venerdì 9 ottobre 2015

Il ritorno o forse la nostalgia della Tondeuse...

Davvero breve, anche perché aspetto una telefonata e quindi uscire da casa. Ho detto tutto il male possibile della informazione mediatica e confermo ciò che ho detto. Questo non significa però che mi sia sfuggito un violento fra un “manager” che prendeva le parti del manager francese scamiciato e il povero Landini che veniva messo sotto accusa dal manager italiano per la camicia del manager francese, strappata dai lavoratori francesi inferociti...

Or dunque, il manager italiano reclamava ad alta voce la... “sanzione” contro quelli che avevano strappato la camicia al manager francese, costretto a mettersi in salvo scavalcando una inferriata...

Eccola la riflessione: invocare una “sanzione” non è di nuovo richiamare una violenza? Non importa che sia una violenza di stata legalizzata, irrogata da un giudice che dice sempre di parlare “in nome di un popolo”? E non è una violenza, impunita, quella delle tanti “multinazionali” (il manager italiano faceva parte di una multinazionale) che mandano al macero migliaia e migliaia di uomini e donne con le loro famiglie allo stesso modo in cui si mandano alla distruzione tonnellate di frutta e ogni altro ben di dio solo per conservare i prezzi di mercato?

Ricordo, negli anni Settanta del secolo scorso, un’aula di Economia e Commercio, alla Sapienza di Roma, una grande aula ma gremitissima, dove ancora una volta si toccava il problema della violenza. A parlare era un leader storico della Resistenza, Lazagna o Lasagna, il quale con grande lucidità sentenziava: “compagni, la violenza sì, se occorre, ma deve essere una violenza proletaria, cioè di popolo, altrimenti è come se ci castrassimo...”.

E concludo pensando al manager italiano, solidale con il suo collega francese: ma la rivoluzione francese, da cui sorge tutto il sistema costituzionale dello stato moderno, non nasce con il taglio delle teste, in primis quella del legittimo sovrano, il re Luigi XVI e tutta la sua famiglia? E quante altre teste sono cadute sotto la “tondeuse” (la ghigliottina)?... Intendiamoci, a scanso di equivoci, a me la violenza, ogni minima violenza, ripugna grandemente e sono contrario ad ogni forma di violenza, legale o illegale che sia... Resta il problema insolubile di natura giuridico penale se appunto in un sistema giuridico debba esistere una “pena”, il cui contenuto (morte, schiaffo, rimprovero...) poco importa dal punto di vista concettuale, o anche una più blanda sanzione amministrativa pecuniaria...

Il problema della violenza continua comunque ad esistere e non si può far finta che non ci sia se è una violenza che a noi piace infliggere ad altri, o che invece esiste solo se viene a noi inflitta. Sentivo dire che questa società nella viviamo è profondamente cattiva, ingiusta, violenta e che proprio per questo deve essere mutata profondamente, radicalmente. Magari incominciando ad abbattere il sistema della menzogna mediatica che è essa stessa parte della violenza e strumento di una violenza strutturale nascosta, esercitata da uomini con la camicia, magari quell’1% contro il quale ha tentato di ribellarsi il restante 99 %, ma sembrerebbe senza nessun successo se si è dovuti giungere a strappare una sola, singola, particolare camicia e a mettere in fuga il suo singolo proprietario... Se mai sarebbe la “forma” della camicia che occorrerebbe lacerare, cioà la struttura di dominio gerarchico del questa società, non la sua concreta rappresentazione. Se i politici continuano a parlare del Dio Mercato cui ci deve prostrare in adorazione, allora continueremo a soffrire tutti, subendo in silenzio tutte le violenze fisiche, morali, intellettuali che vorranno infliggerci, e li ringrazieremo pure per il male che ci fanno...

Ho detto i “politici”? Chi? Quelli che vengono fuori con il sistema della “rappresentanza politica” uscito fuori dal sistema inaugurato dalla Tondeuse! Prima della Tondeuse, magari, non si aveva il grande beneficio dell’andare a votare, ma per millenni il sistema della legittimità del potere, di qualunque Potere, si basava su un principio molto semplice: il rapporto di Protezione / Obbedienza. Io ti riconosco come autorità legittima e ti ubbidisco fedelmente in quanto tu mi proteggi in tutto il mio essere esistenziale e morale: vita fisica per me ed i miei familiari, vitto, alloggio e tutti gli agi ragionevoli e utili di una vita civile, senza degenerare nel consumismo e nel lusso che offende il buon gusto... Se tutto questo era garantito un Re poteva addirittura passare per il padre del suo popolo, ed un re che fosse compreso del suo sacro ruolo era pronto a morire per primo in difesa del suo popolo... Alt! Prevengo le obiezioni di chi mi volesse dire che questa è una rappresentazione idilliaca che non è mai esistita... Rispondo che è un modello geometrico e rinvio alla logica euclidea... Personalmente, insisto nel ritenere che se occorre guardare in avanti, il “modello” è quello della democrazia diretta, i cui istituti devono essere elaborati con fatica e sbarazzandosi in primo luogo del sistema della comunicazione mediatica che ubbidisce a quelli dell’1% con o senza camicia... Non è la camicia che fa il prepotente, lo sfruttatore, il violento, l’affamatore dei popoli, l’avvelenatore, il corrotto, il corruttore, lo psicopatico...

Ecco, squilla il telefono... devo uscire. Son certo che i miei Cinque fedeli Lettori non solo hanno inteso quando ho scritto così di fretta, ma che sono anche in grado di svolgere loro assai meglio di me tutto il discorso restante che può esser fatto.

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