L’Osservatorio Siriano dei diritti umani |
CIVIUM LIBERTAS
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La storia che raccontiamo di seguito è di estrema gravità.
In Italia e nell’intero Occidente, tutti coloro che seguono da anni le vicende terribili dell’aggressione alla Siria hanno letto nella stampa, o ascoltato nei media, notizie la cui fonte veniva citata come il sedicente ’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani’.
Suona bene, vero?
E’ un nome pomposo e importante, che fa subito venire in mente una qualche Agenzia dell’Onu per i Diritti dell’Uomo.
In Italia, sia la Rai che le maggiori testate della stampa hanno scelto di servirsi dei ‘rapporti’ pubblicati nel sito di questo ‘osservatorio’ per la versione sulla guerra in Siria da fornire al pubblico. E nel panorama della stampa e dei media internazionali sono i grandi nomi come la BBC, CNN, Al-Jazeera, Reuters e molti altri a usare e citare come fonte di ‘informazione’ questa presunta istituzione ufficiale dal nome nobile e altisonante.
Ma non vi è nulla di nobile nell’impresa in oggetto e nelle intenzioni del suo gestore, come è stato clamorosamente rivelato alcuni giorni fa.
Il network RT – Russia Today – che trasmette sia via Tv satellitare che via streaming online, ha voluto vederci chiaro in merito alla ‘organizzazione’ sui cui ‘rapporti’ le grandi testate, agenzie e network occidentali si basano per raccontare la ‘verità, e nient’altro che la verità’, sugli avvenimenti in Siria.
Si sono dunque messi in moto per indagare da vicino.
In altre parole, visto che ora questo presunto ‘osservatorio’ aveva iniziato a dare presunte ‘notizie’ sull’intervento della Russia in Siria, RT ha dato l’incarico dell’indagine al proprio inviato: un giornalista che fa inchiesta su personaggi in odore di truffa e li avvicina servendosi della propria sagacia e verve satirica.
Il giornalista è subito partito alla volta di Coventry, nel centro del territorio britannico, dove il cosiddetto osservatorio siriano ha il proprio quartier generale…
Ma come…: la sede è in Inghilterra? E non in Siria, come ci saremmo aspettati secondo la logica dell’osservare in loco per poter fungere da ‘osservatorio’…???
Non che l’indirizzo di questo ‘osservatorio siriano’, che si vanta di ‘osservare’ cosa succede in Siria in questioni di diritti umani, sia pubblicato nel sito. L’unico recapito che vi si possa trovare è un numero di telefono il cui prefisso indica una sede appunto britannica.
‘’Sono ora in viaggio verso Coventry, per cercare di incontrare Rami Abdul Rahman, un siriano che ha creato un oscuro sito web chiamato ‘Syrian Observatory for Human Rights’ – formato da un singolo individuo – che pubblica ‘rapporti’ sulla Guerra in Siria, e che nutre un odio feroce per Assad. Adesso questo uomo-osservatorio scrive anche sull’intervento della Russia in Siria, e ha deciso di generare una ‘notizia’ dal titolo: i jet russi uccidono 30 civili in Homs, tra cui donne e bambini’’ – (‘notizia’ che ha fatto prontamente il giro del mondo in 80 secondi ... Ahh, la potenza della libera stampa occidentale...!!! – n.d.t.).
Arrivato in loco, all’indirizzo in Coventry, l’inviato si è piazzato davanti all’edificio - bene in vista per chi si trovasse all’interno della casa - e ha chiesto ai passanti del vicinato se fossero consapevoli di avere come vicino di casa un prestigioso ‘Osservatorio Siriano dei Diritti Umani’ - ma nessuno ne sapeva niente.
Una cosa è chiara a chiunque guardi il video: che l’unica cosa che da quell’osservatorio si possa osservare è il marciapiede antistante.
Poi l’inviato si è avvicinato alla casa per suonare alla porta, ma dal video sembra che nessuno gli abbia aperto.
Si vede invece l’inviato parlare al telefono con il gestore dall’esterno della casa.
Nella conversazione che segue il nobiluomo, Mr. Rahaman, dice che nella casa si trovano solo moglie e figlia, e che lui chiamerà la polizia.
L’inviato allora chiede: ma voi non siete un’organizzazione pubblica?
No, dice il gentiluomo, paladino dell’informazione-verità, io lavoro in casa, nei miei locali privati.
