martedì 19 febbraio 2008

Come si fabbrica una “lista nera”: Magdi Allam ed i suoi appellanti

Versione 1.7
Testo in progress

Viviamo in un’epoca in cui il bisogno di protagonismo assume a volte aspetti patologici. L’apparire in televisione sembra poi essere un requisito necessario per poter dire di esistere: mi hai visto in televisione, dunque esisto! Ricordo come una volta alcuni amici e parenti del mio paese natale in Calabria mi andavano ripetendo di avermi visto in televisione, essendo stato casualmente ripreso durante una manifestazione in Campo de’ Fiori, una piazza romana meta abituale delle mie passeggiate. Ai miei amici di Calabria dicevo: ma possibile che vi accorgiate della mia esistenza solo per avermi visto fugacemente ed anonimamente sullo schermo televisivo? Non è cosa molto diversa la redazione di elenchi a favore o contro qualcuno o qualcosa. Vi è una specificità, ma si tratta sempre di una voglia di protagonismo oppure di una forma di guerra ideologica dove ci si schiera su un fronte o sull’altro. Sarebbe meglio se la guerra ideologica la si affidasse alla solidità degli argomenti, ma non essendo tutti capaci di elaborazione concettuali i più si accontentano di firmare appelli da altri redatti. Se sono a favore di qualcuno o qualcosa, gli stessi appelli sono contro qualcuno o qualcosa. E questi ultimi come dovrebbero prendere un appello che sentono rivolto contro di loro? Come una chiara forma di inimicizia, nelle diverse forme che questa può assumere: l'inimicizia privata (inimicus) o l’inimicizia pubblica (hostis).

Le esemplificazioni sono numerose ed ambivalenti. Ci limitiamo qui ad una rapida visitazione del sito di un personaggio che definiamo ineffabile per non voler usare altri termini: Magdi Allam. La sua esposizione pro Israele supera di gran lunga i limiti della decenza e della sopportazione. Se si va a visitare il suo sito ci si immette nell'ennesimo appello magdialliano di sviscerato amore per Israele, in nuovo Paradiso Terrestre ovvero la Terra Promessa, edificato dal 1948 sui cadaveri dei palestinesi, gli antichi cananei che per decreto divino avrebbe dovuto essere sterminati, secondo quanto ognuno di noi può leggere nelle Antiche Scritture e salvo le “corrette” interpretazioni di comodo degli odierni esegeti autorizzati. Ma prima di andare oltre fino alle nostre conclusioni analizziamo la Sublime prosa dell’Ineffabile. Come si suol dire, il toro va preso per le corsa, e quindi noi inziamo con questo primo articolo un'analisi logico-testuali dei ricorrenti quanto demenziali Appelli e Manifesti dell'ineffabile Magdi Allam, muovendoci all'interno dei diritti consentiti dall'art. 21 della costituzione. Il pensiero non è mai pensiero astratto sul nulla, ma è normalmente critica legittima verso alle espressioni di pensiero o verso momenti organizzativi e fenomenici della vita politica e sociale di un Paese. Ma veniamo alla prima analisi di questo primo Appello magdialliano. Altri ne seguiranno. Il lettore li potrà trovare raggruppati in apposita Sezione di link sulla destra oppure collegati da opportuni links.
Appello all’Onu:
“Negare Israele è un crimine contro l’umanità”
[E se uno obiettasse che l'esistenza di israele è un crimine contro l’umanità? Io penso che lo si possa fondatamente sostenere.]

