Ritengo di fare cosa utile, anche se non richiesta, dando pubblicità al programmo del Seminario che si terrà domani in Torino. Abito in Roma e mi è distante il luogo, ma raccoglierò in questo post tutte le notizie ed i links che potrò reperire sulla rete. La fonte della locandina è Infopal.
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ISM-Italia
International Solidarity Movement – Italia
Seminario internazionale
International Solidarity Movement – Italia
Seminario internazionale
Le democrazie occidentali e la pulizia etnica della Palestina
Torino 5 maggio pomeriggio e 6 maggio 2008
Torino 5 maggio pomeriggio e 6 maggio 2008
Sede del seminario: Università di Torino – Sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche Palazzo Lionello Venturi, Via Verdi 25 - Torino
Indice
1. Perché questo seminario
2. Il programma del seminario
3. Relatori e relatrici
4. Come arrivare alla sede del seminario
5. Indicazioni logistiche
6. Organizzazione
Iscrizione al seminario
Per partecipare al seminario, anche in relazione al numero di posti limitato, è necessario iscriversi inviando una email a: piemonte@ism-italia.it con nome, cognome, eventuale organizzazione o associazione di appartenenza. Agli iscritti saranno riservati posti in sala.
“Verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.”
a cura di ISM-Italia
Torino, 26 aprile 2008
1. Perché questo seminario
Il 12 e il 13 maggio del 2006 si è tenuto a Biella il seminario “La dimensione della parola condivisa - Quale futuro per Palestina/Israele?” (www.frammenti.it).
Al centro di quell’incontro la situazione in Palestina/Israele dopo la morte di Yasser Arafat e la scomparsa dalla scena politica di Ariel Sharon e dopo le elezioni palestinesi e israeliane dell’inizio del 2006. Ma più in particolare i temi della fine della soluzione “due popoli-due stati”, della pulizia etnica della Palestina e dell’appello palestinese al boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni (BDS) dello stato di Israele.
A due anni di distanza un momento di ulteriore riflessione è stato suggerito non solo dall’incalzare degli eventi, la guerra in Libano, il genocidio in corso a Gaza e la pulizia etnica che prosegue in Cisgiordania, il fallimento, prevedibile e previsto, di ogni tentativo di soluzione (come ha confermato l’ultima conferenza di Annapolis), ma anche dalla ricorrenza dei 60 anni della Nakba (Catastrofe) palestinese e della costituzione dello stato di Israele.
Questo nuovo seminario ha come principale obiettivo quello di esaminare le responsabilità del mondo occidentale per tutto quello che è accaduto e accade in Palestina/Israele, di rispondere, almeno in parte, alla domanda posta da Ilan Pappe al termine di una sua conferenza: “Perché il mondo occidentale permette a Israele di fare tutto quello che fa?”.
Due dei temi trattati nel seminario del 2006 hanno avuto un seguito con la pubblicazione in Italia del saggio “Palestina quale futuro? – La fine della soluzione dei due Stati”, curato da Jamil Hilal con la collaborazione di Ilan Pappe e altri studiosi per i tipi della Jaca Book nel novembre 2007 e del saggio di Ilan Pappe “La Pulizia Etnica della Palestina”, Fazi editore 2008, in arrivo nelle librerie.
Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio saranno in libreria anche:
• il saggio di Yitzhak Laor “Il nuovo filosemitismo europeo e il ‘campo della pace’ in Israele”, “Le Nuove Muse” 2008
• “Politica” (Poesie scelte 1997 – 2008) di Aharon Shabtai, Multimedia edizioni 2008
Il saggio di Laor oltre a esaminare il nuovo filosionismo europeo (di destra, di centro e di sinistra) analizza il ruolo che nel “campo della pace” israeliano esercita il trio Oz-Grossman-Yehoshua, considerati, completamente a torto, dall’opinione pubblica europea, anche secondo Tom Segev, tre scrittori “pacifisti” doc.
Le poesie di Aharon Shabtai indicano il retroterra del suo rifiuto a partecipare al Salone del Libro di Parigi: “Io non ritengo che uno Stato che mantiene un’occupazione, commettendo giornalmente crimini contro civili, meriti di essere invitato ad una qualsivoglia settimana culturale. Ciò è anti-culturale; è un atto barbaro mascherato da cultura in maniera cinica. Manifesta un sostegno ad Israele, e forse anche alla Francia che appoggia l’occupazione. Ed io non vi voglio partecipare.”
