domenica 17 febbraio 2008

L’«odio» come espediente dei «Corretti Informatori»

Versione 1.0

Sarà forse perché esiste una legge Mancino che pretende di punire l’«odio» a stimolare la frenesia del Team che si cela dietro l'agenzia israeliana «Informazione Corretta» – di cui sono noto alcuni componenti – nell’uso di un concetto che può interessare la psicologia, ma che non risulta di nessuna utilità per lo studio di fenomeni sociali complessi. Probabilmente, i «Corretti Informatori» nella loro condotta ed analisi della stampa quotidiana – informata all’«amore» più sublime e celestiale – avranno pensato che dopo il concetto di “antisemitismo” quello di “odio” potrà essere un utile surrogato per far fioccare denunce e delazioni ai danni dei propri avversari politici o semplicemente verso quanti non osannano Israele (lo Stato, non Giorgio Israel) ovvero ritengono che la “religio holocaustica” abbia raggunto livelli parossistici prossimi alla follia collettiva, quale senza ombra di dubbio è da giudicare la proposta del presidente francese, Sarkosy, di cui era corsa voce che fosse stato un agente del Mossad, cosa che ora appare meno inverosimili. L'incoerenza dei nostri «Corretti Informatori» è facile da rilevare. In quanti sono propensi ad attribuire ad altri patenti di “odio” (manciniano) ci si aspetterebbe che fossero esempi sublimi di amore del prossimo. Se però ci si mette ad analizzare i loro abituali “corretti” commenti della loro pretesa “rassegna stampa” – invero esercizio quotidiano di altrui dileggio – ci si accorge che loro di “odio” verso l'universo mondo ne hanno da vendere a tonnellate e da tagliare a metri cubi come unità minima di misura. Apriamo qui perciò una nuova sottosezione del “Monitoraggio” che iniziamo con il rinvio alla patente, altamente sofisticata, di “donna cattiva” attribuita a Barbara Spinelli, colpevole di considerare un'altissima scempiaggine la proposta francese di far adottare ad ogni bambino francese un bambino della «Shoa», che si presume morto in una di quelle “camere a gas” la cui esistenza è presunta per legge, ma intorno alle quali è proibita qualsiasi indagine storica, sotto pena di anni ed anni di carcere per quanti in Francia, Germania, Austria e si tenta anche in Italia, volessero vederci un po’ chiaro. Naturalmente i «Corretti Informatori» trovano “eccellente” la scempiaggine di Sarkosy, forse tenuto in pugno dal Mossad, come aveva fatto pensare una notizia tratta da Figaro, che peraltro parlava di un’indagine in corso, di cui non ho saputo più nulla. Le Note redazionali di questo genere sono centinaia e naturalmente noi qui non le possiamo rilevare tutte. Ci limitiamo ad elencarne un numero significativo ed esemplificativo

1. Barbara Spinella, una donna “cattiva”, secondo i «Corretti Informatori», che sono notoriamente “buoni”. – Per prima cosa è bene dare subito lettura del “corretto” commento, rigorosamente non firmato, ma attribuibile a tutti i componenti del Team, i cui nomi sono ben noti e che qui non riporto, per non essere accusato di voler infierire su di loro. Ecco il delirante commento:
La Stampa Informazione che informa [si sono sbagliati: “critica”]
17.02.2008 Una donna cattiva, si può ancora dire o è da ingenui ?
Ci sembra l'aggettivo più qualificante per Barbara Spinelli
[Di Barbara Spinelli si può dire che è “cattiva» e di qualcun altro si può ironizzare dicendo che è un “collaborazionista” anziché un “collaboratore” di I.C.? O facciamo due pesi e due misure? Ciò che fanno i «Corretti Informatori» è sempre corretto per definizione, come dice il nome stesso, mentre ciò che fanno gli altri è pure scorretto per definizione in quanto non si chiamano «Corretti Informatori». Additare una persona come “cattiva” è non è pubblica istigazione all'odio verso quella persona?]

