Ad un anno circa dal nostro “Monitoraggio” di «Informazione Corretta» abbiamo ormai appreso a conoscere e valutare la forma mentis, i livori, le pulsioni, la faziosità e quanto altro dei nostri «Corretti Informatori», di cui con certezza può farsi almeno un nome, quello di Angelo Pezzana, al quale risparmiamo attributi. Tecnicamente, «Informazione Corretta» dovrebbe essere una rassegna stampa. Forse a Pezzana l’idea è venuta da Radio radicale, che in questo campo ha una consolidata tradizione. Una “rassegna stampa” non è in sé qualcosa di assolutamente oggettivo, ammesso e non concesso che esista l’oggettività assoluta: al massimo ci si può aspettare dell'obiettività di informazione. Con Radio radicale Pezzana ha avuto e credo abbia tuttora qualche rapporto. Vi era un periodo in cui Pezzana, ricordo bene, teneva una apposita rubrica settimanale in quanto presidente o rappresentante del “Fuori”, una nota associazione di omosessuale. Di quelle rubriche – che ascoltavo casualmente (= non sono un omosessuale) – ricordo la violenza degli attacchi, specialmente verso una persona a me ben nota, che fui io ad avvertire. Proprio per questo particolare ricordo ancora di quella rubrica, il cui stile direi sia passato per intero nell’odierna «Informazione Corretta».
Una rassegna stampa consiste di due momenti: a) la scelta dei quotidiani e degli articoli in essi contenuti. In questo modo si possono fare favori promozionali a testate, che non hanno in pratica nessuna diffusione in edicola: l’Opinione di Diaconale come se fosse il Corriere della Sera, ma questo favore non viene però fatto a “Rinascita” di Gaudenzi, che volendo si può comprare in edicola: esiste materialmente e viene materialmente stampata ogni giorno. b) una sorta di commento, fatto anche di una semplice inflessione della voce, quando non di un’interposizione vera e propria. In Radio radicale gli “intercalari” sono sistematicamente presenti. Attraverso di essi si criticano gli articoli, li si reinterpretano, si fanno dichiarazioni di simpatia o antipatia politica, e così via. Per chi non vuol comprare uno o più giornali, per fortuna esistono servizi internet a misura dei propri interessi e delle proprie esigenze.
Simili rassegne stampa non sono intese per utilità e servizio di chi ascolta, quanto per esigenze politiche e propagandistiche di chi la rassegna stampa la fa. Basta ascoltare Radio radicale per capire quali ne siano gli interessi politici: l’ultima trovata sul Tibet è un esempio. Questa mattina con rassegna curata da... (mi sfugge il nome, ma si tratta del radicale europarlamentare) vi era un articolo di Barbara Spinella che incominciava ad aprire spiragli critici sul Tibet e a lasciar intuire una diversa lettura di tutta la questione. Ebbene, il rassegnista ha speso quasi più tempo a confutare Barbara Spinelli che non a leggerne l’articolo, cosa che avrebbe dovuto interessare il lettore. Strana rassegna stampa!
Ciò premesso, torniamo ai nostri «Corretti Informatori», i quali rastrellano tutte le notizie che direttamente o indirettamente possono riguardare la Santa Causa di Israele, ne fanno una pessima riproduzione grafica, ma soprattutto intervengono “criticamente” attraverso una riscrittura della titolazione originaria, spesso accompagnata da involgarimenti, quindi attraverso commenti redazionali anonimi, abitualmente di scarsa consistenza logica e votati all’invettiva, in casi eccezionali con appositi pezzi firmati dai nomi che figurano fra i collaboratori. Naturalmente, non è possibile criticare i Corretti Critici. Per aver espresso un fugacissimo apprezzamento sulla testata e su un suo “collaboratore” storpiato ironicamente in “collaborazionista” un noto filosofo italiano, Piergiorgio Odifreddi, si è visto scendere in campo tutto il rabbinato italiano. Ed io stesso come lettore ne so qualcosa. A Giorgino, per convincerlo che è finita l’epoca d’oro dell’antisemitismo, avevo perfino offerto facoltà di censura preventiva su tutti i miei scritti. Avrebbe avuto lui il diritto di purgare tutte le espressioni non gradite, lasciando intatta la sostanza della critica. Giustamente ha rifiutato in quanto la mia offerta era “assurda”. Giusto! Ma più di questo che pretendete? In realtà. come insegna Norman G. Finkelstein con l’antisemitismo inventato e con il surrogato manciania dell’odio voi ci volete continuare a campare, e pure bene, assumendovi il diritto di criticare, anche pesantemente, gli altri, ma pretendendo di essere voi sottratti alla critica di ritorno.
