venerdì 15 febbraio 2008

Informazione su Gaza: il genocidio sotto silenzio

Versione 1.0

Provate a fare questo confronto. Appena Israele, all’interno o all’estero, riceve qualche puntura di spillo, tutta la stampa in coro si leva a guaire come se fosse stato commesso un crimine contro l’umanità o peggio come se si ripetesse in eterno l’«Olocausto», peraltro servito in innumerevoli fiction e manifestazioni di ogni genere, compresa la “Giornata della Memoria”, specialmente nelle scuole, per la “corretta” educazione morale dei nostri figli. Quando invece Israele sferra l’ennessimo attacco (cannone contro freccia e coltello) verso gli Indiani d’Oriente, la stessa stampa si limita ad un resoconto meramente descrittivo: un missile ha centrato la casa del dirigente tale, insieme con lui sono morti quanti stavano nei paraggi, non importa se donne o bambini... tanto per quel che valgono le loro vite. Sono questi i ritmi di un genocidio che dura da oltre sessant’anni e punta alla scomparsa dell’esistenza fisica di un popolo e prima ancora punta alla cancellazione di ogni sua identità e di ogni capacità di esistenza autonoma. Li si vuol ridurre ad un branco di sciancati e disperati: un volgo disperso che nome non ha. Ed in Italia il nostro governo ha ben pensato di dedicare a Torino una manifestazione in onore di un genocidio targato Israele che dura da 60 anni. L’ottusità morale è la nostra prassi quotidiana e la nostra stampa ne ha gran parte del merito. I nostri politici, d’intesa con quelli americani, sono i committenti: lasciano fare ed aspettano che il massacro sia compiuto, salvo a gridare e rilasciare dichiarazioni roboanti appena compare qualche scritta magari vecchia di due anni o qualche lista di nomi pure vecchia e già pubblica. Non manca poi un nutrito stuolo di ideologi, pronti a darci la “corretta” versione dei fatti, capaci di stigmatizzare i crimine del passato, deliberatamente incapaci di vedere quelli che si commettono davanti ai loro occhi e dei quali sono conniventi.

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