sabato 7 giugno 2008

Giornalisti: 6. Filippo Facci bersagliato per aver detto la verità.


Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Aloni - Arbour - Barghouti - Blondet - Burg - Caio - Cardini - Carter - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Gideon Levy - Moore -Morgantini - Odifreddi - Oz - Paci Pannella - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vanunu - Vattimo -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio»
(Mearsheimer e Walt, La Israel Lobby, cit., 4).
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Colombo - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Santus - Volli

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Di Filippo Facci ho la conoscenza prodotta in me dalle sue apparizioni televisive e dalle sue prese di posizioni: niente di più distante. Non mi è riuscito simpatico, se mi è lecito dirlo. Magari le prime impressionano, ma la mia prima impressione non è stata positiva. Per aver partecipato alle iniziative di Beppe Grillo mando a lui un saluto grillino, il cui testo non è mio: un “giornalista” davvero spregevole. È anche probabile che Filippo Facci stia facendo del sensazionalismo e non si renda conto della serietà e dei pericoli del momento. Ciò tuttavia non mi impedisce di aprire su di lui una sceda di osservazione. Sono schede pubbliche di studio che si avvalgono di dati pubblici, attinti dalla rete ed in particolare dallo stesso archivio di «Informazione Corretta», di cui non ho ancora compreso i collegamenti organici con altre organizzazioni in italia e all’estero.

Versione 1.6
Status: 30.6.08
Sommario: 1. Fiamma Nirenstein rappresentante di Israele, non del popolo italiano. – 2. Boccuccia di Rosa non poteva mancare. – 3. Una risposta da Facci. – 4. I nodi vengono al pettine. – 5. Un curioso impasto. – 6. I toni civili di «Informazione Corretta». – 7. The Israeli ‘settler’ serving in Italys’ parliament. – 8. Lettera di Facci a IC che replica. Ricomparsa del termine parafascista. – 9. Alla scuola del Mossad.

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1. Fiamma Nirensten rappresentante di Israele, non del popolo italiano. – Dalle pagine stesse del “Riformista”, dove evidentemente Antonio Polito pensa in questo modo di celare meglio il suo sostanziale sionismo senza se e senza ma, consentendo qualche voce diversa. Può perfino darsi che Filippo Facci abbia concordato il tutto con il direttore Polito: ci si può aspettare di tutto. Fatto sta che ha detto una verità chiara come il sole: che Fiamma Nirenstein stia nel parlamento italiano per rappresentare Israele e per dare rassicurazioni alla Israel lobby. Ecco testualmente il brano sensazionalistico dove Filippo Facci dice una volta tanto la verità:

…E dovrei capire che il rischio è quello di accreditare l'antisionismo imbecille degli anti-imperialisti decerebrati, Ahmadinejad eccetera: e tutto può essere. Ma sono anche stanco, per colpa dell'opinione di Ahmadinejad, di dover rinunciare ad averne un'opinione mia: magari addirittura articolata. Sono stanco che ogni discussione su Israele entro dieci parole debba assumere una valenza meta-storica. Non ho trovato grottesca la candidatura di Fiamma Nirenstein al Parlamento italiano, ma trovo grottesca la maniera in cui si sta configurando il suo mandato: di fatto è la rappresentante di un paese che non è quello che l'ha eletta.
Trovo umiliante che lo spazio sconsiderato dedicato ai deliri di Ahmadinejad (un signore che non sta per invadere Israele né sta per cancellare niente da nessuna mappa) abbia contribuito a non far uscire neppure una riga circa il diciannovesimo anniversario della strage di Tienanmen, la cui esistenza è ancor oggi negata dal regime cinese ma senza che la circostanza abbia impedito di stringere mani e presenziare a fondamentali convivi durante i vertici Fao…
Almeno si abbia il pudore di riconoscerlo e non si pretenda di prendere i fondelli gli italiani. Madonna Fiammetta ha addirittura scritto un libercolo, dove tediandoci a morte con sua nonna Rosina pretende infine di imporci il suo «Israele siamo noi»: parla per te e tua nonna Rosina! I tempi non potevano essere più tristi. Staremo a vedere se ci porteranno il paradiso in terra o la tragedia apocalittica. L’altra verità scoperchiata in casa sionista da Filippo Facci è che in realtà Ahmadinejad non ha minacciato Israele. Il senso del discorso del presidente iraniano – meno male che qualcuno dice quello che gli altri tacciono – è totalmente travisato da quanti vogliono una nuova guerra che completi il disegno strategico già attuato con la guerra all’Afghanistan e all’Iraq. Se non si aggiunge alla serie anche l’Iran, gli strateghi sionisti statunitensi avrebbero fatto un regalo ad Ahmadinejag consegnandogli l’egemonia in tutto il Medio Oriente. Una situazione addirittura peggiore di quella in cui si poteva far scannare gli arabi fra di loro secondo la vecchia massima divide et impera. Le operazioni mediatiche di copertura di una politica imperiale sono possibili perché la quasi totalità del popolo italiano è impegnato a raggiungere l’ultima settimana del mese. Se ne accorgerà quando “dieci, cento, mille Nassiriya” ci restuiranno le bare di figli, parenti, amici. Allora ci si interrogherà seriamente come il padre del soldato che ci ha rimesso il piede in Afghanistan: ma cosa era andato a fare lì?

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2. Boccuccia di Rosa non poteva mancare. – Il tiro a piccione a Filippo Facci non poteva mancare. Ci ha pensato prontamente Deborah Fait con la volgarità sionista che la contraddistingue. Forse ciò che maggiormente li disturba è che un Filippo che per costituzione genetica è più omogeneo al sionismo non abbia capito quale musica possa e debba suonare. È un caso di mancata Gleichschaltung, di mancato “allineamento” alla linea politico-editoriale di «Informazione Corretta», di Radio radicale, dell’«Opinione» di Arturo Diaconale, del «Foglio» di Ferrara, del «Velino», dell’«Occidentale», di «Magna Carta», del «Riformista», per citare gli organi più evidenti del sionismo e della Israel Lobby italiana. Non so quali siano i rapporti di Facci con il «Riformista»: sembrerebbe un “precario” o una “partecipazione straordinaria”. Ci pensa a ricordarglielo Fiamma Nirenstein, che non può smentire proprio un bel nulla ma solo confermare la sua faccia tosta, anche piuttosto stancante.

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3. Una risposta da Facci. – Ho ricevuto da Filippo Facci una risposta allarmante che rivela seri pericoli per le nostre libertà. In genere i giornalistii non rispondono ai Blegger. In questo caso, devo esser grato a Filippo Facci per la sua attenzione. Non posso dire lo stesso per Antonio Polito che ho visto un po perplesso quando mi ha riconosciuto in primissima fila alla serata capitolina con Riccardo Pacifici, Fiamma Nirenstein, Furio Colombo e tanti altri. Ho contestato a Polito in alcune occasioni il sionismo della testata “Il Riformista”, da lui diretta. Per questa ragione mi è parso strano che sul suo quoidiano consentisse una voce dissonante come quella di Facci a proposito di Nirenstein. Poiché a differenza di altri “sionisti” o “filoisraeliani” (come forse lui preferisce essere denominato) Polito è capace di una certa liberalità di cui sono totalmente incapaci altri personaggi dello stesso ambiente da me studiati. Ad esempio, stessa serata capitolina, quasi a conclusione, Polito ha ripreso e confutato un orribile Dimitri Buffa che attaccava in modo aperto Sergio Romano, tirando fuori interessi petroliferi e simili. Prontamente Politico ha difeso l’ambasciatore dicendo che non intendeva avallare liste di proscrizione e che Sergio Romano era per lui libero di scrivere quello che voleva. Insomma, Polito non è Pezzana. Per questa ragione non mi è riuscito chiaro l'articolo di Facci su un quotidiano diretto da Polito. Per questo ho ipotizzato di un possibile concordanza del dissenso con Facci. Io non sono addentro al modo come si fanno i giornali. Vi scrivo sopra raramente. Non ho però inteso recare offesa a Facci ipotizzando per giunto sulla rete una possibile intesa redazione con Polito. Peraltro, trattandosi qui non di scrittura cartacea, ma di testi perennemente in progress ho ritirato e cancellato questa parte. Altra cosa, pure ritirata, ma che ha suscitato pericolosi equivoci è stato l’uso aggettivale di "genetico” che fa pensare a DNA, razza e simili. Magari mi sarà sfuggito un termine improprio quando malfamato, ma dal contesto avrebbe dovuto esser chiaro che lo uso nel senso nietzscheano di genealogia nella formazione dei giudizi morali, di genealogia delle idee, della politica e simili. Certamente non in un senso razziale e razzista che mi è stata sempre estraneo.

