lunedì 12 ottobre 2009

Capi di governo: 80. Tayyid Erdogan e la nuova politica mediorientale della Turchia.

Homepage

Una scheda su Erdogan nel nostro monitoraggio sulla Israel lobby in Italia ed Europa si giustifica adottando l’angolo visuale dell’atteggiamento dei media dopo la svolta della politica estera turca in conseguenza di Piombo Fuso. Si legge da qualche parte che Erdogan si sarebbe sentito ingannato al momento dell’operazione “piombo fuso”. Vale a dire che si stava adoperando per un avvicinamento fra Siria e Israele, quando è improvvisamente il piombo è scoppiato rendendo non credibile la mediazione turca. Se le cose stanno davvero così, non possiamo non pensare all’atteggiamento del nostro ministro degli Esteri Frattini, grande amico di Israele, il quale non ha battuto ciglio dopo aver detto alla Commissione esteri che aveva assicurazione da Israele che non vi sarebbe stata operazione di terra. La vicenda fu notata da D’Alema, precedente ministro degli esteri. Aspettarsi da Frattini un comportamento simile a quello di Erdogan non è cosa da lui. L’Italia viene molto dopo l’amicizia di Frattini con Israele. In questa scheda non possiamo certo seguire tutta la politica estera della Turchia, ma possiamo isolare l’atteggiamento del sionismo italiano verso la Turchia dopo la sua svolta politica a cominciare da Piombo Fuso ed eventualmente comparandola con la politica precedente per comprendere quanto davvero e rprofondamente “piombo fuso” possa incidere sugli equilibri e sulle alleanze finora avute.

Vers. 1.0/12.10.09
Precedente/Successivo
Sommario: 1. Se questa è la spalla. – 2. La rottura di Davos. – 3. Mamma, li turchi! – 4. La lobby americana tenta di ricucire. – 5. Timeo Danaos dona ferentes. –

1. Se questa è la spalla. – La notizia è il rifiuto turco di far partecipare Israele a esercitazioni NATO. Sembrerebbe un boicottaggio della campagna BDS, ma ciò non è dichiarato e sembra maturi autonomamente. Nell’articolo di Ferrari sul “Corriere di Sion” – espressione scherzosa ma efficace, che si trova sul web – si valutano le reciproche convenienze a conservare il rapporto matrimoniale fra Israele e la Turchia. Per Israele sarebbe importante l’amicizia della Turchia per poter esercitare attraverso questo paese un’influenza sul mondo islamico e senza modificare la propria natura di stato ebraico dell‘apartheid. Più o meno come adesso succede con l’Egitto che io penso sia improprio dire abbia fatto pace con Israele. È stato domato, ridotto alla ragione ovvero ad un regime di ricatti e pressioni da parte soprattutto USA e tenuto da Israele sotto minaccia militare. Dubito che il popolo egiziano sia contento della politica estera del suo governo, ma si sa che la realpolitik significa dispezzo dei popoli deboli, incapaci di esprimere governi forti che sappiano difenderli. Dubito anche che la Turchia accetti su questa sponda un ruolo simile a quello dell’Egitto offendendo e umiliando tutto l’Islam. Si può ben essere laici senza offendere una sensibilità religiosa come quella islamica, non meno rispettabile di quella cristiana e senza neppure confronti con quella ebraica. Secondo la fine analisi del Ferrari articolista, probabilmente più addentro di noi in politica estera, Israele avrebbe da offrire in cambio sul piatto della bilancia il suo appoggio alle aspirazioni europeiste della Turchia. Come a dire che Erdogan per essere ammesso nel concerto europeo deve andare in giro non nelle capitali europee, ma a Tel Aviv. Evidentemente il Corriere di Sion ha il vero polso della situazione reale!

