domenica 15 maggio 2011

Una pagina per: V. Thierry Meyssan, il disturbatore dell’11 Settembre.

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Di Thierry Meyssan ho letto sempre con interesse tutti gli articoli in cui mi sono imbattuto. Non sono mai rimasto deluso e non voglio indugiare oltre nel costruire questa pagina, dove andrò riunendo tutti i suoi articoli italiani, pubblicati per lo più in «Come don Chisciotte». Per lo meno a me il nome è divenuto noto per i suoi articoli rivelatori sull’11 settembre. Ricorso al suo nome gli isterismi di un Massimo Teodori, in una trasmissione in cui erano presenti Maurizio Blondet e Giulietto Chiesa… Gli articoli che seguono vengono qui raccolti senza un ordine preciso, anzi senza nessun ordine, in modo del tutto casuale. Il primo articolo è una panoramica su ciò che sta succedendo nel Vicino Oriente, dove per l’osservatore lontano dagli eventi e dall’accesso diretto alla fonti la cautela nei giudizi è un obbligo tassativo. Ma autori come Thierry Meyssan sono un indice di affidabilità. La loro informazione è per noi preferibile a ogni altra, anche se non rinunciamo mai alla nostra autonomia critica.

Sommario: 1. La controrivoluzione nel Vicino Oriente. – 2. Obama, la guerra finanziaria e l’eliminazione di DSK. – 3. Lo scandalo Sakineh. – 4. Il piano di destabilizzazione della Siria. – 5. Libia: Washington prepara la rivincita. – 6. La NATO fugge dalla sua missione. – 7. I giornalisti che praticano la propaganda di guerra, dovranno risponderne. – 8. Washington pianifica un’occupazione prolungata di una parte della Libia. – 9. Wadah Khanfar, al-Jazeera e il trionfo della propaganda televisiva. –

1. La controrivoluzione nel Vicino Oriente. – Noi ancora non lo sappiamo. Cosa? Se il vento che soffia sui deserti assolati di Africa e Asia sia un vento di libertà o un polverone entro cui viene nascosto l’ennesimo cambio di regime, più funzionale agli intessi dell’Impero americano o dei suoi Vassalli preferiti. In particolare, l’articolo ci spiega chi sono e cosa fanno i Saudiri: «Un clan saudita dei Sudairi è al centro dell'ondata controrivoluzionaria lanciata nel Vicino Oriente per conto degli Stati Uniti. In una lunga analisi, suddivisa in episodi pubblicati sul più importante quotidiano di lingua russa, Thierry Meyssan inizia partendo da Damasco nel descrivere il quadro generale delle contraddizioni che agitano questa regione».

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2. Obama, la guerra finanziaria e l’eliminazione di DSK. – Che una “caduta” vi sia stata, a proposito di Dominique Strauss-Kahn, non è dubbio. Se essa sia stata casuale, dovuta alla classica buccia di banana, pare invece dubbio, pur ammettendo che il personaggio sia uno “scimpanzè sempre in calore” anzichè un più nobile “latin lover”, come è stato additato da una giornalista francese che ha faticato non poco a sottrarsi alle attenzioni di un personaggio, che nell’immagine è certamente più spregevole del nostro Berlusconi, che le donne almeno non le violentava, ma le pagava e queste a quanto pare erano assai vogliose ed onorate di andare alla corte di Arcore. L’articolo di Thierry Meyssan ci offre una riflessione ed una informazione sul tema del giorno: «Non si può capire la caduta di Dominique Strauss-Kahn senza inserirla nel contesto del progetto che incarnava la creazione di una nuova valuta di riserva internazionale, in programma per oggi 26 maggio 2011. Paradossalmente, un progetto atteso dagli stati emergenti, come pure dalla finanza apolide, ma rifiutato dal complesso militar-industriale israelo-statunitense. Thierry Meyssan alza il velo sul colpo di mano di Obama, per non dovere mantenere gli impegni assunti».