Premesso ciò, informo i miei lettori di aver ricevuto questa mattina una lettera privata con allegato un articolo apparso pochi giorni fa e sfuggito al mio monitoraggio, o meglio essendo io gravato da importanti scadenze di lavoro e non avendo il tempo per occuparmi della cosa, peraltro attività volontaria e non istituzionale. Non riporto la lettera privata di Facci alla quale ho subito risposto con una lettera egualmente privata. Riporto invece l’articolo che è già pubblico ed è il seguente, dove la parte in corsivo è un mio personale commento:
Non sono disposto a farmi dare del fascista da Fiamma Nirenstein e del sostanziale antisemita da Furio Colombo: penso che se ne dovrebbero vergognare, e penso che il loro modo di ragionare sia culturalmente regredito e ricattatorio. Fiamma Nirennstein, in sostanza, ha detto che la mia critica è fascista, superficiale nonché una concausa del fatto che vogliano presumibilmente ammazzarla.
[E chi la vorrebbe ammazzare? Non certo chi ha tutto il diritto di criticarla! Se è concesso scherzare su queste cose, non ho mai pensato che Fiamma Nirenstein meriti il martirio. Funziona troppo bene come un monumento al ridicolo e come prova vivente della faziosità negativa. È un ottimo esempio vivente di ciò che non si deve essere a prescindere da qualunque opzione politica si abbia. Se Fiamma allude non agli italiani, ma ai suoi critici palestinesi, cioè che vivono in zona di guerra guerreggiata ed insaguinato da più di cento anni, ritengo che l’incolumità di Fiamma Nirenstein sia il migliore sostegno della causa palestinese. Non vi è spirito libero che non sappia comprendere la falsità della propaganda sionista di Fiamma Nirenstein e quindi passare dall’altra parte. Il dissenso che Fiamma Nirenstein suscita e attira è di gran lunga superiore al consenso che possa guadagnare alla causa sionista.]
Ecco: si può accettare una cosa del genere? Con quale leggerezza, con quale arroganza si possono dire cose del genere? Si può - e se lo chiede uno che certo non ci va piano - usare le parole in questo modo? E' consentito l'essere esentati da eserciti altrui, guerre interiori o effettive altrui, rilasci sbrigativi di patenti non richieste?
Peraltro: non è proprio, questa, la dimostrazione dell'impossibilità di sfumature ogni volta che in Italia si parla d'Israele? Peraltro è arrivato anche Furio Colombo. Sull'Unità dell'8 giugno, nel sermone scalfariano della domenica, ha sganciato: «E pensare che Filippo Facci era giunto a scrivere su Il Giornale che Fiamma Nirenstein non può parlare a nome dell'Italia sulla questione di Israele perché è ebrea».
A parte che era il Riformista e non Il Giornale, ecco che cos'è diventato quel che volevo dire: è un'ebrea e deve stare zitta. E la gente legge. Ecco, non avete neppure idea di quanto io non ci stia, a questo gioco. Ma non ricadrò nello stesso errore (storizzabile anche quello) di Fiamma Nirenstein: ossia la generalizzazione, laddove ogni generalizzazione suscita prima o poi risposta radicali e controproducenti.
Seguito a stringere il miodiritto di critica, per ora, e lo ripeto: devono vergognarsi. Non sono disposto a farmi dare del fascista da Fiamma Nirenstein e del sostanziale antisemita da Furio Colombo: penso che se ne dovrebbero vergognare, e penso che il loro modo di ragionare sia culturalmente regredito e ricattatorio.
Fiamma Nirennstein, in sostanza, ha detto che la mia critica è fascista, superficiale nonchè una concausa del fatto che vogliano presumibilmente ammazzarla. Ecco: si può accettare una cosa del genere? Con quale leggerezza, con quale arroganza si possono dire cose del genere? Si può - e se lo chiede uno che certo non ci va piano - usare le parole in questo modo? E' consentito l'essere esentati da eserciti altrui, guerre interiori o effettive altrui, rilasci sbrigativi di patenti non richieste? Peraltro: non è proprio, questa, la dimostrazione dell'impossibilità di sfumature ogni volta che in Italia si parla d'Israele?
Peraltro è arrivato anche Furio Colombo. Sull'Unità dell'8 giugno, nel sermone scalfariano della domenica, ha sganciato: «E pensare che Filippo Facci era giunto a scrivere su Il Giornale che Fiamma Nirenstein non può parlare a nome dell'Italia sulla questione di Israele perché è ebrea». A parte che era il Riformista e non Il Giornale, ecco che cos'è diventato quel che volevo dire: è un'ebrea e deve stare zitta. E la gente legge.
Ecco, non avete neppure idea di quanto io non ci stia, a questo gioco. Ma non ricadrò nello stesso errore (storizzabile anche quello) di Fiamma Nirenstein: ossia la generalizzazione, laddove ogni generalizzazione suscita prima o poi risposta radicali e controproducenti. Seguito a stringere il mio diritto di critica, per ora, e lo ripeto: devono vergognarsi.
Si tratta di una denuncia grave, dove la mia simpatia/antipatia personale per Facci è cosa del tutto secondaria. Integrerò nei prossimi giorni i testi citati da Facci, da me non ancora letti. Facci parla di Furio Colombo. Ecco: se avessi avuto facoltà di replica alla serata capitolina organizzata da Polito e Pacifici, avrei obiettato a Furio Colombo che aveva detto una serie di... cazzate una più grossa dell’altra. Ad esempio, quando stabiliva una connessione diretta fra l’emanazione delle leggi razziali e le porte di Auschwitz evidentemente ignorava o sottavalutava il fatto che il primo rastrellamento di ebrei in Italia si verificava dopo l’8 settembre, cioè quando il fascismo non era più al potere. Le leggi razziali hanno poi avuto una ridotta applizazione solo in ambito universitario. Mi sembra poi decisamente non condivisibile il giudizio che il fascismo, esercitando la sua influenza sul nazismo, avrebbe potuto contrastare la politica razziale nazista. Furio Colombo è a mio avviso uno dei principali responsabili dellla demonizzazione del dissenso e della diversa valutazione critica dei momenti essenziali della storia del Novecento. Ciò è barbarie non meno grave di quella attribuita a fascismo e nazismo messi insieme. Fu Colombo ad aver fatto passare la legge sulla Giornata della Memoria che ha effetti nefasti sulla formazione delle giovani generazioni e nei rapporti fra i cittadini. Il solo ad pporsi in parlamento, se non erro, fu il filosofo Lucio Colletti, parlamentare di FI. Tutte queste cose avrei voluto dirle in faccia a Furio Colombo, acchiapandolo per un braccio e portandolo in un angolo, Ma mi avrebbero subito arrestato. È questa la libertà di parola di un comune cittadino davanti ai politici della Casta. Si ha soltanto la libertà di applaudire ed abbassare la testa. Insomma, il momento è grave. Per quanto posso esprimo la mia piena solidarietà a Filippo Facci, al di là della mia simpatia per Beppe Grillo invece antipatico a Facci. Nei prossimi giorni, sentito ancora Facci, lancerò un allarme alla Societas “Civium Libertas”.