Commenta poi l’inviato RT nel video: «L’unico motivo per cui Mr. Rahman ha accettato di parlarmi per telefono è che mi sono piazzato di fronte alla sua casa-ufficio. Se dici di essere un’organizzazione pubblica, ti devi aspettare che arrivino giornalisti a fare domande – specie se sei un’organizzazione priva di background e dall’aria losca».
Nella conversazione telefonica, inoltre, l’umanitario Rahman dice anche che lui è in pericolo di vita (... no comment) e accenna a qualcosa di non meglio specificato in Kazakistan. Ma a cosa allude diventa chiaro solo nella seconda parte dell’inchiesta di RT, contenuta nel primo video di questa pagina di RT: https://www.rt.com/news/317813-sohr-visit-syria-long/
Dunque RT non si scoraggia, e infine viene a sapere che intanto il paladino dei diritti umani Mr. Rahman era partito per il Kazakistan. Per scovarlo, RT ha seguito le tracce dell’opposizione siriana all’estero, che si doveva riunire per una conferenza in Kazakistan, in un albergo di lusso della capitale Astana.
Il giornalista di RT che vediamo in questo secondo video, e che ha seguito le tracce dell’egregio fondatore dell’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, fa parte dello staff che lavora nella sede di RT.
Rintracciato l’indirizzo dell’hotel nel quale si tiene la conferenza, il giornalista entra e individua il magnifico Rahman – unico componente dell’Osservatorio Siriano -- seduto in conversazione ad un tavolino del bar, nell’ampio foyer del lussuoso albergo.
Appena il giornalista e il cameraman di RT si avvicinano, Mr. Rahman si allontana allarmato e infastidito. Ma -– come spiega successivamente il giornalista -– dopo alcune ore di inseguimento da una parte e fuggimenti dall’altra, il nostro eroe si è dovuto arrendere, e ha accettato di rispondere alle domande della troupe di RT.
E dunque il grande osservatore racconta al giornalista di RT che l’osservatorio poteva contare su una vasta rete di ‘osservatori’ nella regione, che inviavano le loro osservazioni alla sede centrale, la quale – nella persona del capo-osservatore – poi elaborava i dati e sfornava i risultati (non verificati, ammesso che esistano...n.d.t.) sul sito, su facebook e twitter.
RT dunque chiede all’insigne umanista Rahman se lui conosca di persona ognuno delle “centinaia di osservatori’’, da lui menzionati, e se li ritenga davvero affidabili.
“Conosco tutti gli attivisti uno ad uno”, risponde il grand’uomo.
Al che RT chiede a quanto risalga l’ultima visita di Mr Rahman in Siria. E il grande informatore informato risponde: a 15 anni fa (!!!...)
E poi continua, dimentico di quanto detto in precedenza: “Ma conosco alcuni degli attivisti per mezzo di amici comuni”. E nel tentativo di dare un po’ di lustro all’immagine ormai palesemente screditata dell’auto-proclamato Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, continua: “L’organizzazione accetta nuovi membri solo dopo un periodo di prova, e inoltre il candidato deve essere ben noto ad un membro dell’organizzazione’’...
.... proprio come succede in ogni società segreta, e in ogni associazione di stampo mafioso, viene da commentare.
Inoltre il giornalista di RT mostra successivamente in studio alcuni esempi della disonestà palese delle ‘news’ fornite nel sito dell’autoproclamato ‘osservatorio’... Palese perché – come viene mostrato in un esempio - attribuisce per errore gli stessi medesimi fatti prima alle forze di Assad e in seguito alle forze russe. Ma questo è solo uno dei tanti casi, come veniva spiegato da RT in un notiziario, smascherando le manovre torve del sito.
E questo, aggiungiamo noi, è anche segno di mancanza di professionalità e di squallido dilettantismo da parte di chi gestisce il sito.
Comunque il quadro è chiaro.