Insomma, ad un anno di “monitoraggio” questa risulta essere «Informazione Corretta». Anche se è ormai chiaro il soggetto, non per questo intendo porre termine alle osservazioni. Essendo ormai numerosi i sondaggi, si tratta piuttosto di fare una riogranizzazione del materiale, attraverso un opportuno sistema di collegamenti ipertestuali. La cosa ha una sua complessità e richiederà uno specifico lavoro. Qui inziamo ora una raccolta omogenea di dati. Abbiamo infatti notati che i «Corretti Informatori» si accaniscono con le “persone” più che con le idee non condivise. Alcune di queste persone sono “abituali”, altre solo “occasionali”. Tra i bersagli abituali vi è certamente Sergio Romano, la cui personalità è tale da non poter essere minimamente scalfita dai «Corretti Detrattori»: non mi risulta che Sergio Romano abbia mai risposto agli attacchi. Ciononstante, ci prendiamo noi cura di registrare nuovamente in questo apposito articolo cumulativo tutti gli strali a lui rivolti. In distinti articoli registreremo altri attacchi “abituali” ed in un solo articolo quelli “occasionali”.
1. I «Corretti Informatori» non sanno leggere correttamente. – Quando vi è stata la visita della Merkel in Gerusalemme e vi fu l'incredibile episodio della criminalizzazione della lingua tedesca, la mia indignazione esplose solo dentro il chiuso delle mie pareti domestiche, ossia di un’abitazione privata e modesta che non ha nulla a che fare con il Quirinale, da dove le esternazioni si diffondono per il mondo intero. Volendo sfogarmi con qualcuno non trovai di meglio che scrivere ai miei corrispondenti tedeschi manifestando la mia amarezza per il modo in cui l'intero popolo tedesco si lasciava insolentire: mai il popolo tedesco era caduto tanto in basso! Potevamo sapere dall'inqualificabile viltà della Merkel, dove ci avrebbero condotto le Giornate della Memoria e la mitologia olocaustica. Vi fu una risposta di un mio corrispondente che mi spiegava il codice penale tedesco vigente con i limiti che pone alla libertà dei tedeschi. Dall’articolo di Sergio Romano, che “non bacchetta” in nessun modo la Merkel, apprendo qualcosa che non sapevo e che mi conforma sapere: che i tedeschi in buona parte non hanno gradito la prosternazione del loro presidente in Gerusalemme. Un conto è la “Colpa” passata, altra cosa è il presente ed il legittimo diritto di critica alla politica del governo israeliano. Una posizione assolutamente equilibrata, che è anche propria dell'ambasciatore Sergio Romano, che conosce il mestiere di ambasciatore. La lettura dei nostri «Corretti Informatori» è a misura della loro faziosità.
Una rassegna stampa consiste di due momenti: a) la scelta dei quotidiani e degli articoli in essi contenuti. In questo modo si possono fare favori promozionali a testate, che non hanno in pratica nessuna diffusione in edicola: l’Opinione di Diaconale come se fosse il Corriere della Sera, ma questo favore non viene però fatto a “Rinascita” di Gaudenzi, che volendo si può comprare in edicola: esiste materialmente e viene materialmente stampata ogni giorno. b) una sorta di commento, fatto anche di una semplice inflessione della voce, quando non di un’interposizione vera e propria. In Radio radicale gli “intercalari” sono sistematicamente presenti. Attraverso di essi si criticano gli articoli, li si reinterpretano, si fanno dichiarazioni di simpatia o antipatia politica, e così via. Per chi non vuol comprare uno o più giornali, per fortuna esistono servizi internet a misura dei propri interessi e delle proprie esigenze.
Simili rassegne stampa non sono intese per utilità e servizio di chi ascolta, quanto per esigenze politiche e propagandistiche di chi la rassegna stampa la fa. Basta ascoltare Radio radicale per capire quali ne siano gli interessi politici: l’ultima trovata sul Tibet è un esempio. Questa mattina con rassegna curata da... (mi sfugge il nome, ma si tratta del radicale europarlamentare) vi era un articolo di Barbara Spinella che incominciava ad aprire spiragli critici sul Tibet e a lasciar intuire una diversa lettura di tutta la questione. Ebbene, il rassegnista ha speso quasi più tempo a confutare Barbara Spinelli che non a leggerne l’articolo, cosa che avrebbe dovuto interessare il lettore. Strana rassegna stampa!