4. I nodi vengono al pettine. – Non ci voleva molto per sapere quali sarebbero state le attività parlamentari di Fiamma Nirenstein, messa in lista non dal popolo italiano ma da chi ha formato le liste non lasciando agli elettori altra scelta che l’elenco numerico ordinale dei candidati: prendere o lasciare. Ma anche se ci si fosse astenuti in amplissimo numero il risultato sarebbe stato identitico. Chi ha formato le liste lo ha fatto secondo suoi criteri di opportunità e di convenienza, assolutamente non trasparenti e segrete agli elettori. Può parlarsi di colpo di stato allo stesso modo in cui Bush dopo l’11 settembre ha avocato a se i poteri che la costituzione conferiva al Congresso, la cui stessa composizione è già gravemente condizionata dalle note Lobby. Giornalisti come Facci hanno il coraggio di dire ciò che hanno sanno ma tacciono. È del tutto normale e prevedibile che la Lobby, la cui espressione più faziosa e volgare la si trova nel gruppo dell’omosessuale Pezzana, più adatto a tenere l’apposita rubrica del FUORI in onda su Radio radicale. Mi sono ignote le sue vicende e non mi interessano più del necessario, ma noto con piacere che altri rassegne stampe della comunità ebraica non hanno lo stesso grado di virulenza della sedicente «Informazione Corretta». È difficile far capire a chi è stato messo in parlamento senza venire eletto, cioè scelto fra candidati possibili di una stessa lista, che il parlamento italiano non è una succursale della Knesset e che l’Italia non è una colonia oltre che degli Stati Uniti anche di Israele. Bisogna però resistere resistere resistere, come ebbi a dire anche don Baget Bozzo in altra occasione.

5. Un curioso impasto. – Sto per uscire ed ho appena dato un’occhiata a IC che ormai non può più scampare al mio monitoraggio. A prima vista trovo curiosa la triangolazione Lettore-IC-Giornale. Faccio fatica a capire chi scrive a chi e chi risponde a chi. Offro intanto il link ai lettori di «Civium Libertas» e mi riservo in una successiva seduta la filologia dei testi. È evidente il tentativo di chiudere la bocca a Filippo Facci e trovo alquanto curioso il paventato rischio per l’incolumità di Fiamma Nirenstein, quasi che costei non sia lei stessa un pericolo per se stessa con la sua quotidiana pratica della provocazione. In Italia, non mi pare che esistano dei precedenti, ch’io ricordi. In Palestina, in Iraq, altrove sono all’ordine del giorno. In Italia è più facile che a commettere abusi e violazione dei diritti costituzionalmente garantiti siano agenti della CIA e del Mossad, che rapiscono cittadini che dovrebbero essere protetti dalle nostre leggi. Ormai il nostro territorio è soggetto non solo alle incursione dei servizi Usa, ma anche a quelle del Mossad e dei suoi agenti. A dover temere qualcosa in Italia non è una Fiamma Nirenstein, ma chi osa muovere loro delle critiche. Ne è un puntuale esempio la pretesa di censurare Filippo Facci perché sul “Giornale” e sul “Riformista” ha osato criticare Fiamma Nirensten. Per non parlare di tutti i siti che con vera e propria attività delatoria vengono ogni giorno minazziati di chiusura. Ma ciò che è esisarante è la pretesa “pratica civile” di IC. Ne diamo concreti esempi nel prossimo paragrafo.

6. I toni civili di «Informazione Corretta». – Confesso di essere un lettore costante di «Informazione Corretta». La cosa mi procura un costante rimprovero da parte di amici e collega. Si tratta a loro avviso di un’attività futile ed indegno, un’assoluta perdita di tempo. E devo ammettere che possono aver ragione ed anche li ringrazio del loro avvertimento. Non insisto però ora sui motivi per i quali continuo a perdere il mio tempo. Riporto questo incredibile brano tratto dal link:

Gentile amico, perché definisce “dividerci” un'opinione diversa dalla sua? discutere, senza insultare o denigrare il prossimo, è una pratica civile alla quale teniamo molto. Non entrare in merito solo perché un certo giornale può essere vicino alle proprie posizioni politiche, può diventare autocensura. Quello di Facci non è un infortunio, sta diventando un'abitudine, sia sul Giornale che su altri (ad es. il Riformista), appena può scrive su Fiamma Nirenstein falsità che possono diventare un pericolo per la sua incolumità fisica. Fiamma gira da anni con la scorta dopo le minacce alla sua vita ricevute dall’ «ufficio» romano dell’OLP. Per questo le falsità di Facci sono ancora più odiose. E, ci permetta, non capiamo perché il Giornale le pubblichi. Perché non ne chiede il motivo al direttore Mario Giordano?
un saluto cordiale,
IC redazione

Riporto qui di seguito un florilegio dei “toni civili” che caratterizzano la la redazione di Informazione Corretta, la cui composizione nominativa si ritrova navigando all’interno del sito. Incomincio con esempi tratti dall’ordinaria scrittura di Deborah Fait da me battezzato Boccuccia di Rosa.


Esempi
di civili commenti firmati

1° esempio, dove Boccuccia di Rosa si rivolge civilmente ad altri ebrei e suoi concittadini israeliani, colpevoli di non avere la sua stessa eletta visione della politica interna, internazionale, della storia:
Sinceramente mi sono stufata di questi ebrei antisemiti che nascono come funghi tra gli intellettuali che sentono odore di soldi. Ne avevamo gia' un numero sufficiente, dagli ebrei israeliani comunisti, traditori, venduti, boicottatori, odiatori del loro paese agli ebrei della Gola' , altrettanto comunisti, traditori, venduti, calunniatori... [etc. etc. in un crescendo di volgarità e “civile” faziosità]
2° esempio,

Esempi
di civili commenti redazionali anonimi

1° esempio, dove la giornalista Barbara Spinelli è trattata con grande gentile, per non non essere riuscita ad attingere una verità evidente ai Corretti Lapidatori:
Una Barbara Spinelli scatenata, quella che scrive oggi, 08/06/2008, a pag. 1-34, sulla STAMPA l'abituale editoriale domenicale. Il titolo è " Il candidato meticcio", Obama naturalmente, come se l'esserlo fosse di per sè una qualità e quindi un vantaggio. Neanche la visione di un Mugabe, tra i criminali sulla terra oggi tra i più grandi, fermerebbe lo sfrenato terzomondismo della Spinelli. A leggerla si perdono alcuni minuti che potrebbero essere dedicati a migliore lettura,
[e che dovrei dire io che sto perdendo tanto tempo nell’Eletto Letamaio di «Informazione Corretta»?]
eppure la proponiamo ugualmente ai nostri lettori perchè la sua predica domenicale, sul giornale della Fiat, aiuta a capire in che mondo viviamo.
[Appunto! In mondo dove esiste anche Angelo Pezzana! O chi altrimenti scrive questi Eletti Commenti.]
(segue)

7. The Israeli ‘settler’ serving in Italy’s parliament. – Ho aperto un link sull’articolo appena segnalato da un lettore. Chi ha sufficiente conoscenza dell’inglese può leggerlo direttamente. Per una traduzione italiana del testo spero si offra qualche volontario., sempre che non si pongano problemi di copyright. Io al momento sono impegnato altrimenti. Si puà fare comunque un commento sul testo inglese. Sull’argomento vi sono però già alcuni blog che ne trattano. Offro l’elenco con riserva di intervenire sul dibattito, appena ne avro il tempo e l’estrO. su SanPolo 2035 del 18 aprile 2008: Roma e Gerusalemme. Fiamma Nirenstein e la destra italiana. Notizio su Gilo, risalenti all’anno 2000, si trovano qui nel contesto di una “battaglia alla periferia di Gerusalemme”, in un articolo del Corriere della Sera. Era ancora vivo Arafat. Si legge fra l’altro: «…il quartiere ebraico di Gilo, alla periferia orientale di Gerusalemme occupata e annessa dopo la guerra del 1967...».