Testata: La Stampa
Data: 17 febbraio 2008
Pagina: 1
Autore: Barbara Spinelli
Titolo: «Sarkozy, Napoleone e la Shoah»

Barbara Spinelli, sostenitrice dello Stato binazionale ebraico-arabo, si scaglia
[o scrive? È questo il linguaggio tipico del «Corretti Informatori»? A chi si deve questa prosa? Ad Angelo Pezzana a Giorgio Israel? Questo commento balordo qualcuno lo avrà pur scritto. Se ne assuma la responsabilità con nome e cognome, così sapremo a chi siamo debitori di tanto lume.]
sulla STAMPA di oggi, 17/02/2008, contro Sarkozy, in un articolo dal titolo " Sarkozy, Napoleone e la Shoah". Due piccioni con una fava, verrebbe da dire, Sarkozy e la Shoah, con una spruzzatina di Napoleone, che non guasta.
[Ma guarda quanto sono istruiti! Roba da premio Strega]
Nel panorama degli analsiti politici, Spinelli è tutto sommato un'eccezione. Quel che viene a galla nelle sue analisi è soprattutto l'odio, la sua cifra di lettura.
[La cifra di lettura c’è, ma è quella degli stessi Informatori Corretti e solo loro. Probabilmente non vedono l'ora di poter utilizzare la legge Mancino, che proprio per l'uso strumentale che intendono farne i Corretti Informatori dovrebbe essere abrogato al più presto. Mi domando come sia nata quella legge, quale lobby vi sia stata dietro. Come dice Andreotti, a sospettare si fa peccato, ma spesso ci si indovina]
Spinelli odia Sarkozy, come odia Israele.
[Ed è questo per i Corretti Informatori il crimine sommo. Ma come e chi può amare Israele, eccetto i soliti noti? Il comandamento “ama il prossimo tuo” non significa “ama Israele” piuttosto che non i palestinesi oppressi da più di 60 anni proprio da Israele.]
Il termine è quello giusto, non ne esistono altri. E' odio, se si scrive è a favore dello Stato binazionale, che altro non potrà essere che arabo per motivazioni demografiche.
[Eccola che viene fuori la verità: il genocidio del popolo palestinese deve essere completato al più presto. Se ne devono ammazzare il più possibile prima che si possano riprodurre più numerosi di quelli ammazzati]
Lo stesso criterio lo applica su Sarkozy e sulla Shoah. Si può benissimo essere contrari con la proposta di ricordarene la memoria nelle scuole francesi, facendo “adottare” un bambino massacrato dai nazisti ad uno studente francese. A noi sembra una proposta eccellente,
[e ti pareva! meno male che è stato un ebreo di nome Normal G. Finkelstein a scrivere un libro con il titolo “L’industria dell'Olocausto’, ma naturalmente anche questo è un odiatore, cioè un ebreo che odia se stesso, secondo una folle e delirante categoria concettuale elaborata dagli stessi sionisti per non sapere cosa altro andare a pescare.]
per niente traumatica, ricca invece di un profondo senso di umanità.
[Di quella umanità che i «Corretti Informatori» possiedono in grado eminente, spandendola pel il modno]
Ma, ripetiamo, si può non essere d'accordo.
[Bontà loro. Graziosa ed insolita concessione. Udite, udite! Si può anche non essere d’accordo con i «Corretti Informatori». Una svolta storica. Ed allora perché mai è “cattiva”, la giornalista Spinelli se per vostra graziosa concessione può non essere con Voi d'accordo?]
I lettori leggano però l'articolo della Spinelli, dove Sarkozy viene non solo criticato, ma fatto a pezzi, distrutto, la sua immagine deturpata.
[È vera o falsa la storia di Sarkozy già agente del Mossad? Se la cosa ha fondamento, allora anche la scempiaggine dell’adozione di un bimbo morto da parte di un bimbo vivo ha forse una spiegazione scellerata ma plausibile con una logica del ricatto. Se la cosa non è vera, allora è scempiaggine pura. Avevo raccontato a dei preti e seminaristi francesi, il giorno in cui Sarkozy in visita a Roma intasava le strade della città, la faccenda del Sarkozy sospetto agente del Mossad secondo Le Figaro, ma il sacerdote francese escluse ciò in quanto il Mossad è cosa per persone intelligenti, mentre Sarkozy non è affatto intelligente. Forse è vera questa seconda spiegazione.]