Il nobile personaggio corrisponde perfettamente al profilo medio di quegli individui (un piccolo gruppo, che si sappia), oppositori di Assad emigrati in USA ed Europa, con ambizioni di sovvertire il governo legittimo siriano e di insediarsi al suo posto, che si conoscono un po’ tutti (tanto è vero che appunto si sono riuniti in Kazakhstan come rivela RT) e che alcuni anni fa sono stati individuati e contattati e riuniti dal gruppo chiamato “Gli Amici della Siria’’, composta da funzionari ufficiali di USA, Gran Bretagna, Francia... e non ricordo bene quale altri emeriti regimi occidentali – per formare la leadership della Free Syrian Army (illegalmente creata e finanziata appunto da Usa/Israele et company) e per diventare il nuovo governo siriano appena Assad si fosse degnato di farsi da parte, come i grandi ‘leader’ delle potenze occidentali si aspettavano dal capo di stato di una paese ritenuto di classe inferiore da quel club esclusivo occidentale.
Ricordo bene un articolo nel quale venivano descritti i personaggi più ‘illustri’ di quella futura leadership siriana al soldo dell’impero USA-ISRAEL e dei suoi vassalli europei, fornendo nomi e curriculum, da cui trapelavano le lauree nelle grandi università di USA e Londra, e nessun legame reale con la Siria. Ed era chiaro che quelli – come i loro nuovi padroni – non avevano di certo in mente l’interesse della Siria sovrana nel farsi assoldare come traditori. Tuttavia non so che fine abbiano fatto. Probabilmente il gruppo è in ‘stand-by’, e cioè in sospeso, per così dire, visto che le cose con Assad non sono andate secondo le previsioni ...
... le quali previsioni erano per una veloce caduta del governo, accelerata soprattutto dall’intervento della Turchia in Siria con modalità di stampo terrorista, avvenuto nel periodo iniziale dell’aggressione alla Siria.
CONCLUSIONE
A questo punto è necessaria una riflessione, specie sulla stampa italiana.
E’ ovvio che viene da chiedersi:
- ma come è possibile che le testate più prestigiose e i nomi più blasonati della stampa italiana abbiano potuto servirsi - come fonte di informazione sul FRONTE DI GUERRA - di una presunta organizzazione umanitaria senza avere MAI indagato sul suo background e quindi sulla sua attendibilità.
Allora i casi sono due:
1 – o tali testate e giornalisti conoscono bene l’inconsistenza e natura truffaldina del sedicente osservatorio, ma decidono comunque di usare le false notizie perché fanno gioco per la disinformazione che le testate vogliono scodellare al pubblico (tanto se vengono smentiti dai fatti possono sempre incolpare il sedicente osservatorio) ... e questa ipotesi sarebbe estremamente grave;
2 – oppure i giornalisti sono tanto stupidi da affidarsi ad un sedicente osservatorio senza avere indagato sul suo background e quindi sulla sua attendibilità.
Non saprei quale delle due ipotesi sia più grave.
Ma davvero di una gravità colossale.
E qui viene da chiedersi:
- visto che sembra essere tanto facile mettere a punto una truffa mediatica di tale portata, cosa succederebbe se le persone veramente interessate, come noi, a raccontare la verità, inventassero un presunto Osservatorio, con un nome pomposo e prestigioso, per raccontare cosa succede DAVVERO in Siria, rivelando giorno dopo giorno la verità su chi sono i veri colpevoli che hanno creato, finanziato e armato quella organizzazione terrorista a cui viene attribuito con l’inganno un nome islamico, e informando a tappeto, con ritmo incalzante, ogni mossa dei veri criminali responsabili del disastro in Siria (gli stessi che hanno distrutto l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia, la Somalia, la Nigeria e tanti altri paesi dell’Islam, e che ora stanno perpetrando o appoggiando il genocidio dello Yemen)...
... E sempre se con questo artificioso ‘osservatorio’ facessimo notare, giorno dopo giorno, fornendo dati e fatti reali, che i VERI tiranni nella regione sono quelli al governo dei paesi del Golfo nostri alleati (specie Arabia Saudita, Bahrein e Qatar), che sono regimi sanguinari, ma i cui dittatori non faranno mai la fine di Saddam Hussein o Gheddafi, perché sono protetti, questi regimi, per scopi che speriamo tutti abbiano capito...
... Pensate che poi le nostre nobili testate e i loro illustri giornalisti andrebbero ad attingere informazioni dal nostro osservatorio-verità per raccontarle al pubblico???
OVVIAMENTE NO
ANZI ...
Si scatenerebbe una guerra feroce al povero ‘Osservatorio’ che osasse raccontare la verità, e il ‘mostro’ fondatore verrebbe sbattuto in prima pagina.
Ci possiamo scommettere la testa.
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