venerdì 2 ottobre 2009

Sionismo al governo: 73. Ehud Barak ministro israeliano della difesa ovvero criminale di guerra

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Una scheda su Ehud Barak si giustifica qui ed ora sulla notizia del suo arresto in Londra, scampato per un pelo. L’International criminal court del 2001 e il Criminal justice act del 1988 consentono anche a singoli individui di presentare denunce per “crimini di guerra” contro militari, anche se questi ultimi non sono cittadini britannici e ovunque i crimini siano stati commessi. Su questa base e dopo il rapporto Goldstone un gruppo di famiglie palestinesi ha sporto denuncia contro Ehud Barak in visita a Londra. Barak era stato prontamento avvisato da Tel Aviv con il consiglio di dirottarsi sulla Francia, per evitare problemi. È stato salvato in extremis dal ministro inglese Miliband. Resta comunque tutto il significato politico della vicenda.

Vers. 1.0/3.10.09
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Sommario: 1. Ehud a rischio di arresto nei paesi che perseguono i crimini di guerra. –

1. Ehud a rischio di arresto nei paesi che perseguono i crimini di guerra. – È in atto una poderosa campagna diplomatico-mediatica internazionale per neutralizzare gli effetti del rapporto Goldstone. Non si ripeterà mai abbastanza che Goldstone non è un egiziano come Hosni, accusato di “antisemitismo” e “trombato” all’UNESCO parrebbe con l’apporto determinante dell’Italia di Frattini, dico scientemente “Italia di Frattini messo al ministero degli esteri”, ma è un “ebreo”, che si dice lui stesso “amico di Israele” e forse per questo da Cocco definito “sionista”. Si spiega del resto la parziale condanna anche contro Hamas, il quale non avrebbe distinto a sua volta nel lancio dei missili fra obiettivi civili e militari. Israele resta tuttavia di gran lunga il maggior responsabile, abituato ormai da sempre ad agire in regime di impunità, fidando nella copertura politica, mediatica e diplomatica di Usa e suo Alleati, nonché nella grande capacità delle comunità ebraiche di influenzare i governi e le opinioni pubbliche dei paesi in cui si trovano e dove a giudizio di chi scrive compromettono sempre più la loro immagine verso la stragrande maggioranza dei loro concittadini ad una sola cittadininza e fedeltà, che hanno maggiormente a cuore gli interessi della politica esteri del loro paese nonché le superiori ragioni della giustizia e dell’umanità. Il rapporto Goldstone nelle sue 575 pagine, redatte malgrado il boicottaggio del governo israeliano, non è uno studio privato, ma è un atto di Ufficio di un Organo non trascurabile come l’ONU. Le diplomazie, i governi, gli organi giudiziari non possono ignorarlo come una faccenda privata, di parte. Gli sviluppi del rapporto non hanno certo la stessa immediatezza dei bombardamenti di Piombo Fuso scaricati sulla popolazione di Gaza che ogni giorno continua a soffrire e a morire. Il realtà l’Operazione Piombo Fuso continua ogni giorno nei suoi effetti e non ha mai cessato. Nello stesso link si legge di «neonati malformati per colpa di Israele”. Il genocidio è programmato nel tempo ed era già così nella mente dei padri sionisti, primi coloni nel 1882 e nei figli del 1948, che missero in esecuzione il piano Dalet, di cui parla ampiamente Ilan Pappe nel suo volume La pulizia etnica della Palestina. Ciò che possiamo concretamente sperare e a cui ognuno di noi che sa può contribuire, poco o molto, è un rapido mutamento dello spirito pubblico europeo in contrapposizione ai governi e ai politici largamente condizionati da Israele e dalle comunità ebraiche che sostengono dall’Europa i coloni ebrei degli insediamenti illegali, raccogliendo perfino fondi, quei fondi che vengono invece criminalizzati se rivolti a salvare da morte certa gli internati di Gaza. Non si ripeterà mai abbastanza come ai valichi di Gaza, quello israeliano e quello egiziano, i viveri e i medicinali che i popoli (non i governi) europei hanno generosamente mandato marciscono senza poter giungere a destinazione.

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(segue)

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