domenica 4 agosto 2013

L’importanza di non esser fatti passare per “antisemiti”. – Nota per gli atti, tardiva e a futura memoria a proposito di un “disonesto” servizio televisivo della giornalista Flavia Paone. Pubblico invito a diffidare di giornalisti e televisioni.

Flavia Paone: è parte di una Trama?
Prendo spunto da un post di Gilad Atzmon, BBC Persia / Gilad Atzmon hardtalk - The transcription, per ritornare su una vicenda personale, analoga, che mi era occorsa nell’ottobre del 2009, quando subii in pochi giorni un attacco proditorio ed assai concentrato da parte dei media, o meglio di una concertazione di operatori che concentrarono su di me il loro fuoco. Il tutto partì da un attacco di Repubblica, o meglio di un certo Marco Pasqua, da me mai visto o conosciuto e che è specializzato in questo genere di “giornalismo”. Il tempo trascorso mi ha sempre più convinto che si trattava di una operazione studiata a tavolino. La mia colpa era quella di essermi schierato fin dall’allora per una difesa piena del principio della libertà di pensiero. Non mi ero mai occupato di ricerche storiche connesse ai campi di concentramento.

Fatta questa premessa, il fatto che voglio ora rimarcare fu la visita in casa mia, essendo io in buona fede, di una certa Flavia Paone, che ancora oggi vedo sugli schermi televisivi quale autrice di servizi ed ogni volta che la vedo lascio immaginare a chi legge i miei pensieri e miei commenti verso costei. Altre cose mi sconcertarono, ma adesso non dico.

Gilad Atzmon
Questa signorinella mi entrò in casa allo scopo di pormi a bruciapelo la stessa domanda fatta dalla BBC ad Atzmom, una domanda direi del tutto idiota, assolutamente idiota:

- «Lei è un antisemita?»

Allo stesso modo in cui la BBC chiede a Gilad Atzmon:

– «Lei è un antisemita?»

Per i media sembra che in tutto il mondo sia questo il problema principale, anzi l’Unico problema: se si è o non si è “antisemiti”. Tutto il resto (guerre, fame, disastri ecologici, scioglimenti della calotte polari, buco dell’ozono, effetto sera, inquinamento delle falde acquifere, epidemie, dissesto finanziario degli stati, disperazione sociale con fallimenti e suicidi, mancanza di istruzione, scristianizzazione e scomparsa del sacro, povertà, discriminazioni di ogni genere, immigrazione clandestina, dissolvimento politica dell’unità degli stati, ribellioni interne e guerre civili, massacri di ogni genere con violazione dei “diritti umani”, violazione dei trattati internazionali, squilibri regionali fra Nord e Sud del mondo, disoccupazione giovanile, globalizzazione e delocalizzazione delle imprese, e quanto altro…) viene di gran lunga in secondo piano.

La mia risposta tanto stupita quanto immediata fu analoga a quella di Atzmon.

- Assolutamente no!

Solo che la mia risposta fu triplice:
  • 1°) Assolutamente no.
  • 2°) Sarei grato a chiunque mi spiegasse cosa è propriamente l’antisemitismo.
  • 3°) Per cercare di saperlo sto leggendo tutta la letteratura pertinente. (E da qui giunsi poi alla conoscenza diretta e personale di Gilad Atzmon. Del suo testo si legga ora l’ottima sintesi redatta da don Curzio Nitoglia).
Furio Colombo
Quando poi rividi il servizio, fu tagliata la prima e la terza parte della risposta data, e ne rimase in piedi solo la seconda, che si prestava e si prestò a tutte le ambiguità, fra cui ricordo un articolo di Furio Colombo su “il Fatto Quotidiano". Non ebbi modo né allora né in seguito di reagire al travisamento e alla manipolazione che veniva fatta del mio pensiero come conseguenza del “taglio” della mia triplice risposta alla domanda.

Né allora né oggi avevo dalla mia i mezzi di comunicazione per fare le mie rimostranze e dare le mie ragioni. I media erano interessati, nel mio caso ed in altri analoghi che periodicamente ricorrono, solo ad attaccare e demonizzare una vittima di volta in volta designata, come per soddisfare ad un rito di sangue che vuole sempre nuove vittime sacrificali ed espiatrici. Le ragioni di una simile strategia mi divennero più chiare in seguito ed oggi hanno una loro spiegazione nel ddl di legge Amati, volto ad introdurre anche in Italia una legge liberticida che ha per scopo la pura repressione del dissenso politico e la sostituzione delle vecchie forme religiose con nuovi e più intolleranti Tabù.

Queste precisazioni estemporanee mi sembrano qui ed ora opportune, dopo aver letto il citato post di Atzmon, con il quale sono legato da amicizia e da affinità di pensiero. Per quello che può la rete colloco in essa queste mie note insieme al mio più profondo biasimo per la detta Flavia Paone e per tutta la redazione alla quale appartiene. La presente vale, sia pure a distanza di anni, come piena smentita e sconfessione del “servizio televisivo” della suddetta Flavia Paone. Del pari, vi sarebbero moltissime persone alle quali a distanza di anni vado mentalmente replicando e che ritengo si siano comportate assai ingiustamente nei miei confronti. Non ho rancore e sentimenti di vendetta verso di loro, ma stupisco che in numerosi casi sembra siano già stati – per così dire – puniti, non da me, che non ne avrei il potere, ma dal Cielo, verso il quale a maggior ragione mi sento in obbligo di non nutrire sentimenti di “odio” verso quanti hanno indubbiamente e scientemente inteso farmi del male.

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