Un altro testo importante è “Il mondo moderno e la questione ebraica” di Edgar Morin, Raffaello Cortina editore 2007.
Nel 2007 si è inoltre riaperto il dibattito sulla proposta di uno stato unico, laico e democratico, nella Palestina storica (Corso estivo a El Escorial, luglio 2007 e Conferenza di Londra, 17-18 novembre 2007).
Il seminario del 5 – 6 maggio è stato preceduto a Torino da molte iniziative tra le quali la presentazione di saggi come “Disonesto ma non criminale” di Amedeo Cottino (Carocci 2005), “Politicidio – Sharon e i Palestinesi” di Baruch Kimmerling (Fazi editore 2003) e “Il Muro di Ferro” di Avi Shlaim (Casa editrice il Ponte 2003).
Il seminario si svolgerà pochi giorni prima dell’apertura della Fiera del Libro di Torino (8 – 12 maggio) e vuole essere una risposta critica alla decisione presa dalle autorità politiche locali, con il pieno appoggio di quelle nazionali, di invitare Israele come ospite d’onore dell’edizione 2008. Un invito di natura politico-propagandistica che nulla ha a che fare con la cultura, che costituisce un vulnus gravissimo del principio dell’autonomia della cultura e un passo emblematico verso la sua “militarizzazione”. Come afferma un appello palestinese “dopo 60 anni di espropriazione e di pulizia etnica, non c’è nessuna ragione per celebrare "i 60 anni di Israele! Ma vi sono miriadi di ragioni per riflettere, impegnarsi e lavorare per la pace e la giustizia.”
Un invito a favore del quale si sono schierati tutti, o quasi tutti, politici, media, intellettuali e accademici, i “chierici” sempre pronti ‘al tradire e al servire’, a conferma del livello di ipocrisia, di menzogna e di cinismo del mondo occidentale, denunciato, tra gli altri, da alcuni giornalisti indipendenti (David Rose) e da alcuni importanti diplomatici dell’ONU (Alvaro de Soto, John Dugard e James Wolfensohn).
Il seminario vuole essere una occasione “per riflettere, impegnarsi e lavorare per la pace e la giustizia”.
2.
Il programma del seminario
Il programma del seminario
Lunedì 5 maggio
14.00/15.00 Welcome e registrazione
15.00/15.30 Sessione di apertura
Alfredo Tradardi In memoria di Tanya Reinhart
Gianni Vattimo Le ragioni del seminario
15.30/17.30 Panel 1 La pulizia etnica della Palestina
Coordina Diana Carminati
Ilan Pappe Intervento video-registrato
Wasim Dahmash Fonti documentarie arabe della pulizia etnica della Palestina
Angelo D’Orsi La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappe
Giorgio S. Frankel I territori occupati: obiettivi irrinunciabili della politica israeliana
Intervento di Tariq Ramadan
Coffee break
17.45/20.00 Tavola rotonda
Dopo sessanta anni di espropriazione e di pulizia etnica boicottare le
celebrazioni dei “60 anni di Israele" a Torino e in ogni altro luogo
celebrazioni dei “60 anni di Israele" a Torino e in ogni altro luogo
Coordina Alfredo Tradardi
Jonathan Rosenhead : Le ragioni generali del boicottaggio accademico e culturale di Israele
interventi di Wasim Dahmash, Tariq Ramadan, Aharon Shabtai, Gianni Vattimo
Martedì 6 maggio
9.00/11.00 Panel 2 Oltre le cortine di fumo mediatiche
Coordina Wasim Dahmash
Domenico Losurdo: Il linguaggio dell’impero
Giorgio S. Frankel: Gli interessi occidentali nella guerra infinita di Israele
Diana Carminati: Le verità scomode di A. De Soto, J. Dugard, D. Rose e J. Wolfensohn
Massimo Zucchetti: L’accordo di cooperazione militare Italia-Israele
Coffee Break
11.15/13.00 Panel 3: Necessità di visioni nuove
Coordina Giorgio S. Frankel
Wasim Dahmash: Cenni sulla storia delle proposte di soluzione del conflitto in M.O.
Ghada Karmi: Le radici storiche dell’idea dello stato unico
14.00/15.00 Panel 4: Il ruolo dell’arte e della cultura
Coordina Angelo d’Orsi
Piero Gilardi: L’arte dopo l’11 settembre
Aharon Shabtai: La cultura in Israele in tempo di occupazione
Coffee Break
15.15/17.00 Tavola rotonda e dibattito conclusivo
I compiti dei movimenti no-war contro la guerra globale permanente
Coordina Gianni Vattimo
Traduzione simultanea a cura di Luisa Corbetta e Bianca Maria Petitti.