2. La rottura di Davos. – Era il 31 di gennaio di quest‘anno corrente 2009 ed i giornali portavano la notizia dello strappo di Davos, dove Erdogan dava dell’assassino a Peres. È da notare che i commenti giornalistici non sono quasi mai neutri ed esprimono l’ideologia politica o almeno una presa di posizione implicita. L’abilità del lettore consiste nel saper separare il fatto o l’evento dalla formulazione e interpretazione del giornalista. Quali siano i suoi desideri, dove batte il suo cuore e come la pensi Micalessin, che meriterà una scheda, non è difficile comprenderlo. Ci dice però una cosa interessante: undici anni fa Erdogan andò «in galera per aver inneggiato - da sindaco di Istanbul – alla nascita di uno Stato islamico turco». Michele è da prendere con beneficio d’inventario, ma può essere fondato e politicamente indovinato l’avere la giusta sensibilità e affezione ai valori islamici da parte di un politico turco. Ritroviamo a ritroso nel tempo lo stesso Ferrari del paragrafo 1, che anche qui dava dello sprovveduto a Erdogan. È da chiedersi perchè non vada ad offrirgli i suoi consigli. Questi giornalisti ci parlano con una tale confidenza di personaggi che pure guidano popoli come quello turco da farci quasi credere che loro ne sappiano di più: è la psicologia del barbiere di Napoleone. Mah! Il guaio è soltanto per gli incauti lettori che rischiano di scambiare le lucciole con le lanterne. Del resto, la propaganda sionista sa bene ciò ed opportunamente si tengono seminari di Hasbara nella redazione del Corriere di Sion. Potremmo dire a Ferrari come ciò che succede in ottobre 2009 con il rifiuto posto ad Israele di portare i suoi aerei sui cieli turchi dimostra come in gennaio a Davos non si fosse trattato di una questione di galateo. È invero meschino a fronte di un massacro fare questioni di galateo. La diplomazia in questo caso è una forma di cinismo e degrado morale. Erdogan ha voluto sottrarsi, e bene ha fatto, dicendo di un essere un politico e non un diplomatico. In condizioni simili perché mai uno dovrebbe aspirare all’altissimo ruolo di Mediatore? Bisognerebbe capire come il giornalista del Corriere intende la diplomazia e come crede di poterci far leggere gli eventi. Boh! In effetti, è anche questo – cioè commenti del genere – uno dei canali, più dimessi e subdoli, con cui si tende a precostituire un orientamento filoisraeliano: uno compra il Corriere di Sion, legge Ferrari e se non è accorto ne incamera le opzioni politiche. Mancano naturalmente nella rassegna habarota i “prevedibili” articoli del Manifesto.

Torna al Sommario.

3. Mamma, li turchi! – Ormai, con la mia esperienza di monitoraggio, riesco a prevedere le notizie ed i commenti dell’Hasbara torinese. Appena letta ieri sera la notizia del rifiuto opposto dalla Turchia a che Israele partecipasse alle esercitazioni NATO in suolo turco, mi aspettavo gli abituali commenti, che adesso dopo l’Iran avranno un nuovo bersaglio: la Turchia. Pretendono di convincerci che non solo l’Iran è il nostro grande nemico, ma ora vi si aggiunge anche la Turchia, colpevole di aver detto con Erdogan agli israeliani che sono degli autentici assassini, cosa confermata da Goldstone. Dicono anche che con gli assassini non vogliono avere a che fare. Ma qual è l’angelico commento? Si è antieuropei perché si è antisrealiani! Che i rapporti della Turchia con Israele fossero in passato molto stretti e che ora non siano più, se così è, finalmente possiamo leggere una buona notizia. Speriamo che questa posizione della Turchia si mantenga e si rafforzi. L’Europa ne avrà da guadagnarne! Interessante la posizione filoiraniana della Turchia, se destinata a stabilizzarsi. Non è pensabile che il sionismo abbia successo nel fomentare e sobillare una guerra anche contro la Turchia, il cui ingresso nell’UE a mio avviso conviene più all’Europa che non alla stessa Turchia. Diventa sempre più riprovevole il ritornello della ragioni “difensive” di Israele. Non solo queste argomentazioni propagandistiche sono riprovevoli, ma sono anche un insulto alla comune intelligenza ed in questo senso irritano perfino la nostra vanità, come succede quando qualcuno pensa di ingannarci con le più inverosimili frottole. Su questa strada gli Erdogan sono destinati a fare scuola. Rimarrano solo i Frattini a reggere il gioco. Già incomincia la diffamazione con la “dittatura” turca. Bella modernizzazione sarebbe stata quella suggellata da una stretta di mano con gli “uomini che sono bravi ad uccidere”, come Erdogan ha detto all’israeliano Peres in Davos, dove si è consumato uno strappo non passeggero. Al solito, la tecnica hasbarota cerca di stornare il discorso dalle specifiche responsabilità israeliane, tentanto – con articolo che appaaiono nei soliti giornali “amici” – di far volgere lo sguardo verso altri scenari, dove la sensibilità umanitaria dello Stato ebraico non può essere più credibile di quanto non dimostri il suo regime di apartheid. Un trucco mediatico sul quale credo neppure un bambino corra il rischio di lasciarsi abbindolare. Noi qui non facciamo analisi di politica internazionale, ma analizziamo le tecniche e gli argomenti della propaganda sionista. Caspita! L’angelico hasbarota dava per scontato che le mancate esercitazioni NATO erano finalizzate ad una prova di orchestra per l’attacco all’Iran! Dunque, se così è, a maggior ragione la Turchia ha preso le distanze. Il commento di Pezzana alla nuova politica turca merita il seguente commento: riprovevole, per esser garbati. Lo ripetiamo. Se io non mi spaccio per analista della politica interna ed estera turca, meno che mai lo è un Pezzana, di cui qui rileva solamente il suo ruolo tutto sionista. Per una più ponderata analisi della notizia, improntata a senso deontologico e competenza professionale, è bene fare riferimento a Michele Giorgo, che per gli hasbaroti torinesi resta sempre la solita bestia nera. Quanto a Cicchitto si tratta di sfegatato sionista, come ha dimostrato in innumerevoli occasioni. Mi auguri che come militante del PdL possa avere qualche occasione democratica per contestarlo. Gli ho già detto che pur militando nello stesso partito non sono per nulla d’accordo con le cose che dice. Ma questi personaggi parlano solo in televisione e raramente con i militanti e gli elettori.

