lunedì 15 febbraio 2010

Il “mostro” si difende: 0. Premessa ed insussistenza del fatto. – La libertà di pensiero è stata messa in pericolo: la costituzione è stata violata.

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«Tenta di difendersi»: era questo il commento di un mezzobusto televisivo il giorno dopo il lancio della “notizia” fatto da “Repubblica”, e da tutti gli altri organi ripreso pedissequamente. Ed in effetti ho dovuto difendermi il 13 gennaio 2010 davanti al Collegio di Disciplina del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), da dove sono uscito prosciolto per la non esistenza del fatto addebitatomi. Il mio Rettore, vista la bufera e pressato dai poteri forti, aveva voluto demandare tutta la faccenda, montata da un’orchestrazione di stampa, ad un Collegio di Disciplina, per ottenere «maggior garanzia di un giudizio sereno», quale sarebbe stato, se espresso da una giuria terza neutrale. Naturalmente, fino al 13 gennaio e fino alla comunicazione ufficiale del mio proscioglimento non potevo occuparmi di iene e sciacalli, che con gaudio mi davano per spacciato. Nè intendo neppure adesso occuparmi di zoologia, magari creando un nuovo blog apposito. Non disturbo e non intralcio i miei legali nel loro lavoro. Sia al signor Marco Pasqua sia al direttore Ezio Mauro è stata mandata formale notifica per citazione in giudizio civile risarcitorio. Mi preoccupo invece di dare una più compiuta informazione agli amici ed ai Lettori che erano preoccupati per la mia sorte. Se una Memoria difensiva di 16 pagine può essere lunga per un collegio di giudici, rischia invece di essere breve per Lettori ai quali occorra svelare le trame di una macchinazione che è stata lungamente ordita. Mi aspettavo in effetti l’attacco, ma non sapevo il quando ed il come. Passo dunque a narrare la storia che mi riguarda in modo ordinato, corredando il testo in tondo della Memoria, fisso, con parti introduttive ed esplicative, in corsivo, che mi riservo di modificare e migliorare, se mi parrà opportuno.

0. 0.1 - 1 - Testo integrale
Premessa ed insussistenza del fatto

MEMORIA DIFENSIVA

del Dott. Antonio Caracciolo

in relazione all’addebito «se abbia tenuto

Lezioni agli studenti sull’olocausto, negandone o meno la veridicità storica»

Premesso che:

– nel mese di ottobre 2009 io non svolgevo lezioni, seminari, esercitazioni o altra attività didattica, come risulta dal Calendario delle Lezioni, affisso nella Bacheca della Facoltà;

– il quotidiano “La Repubblica” del 22 ottobre 2009, con un articolo del giornalista Marco Pasqua – che estrapolava parole e frasi dal loro contesto, estratte, a loro volta, da alcuni Blog personali a cui dedico il mio tempo libero – mi accusava arbitrariamente di “negazionismo”, sbattendomi in prima pagina, come il classico e proverbiale “mostro” da additare al pubblico ludibrio;

– il prof. F. L. veniva nominato dal Rettore quale Relatore, per raccogliere le mie dichiarazioni in merito ad un quesito di addebito, dove mi si chiedeva: «(…) di confermare o smentire quanto riportato dal giornale “La Repubblica” del 22 ottobre, in particolare relativamente all’avere o meno Ella tenuto lezioni agli studenti sull’olocausto, negandone o meno la veridicità storica»;

– ho immediatamente e tempestivamente inviato categorica smentita a “La Repubblica”, e p. c. al Rettore, prima ancora che mi giungesse la Nota di addebito;

– i miei legali hanno già promosso azione civile, contro il direttore de “La Repubblica”, sig. Ezio Mauro, e contro il giornalista sig. Marco Pasqua, che si allega in copia (v. All. n° 3);

– il “caso” in specie è da me considerato altamente diffamatorio, nonché inteso e percepito come emblematico dell’esistenza o meno in Italia della libertà di pensiero, delle garanzie costituzionali, della democrazia;

La presente Memoria è costituita e raccolta in tre Parti:

1. nella Prima, svolgo argomentazioni relative all’addebito di inizio e prosecuzione del Procedimento;

2. nella Seconda, mi concentro sulla Relazione del prof. L., estraneo alla Cattedra di Filosofia del diritto, nonché sugli allegati al Fascicolo;

3. nella Terza parte, allego il testo della Querela penale contro “La Repubblica”, di cui non ho ancora deciso la presentazione, in aggiunta all’azione civile. Ritengo però che il testo di detta Querela penale sia, in ogni caso, ben descrittivo del fatto e possa quindi essere utilmente allegato come parte Terza di questa Memoria.

0.1

* * *

Dico subito, in premessa, al signor Pasqua, che rispettando perfino la sua libertà di travisare e manipolare, non gli contesto il travisamento e la caricatura delle mie effettive posizioni, presentate come criminose e vituperevoli, ma il “fatto” di avermi attribuite Lezioni che io non ho mai svolto nell’esercizio delle mie funzioni di docente e ricercatore universitario di filosofia del diritto. Se effettivamente il signor Pasqua, o chi per lui, sono convinti che le mie mere opinioni, quali che siano, siano in sé criminali e vituperevoli – in barba agli artt. 3, 21 e 33 della ancor vigente costituzione – a maggior ragione non è giuridicamente irrilevante che esse ne abbiano fatto oggetto delle mie Lezioni. Nella loro tracotanza e certezza di impunità non si sono neppure curati di verificare se io in ottobre svolgevo le Lezioni che mi attribuivano. Non ne avrei mai potuto trattare né in ottobre né mai, perché l’argomento non rientra nelle mie competenze disciplinari e neppure nei miei interessi. Di «campi di concentramento» né sono quanto posso saperne di emorroidi, di chimica, di ingegneria e cose di cui sono competenti altri colleghi, che ne trattano secondo in criterio di divisione del lavoro. Saperne significherebbe non aver letto qualche articolo di Pasqua, che evidentemente possiede queste competenze, ma conoscere gli archivi, le fonte storiche primarie, tutta la letteratura esistente, vagliandola criticamente. Nella lettera di smentita che ex legge sulla stampa ho subito spedito a Repubblica – che non ha pubblicato, come doveva, la mia smentita – dicevo che in quanto filosofo del diritto mi occupo invece del principio in se della libertà di pensiero e di ricerca. Denunciavo il fatto che nella sola Germania ogni anno vengono perseguite 15.000 persone per meri reati di opinione. Quanto all’«Olocausto», che “esista o non esista”, una persona di comune buon senso si chiede come sia possibile che nel 2010 si possa “negare”, cioè: “dico che non credo in... o a...”, l’esistenza di Dio e professarsi atei, e non si possano negare le cose che il signor Pasqua pone come al di sopra di ogni umano dubbio. Veramente son tornate le streghe, ed essendo tornate occorre preparare i roghi. Tra le carte da me presentate vi era stato un errore intenzionale, corretto dagli uffici, non da me: avevo scritto 1009 non 2009. In ordine alla vicenda che mi accingo a narrare, come meglio so e posso, siamo, in effetti, ancora indietro di mille anni!

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