3. Relatori e relatrici
Diana Carminati, professore associato di Storia dell'Europa contemporanea presso l'Università di Torino sino al 2004, si è occupata di problemi di storia della Resistenza in Piemonte; si è successivamente occupata di studi riguardanti la costruzione del discorso dell'identità locale a fine ottocento, su nazionalismo, militarismo, guerra e sistema patriarcale, studi sulla storia delle donne e della storia di genere, di cui sono stati pubblicati alcuni articoli. E' stata direttrice nel 1995-98 del Cirsde (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle donne) presso l'Università di Torino. Ha lavorato dall'inizio degli anni '90 all'interno della rete italiana delle Donne in nero contro la guerra, nei Balcani e negli ultimi cinque anni in Palestina/Israele seguendo progetti internazionali (con OMS e Comune di Torino) con i Centri delle donne di Haifa e Gaza che si occupano di violenza contro le donne.
E’ stato ripubblicato recentemente il suo libro “Langa partigiana ’43 – ‘45”, con altri scritti, a cura di Araba Fenice, Boves 2007.
Wasim Dahmash ha insegnato Dialettologia Araba all’Università La Sapienza di Roma. Ora insegna Letteratura araba all’Università di Cagliari. Ha curato la traduzione in italiano di numerosi testi di autori arabi (vedi http://web.tiscali.it/dahmash/libri.html), tra i quali Dentro la notte – Diario Palestinese di Ibrahim Nasrallah (Ilisso 2004), Versi in Galilea di Samih Al-Qasim (Edizioni Q, 2005), Palestinese! e altri racconti di Samira Azzam (Edizioni Q, 2003).
Angelo d'Orsi, allievo di Norberto Bobbio, è professore di Storia del pensiero politico all'Università di Torino. Ha promosso la costituzione dell’associazione culturale per il diritto alla storia, “Historia Magistra” (www.historiamagistra.com). Ha fondato il FestivalStoria di cui è direttore (www.festivalstoria.org).
Scrive su “La Stampa”, “Liberazione” e “Il Manifesto”.
Tra i suoi saggi: La cultura a Torino tra le due guerre (Einaudi, 2000), Intellettuali nel Novecento italiano (Einaudi, 2001), Piccolo manuale di storiografia (Bruno Mondadori, 2002), I chierici alla guerra (Bollati Boringhieri, 2005), Da Adua a Roma (Aragno, 2007), Guernica, 1937 – Le bombe, la barbarie, la menzogna (Donzelli 2007).
Nell’agosto 2006, dopo la guerra in Libano, ha promosso l’appello “Facciamo sentire la nostra voce! Una campagna per la verità”. Nel gennaio 2008 “l’appello di solidarietà con i colleghi della “Sapienza” di Roma”, a seguito delle polemiche suscitate dall’invito rivolto a Benedetto XVI di inaugurare con un suo discorso l’anno accademico all’Università Sapienza di Roma.
Giorgio S. Frankel del Centro Luigi Einaudi di Torino si occupa di Medio Oriente, petrolio e industria aerospaziale. Giornalista professionista, collabora a “Il Sole 24 Ore”, “Il Mulino”, il “Corriere del Ticino” e altri periodici .
Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942. Nel 1963, realizza la sua prima mostra personale Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso ed espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all'elaborazione tecnica delle nuove tendenze artistiche della fine degli anni '60: Arte Povera, Land Art, Antiform Art.
Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e "mondiali": Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa.
Nel 1981 riprende l'attività nel mondo artistico, esponendo in gallerie delle installazioni accompagnate da workshops creativi con il pubblico.
A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l'elaborazione del Progetto IXIANA che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali.
Attualmente sta promuovendo il progetto di un grande "Parco d'Arte Vivente" nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative al mutamento della natura dell'arte in senso relazionale - http://www.parcoartevivente.it/.
(da Piero Gilardi opere storiche 1964 – 1969, biasutti & biasutti 2008)
Ghada Karmi, palestinese, è medico, scrittrice e docente universitaria Scrive spesso in giornali e riviste, tra i quali The Guardian, The Nation e il Journal of Palestine Studies, sulla questione palestinese. Insegna all’Istituto di studi arabi & islamici alla Università di Exeter. Ha scritto a favore della one-state solution per il conflitto israelo-palestinese dal 1990.