4. La Lobby americana tenta di ricucire. – Andando al Link si trova una notizia in traduzione italiana apparsa nel Notiziario UCEI del 20 ottobre. A suo volta questa notizia è riportata dalla rassegna cristiano sionista “Notizie su Israele”. Stranamente, i Notiziari dell’UCEI, che hanno certamente un carattere di maggiore ufficialità ebraica, non vengono riportati da «Informazione Corretta», di cui in effetti ci sarebbe di che vergognarsi da parte di una ufficialità che aspira ad essere rispettata. Sono però solo congetture. Il quesito è: cosa rappresenta l’agenzia hasbarotica “Informazione Corretta” nell’ambito dell’ebraismo italiano? È un quesito che non abbiamo ancora sciolto. Ricordiamo che nella disputa tra Odifreddi e Israel, dove Odifreddi ebbe parole pesanti per la testata “Informazione Corretta” ci furono rabbini che scesero in campo a difesa di «Informazione Corretta», di cui è redattore organo il citato Giorgino. Chiusa questa parentesi ciò che attrae la nostra attenzione dal testo linkato è il seguente brano, marginale nell’economia del racconto:
«Nello stesso periodo, Erdogan ha incontrato un gruppo di 50 leader ebrei statunitensi per cercare di riparare le relazioni con gli Stati Uniti e Israele».
Questa è una palese ammissione dell’esistenza di una Lobby. Sono 50 privati statuninensi che pretendono di trattare affari di stato con il capo del governo turco. Non si può certo credere che questo modo di procedere sia una prerogativa dei soli ebrei americani. Non ne siamo certo al riparo noi in Italia, né in Francia, né in Germania. Per il resto è da sperare che la rottura fra Israele e la Turchia si consolidi nel tempo.

5. Timeo Danaos dona ferentes. – È perfettamente legittimo e saggio il rifiuto da parte di Erdogan degli aiuti israeliani: si preoccupassero costoro di aiutare i palestinesi, in casa loro, semplicemente lasciando entrare gli aiuti turchi nel lager di Gaza. Vi è tanta di quella ipocrisia nell’offerta israeliana di aiuti alla Turchia da poter essere considerata come un’insulto alle vittiche turche e palestinesi.


(segue)

2 commenti:

Alessio ha detto...