Ciò premesso, torniamo ai nostri «Corretti Informatori», i quali rastrellano tutte le notizie che direttamente o indirettamente possono riguardare la Santa Causa di Israele, ne fanno una pessima riproduzione grafica, ma soprattutto intervengono “criticamente” attraverso una riscrittura della titolazione originaria, spesso accompagnata da involgarimenti, quindi attraverso commenti redazionali anonimi, abitualmente di scarsa consistenza logica e votati all’invettiva, in casi eccezionali con appositi pezzi firmati dai nomi che figurano fra i collaboratori. Naturalmente, non è possibile criticare i Corretti Critici. Per aver espresso un fugacissimo apprezzamento sulla testata e su un suo “collaboratore” storpiato ironicamente in “collaborazionista” un noto filosofo italiano, Piergiorgio Odifreddi, si è visto scendere in campo tutto il rabbinato italiano. Ed io stesso come lettore ne so qualcosa. A Giorgino, per convincerlo che è finita l’epoca d’oro dell’antisemitismo, avevo perfino offerto facoltà di censura preventiva su tutti i miei scritti. Avrebbe avuto lui il diritto di purgare tutte le espressioni non gradite, lasciando intatta la sostanza della critica. Giustamente ha rifiutato in quanto la mia offerta era “assurda”. Giusto! Ma più di questo che pretendete? In realtà. come insegna Norman G. Finkelstein con l’antisemitismo inventato e con il surrogato manciania dell’odio voi ci volete continuare a campare, e pure bene, assumendovi il diritto di criticare, anche pesantemente, gli altri, ma pretendendo di essere voi sottratti alla critica di ritorno.
Insomma, ad un anno di “monitoraggio” questa risulta essere «Informazione Corretta». Anche se è ormai chiaro il soggetto, non per questo intendo porre termine alle osservazioni. Essendo ormai numerosi i sondaggi, si tratta piuttosto di fare una riogranizzazione del materiale, attraverso un opportuno sistema di collegamenti ipertestuali. La cosa ha una sua complessità e richiederà uno specifico lavoro. Qui inziamo ora una raccolta omogenea di dati. Abbiamo infatti notati che i «Corretti Informatori» si accaniscono con le “persone” più che con le idee non condivise. Alcune di queste persone sono “abituali”, altre solo “occasionali”. Tra i bersagli abituali vi è certamente Sergio Romano, la cui personalità è tale da non poter essere minimamente scalfita dai «Corretti Detrattori»: non mi risulta che Sergio Romano abbia mai risposto agli attacchi. Ciononstante, ci prendiamo noi cura di registrare nuovamente in questo apposito articolo cumulativo tutti gli strali a lui rivolti. In distinti articoli registreremo altri attacchi “abituali” ed in un solo articolo quelli “occasionali”.
1. I «Corretti Informatori» non sanno leggere correttamente. – Quando vi è stata la visita della Merkel in Gerusalemme e vi fu l'incredibile episodio della criminalizzazione della lingua tedesca, la mia indignazione esplose solo dentro il chiuso delle mie pareti domestiche, ossia di un’abitazione privata e modesta che non ha nulla a che fare con il Quirinale, da dove le esternazioni si diffondono per il mondo intero. Volendo sfogarmi con qualcuno non trovai di meglio che scrivere ai miei corrispondenti tedeschi manifestando la mia amarezza per il modo in cui l'intero popolo tedesco si lasciava insolentire: mai il popolo tedesco era caduto tanto in basso! Potevamo sapere dall'inqualificabile viltà della Merkel, dove ci avrebbero condotto le Giornate della Memoria e la mitologia olocaustica. Vi fu una risposta di un mio corrispondente che mi spiegava il codice penale tedesco vigente con i limiti che pone alla libertà dei tedeschi. Dall’articolo di Sergio Romano, che “non bacchetta” in nessun modo la Merkel, apprendo qualcosa che non sapevo e che mi conforma sapere: che i tedeschi in buona parte non hanno gradito la prosternazione del loro presidente in Gerusalemme. Un conto è la “Colpa” passata, altra cosa è il presente ed il legittimo diritto di critica alla politica del governo israeliano. Una posizione assolutamente equilibrata, che è anche propria dell'ambasciatore Sergio Romano, che conosce il mestiere di ambasciatore. La lettura dei nostri «Corretti Informatori» è a misura della loro faziosità.
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