autore:
Magdi Allam


Cari amici,

A 60 anni dalla nascita dello Stato ebraico il 14 maggio 1948 sulla base della risoluzione 181 delle Nazioni Unite,
[Basta leggere Tom Seghev e qualsiasi libro di storia appena un poco documentato per sapere quali dietro scena vi sono stati dietro quella risoluzione, che a tutt'oggi sembra essere il principale titolo di legittimazione dello Stato di israele, che oggi, complice il nostro governo celebra in Torino non la Cultura, ma la fondazione di un 60° anniversario che coincide con un lutto nazionale per il popolo che di quella fondazione ha fatto le spese e che ha il grave torto di non essere totalmente scomparso come gli Etruschi beneficati dai Romani o gli Indiani tanto amati dagli immigrati anglosassoni. Ma quand'anche la risoluzione dell'ONU, estorta con la frode e la nota lobbying, come è che si tace sulle innumerevoli altre risoluzioni dell'ONU che condannano Israele per crimini commessi contro i palestinesi, che peraltro avrebbero già avuto avere secondo eguale deliberazione ONU un loro stato? In effetti, il titolo di fondazione è invalido. Come dissi, all'on. Fini e Polito, alla presentazione del libro di Ottolenghi nella “fossa dei leoni” della comunità ebraica romana, dove mi ero arrischiato, l'unico titolo possibile e legittimo per il riconoscimento di Israele è quello che doveva venire già 60 anni fa da quelle popolazioni arabe che sono state scacciate con la violenza, la frode ed ogni altro mezzo contrario a giustizia e diritto. Un simile riconoscimento da parte del mondo non è mai venuto e l'Ineffabile Magdi lo pretende ora da noi che dovremmo decidere e proncunciarci su cose e faccende altrui.]
oggi Israele è l’unico Stato al mondo la cui legittimità viene messa in discussione dalla maggioranza dei Paesi arabi e musulmani.
[E allora? Se questi pensano di avere i loro buoni motivi, ed io penso che li abbiano, cosa vuoi da chi per avventura legge il tuo appello?]
Questi, pur essendo membri dell’Onu e pur avendo il dovere di attenersi alla sua Carta,
[dovere di che? Intanto prima occupati delle centinaia di risoluzioni ONU che Israele ha disatteso e solo dopo puoi pensare di poter procedere razionalmente su questo piano. Ma in sé, sul piano del mero diritto, non è che una pluralità di soggetti abbiano il diritto, poniamo, di imporre a Magdi Allam l'uso delle lenti a contatti anziché degli occhiali, magari ritenendo che in questo modo Magdi sia più bello. È cosa per lo meno discutibile che un'organizzazione, dominata dai vincitori della seconda guerra mondiale, abbia giusnaturalisticamente parlando il diritto di fare e disfare, magari perfino di esigere l'autoestinzione di un popolo o di crearne uno ex nihilo a spese di un altro]
continuano a negare il diritto all’esistenza di uno Stato anch’esso membro dell’Onu e pienamente legittimato dal diritto e dalla comunità internazionale.
[Poniamo che un produttore italiano di salumi , con centinaia di dipendenti, abbia necessità di smerciare i suoi salumi nell'area geografica denominata Israele. Se sulla sola base dell'effettività, ovvero della forza delle armi, la stessa entità geografico-amministrativa-commerciale da affidabilità di poter esistere fino all'arrivo del trasporto di salumi e relativo pagamento della fattura, un qualsiasi governo procederà al “riconoscimento” per tutelare i suoi produttori di salumi. Questo è il normale riconoscimento degli stati, basato sul principio di effettività. La legittimità è una cosa alquanto diversa: essendo ancorata a concetti giusnaturalistici, non scritti, di giustizia, alcuni perfino negano che esista una legittimità a fronte di una mera legalità che può ben riconoscere uno stato razzista come il Sud Africa o qualsiasi altro Stato, rispetti o meno i cosiddetti “diritti umani”. ]
Ancor più preoccupante è il fatto che alcuni di questi Paesi, con in testa il regime nazi-islamico
[qui siamo sul piano dell'offesa e della denigrazione allo stato puro, per cui costituisce legittimo contrappasso ricordare che da autorevoli ebrei come Avraham Burg la qualifica di stato nazista è stata affibiata propria ad israele e sono in molti a ritenere che la qualificazione sia più che fondata]
iraniano di Khamenei e di Ahmadinejad, perseguono deliberatamente e pubblicamente l’obiettivo della distruzione di Israele
[cioè che è certo è che israele mira alla distruzione di tutto il Medio Oriente. La guerra in Iraq – come si legge fra l'altro in Mearsheimer e walt – è stata resa possibile in buona parte su menzogne di fonte israeliana. E lo stesso copione lo si va girando per l’Iran. Se la pace manca in quelle desolate lande d’Oriente, la causa è tutta in Israele]
anche con la minaccia della bomba atomica
[Ormai anche i più disinformati sanno che israele possiede un temibile arsenale nucleare. Per farne che? La storia dell'atomica israeliana è una ricerca istruttiva che chi ne ha il tempo e la voglia]
che mirano ad ottenere in flagrante violazione delle risoluzioni dell’Onu,
[balle magdialliane]
nonché tramite il sostegno ai gruppi terroristici dell’Hezbollah, di Hamas e di altre sigle palestinesi, arabe ed islamiche
[balle dopo balle]
che hanno fatto dell’eliminazione fisica di Israele la loro stessa ragion d’essere ricorrendo all’arma disumana
[che pietà! commovente! E perché Israele non divide in parti uguali, al cinquanta per cento gli stessi armamneti “umani” che riceve dagli USA? Le bombe a grappolo che hanno disperso per ogni metro quadrata del Libano sono più umane del suicidio disumano dei kamikaze? Razza di ipocriti! Ci vuole una bella impudenza a parlare qui di “umanità”!]
e abietta del terrorismo suicida.
[l’unica arma rimasta alla disperazione di un popolo eorico che non si vuole né arrendere né piegare. Ma perché “terrorismo” e non “resistenza”? Perché lo dice Magdi Allam! Lo dica. Non siamo obbligati a credergli o ad adottare i suoi schemi mentali filoisraeliani.]