Nata a Gerusalemme, nella sua autobiografia del 2002, In Search of Fatima: A Palestinian Story, descrive la sua vita nel quartiere Katamon di Gerusalemme, tra palestinesi cristiani e mussulmani. Tra i vicini c’era Khalil al-Sakakini. Con la sua famiglia fu costretta a fuggire nel 1948, l’anno della Nakba, a Londra dove suo padre, Hasan Sa'id Karmi, lavorò alla BBC.
Bibliografia
The Palestinian Exodus 1948-1998. Ithaca Press 1999
In Search of Fatima: A Palestinian Story, Verso 2002
Married to another man: Israel's dilemma in Palestine, Pluto press, 2007
Indice di questo ultimo saggio:
1. The Cost of Israel to the Arabs
2. Why Do Jews Support Israel?
3. Why Does the West Support Israel?
4. The “Peace Process”
5. Destroying the Palestinians
6. Solving the Problem
7. The One-State Solution
Le ragioni del titolo:
“Dopo il primo Congresso Sionista del 1897 a Basilea nel quale l’idea di costituire uno stato ebraico in Palestina fu per la prima volta discussa, i rabbini di Vienna inviarono due loro rappresentanti a studiare se il paese avesse le caratteristiche per questa impresa. Il risultato del loro sopraluogo fu comunicato a Vienna con questo telegramma:
La sposa è bella, ma è sposata a un altro uomo.
Con disappunto avevano scoperto che la Palestina, sebbene fosse molto adatta a diventare lo stato ebraico che i sionisti volevano, non era come lo scrittore, Israel Zangwill, più tardi ebbe a dire, 'Una terra senza popolo per un popolo senza terra’. Era già abitata da una popolazione nativa arabo-palestinese della quale era la terra natia.”
Domenico Losurdo è ordinario di Storia della filosofia presso l’Università degli Studi di Urbino. Tra le sue pubblicazioni, alcune tradotte in più lingue: Democrazia o Bonapartismo (Torino 1997), La comunità, la morte, l’Occidente. Heidegger e l’“ideologia della guerra” (Torino 2001); Hegel e la libertà dei moderni (Roma 1999); Nietzsche, il ribelle aristocratico (Torino 2004), Scritti storici e politici di Hegel (Laterza 1997), Il linguaggio dell'Impero - Lessico dell'ideologia americana (Laterza 2007).
Del lessico dell’ideologia americana (e non solo) si esaminano in questo saggio i termini “terrorismo, fondamentalismo, antiamericanismo, antisemitismo, antisionismo, filo-islamismo e odio contro l’occidente”.
Ilan Pappe nato ad Haifa nel 1954 da genitori ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista, si è laureato alla Hebrew University e ha svolto il dottorato di ricerca all'Università di Oxford. Nel 2005 ha sostenuto il boicottaggio (incluso quello accademico) di Israele e per questo motivo si è dovuto recentemente trasferire, dopo aver insegnato per anni ad Haifa, all'Università di Exeter (Gran Bretagna). Fra le sue opere tradotte in italiano: Parlare con il nemico (con Jamil Hilal e altri, Bollati Boringhieri, 2004), Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli (Einaudi, 2005), Palestina quale futuro? La fine della soluzione dei due stati (con Jamil Hilal e altri, Jaca Book, 2007) e La pulizia etnica della Palestina (Fazi editore 2008).
Tariq Ramadan è docente di Studi Islamici e ricercatore al Saint Antony College (Oxford), all’Università Doshisha (Kyoto, Giappone) e alla Lokahi Foundation (Londra). E’ inoltre visiting professor (titolare della cattedra di Identità e Cittadinanza) all’Università Erasmus (Paesi Bassi, www.eur.nl/fsw/ramadam).
Attraverso i suoi saggi e conferenze ha contribuito in modo determinante alle questioni dei musulmani in occidente e a quelle del risveglio islamico nel mondo musulmano. Attivo sia nel mondo accademico sia nel mondo della divulgazione, ha tenuto conferenze in tutto il mondo sull’ingiustizia sociale e il dialogo tra civiltà. L’accademico Tariq Ramadan è attualmente presidente del consiglio europeo della Rete Musulmana Europea con sede a Bruxelles.
