Claudio Pagliara è un giornalista della RAI i cui servizi da Israele appaiono sempre sbilanciati dalla parte di Israele. Da un giornalista di professione ci si aspetta un equilibrio per il quale che è da lui informato si possa aspettare notizie del giorno su cose che altrimenti non può sapere. Invece di Claudio Pagliara uno può già sapere prima cosa dirà non solo sul fatto del giorno, ma anche sui fatti che saranno. Forse è impossibile in sé la professione di un giornalista puro, con almeno un atteggiamento mentale non aprioristicamente determinato, secondo la formula “i fatti separati dalle opinioni”. Alcuni però ci provano in uno sforzo volto all’obiettività, nel caso di giornalisti come Claudio Pagliara questo sforzo neppure si nota.
Versione 1.3/Status: 29.9.09
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Sommario: 1. Gli “ottimi servizi” di Claudio Pagliara. – 2. Una indecenza travestita da giornalismo. – 3. Un nuovo genere: il giornalismo istruttorio. – 4. “Contesa” o non piuttosto invasa e occupata? – 5. La «vera» informazione di Claudio Pagliara. –
1. Gli “ottimi servizi” di Claudio Pagliara. – Sui servizi RAI, pagati con i soldi di tutti i contribuenti, i quali non possono sottrarsi ad un pagamento imposto per legge, gli italiani sanno già tutto. L'informazione non brilla per quanto riguardano le notizie che vengono da Gaza. In pratica, Claudio Pagliara – che recentemente sembra aver superato ogni limite di decenza – riporta su ogni notizia la versione ufficiale del governo israeliano. Ed è per questo motivo che ottiene il plauso peloso dei nostri «Corretti Informatori» che giudicano “ottimi” i suoi servizi:
secondo un criterio di valutazione tutto di parte israeliana e per il quale vengono giudicati “pessimi”, ad esempio, gli articoli di un Michele Giorgio, sul “Manifesto”. L’archivio di IC è riccamente dotato su Claudio Pagliara. Ad esso attingeremo per un'analisi dell'informazione – ahimé pagata anche con i soldi della mia tasca –fornita da Claudio Pagliara, battezzato anche “re delle menzogne” sullo stesso forum di Rai Click e verso il quale è stato proposto un VDay:Qui, cliccando sul tg delle 20 del 29 maggio si può vedere il telegiornale con un ottimo servizio di Claudio Pagliara su Sderot, che descrive la condizione degli abitanti della città israeliana bersagliata dai kassam.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail al TG 1
tg1_direzione@rai.it
Come di consueto, dopo l'ennesima strage di palestinesi, si è distinto in perfidia il solito Claudio Pagliara, che ha almanaccato di morti causate dall'esplosione di guerriglieri che indossavano giubbotti carichi d'esplosivo colpiti dall'esercito israeliano, della "vendetta di Hamas", dei "razzi Qassam" ecc.E, sempre come al solito, nessun nome per queste vittime palestinesi, "ostaggio dei guerriglieri, che sparano dalle case" (e da dove dovrebbero farlo, se è l'unico posto che hanno? allora gli si concedano carri armati, aerei ecc.). Invece tutto il mondo sa che "rapito da Hamas" esiste il caporale Gilad Shalit, con un nome e un cognome. I palestinesi, al massimo, fanno numero.Infine, la ciliegina sulla torta. Fate caso a come Pagliara pronuncia "Beit Hanùn"... Beit Khanùn, col raschio inconfondibile dell'ebraico di quella che in arabo è l'aspirata hâ'.Per questo Pagliara ci vorrebbe un apposito Vaff-day.
Scriviamo anche noi un apprezzamento alla RAI per l'«ottimo» servizio di Claudio Pagliara, profumatamente pagato con i nostri soldi.
2. Una indecenza travestita da giornalismo. – Così viene definità l’attività di Claudio Pagliara nei servizi televisivi che tocca sorbirci pagando il canone di stato. Inutile cercare in Pagliare approfondimenti o qualcosa di diverso dalle versioni ufficiali fornite dal governo israeliano.