Il nostro auspicio è che nel sessantesimo della nascita di Israele si sradichi definitivamente l’ideologia di odio,
[E finalmente regnerà la cultura magdialliana dell'amore, quando finalmente di palestinesi non ne sarà rimasto neppure uno vivo. Ci vuole una bella faccia tosta a scacciare la gente dai suoi villaggi, cancellati perfino dalla carta geografica, per poi parlare di ideologia dell'odio! Logica e pudore non sono più di questo mondo!]
violenza e morte generata dal rifiuto pregiudiziale
[e che vuol dire pregiudiziale? Che tu mi privi del portafoglio, o di cosa mia, ed io ti dico che pregiudizialmente me la devi restituire? Ovvero pretendi che accetti il fatto compiuto? Dipende... quando ormai non vi è più speranza e la vita nelle condizioni offerte sembra preferibile alla morte. pare che ciò non sia ancora avvenuto. Ma da lontano non si può ben giudicare. A maggior ragione meglio stare alla larga da un profeta di pace e di amore come magdi Allam]
di Israele ma che infierisce contro tutti coloro che non si sottomettono all’arbitrio del terrorismo islamico globalizzato,
[Il concetto di "terrorismo” è una delle trovate dell'ufficio di propaganda israeliano-statunitense per delegittimare quella che è invece legittima e sacrosanta resistenza. Il concetto di “terrorismo” è applicabile ad israele ed USA molto di più di quanto non lo si possa usare per palestinesi e musulmani]
il quale costituisce la principale minaccia all’insieme dell’umanità.
[La principale minaccia per l’umanità è stata Israele in questi 60 anni e continua ad esserlo oggi più che mai. Abbiamo appena visto cosa è stata la pace di Annapolis.]
Affinché ciò si realizzi lanciamo un appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, ai capi di Stato dei 5 Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza, a tutti gli Stati membri dell’Onu e a tutti gli uomini di buona volontà nel mondo, affinché si prodighino per promuovere l’approvazione da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu di due risoluzioni concernenti la tutela del diritto di Israele all’esistenza e la denuncia del terrorismo islamico globalizzato, specie la sua aberrante degenerazione suicida-omicida che si alimenta dell’odio di Israele.

[Occorre proibire per legge, con pesanti pene, che chi si vuol suicidare possa suicidarsi. La stupidità non ha limiti. Bisogna imporre per legge a tutte le gente del mondo l'amore per Israele come primo comandamento del decalogo.]