Mi aiuti chi vuole e può a commentare le notizie di cui nell’articolo di Haaretz che leggo occupazione e l’altro. Non vorrei prendere qualche abbaglio con il mio inglese scolastico. Il quartiere di Gilo è considerato ufficialmente dall’Onu un settlement, cioè un insediamento illegale. Forse per questo non costituisce in Israele un collegio elettorale. Ironizza il giornalista scrivendo che il primo “colono” eletto in parlamento si trova non alla Knesset, ma al parlamento italiano! Grazie a Fini o a Chicchitto, che avendo messo in lista Fiamma Nirenstein, si sono mostrati di larghe ed avanzate vedute. Dal parlamento italiano Fiamma Nirenstein potrà rappresentare ciò che non sarebbe stato possibile neppure in Israele. Altro che Gilo come Monteverde. Fino a prova contraria Monteverde è sempre stato territorio italiano.

(segue)

8. Lettera di Facci a IC che replica. Ricomparsa del termine “parafascista”. – Segnalo appena il link, ma devo subito uscire per andare all’aeroporto. Ricordo qui di corso che il termine "parafascista” era stato usato da Piergiorgio Odifreddi per definire l’attività di «Informazione Corretta», chiamando poi “collaborazionista” un suo “redattore”. Ne è seguita una discesa in campo del rabbinato italiano. Adesso curiosamente i Corretti Lapidatori usano questo termine, dopo averlo incamerato, nei confronti di Filippo Facci. Per capire il ruolo di IC bisogna ricordare i passi di Mearsheimer e Walt sul controllo ed il condizionamente del sistema dell’informazione. Bisogna poi fare un piccolo sforzo di immaginazione e interrogarsi sulla situazione italiana. Esite un serio pericolo per il nostro sistema democratico e non bisogno abbassare la guardia.

È quasi fisicamente visibile la gioia dei «Corretti Lapidatori» per aver ottenuto un intervento di Filippo Facci, forse provocato da chi ha segnalato al giornalista l’esistenza della loro agenzia lobbistica. Sembra evidente che vogliano giocare sull’esasperazione di quanti attaccano sistematicamente con la loro tecnica sionista. I loro argomenti valgono poco più di zero, considerando che il solo titolo di legittimità che riconoscono all’ONU è quello meno difendibile: il loro riconoscimento come stato nel 1948. Dopo di allora l’ONU ha costantemente condannato israele, per ripetute violazioni dei diritti umani. Che L’Onu non riconosca Gerusalemme come capitale di Israele è un argomento contro Israele, non ha favore. Il fatto della doppia fedeltà importa poco a chi risalga, se al fascismo o meno. È un fatto che Fiamma Nirenstein in parlamento è un agente lobbistico di Israele: non ci vuole molto intelligenza a capirlo. Costei rappresenta l’Italia quanto io posso rappresentare Israele stesso o qualsiasi altro stato del mondo. Il quartiere in questione resta quello definito dall’Onu: un insediamento illegale. Il fatto che un parlamentare della Repubblica italiana abbia residenza in un simile quartiere delegittima il parlamento italiano e lo pone in una pessima luce sotto il profilo internazionale, ammesso che in epoca imperiale esista ancora un concetto di comunità internazionale.

Angelo Pezzana – se è lei a firmare il pezzo, ed anche l’anonimato fa parte della strategia parafascista o sionista – crede di poter prendere per i fondelli Filippo Facci, che non è uno sprovveduto e che se volesse potrebbe non poco dare filo da torcere ai sionisti nostrani. Sembra di essere all’asilo di infanzia. È come se facendo un sberleffo i «Corretti Lapidatori» dicessero a Facci ed agli altri che seguono la vicena che madonna Fiammetta è a tutti gli effetti cittadina italiana, pur essendo quella che sappiamo senza ombra di dubbio veruno. E tutti gli altri cittadini residenti in Italia e forniti di una sola nazionalità e fedeltà? Dei pirla? Degli esquimesi? dei Coreani? Sono meno italiani di madonna Fiammetta o degli estensori di IC? Si pone un problema squisitamente politico di “concittadinanza” e di “patto di unione”. Volendo parlare in chiave personale: cosa mi unisce a Fiamma Nirenstein? La nostra costituzione recita chiaramente che l’Italia ripudia la guerra. Questa divieto costituzionale è stato aggirato ed è chiaro che si tenta di portarci in guerra contro l’Iran su istigazione ed ad esclusivo interesse di Israele, che con azione lobbistica è perfino riuscito a collocare suoi agenti nel nostro parlamento. Pauca intelligentibus!

9. Alla scuola del Mossad. – Se si va al link si trova una informativa di «Informazione Corretta». Temevo che Filippo Facci avesse scritto una nuova lettera alla redazione di Pezzana. Sarebbe un errore ed un’ingenuità credere possibile un “dialogo” con costoro. Si tratta invece di una frase di Facci estrapolato da un testo del 2003. Manca perfino il contesto. Un’operazione assolutamente scorretta degna dell’Inquisizione spagnola. Senza andare lontano nei secoli, in Francia, Edgar Morin ha vinto la sua causa in cassazione perché i suoi delatori lo avevano denunciato isolando una frase da tutto il contesto. Negli archivi stessi di IC si trovano non pochi casi simili. Qualcuno di essi è stato qui documentato: il piccolo e grande Satana usato in un ampio e detto contesto. Vedi. Con Facci si procede allo stesso modo, isolando una sua frase dove la sua “non simpatia” per Israele è chiaramente intesa come un peccato originale, che esclude dal resto dell’umanità: extra ecclesia nulla salus!
(segue)

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Direttore,
ogni tanto seguo questo blog ,apprezzo per esempio la solidarietà ad Ahmadinejad , brutalizzato dalla stampa Italiana(la stessa cosa la si può dire per Almirante, qui bisogna chieder il permesso per ricordare la sua figura a sua maestà pacifici e fiano) ma non riesco a capire questo intervento.
Che significa polito deve celare il suo sionismo, come ,da chi, quando , perchè???se poi le posizioni di polito le conosciamo benissimo e il suo giornale non lo legge nessuno.
Perchè una persona per dire la palese verita dovrebbe accordarsi o chieder il permesso a qualcuno???
(evidentemente succede così alla Sapienza per parlare delle foibe ,quella degli Israeliani non fu l unica operazione di pulizia etnica, bisogna chieder il permesso ai violenti della sinistra (anche al Papa successe così, anche se lei non è d accordo))
che significa Filippo che per costituzione genetica è più omogeneo al sionismo ?? per costituzione genetica??
Mi sembra che lei sia caduto nel sensazionalismo, per esempio in quello di Beppe Grillo.
Mi sembra abbia ragione il Giornalista Facci ""Trovo umiliante che lo spazio sconsiderato dedicato ai deliri di Ahmadinejad (un signore che non sta per invadere Israele né sta per cancellare niente da nessuna mappa) abbia contribuito a non far uscire neppure una riga circa il diciannovesimo anniversario della strage di Tienanmen, la cui esistenza è ancor oggi negata dal regime cinese ma senza che la circostanza abbia impedito di stringere mani e presenziare a fondamentali convivi durante i vertici Fao…""
uno studente

Antonio Caracciolo ha detto...