3. Un nuovo genere: il giornalismo istruttorio. – Non avrei mai saputo chi fosse Abu Hafs se a parlamene non fosse Claudio Pagliara, favorevolmente recensito da IC. Uno potrebbe pensare che compito di un giornalista fosse quello di informare su cose inedite, ma sembra qui che il principale intento di Pagliara sia stato quello di far dire all’intervistato che vede positivamente AlQaeda e che invece giudica negativamente Israele. Ed è quanto basta per gridare allo scandalo e stracciarsi le vesti, posto che Alquaeda è il male assoluto, mentre Israele è il bene assoluto. Per l’«ottimo» giornalista Claudio Pagliara il suo intervista è un «terrorista» ed è tutto. Presto magari a nostra insaputa tutti possiamo venire inclusi in questa definizione dalle larghe maglie, basta stare dalla parte opposta a quella di un Pagliara e si è subito promossi al rango di “terroristi”. Terminata l’inchiesta giornalistico-istruttoria non resta che passarla ad un magistrato o alla CIA ovvero al Mossad. È da chiedersi se l’intervistato sapesse chi era l’intervistatore e cosa in realtà volesse da lui. Ed è ancora da chiedersi se l’intervista sia stata a titolo gratuito o dietro corrispettivo. Ed in questo caso quanto sia costata al contribuente italiano che paga il canone tv e lo stipendio dello stesso Pagliara. Francamente trovo inverisimile che qualcuno sia disposto a rilasciare un’intervista di quel genere senza un lauto corrispettivo che in un paese impoverito come quello ritratto dal fimato può far gola.
4. “Contesa” o non piuttosto invasa e occupata? – Ho riconosciuto la voce di Claudio Pagliara in un servizio culturale-turistico del TG1 meridiano di oggi 4 agosto 2008. Provate ad immaginare la sensazione che offre la voce di un giornalista che anziché informare sulle tragiche vicende di una delle zone più calde del pianeta lancia uno stupido spot turistico, dove in ultimo chiude con una regione tanto bella quanto “contesa”, un eufemismo per tacere della vera e propria occupazione iraeliana, il cui punto più saliente può essere individuato nella pulizia etnica del 1948 e nella vergogna di Gaza, un Lager che supera tutti gli orrori di Auschwitz. Questa è l’informazione offerta da Claudio Pagliara, pagato dal contribuente italiano.
5. La «vera» informazione di Claudio Pagliara. – Per il resto del mondo i servizi di Claudio Pagliara dal Medio Oriente sono tutti sbilanciati a favore di Israele, ma per i «Corretti Informatori» l’informazione fornita dal giornalista RAI costituisce una “vera” informazione a fronte della “non vera” informazione, ad esempio, di Umberto Giovannageli che sta facendo una serie di interviste a tutti i principali protagonisti delle vicende politiche del momento.
6. La prova del nove. – L’apprezzamento tributato a Claudio Pagliare dagli «Informatori Corretti» è la prova del nove della faziosità che lo contraddistinge. I suoi servizi giornalistici sono una mera lettura delle veline a lui passate da ministero israeliano della propaganda. Per questo sono graditi dagli «Scorretti Informatori» e sgraditi a tutti gli altri.
7. Claudio il beniamino. – Vale il vecchio detto che l’uomo è misura di tutte le cose. Mentre da chi è appena un poco critico verso la politica di Israele, appare evidentente lo sbilanciamento dell’informazione fornita da Claudio Pagliara, pagato anche dal contribuente non sionista, per i «Corretti Informatori» la sua informazione è l’optimum della correttezza. Si vorrebbe tutta la stampa italiana, tutta l’informazione sul modello Pagliara. Gli elogi sono costanti e sperticati. Un altro al posto di Pagliara incomincerebbe a porsi qualche dubbio, ma Pagliara no!