Nella prima risoluzione si considera “la negazione del diritto di Israele all’esistenza e il perseguimento dell’obiettivo della sua distruzione come un crimine contro l’umanità”.
[Appunto da chi e cosa è costuita l'umanità? Dalla sola Israele! I palestinesi del lager di Gaza hanno umanità? Non hanno nessuna umanità e ciò deve esser riconosciuto da solenne dichiarazione dell’ONU, la sola che Israele rispetterà, avendo disatteso tutte le altre innumerevoli che l'hanno già condannata per crimini contro l'umanità]

Nella seconda risoluzione si considera “il terrorismo islamico globalizzato, specie nella sua degenerazione nichilista del suicidio-omicidio, che si alimenta dell’odio, della violenza e della morte nei confronti di Israele, un crimine contro l’umanità”.
[Ed il più grave terrorismo israeliano cosa è? Tra i crimini contro l'umanità bisognerebbe includere in primis l'impudenza, come in questi casi di flagrante menzogna.]

Al tempo stesso noi prendiamo atto dell’esecrabile fatto che Israele resta l’imputato per antonomasia presso buona parte dell’opinione pubblica occidentale e internazionale,
[il discorso si fa interessante, ma non ho dati quantitativi per valutare come stiano le cose. Io vedo una stampa asservita e totalmente foraggiata che è costantemente al servizio di Israele. Non vi è foglio di carta stampata che in Italia non abbia pubblica sovvenzione e senza la quale avrebbe già chiuso baracca. Se non ci fosse internet, e finché non verrò imbavagliata come ha tentato di fare un certo Levi, non vi sarebbero voci a contrastare le spudorate bugie del nostro Magdi, benefattore dell'umanità, fatta coincidere con la sola Israele]
che trincerandosi dietro al paravento della denuncia del sionismo (fino al punto da equipararlo in sede Onu a una forma di razzismo)
[meno male che manco a farla apposta viene fuori qualcuna delle condanne già pronunziate dall'Onu, che per l'appunto ha equiparato il sionismo al razzismo, malgrado il nostro Presidente sia di diverso avviso, ma i presidenti passano e l'ONU rimarrà ancora per un po' di tempo]
o reiterando la critica aprioristica e permanente della politica dei governi israeliani, ha di fatto assunto un pregiudizio ideologico nei confronti di Israele che si traduce nella riesumazione dell’antisemitismo che evidentemente non è mai stato estirpato a dispetto della tragedia storica dell’Olocausto.
[Ecco che spunta quella che un ebreo di nome norman G. Filnkelstein ha giustamento chiamato “L’industria dell‘«Olocausto», intorno alla cui verità ogni anno in Europa vengono incriminate decine di migliaia di persone, molte delle quali finiscono in carcere. Una siffatta verità si è tentata di imporla per legge (Mastella) lo scorso anno anche in Italia. Che dire di una verità ritenuta tale per legge ed a prova di ogni ricerca storica contraria? Evidentemente si tratta di una Menzogna imposta per legge. La Verità, infatti, se è tale, è riconosciuta dalla sana ragione e non ha bisogno né delle stampelle della legge né delle manette dei carabinieri. Quanto all'accusa di antisemitismo è ormai caduta in tale discredito che per essere mantenuta ha pure bisogno della legge, coadiuvata in Italia dalla legge Mancino che pretende di proibire per legge l'odio ed imporre l'amore. Ciò non al cristianesimo non è riuscito in duemila anni, Mancino – forse uno degli amici di Magdi – pretenderebbe di imporlo con l'aiuto di qualche solerte PM, magari pure “amico” di Magdi]