Pubblico volentieri il suo commento dopo averlo appena scorso con gli occhi. Mi sembra che lei mi ponga anche delle questioni alle quali cerco di rispondere leggendo attentamente il testo, isolando appunto le domande e non sviluppando altri punti che sono sue considerazioni e non fanno parte della domanda.

a)Lei mi chiede se Polito "deve celare" il suo sionismo?
Qui sono io che non capisco il "deve"? Lo deve di fronte a me? E le sembra che sia io a voler rimproverare o limitare Polito per qualche cosa?

- Io mi sto limitando a studiare posizioni altrui. Lei dice: "conosciamo benissimo”. La invidio. Io "non conosco benissimo" nulla e devo apprendere e studiare ogni cosa, anche quelle più evidenti. E nel fare ciò sono io a correre qualche pericolo, non Polito. Dagni amici di Polito (i "sionisti") sono stato pesantemente e gravemente attaccato per la sola ed unica grave colpa di voler capire le cose senza dover accettare acriticamente le verità sancite, acclarate ed autorizzate dal Pacifici come categoria eponima.

Quindi, non sono io che sto contestando a Polito ed altro le sue posizioni. Figuriamoci. Me ne sto semplicemente difendendo nella misura in cui si pretende che debbano essere la mia Verità di Fede. Vi è poi in simile atteggiamento una questione alquanto complessa che chiamo guerra ideologica, preparazione dell'opinione pubblica ad una guerra contro l'Iran che si teme imminente. La stessa cosa che successe per l’Iraq.

b) Il qualcuno di cui parla ed a cui si dovrebbe chiedere il permesso sarei io?
- Se è così, deve risponderle che sbaglia completamente la prospettiva.

- Il riferimento alla Sapienza mi riesce egualmente incomprensibile.
È una contestazione polemica che lei sta facendo a me per fatti recenti?
- Le ricordo che la Sapienza è un universo di almeno 200.000 persone, che non è possibile ridurre ad unità.
Io posso rispondere della mia singola responsabilità di docente. Se ha delle contestazioni specifiche da rivolgermi, sono qui a sua disposizione.

- Per la pulizia etnica ad opera dei sionisti ebrei-israeliani io sto seguendo il libro di Pappe. Le mie analisi sono inserite in un'ampio contesto di studio riconducibile all'opera di Mearsheimer e Walt.

- Facci? Qual è il problema da parte sua? Io mi sono messo a considerare una sua singola presa di posizione riguardo ad un problema specifico. Se Facci non avesse detto cose peraltro condivisibili a proposito di Nirenstein, non avrebbe attirato la mia attenzione e non me ne sarei affatto occupato.

Mi imputa lei a me del “sensazionalismo”? Si chiarisca meglio! Sa cosa significa "sensazionalismo”? Di una persona si dice che è sensazionalista quando sostiene delle posizioni piuttosto strampalate solo per attirare l'attenzione di altri che normalmente non gli avrebbero prestato attenzione.

- Qui se mai il sensazionalista è Facci, non io che mi limito soltanto a commentare le sue dichiarazioni. Se lei dice ad esempio che la terra è piatta ed io mi limito a commentare la sua dichiarazione, come faccio ad essere io il sensazionalista e non invece lei?

- Su Beppe Grillo, Tienmmen, ecc., sono tutte cose che non rientrano nei temi da trattati e che ci condurrebbero lontani.

Di Facci e per quel tanto che ho potuto farmene un'idea in occasione di sue apparizione televisive posso dirle ed ho scritto che "geneticamente”, ossia per cultura e forma mentis, è lontano mille miglia dal mio modo di sentire e pensare. Questo non è certo una criminalizzazione di Facci da parte mia, ma un modo per dirle che sono distante da lui allo stesso modo in cui in questo momento in casa ci sono delle persone che amavano seguire il calcio alla televisione nell’altra stanza ed io sto qui a rispondere a lei perché a me il gioco del calcio in vita mia non mi ha mai appassionato e mi ha invece sempre annoiato.

Spero di aver risposto alle sue questioni, se le ho ben comprese. Potrò ancora risponderle, ma con la preghiera di una maggiore precisazione nelle formulazione della domanda o delle contestazioni che intende rivolgermi.

La saluto cordialmente
Antonio Caracciolo
- Docente di filosofia del diritto della Sapienza

PS - Non sono propriamente un Direttore perché questo Blog non è una testata giornalistica, ma appunto solo un blog.

Anonimo ha detto...

Gentile Antonio Caracciolo,docente di Filosofia del diritto all università la Sapienza,

Innanzitutto Le rinnovo la mia stima, per il suo Lavoro che lei compie e la ringrazio per la risposta.
So benissimo che le persone che sostengono posizioni “politicamente scorrette ” come le sue sono soggette a vari attacchi, basti pensare ai vari Finkelstein, Irving ecc.., ma Questo le fa solo Onore,e so benissimo che la Guerra non la combattono solo gli eserciti, ma anche chi fa informazione,Guerra ideologica appunto, poiché come diceva Ernst Junger,siamo passati da una mobilitazione parziale , tra eserciti,a una Mobilitazione Totale, e per dirla con Junger :
“L età del colpo mirato ormai è alle nostre spalle. Il comandante di una squadriglia aerea che a notte fonda impartisce l ordine di bombardare non fa più alcuna distinzione tra militari e civili, e la nuvola di gas passa come un ombra su ogni forma di vita. Ma la possibilità di siffatte minacce non presuppone una mobilitazione parziale o generale: presuppone una MOBILITAZIONE TOTALE, che si estende anche al bambino nella culla,esso è minacciato come tutti gli altri,de non addirittura di più”
La Mobilitazione Totalt, Ernst Junger ,1930.
si può dire dunque che tutti noi siamo in guerra, anche se non le combattiamo, e i media sono parte in causa, l abbiamo visto negli ultimi anni con i vari Milosevic, Saddam,Mullah Omar, e adesso con Ahmadinejad, Novello Hitler. In qui il nemico è qualcosa di più di un nemico, dev esser brutalizzato e disumanizzato come Nemico Assoluto e la guerra, con gran spesa di propaganda dev esser portata a “crociata”e ”ultima guerra dell umanità”. Carl Schmitt Docet.

La sua opera di controinformazione è quindi meritoria.
Il mio intervento non era quindi di rimprovero, ci mancherebbe, nei confronti di una persona che ha all incirca 40 anni più di me,ma solo una richiesta di chiarimenti su un articolo che mi sembrava e mi sembra sensazionalistico. cercherò di seguire il suo consiglio e di esser più preciso, e spero abbia la pazienza di seguirmi.

Per sensazionalismo intendiamo la tendenza di alcuni giornali o periodici a pubblicare e diffondere certe notizie conferendo loro un risalto eccessivo e presentandole come sensazionali.
Nell articolo di Facci,non mi pareva esserci nulla di sensazionale, anzi mi sembrava largamente condivisibili, dalla prima all ultima virgola,dal fatto della presenza di (lancia)Fiamma Nirenstein come rappresentante del popolo di Israele al Parlamento Italiano alle conclusioni su Ahmadinejad, e allo spazio dedicatogli alle sue affermazioni, tra l altro strumentalizzate e manipolate, sui giornali “le cui dichiarazioni abbia contribuito a non far uscire neppure una riga circa il diciannovesimo anniversario della strage di Tienanmen”.
Non c era nulla di sensazionale ne nulla di strampalato,ne mi pare dica che la terra è piatta...