(segue)
2. Una indecenza travestita da giornalismo. – Così viene definità l’attività di Claudio Pagliara nei servizi televisivi che tocca sorbirci pagando il canone di stato. Inutile cercare in Pagliare approfondimenti o qualcosa di diverso dalle versioni ufficiali fornite dal governo israeliano.
3. Un nuovo genere: il giornalismo istruttorio. – Non avrei mai saputo chi fosse Abu Hafs se a parlamene non fosse Claudio Pagliara, favorevolmente recensito da IC. Uno potrebbe pensare che compito di un giornalista fosse quello di informare su cose inedite, ma sembra qui che il principale intento di Pagliara sia stato quello di far dire all’intervistato che vede positivamente AlQaeda e che invece giudica negativamente Israele. Ed è quanto basta per gridare allo scandalo e stracciarsi le vesti, posto che Alquaeda è il male assoluto, mentre Israele è il bene assoluto. Per l’«ottimo» giornalista Claudio Pagliara il suo intervista è un «terrorista» ed è tutto. Presto magari a nostra insaputa tutti possiamo venire inclusi in questa definizione dalle larghe maglie, basta stare dalla parte opposta a quella di un Pagliara e si è subito promossi al rango di “terroristi”. Terminata l’inchiesta giornalistico-istruttoria non resta che passarla ad un magistrato o alla CIA ovvero al Mossad. È da chiedersi se l’intervistato sapesse chi era l’intervistatore e cosa in realtà volesse da lui. Ed è ancora da chiedersi se l’intervista sia stata a titolo gratuito o dietro corrispettivo. Ed in questo caso quanto sia costata al contribuente italiano che paga il canone tv e lo stipendio dello stesso Pagliara. Francamente trovo inverisimile che qualcuno sia disposto a rilasciare un’intervista di quel genere senza un lauto corrispettivo che in un paese impoverito come quello ritratto dal fimato può far gola.
4. “Contesa” o non piuttosto invasa e occupata? – Ho riconosciuto la voce di Claudio Pagliara in un servizio culturale-turistico del TG1 meridiano di oggi 4 agosto 2008. Provate ad immaginare la sensazione che offre la voce di un giornalista che anziché informare sulle tragiche vicende di una delle zone più calde del pianeta lancia uno stupido spot turistico, dove in ultimo chiude con una regione tanto bella quanto “contesa”, un eufemismo per tacere della vera e propria occupazione iraeliana, il cui punto più saliente può essere individuato nella pulizia etnica del 1948 e nella vergogna di Gaza, un Lager che supera tutti gli orrori di Auschwitz. Questa è l’informazione offerta da Claudio Pagliara, pagato dal contribuente italiano.
5. La «vera» informazione di Claudio Pagliara. – Per il resto del mondo i servizi di Claudio Pagliara dal Medio Oriente sono tutti sbilanciati a favore di Israele, ma per i «Corretti Informatori» l’informazione fornita dal giornalista RAI costituisce una “vera” informazione a fronte della “non vera” informazione, ad esempio, di Umberto Giovannageli che sta facendo una serie di interviste a tutti i principali protagonisti delle vicende politiche del momento.
6. La prova del nove. – L’apprezzamento tributato a Claudio Pagliare dagli «Informatori Corretti» è la prova del nove della faziosità che lo contraddistinge. I suoi servizi giornalistici sono una mera lettura delle veline a lui passate da ministero israeliano della propaganda. Per questo sono graditi dagli «Scorretti Informatori» e sgraditi a tutti gli altri.
7. Claudio il beniamino. – Vale il vecchio detto che l’uomo è misura di tutte le cose. Mentre da chi è appena un poco critico verso la politica di Israele, appare evidentente lo sbilanciamento dell’informazione fornita da Claudio Pagliara, pagato anche dal contribuente non sionista, per i «Corretti Informatori» la sua informazione è l’optimum della correttezza. Si vorrebbe tutta la stampa italiana, tutta l’informazione sul modello Pagliara. Gli elogi sono costanti e sperticati. Un altro al posto di Pagliara incomincerebbe a porsi qualche dubbio, ma Pagliara no!
(segue)
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