domenica 18 maggio 2008

La riduzione all’esistenza non politica della Palestina. Forme moderne del genocidio

Versione 1.0

A proposito di libertà di ricerca storica e di popolo palestinese vi è chi nutre speranze nella chiesa cattolica e nel papa. Credo che si sbaglino. L'analisi è lunga ed è già contenuta nei numerosi articoli da me scritti in questo ed il altri blogs. Faccio qui un’estrema sintesi. Il riferimento dottrinale si chiama Carl Schmitt e per essere più precisi la teoria dell'amico-nemico che trovo spesso citata dai nostri politici senza cognizione di causa. Dico i nostri politici, ad esempio una Carfagna, oppure l’uomo dell’«ovviamente» sempre sulle labbra, cioè Gianfranco Fini che ha già dimostrato di non saper fare neppure il presidente della Camera.

Un popolo lo si può distruggere fisicamente, cancellandolo dalla faccia della terra. È già successo in passato innumerevoli volte. A questo fatto oggi si da il nome di genocidio e lo si considera un reato, che dovrebbe venir condannato e punto da un tribunale ad hoc, appenna i vincitori decidano di costituirne uno. Quando non avviene la totale o parziale distruzione fisica di un popolo (entità politica e non già meramente o unicamente razziale) si procede alla sua dispersione. Ad esempio, i palestinesi fatti sgombrare da Gaza possono venir dispersi in Israele come muratori, giardinieri, badanti, ecc., oppure se non riescono a trovare mezzi di sussistenza possono venire raccolti in campi profughi negli stati confinanti, che dovrebbero gestirsi il problema allo stesso modo in cui noi ci siamo gestiti i profughi istriani.

Lo stato nazionale palestinese, promesso da Bush per gennaio, è un’ennesima bufala che serve a far guadagnare tempo rispetto al progetto finale, alla “soluzione finale”, cioè genocidio, pulizia etnica, dispersione. In questo modo scompare definitivamente ciò che nella teoria schmittiana costituisce l’unità politica di un popolo, la cui espressione non è necessariamente il cosiddetto stato democratico sulla scorta dello stato di diritto sorta dalla rivoluzione francese e caratterizzato dalla divisione dei poteri. L’espressione di un’unità politica si può ben chiamare anche Hamas. Qualcuno ha però deciso che questa espressione dell’unità politica è terroristica, cioè qualcosa con cui non si tratta per principio. Si può magari trattare con un Abu Mazen, la cui principale caratteristica è di siglare ogni carta che gli venga sottoposta, anche l'atto di morte del popolo palestinese e la sanatoria dell'usurpazione subità nonché della pulizia etnica. Uno degli esempi da manuale delle “democrazie occidentati” a guida Usa è la creazione di stati fantocci e servili.

Il ruolo della chiesa cattolica non è difficile da individuare. Per questa organizzazione confessionale sarebbe meglio non esistessero né stati né entità politiche diverse da quelle ubbidienti al Papa. Si tratta di un’organizzazione teocratica a livello mondiale. Si ricordi che per secolo il papa ha preteso di essere il legittimo successore dell'imperatore romano ed in tal senso si è comportato e continua a comportarsi. Se il cristianissimo Bush, o i fratelli ebrei, tolgono di mezzo i concorrenti musulmani, in fondo avranno reso un servizio e vi sarà da confrontarsi con appena 18 milioni di ebrei nel mondo. Non è un caso la “conversione” di Allam, che a suo modo punta ad una nuova crociata contro l’Islam, pericoloso concorrente con oltre un miliardo di “credenti” sparsi per il mondo. Sono stati tenuti a bada per 2000 anni. Non dovrebbe essere difficile badar loro per qualche migliaio di anni ancora. Poi si vedrà. Antisemitismo? Mai esistito, o meglio era cosa lieve e veniale. Il vero antisemitismo è stato quello nazista, durato appena dodici anni. Basta gettare colpa ed ignominia tutta da quella parte ed il gioco è fatto. Chi può parlare contro? È perfino proibito dalle leggi. Se non vi è il carcere, basta l’ostracismo e la scomunica.

Se si leggono attentamente le dichiarazioni cattoliche di questi ultimi mesi, non è difficile riconoscere la strategia ed il disegno da me indicato. Trovo a dir poco incoerente, o ingenuo, il pensiero di quanti cattolici si immagina una chiesa portatrice della libertà di pensiero. Non è mai stato così e non potrà mai essere. Il grimaldello per debellare il pensiero è il principio della Fede. Tutti crediamo che domani il sole sorgerà ancora. La Fede di cui i cattolici parlano è però un principio di subordinazione generale a degli opinabili valori e soprattutto ad una persona, quella del Papa. Altro che fondamentalismo. Chiudo qui ricordando che ho voluto solo dare una schematizzazione di concetti che devono essere ben altrimenti svolti. Le obiezioni di una eccessiva semplificazione sono già da me previste, ma ciò non toglie che la semplificazione possa essere utile a molti che vogliono una traccia di lavoro intellettuale da svolgere. Ricevo in privato di simili richieste.

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