" Guardati da quelle donna, è cattiva ", era il commento delle mamme di un tempo quando volevano mettere in guardia un figlio dalle grinfie di una. Ecco, la Spinelli ha questo odio nel suo DNA,
[ma questo è razzismo allo stato puro, cioè al DNA! Come fa ad esservi odio nel DNA? Questi buon uomini strillano come scannati quando si lamentano di essere discriminati razzialmente, ma poi non si preoccupano di fare loro agli altri ciò che si lamentano di subire loro stessi. Magnifico esempio di “correttezza” e coerenza morale ed intellettuale!]
sempre nella direzione di un obiettivo che contenga qualcosa di correlato a Israele o agli ebrei. L'articolo di oggi a questo riguardo è illuminante.
Appunto! Illuminante è il commento che precede questo articolo di Barbara Spinelli che riportiamo da quella che dovrebbe essere una “rassegna stampa”, come le altre:
Ogni giorno Sarkozy inventa qualcosa fatta per eccitare, sbigottire, suscitare alla rinfusa eventi. L’ultima trovata - poiché di trovata si tratta, non di idea - è quella di gemellare ogni bambino di 10-11 anni con un coetaneo gasato nei Lager.
[Il problema è che si dovrebbe prima provare senza dubbio di sorta che sia stato “gasato”. Paradossalmente, la proposta potrebbe pure essere buona sotto il profilo della ricerca storica, perché potrebbe trasformare ogni bambino francese in un potenziale storico dei campi di concentramento e chissà che non ne vengano fuori dieci, cento, mille un milione di Faurisson! Quasi quasi, ma solo per questo motivo, mi sentirei di appoggiare la scempiaggine di Sarkozy in favore di una eterogenesi dei fini.]
Se approvata, la missione verrà affidata agli insegnanti: al bambino sarà spiegato che avrà un amico immaginario con cui identificarsi, un bambino con nome e cognome che non è precisamente vissuto: è precipitato nella voragine della Soluzione Finale. Ci sono undicimila bambini da assegnare, perché tanti furono i piccoli ebrei francesi deportati e inceneriti. Un entusiasta dell’iniziativa, Serge Klarsfeld, sostiene che solo così si riuscirà a debellare l’oblio incombente: è molto efficace imprimere il dovere di memoria nella mente d’un infante. Visto che l’adulto spesso resiste, catturiamo i piccoli che sono inermi, malleabili, malfermi: in fondo rappresentano il cittadino ideale, infantilizzato, che ogni uomo forte fantastica quando sogna la totale potenza che nessuno Stato possiede più. Plasmare l’essere umano è sogno condiviso dei dittatori: quelli che lo sono davvero e quelli che mimano (fu l’immagine del candidato-presidente sulla copertina dell’Economist) Napoleone su un candido cavallo.
Molto ammirato in Italia e perfino invidiato, Sarkozy si sta rivelando un personaggio singolare, non genialoide come vorrebbe ma eccezionalmente capriccioso, vicinissimo al ridicolo: l’ultima proposta sulla Shoah è emblematica.

Per la verità le sue caratteristiche apparvero già chiare durante la campagna elettorale, quando in un’intervista al filosofo Michel Onfray, nell’aprile 2007 sulla rivista Philosophie magazine, ebbe a dire cose significative: che pedofilia e omosessualità erano «malattie genetiche», ad esempio. E quando d’un tratto s’irritò con Onfray che gli parlava di filosofia e introspezione, e confessò senza pudore che mai aveva «ascoltato qualcosa di così assurdo come la frase di Socrate: Conosci Te Stesso».
Bisogna nutrire simile sprezzo per dire quel che Sarkozy va ultimamente proclamando: specie sulle religioni, la laicità, la scuola infine, accusata di essere inadatta non tanto a formare, quanto a elevare gli alunni. Per questo la sua è una trovata. Il dizionario Battaglia dice che la trovata, a differenza dell’idea, è «per lo più tempestiva, volta a perseguire un intento»; sinonimo di stratagemma, astuzia, espediente. Così l’adozione nell’infanzia di bambini gasati: l’iniziativa è al tempo stesso leggera e impregnata di ignoranza militante, è spettacolare e brutale. Solo chi rifiuta l’oracolo delfico fatto proprio da Socrate può pensare che sia salutare, per un piccolo, identificarsi con un coetaneo gettato nei forni. Può immaginarlo forse, con tremore. Ma immedesimarsi? Può farlo senza traumi solo se la storia viene tramutata in fiaba nella quale il mostruoso si colora di Kitsch e la mortifera identificazione diventa non un gioco con la memoria ma quel che fa Sarkozy: un giocherello.