E’ in questo contesto terrificante, da un lato, per l’ideologia di odio, violenza e morte che dilaga nel mondo arabo ed islamico e, dall’altro, per il pregiudizio diffuso nel mondo che si ammanta del perbenismo formale per mettere in discussione il diritto alla vita di Israele, che noi siamo sinceramente e massimamente inquieti per quanto sta accadendo in Italia.
[E figuriamo noi altri davanti a tanto delirio verbale di tarantolati. L’«odio» manciniano è così essenziale alla testa di Magdi che senza di esso la sua lingua ammutolirebbe del tutto a corto di argomenti. Diventa essenziale a questo punto una ricerca approfondita per capire da quale follia è venuta fuori la legge Mancino, giacché è talmente chiaro che non l'amore si va cercando, ma di un pretesto di legge per ridurre al silenzio un'indignazione crescente alla vista di un genocidio contro il popolo palestinesi che supera gli orrori di Auschwitz. Poiché ciò non deve essere denunciato per svegliare la coscienza morale degli ignari, ecco che occorreva trovare qualche artificio di legge. All'amore di Magdi Allam per il suo prossimo non israeliano è quanto mai arduo poter prestare credito.]
Prima c’è stato l’annullamento della visita dell’imam della Grande Moschea di Roma, Alaa Eldin Mohamed Ismail Al Ghobashy, alla Sinagoga di Roma, di fatto sottomettendosi ad una fatwa, un responso giuridico islamico, emanata il 21 gennaio dallo sheikh Abdel Fattah Allam, il braccio destro del Grande imam di Al Azhar, lo sheikh Mohammed Sayed Tantawi, in cui ha sentenziato: “Il dialogo tra islam e ebraismo non è contemplato finché non saranno restituiti i propri diritti a chi ne è titolare”.
[E non ti pare che chi ha detto ciò sia nel giusto? Prima restituisci il maltolto, fai ammenda per le tue infinite colpe, dai prova di ravvedimento operoso, guadagna la fiducia ed il perdono delle tue vittime, e solo allora sarà possibile una pacificazione che non siano la resa dell'inerme che si trova puntata una pistola alla tempia. In simili condizioni pretendere un “dialogo” è soltanto una nuova forma di violenza e sopraffazione]
Che sostanzialmente significa che non ci potrà essere dialogo tra i musulmani e gli ebrei in Italia fino a quando i palestinesi non saranno riusciti a eliminare Israele.
[O non piuttosto fino a quando israele non avrà finito di eliminare i palestinesi. La formula per la pace da qualcuno è stata data: tutti cittadini di uno stesso stato con pari diritti e doveri, dove non vi siano né ebrei nè palestinesi, ma solo cittadini di uno stesso stato multietnico. Ma cià ad israele non piace. Vuole lo stato “ebraico”, cioè razzista. hanno paura della bomba... demografica. I palestinesi, benché ammazzati in gran numero sempre crescente, continuano a fare molti figli, pronti a morire appena in età di ragione.]
Poi c’è stata l’iniziativa dell’Unione degli scrittori arabi di annunciare il boicottaggio della Fiera del Libro di Torino, in programma dall’8 al 12 maggio, sostenuto da un’altra sconcertante fatwa emessa il primo febbraio da Tariq Ramadan, l’ideologo di maggior prestigio e visibilità mediatica dei Fratelli Musulmani in Europa, in cui ha sentenziato: “Dobbiamo affermare in modo chiaro che non si può approvare nulla che provenga da Israele (…) A partire da ora non possiamo riconoscere la legittimità di celebrare uno Stato nel momento che si tratta di Israele, il quale lascia una scia di morte e di desolazione”.
[La Cultura a Torino non c’entra proprio nulla. Ciò che si vuol celebrare è il 60° anniversario di uno Stato che si è sempre basato sulla violenza e che ha spogliato degli elementari diritti quanti abitavano nel territorio dal quale sono stati scacciati. Se qualcuno vuol fare di cioà poesia, vale la pena di ricordare con Quasimodo:

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento

Ma evidentemente in Torino, gli illustri scrittori e poeti israeliani hanno voglia di cantare, di bere e di mangiare alla faccia dei morti abbandonati nelle piazze e nei campi o alla dolce musica dei lamenti dei mutilati. Chi contesta la Fiera perlomeno ricorderà quei morti, almeno al nostro Presidente che si dice andrà al festino.]
Quindi l’8 febbraio è stata resa pubblica una lista di proscrizione dei docenti universitari ebrei e simpatizzanti di Israele, in prevalenza della Sapienza di Roma, in cui si denuncia la presenza di una “di una lobby ebraica negli atenei della Sapienza”, con un “cognome ebraico” e che “sostiene pubblicamente e politicamente Israele”. La si definisce “una minoranza etnica ideologizzata culturalmente e politicamente solidale ad una entità politica extranazionale quale Israele rappresenta”.
[Ed eccoci al nostro tema: la lista è stata copiata da un elenco di quando qualche anno prima un certo numero di docenti della italiani – tra cui due soli docenti della mia Facoltà, non ebrei ch'io sappia, avevano deciso di contrapporsi al boicottaggio dei docenti inglesi verso Israele. I Colleghi italiani avevano deciso non già di unirsi alla civile decisione dei colleghi inglesi, ma avevano preso le parti di Israele. È ben vero che certa, da me non quantificata parte di questi docenti, erano ebrei essi stessi o in ogni caso noti e dichiarati sionisti. Quindi, per fortuna, la parte di docenti italiani – non sionisti – è stata veramente esigua. Ciò dimostra che il controappello era del tutto autoreferenziale. Che poi sia deciso di strumentalizzare la faccenda con illuminante tempismo, la dice lunga sui metodi magdialliani. Ma di ciò più avanti]

Al tempo stesso non possiamo che esprimere la nostra seria preoccupazione per la partecipazione di frange legate alla sinistra estrema e di altre forze radicali al movimento di condanna permanente di Israele. Anche perché siamo consapevoli che se è vero che è solo una piccola minoranza quella che brucia le bandiere di Israele e inalbera gli slogan dei terroristi palestinesi,
[E dagli con il terrorista! Non sono terroristi! Sono legittimi resistenti. Se terroristi vi sono, e caspita se ve ne sono, non è lì che occorre cercarlo. Magdi sa ben dove. Non devo dirglielo io. Bontà sua, Magdi separa i buoni che sono i più dai cattivi, brutti e sporchi, che sono solo pochi. Tipico quanto penoso artificio retorico.]
c’è purtroppo una maggioranza fin troppo silenziosa che non soltanto non reagisce ma periodicamente sottoscrive appelli che s’ispirano al medesimo pregiudizio nei confronti dello Stato ebraico.
[Appunto! Stato “ebraico” con tutto quel che consegue e volevasi dimostrare]
Più in generale siamo allarmati dal fatto che nelle università, nei centri culturali e perfino nelle sedi istituzionali si ospitino volentieri degli apologeti del terrorismo islamico,
[purtroppo operano indisturbati e sono pure pagati gli apologeti del sionismo. Almeno costoro si accontentassero di operare in privato, facendo esercizio delle loro legittime opzioni politiche, ma pretendono di improntare al loro spirito l'istituzione di cui fanno parte, provocando la più che legittima reazione dei loro colleghi non-sionisti]
quale Tariq Ramadan e Youssef Qaradawi, mentre si contestano gli ambasciatori e gli intellettuali israeliani. In particolare consideriamo un grave errore l’aver incluso il presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), Mohamed Nour Dachan, in seno alla “Consulta per l’islam d’Italia” istituita presso il Ministero dell’Interno sin dal 2005, i cui lavori sono stati recentemente sospesi dal ministro dell’Interno Giuliano Amato proprio per le sue aberranti farneticazioni in cui ha equiparato Israele al nazismo
[la stessa cosa la dice fra i tanti il vostro Avraham Burg, già presidente della Knesset. L’equiparazione in sé non dovrebbe provocare reazioni diverse dall’equiparazione testè fatta porpio da te magdi fra regime iraniano e nazismo: a te dovrebbe essere lecito dare del nazista a chi ti pare, mentre insorgi quando altri usano le stesse espressioni per indicare i tuoi amici israeliani. Due pesi due misure. Bella faccia! Solo la tua poteva arrivare a tanto]
e per il suo esplicito sostegno al gruppo terroristico palestinese di Hamas, costatogli il rinvio a giudizio per istigazione all’odio razziale.
[grazie alla legge Mancino che bisognerebbe abrogare al più presto per gli abusi e gli arbitri che consente. Ma chi lo dice che Hamas sia un gruppo terroristico? Gli Usa che compilano di loro arbitrio tutte le “liste nere” che meglio credono. Non sono stati eletti con regolarissime elezioni i dirigenti di hamas? Non rappresentano legittimamente il loro popolo, più del venduto Quisling Abu Mazen?]
Eppure Dachan continua a ricoprire formalmente l’incarico di consulente del ministro dell’Interno.