Lei invece ha presentato il tutto già con un uscita sensazionale :” Filippo Facci bersagliato per aver detto casualmente la verità”
Lei da una parte dice di esser di conoscer casualmente il soggetto , per apparizioni televisive, e queste sono opinioni personali, però allo stesso tempo accusa il suddetto di aver detto casualmente la verità .Delle due l una:o lei afferma che Facci dice la verità solo casualmente,è quindi un bugiardo, e questo sta a lei dimostrarlo, oppure si lascia andare a conclusioni dettate dalla sua antipatia verso il personaggio,sensazioni appunto.

Afferma poi che” Filippo che per costituzione genetica è più omogeneo al sionismo ”,quindi “geneticamente” ovvero per cultura e forma mentis, anche lei su questo dovrebbe esser più chiaro.

Poi scrive “ Dalle pagine stesse del “Riformista”, dove evidentemente Antonio Polito pensa in questo modo di celare meglio il suo sostanziale sionismo senza se e senza ma, consentendo qualche voce diversa. ”
A questa grave affermazione, io le ho semplicemente chiesto”Che significa polito deve celare il suo sionismo, come ,da chi, quando , perchè ???”
Poi le ho subito scritto “se poi le posizioni di polito le conosciamo benissimo e il suo giornale non lo legge nessuno.”, e lei :””io mi sto limitando a studiare posizioni altrui. Lei dice: "conosciamo benissimo”. La invidio. Io "non conosco benissimo" nulla e devo apprendere e studiare ogni cosa, anche quelle più evidenti””,al di la della semplice e inutile battuta,che tra l altro se la poteva risparmiare , lei non ha saputo rispondermi.
Infatti io non le contestavo il fatto che le posizioni di polito potessero esser studiate e approfondite, tra il conoscere e l approfondire e studiare c è comunque una bella differenza, come tra il leggere e il ri-leggere,bensì solo cosa significasse celare. In merito a che strategia deve celare? ; e poi considerando il fatto che il suo giornale non lo legge nessuno.

Poi lei ha scritto:“ Può perfino darsi che Filippo Facci abbia concordato il tutto con il direttore Polito”e io le ho semplicemente domandato :”Perchè una persona per dire la palese verità dovrebbe accordarsi o chieder il permesso a qualcuno???”,e lei , non capisco perchè ,andando sul personale
ha detto “Il qualcuno di cui parla ed a cui si dovrebbe chiedere il permesso sarei io?
- Se è così, deve risponderle che sbaglia completamente la prospettiva.”

Il riferimento polemico alla Sapienza mi è sembrato logico visto gli ultimi fatti,e non era,lo dico per l ennesima volta nulla di personale(Ma perche lei è così permaloso?).

Mi sembra dunque che lei sia scaduto in un sensazionalismo tipico del grillismo, ovvero dove le sensazioni le paure gli insulti prevalgono sulla ragionevolezza e sulla discussione, basti pensare ai vari no ideologici, al nucleare alle discariche ai termovalorizzatori tav ponte per poi esser dipendenti dall estero , pagare la bolletta più cara d Europa, esser esposti comunque ai rischi e trovarci con la spazzatura nelle strade...

Ha comunque ragione lei nel dire che la Sapienza, che è comunque una realtà di cui io non faccio parte e cui sono molto distante,non si può ridurre a una sola persona, però io se fossi professore inizierei a preoccuparmi, vedendo il clima di violenza e la finta solidarietà dei suoi colleghi al rettore, il riferimento all “antifascismo” ,trappola ideologica, che serve solo a mascherare la violenza e a squalificare moralmente l avversario ,lo abbiamo visto recentemente con Almirante,allo stesso modo in cui vengono squalificati oralmente i nemici politici dell Impero.

Le invio come Testimonianza un intervista di Luca Telese su “il Giornale” a una ragazza:
E cosa si sente, allora?
«Una militante, per scelta. E poi una studentessa come le altre, che si è trovata a fare una battaglia di democrazia. Non per spirito eroico, per necessità».
Chiunque scriva di politica o di giovani, a Torino, la conosce. Perché Augusta Montaruli, 24 anni, dirigente di Azione universitaria, è un tipetto che non passa inosservato. Minuta, determinata, carismatica. Spesso la vedi con il suo inseparabile cane, Scipio («in omaggio all’inno di Mameli»). Da ieri, dopo lo scoop de La Stampa, che ha raccontato la guerriglia all’università inscenata dai collettivi autonomi per impedirle di sostenere un esame, Augusta è un personaggio nazionale, inseguita da giornali e Tg. Da quando gli autonomi l’hanno messa nel mirino, quattro anni fa, gira per i corridoi dell’università quasi sempre scortata dai suoi camerati. E ieri ha scelto di non stracciarsi le vesti, per lanciare un messaggio politico.
Augusta, perché proprio lei?
(Ride, amaramente) «Chieda a loro, non a me».
Però lei lo sa?
«Da presidente provinciale di Azione giovani sono diventata un bersaglio. Forse più visibile di altri, chissà. Ma prima di me c’erano altri ragazzi nel mirino, e domani ce ne saranno altri, se le cose non cambiano».
Pensa di essere odiata?
(Altro sospiro) «Oh sì. Purtroppo. Vorrei dire no, ma temo proprio di sì».
E lei li odia?
(Scuote la testa) «Noooo... mi fanno pena. Li considero poveracci. La caricatura dei rivoluzionari che sognano di essere. Figli di papà che giocano alla guerra: li conosco uno per uno».
Magari loro dicono lo stesso di lei...
«Impossibile. Mio padre è... mancato a gennaio. Loro si divertono nelle case occupate con le paghette dei genitori, io con mia sorella ho ereditato un mutuo. Una casa e un debito, una responsabilità».
Suo padre era un dirigente di banca...
«... e mia madre una bidella. Le spiego un’altra differenza: io studio all’università e non vedo l’ora di laurearmi, loro ci bivaccano, qualcuno è già dottorando, la maggior parte non è nemmeno iscritta».
Cosa è successo il giorno dell’esame?
«Si erano organizzati per una guerriglia. Per loro era vitale che io non entrassi».
Come mai?
«Hanno detto che dopo i fatti de La Sapienza serviva un presidio che impedisse l’occupazione “nazifascista” dell’università. Si erano organizzati. Avevano persino uno striscione e le uova».
Ma lei è riuscita entrare prima...
«Non c’è voluto nessun atto eroico, è bastato svegliarsi presto. Loro sono arrivati alle nove...».
E poi cos’è successo?
«Come ha potuto testimoniare l’inviato de La Stampa, furibondi per lo smacco, hanno stretto i cancelli con un cordone. Ci siamo trovati faccia a faccia. Noi dentro: loro fuori, imbufaliti, che cercavano sfondare».
E poi?
«Poi è iniziato il lancio delle uova. La polizia in mezzo, un clima da assedio. I miei amici che gridavano: “Vai, corri a fare l’esame, ti copriamo... Mi si è spezzato qualcosa dentro”.
Cosa?
«Pensare che io mi trovavo nella mia università - braccata! - che c’era bisogno di una testuggine romana per coprirmi. Lì ho preso una decisione: non dare l’esame».
Scelta difficile...
«Sì. Mi sentivo morire a lasciare gli altri in quel clima da incubo. Mi sembrava assurdo dover fuggire come una clandestina, per fare una cosa che era un mio diritto».
La professoressa Gambini si è offerta di farle ripetere la prova.
«La ringrazio, è stato un gesto carino, ma io non accetterò».
Perché?
«Non voglio favoritismi. E nemmeno una sessione clandestina in uno sgabuzzino dell’università. Voglio fare l’esame come tutti, alla prossima sessione. Questo è un problema di agibilità democratica che riguarda l’università, non un problema di Augusta Montaruli».
Ogni volta che lei mette piede all’Università...
«Inizia questo ridicolo tam tam con i telefonini. Loro hanno basi logistiche, aule occupate. Hanno il sostegno di gente che viene da fuori, come i portaborse di un consigliere regionale del Pdci, Chieppa».
Conosce il loro leader?
«Si chiama Fabio Benintende».
Ha mai provato a parlarci?
(Ride) «Qual è la prossima domanda?».
Capiterà che vi parliate ogni tanto.
«Senta: noi abbiamo preso il 12% da soli, alle elezioni universitarie: loro non esistono. La metà sono pregiudicati per fatti di violenza. Questi collettivi sono composti dalle stesse persone fisiche che hanno creato la bagarre al Salone del libro per contestare gli scrittori israeliani... Perché possono agire indisturbati?».
Me lo dica lei.
«Io credo che anche il rettore abbia delle responsabilità. Questi dormono in università e hanno le chiavi».
Ha avuto solidarietà istituzionali?
«Sì, una telefonata molto carina del ministro Meloni, che è anche il presidente di Ag».
Cosa le ha detto?
(Risata) «Mi ha preso in giro: “Oh, adesso questo esame non puoi prendere meno di trenta, sennò che figura facciamo?”. Scherzava».
E la solidarietà più impensata?
«La più lontana dalle mie posizioni? Quella del ginecologo abortista Silvio Viale. Si è offerto di scortarmi».
Carino da parte sua.
«Sì, ma non è una soluzione. Non ci servono gorilla, ma regole chiare per tutti».
E da grande cosa vuole fare?
«Per prima cosa la mamma. Poi si vedrà».
E la politica?
«La politica non è un mestiere...».
E cos’è per lei?
«Una passione».

