mercoledì 24 febbraio 2010

Osservatorio sulla libertà di pensiero negata. Parte Prima: Gli Stati. Cap. X - Ungheria (2010).

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È da chiedersi se la recente notizia dell’estensione della legislazione antirevisionista all’Ungheria abbia una qualche relazione con altra notizia di pochi giorni prima, seconda la quale gli eredi dei “sopravvissuti” dopo oltre mezzo secolo avrebbbero un’iniziato un’azione risarcitoria contro le ferrovie ungheresi, rei di aver trasportato durante la guerra gli ebrei avviati ai campi di concentramento. Una richiesta di entità tale da mettere in ginocchio le finanze dello stato ungherese. È probabile che abbiano barattato una simile legge con un tacimento in relazione alla richiesta di danari, che considerati gli esborsi di Germania, Svizzera e chissà quanti altri ancora gli ungheresi hanno pensato di non prendere sotto gamba. In fondo, una legge che sacrifica le libertà di pochi “matti” non costa niente o quasi. Già in Hobbes si leggeva nel Seicento come si può ben sacrificare l’innocente se dal suo sacrificio ne viene fuori un bene per i più. Basta il pericolo, o la possibilità del pericolo, per pagare un prezzo tutto sommato piccolo per lo stato, non certo per quei cittadini che si incaponissero in questioni di principio e di verità.

Vers. 1.0/24.2.10
Parte I - II
Sommario: 1. La notizia ANSA. – 2. Raccolte le indicazioni di Wiesel. –

1. La notizia ANSA. – Da notare che la mozione di cui nella nota di agenzia è passati con 197 voti, fra cui i voti di sedicenti liberali. Vi è da chiedersi di qual liberalismo si tratti: se di nome o di fatto. Ecco il testo della nota di agenzia:
BUDAPEST, 23 feb - La negazione della Shoah diventa sanzionabile penalmente in Ungheria e perseguibile con tre anni di reclusione. Lo ha stabilito il Parlamento ungherese, adottando una proposta socialista. La mozione e' passata con 197 voti (socialisti, liberali, centristi), mentre l'opposizione conservatrice Fidesz si e' astenuta. [Il negazionismo è un fenomeno sempre più presente in Ungheria, in particolare viene spesso evocato durante i comizi del partito estremista nazionalista Jobbik, che stando, ai sondaggi, riuscirà a entrare in parlamento dopo le elezioni previste oer il prossimo aprile. Fidesz, il maggiore partito di opposizione che è dato per favorito nelle prossime elezioni e che quindi guiderà il prossimo governo, aveva proposto una modifica per sanzionare anche la negazione dei crimini di “tutti i regimi totalitari, nazismo e comunismo”, proposta che è stata però respinta dalla maggioranza.].Nel 1944, piu' di 600.000 ungheresi ebrei furono deportati e uccisi dai nazisti. Nel Paese oggi la comunita' ebraica conta circa 100.000 persone.
La parte fra parentesi quadre è stata significativamente espunta da una rassegna stampa cristiano-sionista, da noi monitorata e dove abbiamo attinto la prima notizia del fatto. Probabilmente è ripresa da una notizia flash dell’Unità, ma in questo caso i cristiano sionisti avrebbero dovuto citare l’Unità e non l’ANSA: cattiva filologia! Non si tratta di omissione di poco conto perché con la nuova normativa, se passerà tutti i vagli di costituzionalità, si vengono a colpire non una o due persone, i soliti “matti”, che proprio “matti”, se davvero “matti”, dovrebbero avere cristiana comprensione, come i nostri “matti” che vengono lasciati circolare per le strade con maggior pericolo di quanto ne costituiscano i cosiddetti negazionisti. Ma viene colpita un’intera opposizione prossima a giungere in parlamento, e forte del 5 per cento. Come a dire che il 5 per cento della popolazione ungherese dovrebbe stare in galera. Quindi su una popolazione di 10 milioni di abitanti, ne avremmo mezzo milione di persone potenzialmente in galera. a fronte di una popolazione ebraica, beneficiaria, di appena 100.000 abitanti. Funziona davvero bene la restaurata democrazia. La normativa è varata ad appena un mese dalle prossime elezioni. Evidentemente allo scopo di bloccare un’intera forza politica di ben il 5 per cento di elettori, esclusi quindi i non votanti. Fatte le proporzioni con l’Italia è una cifra enorme.

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2. Raccolte le indicazioni di Wiesel. – Sembra che che vi sia lo zampino di Wiesel, come era già stato notato anche sul web italiano. I conti tornano ed il cerchio si chiude. Si può parlare qui fondatamente di “complotto”, altrimenti non si spiega il tempismo dato dalle notizie: a) Wiesel che parla nel dicembre 2009 e chiede espressamente una legge contro il negazionismo come quella vigente in Germania e Francia; b) la richiesta di risarcimento alle ferrovie ungheresi per aver trasportato deportati ebrei, notizia assai recente; c) la notizia di questi giorni sul varo della legge che ha già un nome di paternità: Attila Mesterhazy. Un nome che dice tutto! La pena prevista è fino a tre anni di prigione. Non per per questa la verità vera diventerà più vera. Si tratta di capire se si tratta di pulsione autolesionista verso l’illiberalità o di agenti ed attori che spingono dietro le quinte e le cui azioni giungono solo oggi alla nostra conoscenza e consapevolezza:
«…L’informazione in grado di rivelare il vro contenzioso viene omessa dai media, anche se da tempo trapelano notizie sul fatto che le agenzie sionsite rivendicano la proprietà di notevoli quantità di beni immobiliari che si trovano in Polonia e in Ungheria, in quanto sis ostiene che in passato sarebbero appartenuti ad Ebrei uccisi durante il genocidio. Attualmente Polonia ed Ungheria sono oggetto di una vera e propria colonizzazione da parte di gruppi sionisti, e sul territorio di quei Paesi si segnala da tempo addirittura la presenza di soldati israeliani armati a guardia delle proprietà già acquisite».
(Fonte del 12 febbraio 2009)
A me sembra che la seconda ipotesi sia la più probabile, anche se dobbiamo interrogarci sulla politica educative e culturali del secondo dopoguerra, frutto degli accordi di Yalta. Vi erano stati comunque in Ungheria precedenti tentativi che i tribunali avevano saggiamente respinto in quanto contrari alla tradizione europea dello stato di diritto, fondato sulla costituzione uscita dalla rivoluzione francese. Con la debellatio del 1945 l’Europa, ad Est o ad Ovest, ha perso egualmente la sua tradizione giuridica ed i rapporti diritto e guerra diventano qui particolamente evidenti. Il vincitore impone al vinto la sua legge. Una classe politica servile è sempre pronta ad eseguirne i dettami tanto ad Est quanto ad Ovest. Quanto a Wiesel che tanto ama la verità sarebbe ora che venisse fatta piena luce sulla sua identità. Viene da chiedersi se abbia fatto nel suo recente viaggio in Italia analoghe richieste al suo grande amico Gianfranco Fini. Le nostre libertà sono in pericolo ed i cittadini devono imparare a riconquistarsele.

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