembre, trasmesso in diretta web anche in inglese.

Saluti.

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ROMPIAMO L'ASSEDIO AI DIRITTI DEI PALESTINESI

Organizzato dal movimento PER IL BENE COMUNE

* ore 21:

Proiezione video realizzato durante la Carovana della Speranza entrata in Gaza nel mese di maggio '09.


Collegamento con la città assediata di Gaza, da cui parleranno Vittorio Arrigoni della Ong I.S.M. ed il Ministro Osama Al-Esawi.

* ore 22:

Interventi di
Elvio Arancio, coordinamento PBC;
Gianni Flamini, scrittore e giornalista;
Mohammad Hannoun, Presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia;
Gerry MacLochlainn, del Sinn Fèin, vice capo della carovana europea;
sen. Franco Turigliatto, di Sinistra Critica;

Presiede Monia Benini, Presidente PBC


Ospiti d'onore i componenti della delegazione italiana che ha partecipato alla Carovana della Speranza per Gaza. Sarà in distribuzione un DVD con il filmato sulla Carovana e il materiale documentario che verrà utilizzato da un comitato internazionale di giuristi per portare il governo e l'esercito israeliani di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia.

http://www.perilbenecomune.org/index.php?mod=blabla&menu_id=&news_id=166&myaction=read_news