Prima che me ne dimentichi voglio scrivere su un evidente paradosso che sembra sfuggito alle maglie dei media ovvero alle direzione dei tg che scrivono i testi delle notizie che i mezzobusti leggono con volto più o meno espressivo... A questo proposito non potrò mai dimenticare quella mezzobusto televisivo donna (Rainews24), ancora in servizio, che dopo aver detto “restate con noi”, non accorgendosi di essere ancora in onda, aggiungeva “restateci voi, ché io mi sono rotto il ... e me ne vado”. Dunque, non avrebbe senso ascoltare le notizie dei tg, se non leggendole fra le righe e cercando di capire la struttura mentale di chi redige i testi e combina le varie notizie fra di loro.
Siamo ora in Turchia, mentre ancora fatti tragici sono in corso. È successo quel che tutti dicono e che si andrà via via sapendo meglio. Non sto qui a fare io le veci dei tg. Cosa ha dunque attratto la mia attenzione? L’inciso che in Siria «i curdi sono in prima linea nel combattere l’ISIS». Parole lette dal mezzobusto. Su un altro canale tv, non di stato, oggi stesso, un’altra (graziosa) mezzobusto ha incredibilmente letto che la basi di Incirlik in Turchia sarebbe stata concessa agli USA dal governo turco a condizione di poter bombardare i curdi. Dove sta dunque il “diabolico”?
Erdogan, alleato dell‘ISIS |
“I ribelli moderati” |
E tutto questo ha una specie di condimento da spargere su tutte le pietanze: i diritti umani, il loro rispetto, la legittimità e autorizzazione a intervenire ovunque con le armi, uccidendo, massacrando, devastando, tutti e tutto quanto si oppone ai “diritti umani” e alla “democrazia”. Amen! Per ritornare, però, al punto iniziale del discorso sembrerebbe che una sorta di nemesi storica stia colpendo la Turchia e procurando sofferenze al suo popolo. Sembra ormai assodata la responsabilità non lieve del governo Erdogan nell’attacco alla Siria, nella produzione artificiale e artificiosa di una presunta ribellione, armata, del popolo siriano al suo governo legittimo... Rivoluzioni colorate e primavere arabe sono strumenti di cui si servono i servizi segreti per cambiare regimi, governi legittimi che hanno la sola colpa di non volersi piegare a potenze straniere. Erdogan si è unito a questo gioco. Si aspettava in cambio una parte del territorio siriamo smembrato e diviso fra i suoi aggressori... Erdogan ha voluto provocare la ribellione in casa altrui, ma adesso si trova la sedizione in casa propria e particolarmente al suo governo. Non sempre i colpi riescono a segno. È quanto sembra di osservare ed è ciò che cercheremo di comprendere sceverando le notizie che ci giugnono da ogni parte, da ogni fonte possibile.
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