Io comincerei a preoccuparmi.
P.s.
Comunque stasera gioca l Italia, spero che l appassioni, del resto di fronte al nostro bel paese c è comunque da appassionarsi.
Con Stima.
Uno studente.

Antonio Caracciolo ha detto...

Il suo è quasi un saggio. Intanto glielo pubblico senz’altro in modo da renderlo subito disponibile ad altri che vogliano leggerlo. In questo momento sono però occupato e la prego di lasciarmi un migliore momento per leggerlo nella sua interezza ed eventualmente risponderle, se è d’uopo.

La saluto cordialmente
ac

Antonio Caracciolo ha detto...

Al caro Studente con qualche mia deformazione professionale di Docente riassumo in modo sintetico l’interpretazione autentica del mio pensiero. Ho isolato una singola affermazione e presa di posizione del giornalista Filippo Facci, peraltro da me pienamente condivisibile. Conosco il giornalista Facci per quel tanto che mi è possibile dalle sue esternazioni televisive in talk show nazionali. L’idea generale che di lui mi sono fatta non è positiva, o meglio non è per me interessante. L’affermazione apparsa su “l’Opinione”, secondo cui la Nirenstein rappresenta in parlamento l’Italia e non Israele, mi sembra in Facci isolata e casuale. Non credo che lui sappia e voglia trarre le conseguenze di una simile “verità”. Ho tuttavia fatto su lui una scheda, dove in fondo lo difendo dagli attacchi che gli sono subito piovuto dalla Israel Lobby. Gli ho anche inoltrato questo post, al quale non ho avuto da lui risposta. Quindi io difendo Facci da attacchi di altri, non lo attacco. Se vi saranno sviluppo in ordine alla sola questione che a me interessa e che ho isolato, io seguirò questi sviluppi. Tutte le altre cose, mio caro studente, sono cose fuori tema: metodologicamente lei non si può attaccare ad elementi marginali del mio testo per portare altrove il discorso. Mi vuol coinvolgere perfino sulle vicende studentesche che io non ho minimamente trattato. Io non mi sottraggo a nessuna discussione che valga la pena affrontare, ma sempre all'interno di un contesto ordinato in modo che la discussione sia un arricchimento per chi vi partecipa. Non escludo di poter trattare in altri contesti i temi da lei posti. Spero di esserle riuscito esauriente. Se non ci sono riuscito, mi vorrà scusare ma non posso attardarmi oltre sulla questione.

Anonimo ha detto...

Grazie lo stesso.
è stato gentile nella risposta e nel tempo dedicatomi.
grazie.
Uno studente.

Antonio Caracciolo ha detto...

Tenga presente che se lei si presenta a me come uno studente fa scattare in me la deformazione professionale del docente. Le assicuro che i miei studenti non hanno mai avuto a lamentarsi di me nè di che contestarmi. Non ho MAI pensato che i miei studenti dovessero condividere miei personali posizioni e concetti. La mia unica preoccupazione nei loro confronti è sempre stata l’educazione all’autonomia critica del loro giudizio. Ho sempre insegnato loro a fare tutte le possibili critiche anche rispetto a ciò che venivo loro esponendo. Naturalmente bisogna saperlo fare...

La saluto.

Anonimo ha detto...

Parole come pietre
di Filippo Facci

"Italia Oggi", martedì, rivelava che i servizi vaticani del Tg1 saranno affidati "a un giornalista non cattolico, ma di religione ebraica". È la prima volta: chiamasi notizia. Per il resto il quotidiano diretto da Franco Bechis si limitava ad augurarsi "che non ci fosse alcuna obiezione". Ma ecco che il Tg1 della sera, sempre martedì, s’inventava che il quotidiano aveva invece "contestato" il neo incaricato; una nota di Gianni Riotta biasimava il "gravissimo attacco" antisemita e fioccavano poi reazioni del Tg1, dell’Usigrai, del Tg3 e di quattro deputati: tutti scagliati contro il direttore di Italia Oggi che peraltro non solo è ebreo, ma appartiene a una famiglia che ha pagato un duro prezzo al nazismo.

Un altro episodio, meno rilevante, è capitato allo scrivente. Due settimane fa, non su queste pagine, scrissi che la deputata Fiamma Nirenstein, che vive in una colonia israeliana e si occupa notoriamente di Israele, nella sua attività rappresenta di fatto più Israele che l’Italia. Ebbene, l’onorevole ha replicato così: "Sono gli argomenti che usavano i fascisti. È a causa di argomenti così che mi ritrovo a vivere sotto scorta". Dopodiché Furio Colombo, sull’Unità dell’8 giugno, storpiava: "Facci è giunto a scrivere che Fiamma Nirenstein non può parlare a nome dell’Italia sulla questione di Israele perché è ebrea". Ora io dico questo: siamo alla follia.

Antonio Caracciolo ha detto...

Riporto questo lucido brano di Paolo Barnard che pongo anche come frontestipio di questo che è ormai diventato un vero e proprio libro epertestuale di parecchie centinanaia di pagine:
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«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
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Aggiungo in osservazione al commento precedente che a mio sommesso avviso non si tratta di pazzia in senso proprio, ma di vera e propria strategia mediatica. Per contrastarla penso che sia necessario che un certo numero di giornalisti come Filippo Facci contrasti sistematicamente e costantemente questa strategia, dicendo: signori non ci potete raccontare in eterno queste frottole per chiuderci la bocca ad ogni osservazione e critica che del tutto legittimamente pensiamo di fare. Se nelle persone citate non si può addebitare la malafede, allora trattasi di idiozia.

Del resto, è facile spuntare dialetticamente quelle armi pretendendo da loro una rigorosa definizione del concetto di ebreo e del concetto di antisemitismo. Si scoprirà facilmente che non esiste univocità di significato. Infatti, attraverso letture ad esempio come quella di Avraham Burg si scopre che esiste un’identità ebraica rigorosamente non improntata sull’«Olocausto» ed un’altra tutta costruita sull’«Olocausto». Vi sono poi ebrei, che si dichiarano fieramente ebrei, ma respingono una identità israeliana. Vi è poi il problema posto da uno Shlomo Sand che dichiara essere una bufala la Diaspora e quindi si deve parlare di russi convertiti in epoca remota all’ebraismo, ma innanzitutto persone di nazionalità ed etnia russa. E così via.