Bibliografia Sintetica
* Intervista sull'Islam, (con Alain Gresh), Dedalo, 2002
* Essere musulmano europeo, Città Aperta, 2002
* Il riformismo islamico. Un secolo di rinnovamento musulmano, Città Aperta, 2004
* A proposito dell'Islam, Al Hikma, 2006
* Jihad. Violenza, guerra e pace nell'Islam, Al Hikma, 2006
* L' Islam in Occidente. La costruzione di una nuova identità musulmana, Rizzoli, 2006
* Maometto. Dall'Islam di ieri all'Islam di oggi, Einaudi, 2007
Jonathan Rosenhead, nato in Inghilterra nel 1938, ha studiato all’Università di Cambridge e all’Università College di Londra, matematica e statistica. Ha lavorato come esperto di ricerca operativa nell’industria inglese dell’acciaio a Sheffield e come consulente manageriale a Londra. Rosenhead ha individuato i limiti della ricerca operativa, come praticata negli anni ’60 e ’70, che la escludevano da molti problemi sociali significativi .
Ha insegnato al Dipartimento di Ricerca Operativa della London School of Economics dal 1967 ed è stato Professore di Ricerca Operativa dal 1987 al 2003.
Rosenhead è noto per aver lanciato il movimento per la ricerca operativa nelle comunità per fornire alle organizzazioni sociali un supporto per le decisioni e ha lavorato e scritto molto sui problemi della salute e dello sviluppo del terzo mondo In pensione dal 2003, rimane attivo come professionista e accademico.
Jonathan Rosenhead è uno dei cofondatori del BRICUP, British Committee for the Universities of Palestine.
Il BRICUP è una organizzazione di docenti universitari inglesi, costituita in risposta all’appello palestinese per il boicottaggio accademico.
Gli obiettivi del BRICUP sono:
* sostenere le università, i professori e gli studenti palestinesi
* opporsi alla occupazione illegale israeliana dei territori palestinesi con le conseguenti violazioni della convenzioni internazionali dei diritti umani, il rifiuto di accettare le risoluzioni dell’ONU e i pareri della Corte Internazionale e la continua soppressione della libertà accademica palestinese.
Aharon Shabtai, nato nel 1939, è uno dei maggiori poeti israeliani contemporanei. Ha studiato Greco e Filosofia alla Hebrew University, alla Sorbona e a Cambridge. Ha insegnato letteratura ebraica all’Università di Tel Aviv. Shabtai è il più accreditato traduttore di drammi greci in ebraico. E’ autore di più di quindici raccolte di poesie. Traduzioni dei suoi lavori in inglese sono apparse in numerose riviste, incluse la American Poetry Review, la London Review of Books e Parnassus in Review; una ampia selezione dei suoi poemi, Love & Selected Poems, è stata pubblicata nel 1997 da Sheep Meadow Press.
Molti dei poemi contenuti in “J’Accuse” (New Directions 2003) sono stati pubblicati precedentemente nel supplemento letterario settimanale del quotidiano israeliano Ha’aretz e hanno provocato lettere di sdegno all’editore e minacce di cancellare abbonamenti.
La responsabilità principale di un poeta, secondo Shabtai, è - almeno a livello letterario - freschezza, attenzione e sorpresa. E quando le cose precipitano, lo scrittore responsabile non può non applicare questi valori al meno piacevole e forse al più scivoloso dei soggetti letterari - la politica e gli affari pubblici.
“Nei tempi oscuri è possibile ancora cantare?” si domandava Bertolt Brecht. “Sì,” si rispondeva “bisognerà cantare dei tempi oscuri”.
E’ in corso di pubblicazione per i tipi di Multimedia edizioni Politica (Poesie scelte 1997 – 2008).
Alfredo Tradardi, nato nel 1936, ingegnere, ha lavorato dal 1960 al 1991 alla Olivetti di Ivrea. E’ stato assessore alla cultura nel Comune di Ivrea nel ‘77 – ’79 e nel ’92 – ’93. E’ uno dei soci fondatori della associazione culturale itàca (www.frammenti.it). Dall’inizio del 2002 segue il problema palestinese. All’inizio del 2006 ha promosso la costituzione di ISM-Italia, gruppo di supporto dell’International Solidarity Movement (ISM) palestinese, del quale è uno dei coordinatori.
Gianni Vattimo è nato nel 1936, a Torino, dove ha studiato e si è laureato in filosofia; ha poi seguito per due anni i corsi di H. G. Gadamer e K. Loewith all'università di Heidelberg e ha studiato con Hans-Georg Gadamer e Luigi Pareyson. Dal 1964 insegna all'Università di Torino, nella quale è stato Preside, negli anni ’70, della Facoltà di Lettere e Filosofia. E' stato “visiting professor” in alcune università americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze in varie università di tutto il mondo. Oggi insegna Filosofia Teoretica all’Università di Torino.
