sabato 4 luglio 2020

fb8: Salvini e la Cina.

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fb8: 03-07-2020 - b
SALVINI E LA CINA. Sono indignato per alcuni lanci della televisione, che riporta le consuete bestialità di Salvini a ruota libera e senza possibilità di replica diretta ed interazione: non mi resta che esternare su internet! Meglio che nulla... Da quei non molti libri che ho letto sulla storia della Cina si apprende di una abituale moria di cinesi che cadevano come le mosche per pestilenze o guerre. La gloriosa storia coloniale di Hong Kong incomincia con la guerra dell'oppio, nel 1840, con la quale gli inglese voleva imporre il libero commercio dell'oppio: immaginiamo la stessa cosa oggi per il libero commercio dell'eroina, cosa in effetti da sempre chiesta dai radicali. Ricordo la signora Bonino ai microfoni di radio radicale quando le rivolgevo una domanda al riguardo. Mi dispiace di non conoscere la lingua cinese per poter così conoscere meglio la struttura politica ed economica della Cina, liquidata da un Salvini con assolute banalità trasudanti servilismo misto a estrema ignoranza.

Sulla Cina è del tutto ingenuo stare a cercare un pensiero geopolitico di Salvini. Esiste soltanto il suo servilismo verso Trump e verso Netanayu, dai quali si aspetta sostegno per la sua salita al potere... Una eventualità questa che ben descrive le cattive acque in cui l'Italia si trova con questi pessimi uomini politici, essendosi ormai logorata la piazza politica. Restano loro come l'erbaccia cattiva che non si lascia estirpare. Ma tutti questi personaggi offendono la parola "democrazia" con la quale si riempiono la bocca sapendo che essa è ormai priva di significato e se ne può fare ogni uso, allo stesso modo in cui dei ladri possono dire di essere persone oneste. Connesso all'uso demagogica del termine democrazia vi è pure quella di dittatura, usato come insulto verso altri. Noi siamo la perfetta politica, potendo vedere in televisione la sera le facce di una Boldrini o di un Salvini, per non dire di tutte le altre: una assoluta goduria. La trattazione scientifica di cosa sia dittatura - non posso qui soffermarmi - la si trova in un libro di Carl Schmitt, da me pubblicato in una nuova edizione e disponibile in Amazon. Chiudo qui il discorso dicendo che non trovo nulla di negativo nel fatto che in Cina vi sia proprietà pubblica dei fondamentali dell'economia e che al di là delle quisquilie propagandistiche grandi sono stati i meriti dei governanti cinesi dal 1949, sottraendo il popolo cinese a umiliazioni e caristie secolari, dovute al colonialismo occidentale.

Tornando a Salvini e compari, naturalmente, la loro pretesa è di parlare anche a nome di quanti da loro sono lontanissimi... Quando parlano in televisione non possono sentirsi le reazioni e i mugugni che a questi personaggi arrivano: la chiamano democrazia, potendo parlare solo gli uni e gli altri dovendo stare zitti. Atraverso il sistema televisivo che esclude tecnicamente la reazione e il contraddittorio di quanti vedono ed ascoltono si produce la passività, l'istupidimento di un'intera popolazione, prona alla più spietata delle "dittature": quella in cui viviamo alla mercè dei personaggi che vediamo la sera dai nostri schermi. Esagero? Forse...

Chiudendo con salvini, vi è stato da parte mia un periodo di attenzione verso il personaggio, che conoscevo poco e senza che mi avesse mai fatto una grande impressione, ma dopo che le sue affermazioni sono diventate costanti, ho potuto formarmi un giudizio consolidato e permanente, un giudizio assolutamente negativo, che posso così riassumere: Salvini è la personificazione vivente del fallimento di quel sistema rappresentativo sorto con la rivoluzione francese e ormai giunto al suo capolinea. Vediamo questi personaggi tutte le serie e dobbiamo sopportare la loro pretesa di essere la "democrazia", di essere noi stessi, malgrado vi sia in noi la massima repulsione a una identificazione con questi Signori... Questi Signori sono ben disposti a organizzare colpi di stato, finte guerre civili in altri paesi, a mandare cecchini italiani a sparare sui manifestanti in Libia, ma in Italia non ci lasciano lanciare un sasso e fissano fino a sei anni di carcere se i manifestanti si attardano nelle strade, terminato il comizio.

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