Ho appena terminato la registrazione di un’intervista a Radio Iran. Credo che il mio eloquio sia stato alla Di Pietro, tanto era lo sforzo di dire tutto in poche parole. In particolare, ho potuto lamentarmi come elettore del centrodestra per la candidatura di Fiamma Nirenstein, un vero e proprio atto di violenza alla mia sensibilità democratica. Mi è stato chiesto della dichiarazione del papa all’ONU ed io ho risposto in sintesi che la dichiarazione di liceità dell’ingerenza umanitaria è una sorta di dichiarazione di guerra santa. E così via. Aspetto di sentire io stesso l’intervista per come è venuta, per poi farne l’integrazione scritta e darne l’interpretazione autentica. Ho anche detto che il popolo italiano è amante della pace. Nessuno in Italia vuole trovarsi coinvolto in guerre con i popoli islamici. La nostra libertà di stampa e di espressione è molto più asserita che non effettiva. Questi i temi da me già trattati in oltre 700 articoli. Piuttosto difficile riassumerli in pochi minuti: solo parlando alla Di Pietro ci si poteva riuscire. Mi dichiaro qui disponibile per una rubrica su Radio Italia-Iran con titolo “L’estintore”, nella quale farò le pulci principalmente alla settimanale corrispondenza di amorosi sensi su Radio radicale fra Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein, ma da dove terrò d’occhio anche le mosse della Israel lobby volta ad influenzare la politica estera italiana. Nel corso dell'intervista ho risposto che confido molto nel buon senso di Berlusconi, il quale non credo proprio si vorrà lasciar trascinare in guerra, portando tutti alla rovina, per la bella faccia di Fiamma Nirenstein e per i quattro voti della nostrana Israel lobby. Berlusconi, anima da imprenditore, aveva pensato che la partecipazione italiana nella guerra irachena, fatta e voluta da Bush, servisse solo per vendere più vino negli Usa. Ha sempre detto che lui al suo “amico” Bush aveva sconsigliato la guerra. Solo quando Bush, testa dura, ha voluto invadere l'Iraq, il nostro presidente caduto nell’illusione di una guerra facile e subito vinta si è attaccato al carro del vincitore, salvo poi uscrine appena possibile. Se i nostri militari in Libano si mettessero appena in testa di voler disarmare gli Ezbollah noi ci troveremmo subito in piena guerra ed i morti non sarebbero più quelli di Nassirya, ma molti di più. Gli italiani si sveglierebbe e si accorgerebbero di essere stati portati in guerra. Dubito che un qualsiasi governo reggerebbe.
Per andare al link iraniano di “Radio Italia World Service” clicca qui.
(segue)
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