sabato 26 aprile 2008

I guerrafondai del mensile ebraico “Shalom”

Versione 1.0

1. Premessa. –Recandomi dal mio abituale edicolante, dove sono abbonato per un “microscopio” a dispense, l'occhio mi è caduto sul Mensile ebraico d’informazione e cultura “Shalom”, n. 4. Vi ho dato una rapida occhiata e mi sono deciso a spendere i 6 euro necessari, ma sarà una spesa una tantum. Shalom credo significhi "pace”, ma qui di pace proprio non ve ne è, o se di pace si tratta è solo quella dei cimiteri. La prima cosa che ha attratto la mia attenzione è la lista dei nomi nell'indice: gli stessi compari che vado criticando altrove e che trovo tutti qui riuniti a dimostrazione dei loro collegamenti strutturali ed organici. Questa post sarà una specie di recensione di questo solo numero del mensile di pretesa “cultura ebraica”. Dico pretesa cultura ebraica non per gratuito dileggio, ma perché la lettura di Avraham Burg mi ha fornito una ben diversa chiave di lettura della cultura ebraica, fondata non esclusivamente sulla identità olocaustica, quale mi è finora apparsa e quale certamente è quella che ispira la suddetta rivista, da definire più propriamente sionista.

Avverto i miei lettori più assidui che non intendo far uscire l'analisi critico di questo solo numero del mensile al di fuori di questo mio singolo articolo. Alcuni lettori hanno voluto darmi indicazioni sul modo di scrivere i miei post. Uno stesso argomento potrebbe essere distribuito in numerosi post brevi piuttosto che in uno molto lungo, della dimensione di un ampio saggio e addirittura di un libro. Nella misura del possibile mi sto sforzando di venire incontro alle loro esigenze di lettura, ma devo anche avvertirli che il mio modello sia grafico sia redazionale si ispira alle voci dell'Enciclopedia del diritto, opera imponente, summa della cultura giuridica italiana, la cui redazione ha richiesto giusto mezzo secolo e dove ho lavorato per sette anni come redattore. A quel modello mi sono affezionato. Lo riproduco qui perché lo considero adatto a trattare in forma scientifica i diversi argomenti di volta in volta trattati. Dovranno quindi avere un poco di pazienza, se ritengono che i miei sforzi valgono la loro attenzione.

Non terminerò oggi la mia recensione del fascicolo indicato perché la mia agenda di lavoro prevede altro per la giornata. A volte mi assale lo scrupolo di aver dedicato troppo del mio tempo scarso e prezioso alla materia sionista, ma poi mi dico che si tratta di impegno civile e di legittima difesa, essendo io stato attaccato da questi personaggi nella mia quiete. I fatti sono noti. Aggiungo una riflessione ulteriore tratta ieri da una frase di Beppe Grillo su una striscione di parco Schuster in Roma. Molte persone che spesso si infervorano su questo o quel tema credono di saper pensare con la propria testa. Ed invece spesso si tratta di schemi mentali indotti da una informazione ripetiva ed asservita, volta a produrre la persuasione subliminale. Le agenzie di propaganda lo sanno bene ed agiscono di conseguenza. Pertanto, svolge azione civica e patriottica il cittadino che se ne accorge e mette in guardia i concittadini. Condivido a pieno la lotta di Beppe Grillo per la liberazione dell'informazione: la Rete è l'antitodo di questa informazione. Darò a Beppe Grillo tutto il sostegno che mi sarà possibile.
Vday

Mi fermo per adesso al primo titolo del mensile: Un Iran nucleare fa paura non solo a israele ma all'intero mondo arabo, a firma della nostra deliziosa Fiamma Nirenstein, di cui non perdonerò mai a Fini (o altri se non lui per averla messa in lista nel “Popolo della Libertà” che ho contribuito a fondare, raccogliendo adesioni al gazebo. Razza di vipere ed ipocriti! Se non fosse stato per il rapporto del NIE, che raggruppa ben 16 agenzie di spionaggio statunitensi, la “Israel lobby” avrebbe già scatenato una guerra contro l’Iran sulla base delle stesse menzogne degli inesistenti armamenti di Saddam. La guerra in Iraq non è ancora terminata e durerà probabilmente cento anni come quello che oppone la potenza occupante e coloniale Israele contro la Palestina. Con una faccia tosta infinita e con una totale mancanza di pudore tutti costoro ci vogliono ancora ammannire la bufala dell’iran nucleare, mentre il solo pericolo nucleare in tutta l’area è proprio Israele, a cui nessuno chiede conto del suo arsenale nucleare.

(segue)

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