domenica 4 maggio 2008

Fiera del Libro: si avvicina la data fatidica ed aumenta l’isterismo dei «Corretti Informatori»

Versione 1.0

Stupidamente, direi, il direttore della Fiera, Picchioni, mena vanto del numero degli espositori e dei partecipanti alla Fiera, quasi che il successo del “boicottaggio” dovesse significare l’annullamento della Fiera stessa. L’isterismo del «Corretti Informatori» è uno spia del fatto che sono stati toccati nervi scoperti. Ciò che importa è che aumenti la generale consapevolezza di un crimine occultato, il genocidio del popolo palestinese, un genocidio in diretta con il quale la coscienza ipocrita dell’Occidente si trova a dover fare i conti.
Il presidente della Fiera di Torino, Rolando Picchioni, prova a stemperare la tensione: «Gli espositori sono in aumento, il numero dei dibattiti e dei relatori è da record. Se qualcuno ha voluto boicottare la Fiera del Libro direi che ha fallito l´obiettivo». Ma Picchioni sa perfettamente che non sono solo le cifre a decretare il successo o l´insuccesso di una edizione. Conta invece il clima che si crea intorno ai padiglioni del Lingotto, la capacità della manifestazione di parlare davvero a tutti. E su questo la scommessa è ancora da vincere.
Infelice ed inspiegabile la decisione di Giorgio Napolitano di recarsi ad inaugurare la Fiera in assenza di qualsiasi precedente. Se ha voluto ingraziarsi la Israel lobby, doveva mettere nel conto la perdita di rappresentatività che ciò avrebbe comportato. Egli, si dice, è il rappresentante di tutti gli italiani, meno qualcuno.

Intanto, è già rilevabile come questa sia l’edizione «più controversa» della Fiera torinese del Libro. Personalmente, mai come quest’anno mi sono accorto della sua esistenza, ma in ragione della sua contestazione. Quindi, la Fiera ha goduto di una pubblicità negativa. Le parole del prefetto sul “dialogo” ed il confronto di idee sono quanto mai eufenistiche. Non di idee si tratta, ma di un vero e proprio genocidio che si vuol lasciar passare come se si trattasse di una normale e volgare manifestazione. Caro Prefetto, qui si ammazza e di brutto! Il nostro Presidente avrebbe fatto meglio ad andare altrove, magari a visitare qualche cantiere, dove ogni giorno muiono operai che mettono a repentaglio la vita ogni giorno per guadagnare poche centinaio di euro al mese, necessarie per campare. Ed invece proprio a Torino doveva andare!

Dalla “rassegna” dei «Corretti Informatori» emerge una notizia quanto mai interessante ai nostri fini, se vera e vera fino a sua smentita:
…Tra i docenti, ci si divide tra sostenitori e contrari, ma qualunque sia il versante scelto, i toni virano alle posizioni nette. D´Orsi replica con la stessa moneta alle accuse dell´associazione Italia-Israele: «Che un´associazione finanziata da un governo estero si permetta di chiedere al rettore di annullare la concessione degli spazi è aberrante. L´università è un luogo libero». E ce n´è anche contro ogni eventuale pretesa bipartisan: «Basta con questa modalità "Porta a porta" della storiografia. E poi tutta la Fiera inneggia ad Israele, uno stato fondato sulla sofferenza 7,5 milioni di persone».
Contesta invece il "seminario" fin dal nome Ugo Volli, che rilancia la polemica all´indirizzo di colleghi e rettore: «E´ una manifestazione propagandistica promossa da un´organizzazione politica.…
Ossia l’associazione Italia-Israele è finanziata direttamente da Israele. Non è da stupirsene se si pensa che una sua presidente è stata la nota Deborah Fait, boccuccia di rosa, ed attualmente mi pare abbia un suo degno successore. Quanto ad Ugo Volli il suo nome è così ricorrente nel mio monitoraggio di «Informazione Corretta» da giustificare una prossima scheda a lui dedicata.

Quanto mai opportuno è il seminario di studi si ciò che davvero avvenne in Palestina nel 1948, dove va distinta la sorte di quanti fuggirono e di quanti restarono. Le risultanze di ciò che nel 1948 è veramente successo non riescono ad essere smentite dalle capriole di Benny Borris, storico ufficiale del regime. La sorte dei palestinesi costretti a scappare non fu migliore di quella degli altri che restarono. Il piano di genocidio riguardava gli uni e gli altri. In questo link si trova la consueta scarica di insulti contro il giornalista del Manifesto Michele giorgio, colpevole di dire verità sgradite quanto inconfutabile. La nuova storiografia consente di spazzare via tutte le bugie sionisti sui palestinesi che “abbandonarono” spontaneamente le loro case, quasi che la sorte di quelli che restarono sia stata migliore. Molti di loro furono costretti allo spionaggio e vissero, anzi vivono tuttora sotto ogni forma di ricatto. È letteralmente vomitevole il “corretto” commento che tenta di ribaltare un’evidenza che inchioda e che avrebbe fatto arrossire di vergogna chiunque altro che non fosse l’anonimo estensore dell’abietto commento.

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