Ecco perché, nel sessantesimo della nascita di Israele, noi lanciamo un accorato e vibrante appello a tutti gli uomini di buona volontà ovunque nel mondo, affinché si dica basta alla negazione del suo diritto all’esistenza.
[A me interessa il 60° anniversario della Nabka, il lutto nazionale del popolo palestinese cacciato dalla sua terra. Ognuno si sceglie i suoi eroi eponimi e tu, magdi, non puoi impormi nulla]
Noi siamo consapevoli che oggi più che mai Israele è il paradigma della vita perché nel momento in cui non lo si è voluto accettare il 14 maggio 1948, si è messo in moto un deleterio processo ideologico di odio, violenza e morte che si è ritorto contro gli stessi che l’hanno promosso, tanto è vero che oggi i carnefici
[i carnefici che io conosco come tale, se proprio vuoi, sono israeliani]
sono musulmani ma anche la gran parte delle vittime del terrorismo islamico sono anch’esse musulmane.
[Certamente, su questo siamo perfettamente d'accordo: a fronte di un morto israeliano si trovano cento vittime musulmane, forse addirittura mille!]
Noi oggi vogliamo elevare in modo chiaro e forte il nostro augurio di lunga vita a Israele nella certezza che esso coincida con l’inno alla vita di tutti, a partire dagli arabi palestinesi che ci auguriamo possano al più presto avere uno Stato indipendente che coesista pacificamente al fianco di Israele.
[È un augurio che dura da 60 anni e potrà durare altri 600. Tradurre l'augurio in realtà dipende solo da israele. E dunque il tuo augurio, caro magdi, è pura ipocrisia]
Noi qui in Italia dobbiamo partire proprio dalle esperienze traumatiche della pubblicazione di una lista di proscrizione di docenti ebrei,
[messa in giro ed enfatizzata evidentemente dagli stessi docenti ebrei, mentre pare che la cosa abbia ben altra origine e finalità. Ma di ciò e su ciò giudicherà chi ne ha competenza. Io ormai la mia idea me la sono fatto e conferma la pessima opinione che già mi ero formata verso ignoti]
dell’annuncio del boicottaggio arabo della Fiera del Libro di Torino, dell’annullamento della visita dell’imam della Grande Moschea di Roma alla Sinagoga,
[iniziative legittime ed incontestabili]
delle manifestazioni in cui si bruciano le bandiere con la Stella di David,
[non ne so nulla e perfino non escludo che sia opera del Mossad]
dei ripetuti appelli in cui si condanna Israele paragonandolo al nazismo,
[ad incominciare dal citato ebreo doc Avraham Burg e perfettamente legittima equiparazione metaforica fintantochè i vari Panella, Fiammetta, lewis, ecc. non la smettono di paragonare l'islam al nazismo, che è cosa prettamente storica e che tale dovrebbe restare per tutti. Se poi invece con la parola “nazismo” si vuole offendere, allora offesa chiama offesa]
della collusione
[”colusione”, termine già usato da Magdi Allam contro i docenti italiani, è termine desunto da contesto mafioso e malavitoso: offesa chiama offesa. Non si laminti, non strilli l’ineffabile Magdi quando poi provoca le giuste e legittime reazioni che si merita]
ideologica con gli estremisti panarabisti e islamici presente in seno alle università e alle sedi culturali,
[uno più estremista e fazioso di Magdi non esiste]
della pavidità della classe politica che sulla scena internazionale svende i valori
[quali valori? Quelli di Magdi? Ma sono disvalori!]
in cambio degli affari con i negazionisti
[che vuol dire? Adesso pure il negazionismo di Israele ci si inventa? L’entità di Israele sta in tutta la sua corposità in un luogo geografico ben determinato e nessuno ne puà negare sensatamente l'esistenza. Altra cosa sono i suoi pretesi diritti. Altra cosa ancora il “negazionismo” dell'«Olocausto», non avendo il termine “negazionismo” nessun significato scientifico, ma essendo solo un artificio creato a scopo di denigrazione, diffamazione, delazione]
di Israele e che sulla scena interna ha permesso che le moschee si trasformassero in centri di indottrinamento all’ideologia islamica radicale,
[per pari condicio io ficcherei o farei ficcare il naso anche dentro le sinagoghe, per vedere cosa si dice e cosa succede]
dobbiamo partire da tutto ciò per dire basta con il loro arbitrio, le loro minacce e la loro aggressività e basta con la nostra paura, il nostro disfattismo e sottomissione.