Bisogna non conoscere se stessi per scordare a tal punto l’infanzia. Tanti hanno avuto un amico immaginario, allora: per solitudine o svago, profondità o flessuosa fantasia, comunque per senso d’irrealtà. Poi viene il momento, non improvvido, in cui ci si congeda dall’amico immaginario e comincia il confronto con l’altro vero, vivo: che fissa i nostri confini e i suoi. Come congedarsi dal piccolo Aaron o il piccolo Moses, senza sentire il tremendo d’una colpa? Come, senza cominciare a odiare quel fardello che la scuola ci ha imposto senza chiedercelo?
Eppure c’è del metodo in questa follia, e i discorsi di Sarkozy sulle religioni lo confermano. Il Presidente ha scoperto che c’è qualcosa di affascinante e proficuo in tre campi: fede, scuola, memoria (soprattutto della Shoah). Affascinante perché scuotono gli animi, ammutolendoli. Proficuo perché «accrescono la gloria» di chi li coltiva anche quando non ci si cura degli effetti prodotti, come dice il socialista Bertrand Delanoë, sindaco di Parigi. Sono tre campi assai più legati di quanto sembri.
Parlando a San Giovanni in Laterano, il 20 dicembre,
[era proprio il giorno in cui per le vie del centro mi imbattevo in un gruppo di seminaristi francesi con il loro insegnante. Furono loro ad informarmi che Sarkozy era in Roma, al Vaticano. Narrai loro ciò che avevo appreso da Le Figarò, ossia che Sarkozy poteva essere stato un agente al servizio del Mossad, i seminaristi erano increduli, ma il loro insegnante escluse questa eventualità in base alla notoria scarsa intelligenza del presidente francese, che non avrebbe mai potuto far parte di un servizio di Intelligence come il Mossad. Ci ridemmo sopra tutti, ma nel riso vi è una certa verità.]
Sarkozy li ha affrontati insieme, infrangendo quel che in Francia è un mito (l’istitutore della scuola laica): «Nella trasmissione dei valori e nell’apprendimento della differenza tra il bene e il male, l’istitutore non potrà mai rimpiazzare il pastore o il curato, anche se è importante che s’avvicini al loro insegnamento: sempre gli mancheranno la radicalità del sacrificio della vita, e il carisma d’un impegno sostenuto dalla speranza». L’insegnante può redimersi tuttavia: basta che accetti il metodo usato per secoli dai curati, per plasmare le coscienze condendo la speranza col terrore. Metodi oggi minoritari nella Chiesa stessa.
La laicità è per questa via ignorata, affossata: incapace di destare speranze. Ma non solo. È esaltata quella «radicalità della vita» che sta diventando il marchio di Sarkozy: nel privato e nel pubblico, sempre più grottescamente confusi. Questa radicalità della vita si fa modello, proposto da uno Stato che coincide interamente col suo Presidente. L’emozione rimpiazza il ragionamento, lo squilibrio l’equilibrio: tutti siamo hezbollah, folli di Dio le cui scuole d’indottrinamento ci ammaliano. È per questo che alla trovata si ribellano non solo i pedagoghi ma anche varie associazioni antirazziste e dei diritti dell’uomo. Questa «relazione di identità» con i bambini della Shoah dovranno instaurarla tutti, nelle odierne società plurali? Anche cristiani, musulmani? E se il piccolo ebreo sì, perché non il piccolo Rom finito nei forni o lo schiavo nero o un algerino, in una divisiva concorrenza tra vittime? La più severa è Simone Veil, che l’oracolo delfico pare non spregiarlo: lei infatti sa, conosce. Per miracolo da bambina scampò a Auschwitz. L’iniziativa sarkozista, dice, è «insostenibile, inimmaginabile, ingiusta».
