La portata dei missili russi Kalibr |
Ciò premesso, mi ha fatto sobbalzare questa mattina una notiziola che l’apparecchio televisivo dava senza la benché percezione della sua gravità. Eccolo, un esempio della comunicazione “giornalistica”: il rilevante rifilato in mezzo all’irrilevante... o dato con un tono frivolo e leggero, standardizzato, amorfo... È un modo, probabilmente consapevole e premeditato, ad arte, per disinformare e manipolare la “gente”: enfatizzare ciò che si vuole inoculare nelle teste, e minimizzare ciò che non si vuol far neppure capire o sapere quando non lo si può del tutto ignorare... Ma veniamo al “fatto” e bando alle “divagazioni”!
Per un drone russo, ricognitivo, che si dice sia entrato per tre km nello spazio turco, e sarebbe stato quindi abbattuto, la Turchia chiede l’intervento della NATO contro la Russia. Lo Statuto prevede appunto che quando uno stato membro è attaccato, tutti gli altri entrano automaticamente in guerra contro l’aggressore. Chiaro dove ci vogliono portare? È la Turchia, che ha lei aggredito la Siria, sulla quale ha mire territoriali, volendo annettersi la provincia di Aleppo; la Turchia, che ha sostenuto e sostiene attivamente l’ISIS, che la Coalizione occidentale fa finta di combattere... Ci prendono per i fondelli! Questa Europa che se ne fotteva dell’Italia fintantoché i “migranti” partendo dalla Libia sbarcavano in Lampedusa e restavano in Italia, adesso che partono dalla Turchia ed inondano gli stati del centro e nord Europa, adesso scendono subito a patti con la Turchia, ma non per fargli smettere la guerra contro la Siria, ma per finanziare i campi profughi dei siriani in Turchia! E gli danno subito subito tre miliardi si euro sull’unghia. Quanto a cambiar politica, intervenendo sulle cause dei flussi migratori, manco a parlarne... Non è la ragione che governa il mondo, ma poteri occulti e irresponsabili che dispongo di tutti i governi del mondo, generati da elezioni manipolati e “opinioni pubbliche” non meno manipolate... La “democrazia” che ci vanno servendo come il regno della felicità e della libertà, e che non a caso intendono trapiantare con le armi in ogni luogo della Terra, è un marchingegno per ridurre in schiavitù tutti i popoli del Terzo Millennio in un mondo globalizzato.
Si immagini poi cosa può derivare dalla continua inclusione nella NATO di stati che non ne facevano parte fino a ieri ed erano membri del patto di Varsavia. Sono delle pulci bellicose, governate da fantocci colorati e irresponsabili che possono portare il mondo ad un conflitto nucleare. Insomma, siamo governati non dalla Ragione, ma da pazzi spericolati da cui dobbiamo imparare a liberarci, se non vogliamo perire noi stessi e lasciare ai nostri figli un mondo devastato.
Questa la “riflessione” odierna: i “fatti” li andremo a seguire fra le pieghe dell’informazione mainstream o in articoli su siti specializzati, appunto “giornalistici”, dove si apprende molto di più di quanto la tv mordi e fuggi possa dirci. Confido anche che i miei Cinque Lettori siano essi, più di me, attenti ricercatori delle “notizie” che contano. Di tutti i fatti che cerca di sapere quelli del Vicino Oriente sono per me i più importanti. Le gesta di Matteo Renzi che riempiono dalla mattina alla sera tutti i programmi sono per me maledettamente noiosi e privi di interesse, anche se continuano a fare danni giorno dopo giorno... Vi è poco da sapere che già non si sappia dal momento in cui con un vero e proprio “colpo di stato” ha preso il potere... Altro che Assad, dittatore “feroce”, “macellaio”... Qui abbiamo un dittatorello all’italiana, stupido e servo, messo su in quattro e quattr’otto, da quegli stessi padroni che hanno fatto e disfatto tutti i goerni italiani dal dopoguerra ad oggi... I “cambi di regime” non sono mica tutti uguali... Vi sono quelli che devono essere fatti con le armi, armando e finanziando “ribelli moderati”, ma ve ne sono altri dove basta fare un cenno, perché vi sia tra i politici una gara di “cupidigia di servilismo”... Ma adesso questa “cupidigia” rischia di portarci nuovamente in guerra, ma in condizioni ben diverse da quella in cui ebbe termine la nostra sovranità statuale.
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