In questo contesto di quale antisemitismo si vuol parlare? Ad esser rigorosi veri semiti in Israele sono soltanto i palestinesi e dunque antisemiti in senso proprio sono gli israliani o sionisti.

Putroppo, non basta fare una volta sola un “corretto” (per davvero ragionamento, ma bisognerebbe ripeterlo un numero di volte almeno pari a quello con cui la "propaganda” (in senso proprio) f uso dei due bavagli di cui parla Paolo Barnard e che sono estremamente facili di verificare appena qualcuno si azzardi ad aprire bocca per dire cose che in coscienza sente come ovvie.

Anonimo ha detto...

Egregio Antonio Caracciolo,
ho appena seguito gli sviluppi della vicenda, e ho visto come lei si sia , almeno in parte ricreduto,e abbia modificato quelle parti che io avevo criticato.
Mi sembra che le critiche che le ho fatto su questo blog si siano rivelate fondate(meno male che le critiche bisogna saperle fare..),
e fa piacere il fatto che lei abbia rivisto e modificato alcuni punti critici del suo articolo.
Questo Le fa Onore e rende il suo lavoro ancor più Meritorio.

Le auguro un Buon Lavoro,
con Stima,
uno studente.

Anonimo ha detto...

Dal sito informazione corretta:

Informazione Corretta Informazione che informa
27.06.2008 Una domanda a Mario Giordano, direttore de IL GIORNALE
con il dovuto rispetto

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 giugno 2008
Pagina: 1
Autore: La Redazione
Titolo: «Una domanda a Mario Giordano, direttore de IL GIORNALE»
Pubblichiamo due e-mail, la prima inviata dalla nostra corripsondente da Israele Deborah Fait inviata al direttore del GIORNALE Mario Giordano. La seconda di un lettore di IC, che non è d'accordo con la posizione che abbiamo assunto dopo l'ennesimo articolo-attacco di Filippo Facci contro Fiamma Nirenstein. Invitiamo i nostri lettori a leggerle entrambe, e poi di inviare a loro volta la loro opinione al direttore Mario Giordano (segreteria@ilgiornale.it ). La posizione di IC è nella risposta al lettore Alberto Clavarino.

----- Original Message -----
From: Deborah Fait
To: ILGIORNALE
Sent: Thursday, June 26, 2008 9:05 PM
Subject: lettera di Filippo facci

Gentile Direttore,

vorrei chiederle in nome di cosa e' stata pubblicata la lettera razzista di Facci contro Fiamma Nirenstein, collaboratrice del vostro giornale.
Liberta' di espressione? non credo, forse liberta' di diffamazione e di dire menzogne.
Fiamma Nirenstein non vive in una colonia ma a Gerusalemme di cui Ghilo' e' un quartiere come Monte Verde e' un quartiere di Roma.
Fiamma Nirenstein e' italiana dalla nascita e si occupa di Israele semplicemente scrivendo dei bellissimi articoli.
Filippo Facci mente, e' chiaramente pieno di livore, parla di colonie israeliane e non sa nemmeno cosa sono e dove sono, ripete a pappagallo quello che probabilmente sente dire dalla propaganda filopalestinese che gioca sull'ignoranza di gente come Facci e che usa questo argomento ogni volta che vuole attaccare Fiamma Nirenstein.
Facci parla di follia, ha ragione, Lui e' alla follia e mi auguro che non darete piu' troppo spazio a chi vuole soltanto diffamare, in Fiamma Nirenstein, la neo deputata e la giornalista, probabilmente la migliore in Italia , sicuramente quella che sa scrivere meglio e che sa spiegare la situazione in Israele con onesta' e passione.
Mi auguro di non dover piu' leggere il nome di Filippo Facci sul vostro giornale, lasciatelo a quelli degni di lui.
Cordialmente

Deborah Fait
Israele

-----Messaggio Originale-----
Da: Alberto Clavarino
A: takinut@gmail.com
Data invio: venerdì 27 giugno 2008 9.17
Oggetto: Attacchi Facci-Nirenstein

Premetto che sono onorato come ligure di aver contribuito all'elezione di Fiamma in Parlamento. Premetto altresì di non essere ebreo e quindi di avere sensibilità probabilmente diverse su certe sfumature o parole. Premetto inoltre che sono totalmente filoisraeliano e totalmente di centro destra. Premetto ancora che sono un appassionato lettore de Il Giornale. Ebbene, mi spiace ci sia un'evidenza così sottolineata ( al di là del fatto che Facci non mi piace e che l'articolo non mi pare così di 'attacco' ) nei confronti dell'unico pezzo di carta che difende quasi tutti i giorni la giusta causa di Israele. Se il Furioso Colombo straparla sull'Unità, nulla di nuovo. Se ci dividiamo tra centro destra filo - israeliano ed un sito come il vostro, mi pare posso fare solo male.

Distinti saluti e comunque complimenti per il vostro lavoro.
Alberto Clavarino

Gentile amico, perchè definisce " dividerci" un'opinione diversa dalla sua ? discutere, senza insultare o denigrare il prossimo, è una pratica civile alla quale teniamo molto. Non entrare in merito solo perchè un certo giornale può essere vicino alle proprie posizioni politiche, può diventare autocensura. Quello di Facci non è un infortunio, sta diventando un'abitudine, sia sul Giornale che su altri (ad es. il Riformista), appena può scrive su Fiamma Nirenstein falsità che possono diventare un pericolo per la sua incolumità fisica. Fiamma gira da anni con la scorta dopo le minacce alla sua vita ricevute dall "ufficio" romano dell'OLP. per questo le falsità di Facci sono ancora più odiose. E, ci permetta, non capiamo perchè il Giornale le pubblichi. Perchè non ne chiede il motivo al direttore Mario Giordano?
un saluto cordiale,
IC redazione.

Antonio Caracciolo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Antonio Caracciolo ha detto...

Leggo e riporto dall’ultima parte dell’ultimo commento approvato:

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discutere, senza insultare o denigrare il prossimo, è una pratica civile alla quale teniamo molto...
IC Redazione
------------

è falso!!!

Dal mio Monitororaggio risulta senza ombra di dubbio esattamente il contrario. Le "scorrettezze” (ma è un eufemismo) sono documentate ad ogni piè sospinto. Quando a Deborah Fait, da me ribattezzata Boccuccia di Rosa, è difficile trovare in tutta la una volgarità di linguaggio peggiore della sua. I suoi volgarissimi attacchi non si limitano al vasto mondo dei non-ebrei (goim o simile) ma perfino a molti ebrei, alcuni di questi miei compagni di scuola, colpevoli di non essere sionisti. Deborah Fait è parte della Eletta Redazione di IC, i cui componenti sono stati giustamente ribattezzati da Maurizio Blondet come gli Eletti Mentitori.

Mi sembra ridicolo stabilire in quale quartiere Fiamma Nirenstein risiede in Gerusalemme, se questo quartiere si possa o no considerare una "colonia”. Per me è "colonia" tutto il territorio occupato dal 1948 in poi con un’azione che l’ebreo Ilàn Pappe (regolarmente insolentito e costretto ad emigrare da Israele) chiama "pulizia etnica”.

Voglio mantenermi cauto ma mi sembra ovvio che i titoli israeliani piuttosto che italiani di Fiamma Nirenstein siano ben più consistenti del quartiere dove in Gerusalemme abbia la residenza.

arial ha detto...

perchè non leggere l'articolo su Haaretz? e lasciar perdere i "narcisi"? (non mi riferisco alla Nirenstein,a scanso di equivoci)
The Israeli 'settler' serving in Italy's parliament
http://www.haaretz.com/hasen/spages/976069.html