Collabora come editorialista a diversi giornali italiani e stranieri.
Ha pubblicato, tra gli altri, Il pensiero debole (Feltrinelli 1983, in collaborazione con Pier Aldo Rovatti), Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000 (Garzanti 2000), Oltre l'interpretazione. Il significato dell'ermeneutica per la filosofia (Laterza 1994), Vocazione e responsabilità del filosofo (Il Melangolo 2000), Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento (Paravia 2002), La società trasparente (Garzanti, 1989), Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto (Garzanti 2003), Etica dell’interpretazione (Rosenberg & Sellier 1989), La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura postmoderna (Garzanti 1985), Credere di credere (Garzanti 1996). Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso (Garzanti 2002), Il futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà, in dialogo con Rorty (Garzanti 2005), Il socialismo ossia l’Europa (Trauben, 2004), Ecce Comu. Come si ri-diventa ciò che si era (Fazi 2007).
(vedi anche http://www.giannivattimo.it/)
Massimo Zucchetti, nato nel 1961, insegna dal 1990 nella Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, “Sicurezza e Analisi di Rischio”, “Protezione dalle Radiazioni”, “Storia dell’energia nucleare”. La sua formazione come ingegnere nucleare lo ha portato ad occuparsi, come argomenti di ricerca, di fusione termonucleare controllata, smantellamento degli impianti nucleari, effetti delle radiazioni sull’uomo e sull’ambiente, scorie radioattive, uranio impoverito, sicurezza industriale, impatto ambientale, cambiamenti climatici.
E’ membro e coordinatore del “Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra” (www.scienzaepace.it) e ha curato nel 2000 il volume “Contro le nuove guerre”, per Odradek. E’ autore – insieme ad altri membri del Comitato – del volume “Guerra Infinita, Guerra Ecologica. I danni all'uomo e all'ambiente delle nuove guerre”, pubblicato da Jaca Book nel 2003. Nel 2005 ha curato per Odradek il volume “Il male invisibile sempre più visibile” e sempre per Odradek, nel 2006, ha curato insieme ad altri il volume “Travolti dall’Alta Voracità”. E’ autore del volume “Uranio impoverito” edito nel 2006 da CLUT. Vedi anche http://staff.polito.it/massimo.zucchetti/.
4. Come arrivare alla sede del seminario
Sede del seminario: Università di Torino – Sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche Palazzo Lionello Venturi, Via Verdi 25
Nei pressi della Mole Antonelliana, di Piazza Castello, di Piazza Vittorio, di via Po.
Dalla stazione di Porta Nuova prendere la linea 68 in direzione Casale per 5 fermate e scendere in via Po.
In auto arrivare in Piazza Vittorio e utilizzare il parcheggio sotterraneo.
5. Indicazioni logistiche
massimo zucchetti
Presso l’Oasi di Cavoretto sono state riservate camere singole e doppie al prezzo di lire 35 euro per persona per notte compreso il breakfast che si possono prenotare telefonando allo 011 6612300. Dalla sede del seminario all’Oasi di Cavoretto, ad ore indicate e su prenotazione al momento della registrazione, funzionerà un servizio navetta.
L’Oasi di Cavoretto è un complesso residenziale del Gruppo Abele situato nelle colline di Torino.
Come arrivare all’Oasi di Cavoretto:
Dalla stazione di Porta Nuova: prendere la linea 1 e scendere alla fermata CARDUCCI – recarsi alla fermata CARDUCCI CAPOLINEA prendere la linea 47 e scendere alla fermata FREGUGLIA CAPOLINEA. Seguire a piedi le indicazioni speciali per arrivare all’Oasi di Cavoretto.
Arrivo in auto: da piazza Gran Madre di Dio al termine di corso Casale proseguire per corso Moncalieri, superare piazza Zara, girare a sinistra in via Sabaudia. Seguire le indicazioni speciali per arrivare all’Oasi di Cavoretto.
Per informazioni info@ism-italia.it.
6. Organizzazione
L’organizzazione del seminario è stata curata da Ugo Barbero, Rosario Citriniti, Caterina Mollura, Grazia Raffaelli e Alfredo Tradardi.
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Dalla lettura del programma salta subito agli occhi che si tratta di ben altro della farsa sionista organizzata in Roma da donna Fiammetta Nirenstein con il patrocinio della Magna Carta di Quagliarello. Mi duole non poterci partecipare.
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