Caro Antonio caracciolo, vorrei porle un quesito che poi di fatto è un problema. perchè in italia la israel lobby sembra essere influente, molto più che nel regno unito o in Francia? Se si paragona su questa questione la realtà europea con quella specificamente italiana, non esiterei ad affermare che, ahimè, l'Italia appare un paese filo-sionista. infatti sono numerose le associazioni di amicizia Italia-Israele, che portano alla collaborazione militare, economica e politica con l'entità sionista; inoltre in pratica buona parte della classe politica di centro-destra è filo-israeliana, l'associazione Amici d'Israele ha molti simpatizzanti perfino a sinistra.
In europa e in special modo in inghilterra,invece, sono più numerosi ed organizzati i gruppi che hanno sposato la causa palestinese e il boicottaggio antisraeliano è assai più diffuso e praticato.
Da che cosa dipende tale complicità della politica italiana con i misfatti israeliani?

Antonio Caracciolo ha detto...

Se è una domanda che lei mi pone, io le rispondo che sto ancora conducendo una ricerca. Io stesso mi sono accorto del problema pochi anni fa. Avevo deciso, come è ormai mia abitudine, di mettermi a studiare su uno dei miei blog un determinato argomento, l’ormai classico «Olocausto». Quasi non conoscevo neppure il significato del termine. Ma subito mi sono piovuti addosso insulti ed attacchi di ogni genere. La cosa mi ha colto di sorpresa, ma la mia reazione non è stata quella di si offende, difende e minaccia di sporgere querele, ma di uno che cerca di capire il perché delle cose o di ciò che accade. Ho posto sotto monitoraggio quegli ignobili di “Informazione Corretta” che sembra abbiano ora deciso di ignorarmi o di lasciarmi in pace. Sempre di loro diffido e li trovo sommamente spregevoli e “scorretti”.

Piano piano sono dunque venute fuori tante cose che neppure sospettavo, ma che è importante conoscere perché determinano e influenzano aspetti importanti del nostro modo di pensare. La mia principale preoccupazione in tutta questa storia è però la possibilità stessa di poter pensare liberamente, una possibilità che vedo sempre più minacciata. Ci vogliono togliere la libertà di poter pensare con la nostra testa.

Io non saprei dire esattamente quanto in Italia è forte l’influenza e il potere della Israel lobby. Credo però che questa forza e questa influenza molto sia fondata sull’ignoranza e sulla manipolazione. Insomma, non trovo argomenti forti da parte della Lobby. Per dirlo io che da poco tempo mi interesso del problema vuol dire che non sarebbe difficile con un’azione concertata smontare la egemonia, la loro progaganda sionista.

Per fortuna, non abbiamo leggi ancora leggi liberticide come in Germania, Francia, Svizzera. Ma temo che ci stiamo avviando su questa strada. Il progetto Mastella è stato un tentativo che verrà presto reiterato.

Non ne faccia poi una questione di essere “filopalestinesi” piuttosto che “filoisraeliani”. Per me è importante essere filoitaliani e se mai filoeuropei. Non è possibile essere davvero italiani o europei se non ci si libera della “Israel lobby”.

Per farle un esempio conlusivo e spero chiaro la invito a leggersi (utilmente) il libro di Tony Judt sulla storia d’Europa dopo il 1945. È una sintesi di cose che non abbiamo studiato a scuola perché troppo recenti.

Ma vedrà che questo libro, nelle sue conclusioni, quando si pone il problema dell’identità europea e le dice che questa deve essere costruita su Auschwitz e sulla Shoah.

Lo trova accettabile?
Io no! Ma la lotta culturale che si combatte sulle nostre teste e contro le nostre teste è proprio questa. Ho appena sentito al telegiornale che Schifani ha parlato ad un convegno per un progetto sulla Shoah.

Io mi oppongo ad un disegno politico-culturale che vedo sempre più chiaro e la cui verità è “piombo fuso”. Mio dovere è dire quel che penso finché me lo lasceranno dire. Saranno poi gli altri a decidere, ognuno per conto suo.

Non posso darle una risposta esaustiva alla sua domanda perché la mia ricerca è in corso. Ma è anche qui la risposta: se ognuno si interroga seriamente sul problema, se si pone domande radicali e penetranti, la minaccia di dissolve. Non sono convinto che siano tanto forti... Almeno non negli argomenti. In altre cose è possibile che siano forti. La migliore difesa ed il migliore attacco è però lo studio approfondito delle questioni.