La Shoah è impensabile anche per l’adulto. Basta leggere il romanzo di Jonathan Littell, Le Benevole,
[Basta o devo leggermi pure “Le benevole”? Non potendo leggermi tutto, penso di potermi risparmiare questo libro, sapendo già cosa contiene. Se è un consiglio di lettura, ne rivolgo ul'altra a Barbara Spinelli, se mai leggerà questo mia testo: di leggersi in questo mio blog, a costo zero, la mia traduzione (in corso) di Jürgen Graf e recentissimo il poderoso libro di Carlo Mattogno, entrambi critici dell'opera di Raul Hilberg, l'inventore principe dell'«Olocausto». Prometto a Barbara Spinelli che comprerò e leggerò “Le benevole” (facendone poi una recensione critica) se lei mi promette di leggere sul mio blog i due libri da me a lei consigliati]
per capire l’indicibilità di quell’abisso. Lo sgomento svegliato da ogni pagina, il macabro che ti sommerge, come si può pensare-desiderare che l’infanzia ne porti il fardello? Gad Lerner ha scritto un articolo bello e negativo sulla proposta Sarkozy, nella Repubblica di venerdì. Sono meno negativa di lui sulle Benevole. È un libro che si conficca nella mente e non ti lascia. Non è morboso soltanto. È documentatissimo, e non a caso in Germania sta suscitando un dibattito di enorme interesse: tra storici, letterati, lettori. Comunque è un libro per adulti razionali. I bambini, meglio si addentrino nelle paure dei fratelli Grimm, di Andersen, di Kipling.
Quel che Littell inscena è l’oscena mescolanza, nell’assassino-protagonista, tra gusto del macabro, finta purezza ideologica, stanchezza, progressivo abituarsi all’indifferenza, caos burocratico di uno Stato ipertrofico; tra ordine maniacale e disordine frenetico. Quel che narra, è l’efficienza paurosa dell’ottusità («in fin dei conti sono proprio gli ottusi a essere efficienti»). Non esiste un boia simile, è stato detto, ma non è sicuro: sublimi intelligenze entrarono coscienti in quella macelleria, e proprio qui è l’impensabile nel nazismo. Littell squarcia un velo quando fa dire all’assassino SS, in apertura: «Fratelli umani, lasciate che vi racconti com’è andata... Vi riguarda: vedrete che vi riguarda».
[E se la Shoa, ossia lo “sterminio” distinto da discriminazione e persecuzione di minoranze ed oppistori politici, fosse una colossale menzogna come la falsa atomica dell'Iraq e dell'Iran? Se vogliamo aver certezza, positiva o negativa, occorre che la ricerca storica sia libera e nessuno vada in galera perché non vuole accettare la verità ufficiale, il “fatto notorio” per legge e non per scienza certa? Chi ci dice che degli interessati registi non abbiano voluto inventare tutto per fiaccare moralmente l'Europa e per renderla incapace di una propria soggettività politica? La trovata di Sarkozy è in fondo la conseguenza inevitabile di un processo di istupidimento collettivo dei popoli europei non senza vantaggio di qualcuno. Di chi? provate ad indovinare! Di trovate come quella di Sarkozy dobbiamo aspettarcene altre. In fondo, non è la stessa cosa il progetto del comune di Roma che ogni anni porta trecento alunni ad Auschwitz? Con quale profitto sul piano pedagogico lo puà giudicare ogni docente che sia davvero tale. Con quale profitto economico lo può giudicare ogni contribuente. In fondo, il delirio con cui i «Corretti Informatori» si «scagliano» contro Barbara Spinelli è comprensibile. Pensano all'Italia prima ancora che alla Francia. Il cammino verso l'istupidimento collettivo ha ancora parecchia strada da fare in Italia e le stupidaggini francesi possono aprire gli occhi agli incauti ed ignari italiani.]
Ci riguarda in effetti, Thomas Mann lo disse già nel ’38-39, quando scrisse Fratello Hitler. Ma questa fratellanza con il boia o la vittima è una dolorosa scoperta della ragione, non della fantasia emotiva. Faticano gli adulti, a viverla. Primo Levi si suicidò, e aveva una mente forte. Affidare identificazioni simili a un bambino è un crudele capriccio di chi giocherella con la memoria senza sapere quel che ricorda.
[Difendo Barbara Spinelli dagli attacchi forsennati dei «Corretti Informatori», ma vorrei anche invitarla ad una rivisitazione critica – senza paraocchi – della storia europea del Novecento. Sono passati ormai abbastanza anni perché il giudizio storico possa prendere il posto del giudizio morale e dell'opzione politica: i morti, tutti i morti, buoni e cattivi, ormai non resuscitano più e possono essere lasciati tutti in pace. I vivi hanno ben altro da fare che prendersela con i morti!]
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lettere@lastampa.it
Immagino che la Stampa riceverà molte lettere di Lapidatori assatanati di “bontà”, opportunamente e beneficamente imbeccati da «Corretti Informatori», in servizio permanente effettivo dello Stato di Israele.

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