Concretamente noi vogliamo essere in prima fila nel festeggiare i 60 anni di Israele e nell’augurare lunga vita allo Stato ebraico.
[Io da italiano non festeggio nulla e non auguro nulla ad Israele, ma mi auguro soltanto che i palestinesi ottengano finalmente giustizia e sia posto fine ad una loro sofferenza che dura da cento anni]
Vogliamo che d’ora in poi in Italia non si accreditino e non si legittimino più come interlocutori coloro che negano il diritto di Israele all’esistenza e sostengono il terrorismo palestinese.
[Chi accredita chi? E chi decide per altri? Tanto arroganza e tanta sopraffazione non sono compatibili con la convicenza civile e pacifica fra cittadini italiani]
Noi ci auguriamo di cuore che la festa di Israele corrisponda alla festa della Vita, la vita di tutti gli amanti del bene comune e di tutti i protagonisti della comune civiltà dell’uomo.

Cari amici, aderite a “Appello all’Onu: “Negare Israele è un crimine contro l’umanità”. Per aderire cliccate sull’apposito link "Aderisci all'Appello" nella homepage del sito www.magdiallam.it, indicando:

Nome e cognome

E-mail

Professione

Motivazione per cui si aderisce

Andiamo avanti con i miei migliori auguri di successo e di ogni bene.

Magdi Allam


Chi vuol leggere il nome dei sottoscrittori lo trova pubblicamente all'apposito link. Se incautamente egli pensasse di trascrivere quei nomi e renderli pubblici fuori dal sito dello stesso Magdi Allam, succederebbe esattamente quello che è già successo – ad arte –• con la lista nera della Sapienza. Per capire come la bolla mediatica è stata gonfiata basterebbe sapere da chi, come e quando è partita la cosa. Credo che se ne scoprirebbe di belle, ma non ho voluto e non voglio lasciarmi intrappolare dentro la bolla. Aspetto di sapere quali saranno le risultanze del magistrato che conduce le indagini. Mi è giunta notizia che intanto sarebbe esclusa l'ipotesi dell’odio, difficile da sostenere. Si tratterebbe sono di una labile violazione del diritto connesso all'uso dei dati. Ma la lista era pubblica e quanto maggiore fosse stata la sua pubblicità tanto più avrebbe sortito il suo effetto. In pratica ciò che è successo e potrebbe anche qui succedere è un cambiamento di segno all'elenco dei nomi. I nomi che si possono leggere nel nuovo Appello addirittura all’ONU di Magdi Allam contiene la schiuma del sionismo, tra cui ad esempio un certo Michelino Levi, che abbiamo imparato a conoscere in questo blog e che addirittura nella sua delirante follia pretendeva di far radiare dall’albo dei giornalisti Maurizio Blondet, colpevole di non condivere le sue vedute sfegatatamente filoisraeliane. Diceva Protagora: l’uomo è misura di tutte le cose. Quanti si sono fatti conoscere aderendo all'Appello di Magdi Allam possono ben pensare di essere nel giusto, altri possono ben ritenere che operino nell’ingiusto. Amen!

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