3. Lo scandalo Sakineh. – All’epoca non seguii molto la vicenda della donna iraniana che sarebbe stata condannata alla lapidazione. Già mi insospettivano i sussulti morali di chi invece non mostra sensibilità davanti ai casi ordinari della vita. E tanto rumore non mi convinceva. Da questo articolo di Meyssan si apprende di come si fosse trattato di una montatura, che però non è stata assorbita dal gran pubblico ed ancora qua e là si attarda in una campagna di propaganda ormai superata. Tra i registi della montatura ancora una volta appare il nome di BHL.

4. Il piano di destabilizzazione della Siria. – Giunge quanto mai opportuno questo articolo di Meyssan. Ero a corto di notizie sulla Siria e non mi fidavo né mi fido di quanto diffondono i mainstream. Traggo da CDC il testo tradotto, di cui al link, riportando la didascalia iniziale: «Le operazioni condotte contro Libia e Siria mettono in campo i medesimi attori e le stesse strategie. Ma i risultati nei due casi sono molto differenti dal momento che queste nazioni non sono paragonabili tra loro. Thierry Messyan analizza questo mezzo scacco delle forze coloniali e contro-rivoluzionarie e prevede un nuova reazione violenta nel mondo arabo». Non mi mai abbandonato il sospetto in tutto ciò che sta accadendo, che all’interno dei movimenti più o meno spontanei, siano massicciamente presenti mestatori ed infiltrati dei servizi.

5. Libia: Washington prepara la sua rivincita. – È un quadro delle situazione attuale che segna la sconfitta politica degli USA. Ma è anche descritto il probabile piano di rivincita statunintese. Ne viene fuori un marciume che contrasta in modo assai stridente con tutte le chiacchiere sui diritti umani che formano l’ordinario discorso dei nostri politici, che altre ad avere gli stessi vizi del padrone, ne hanno di aggiuntivi derivanti dal loro servilismo.

6. La NATO fugge dalla sua missione. – È un lucido articolo sulla vera ed effettiva missione della NATO, che tuttavia non ha raggiunto la vittoria premeditata e fraudolenta su una piccola nazione. Per i dettagli si rinvia al testo. Qui seguiranno ulteriori considerazioni.

7. I giornalisti che praticano la propaganda di guerra, dovranno risponderne. – Il link è da me ripreso non da CDC, come di solito avviene, ma dal blog «Trucchi dell’Informazione». L’articolo è eccezionale ed impressionante. Non ho tempo adesso per sviluppare riflessioni al riguardo, ma ne metto al sicuro la rintracciabilità.

8. Washington pianifica un’occupazione prolungata di una parte della Libia. – «Mentre le televisioni atlantiste annunciano la caduta imminente di Mouammar Gheddafi, Thierry Meyssan è oramai intossicato. Secondo lui la guerra è sia psicologica che militare. Le menzogne della propaganda vogliono provocare l'implosione dello stato libico, l'obiettivo finale che non è più di governare paese, ma contrariamente ad installare un “caos costruttore" a scapito della popolazione civile, per poter installare il "rimodellamento dell'Africa settentrionale”».

9. Wadah Khanfar, al-Jazeera e il trionfo della propaganda televisiva. – Questo articolo è da studiare e imparare a memoria. Non abbiamo tempo per svolgere tutte le considerazioni che andrebbero fatte. Riassumerne il testo è del tutto superfluo. Basta che il lettore di queste righe, giunte a queste righe, sappia che cliccando sul link accede all’articolo di Thierry Meyssan dove viene svelato un episodio gravissimo di falsificazione e manipolazione mediatica. Le considerazioni sono presto fatte: per al-Jazeera ora lo sappiamo bene, ma che tutta la restante comunicazione mediatica o cosa diversa? In uno dei primi convegni organizzati nella mia città sulla cosiddetta “primavera araba” – termine già coniato con intenti manipolativi – dissi a proposito del Ben-Ali tunisino: «Che fosse un agente della CIA lo sappiamo ora, ma chi ci dice che non ce ne siano altri?» La risposta della sala fu: “Nessuno ce lo dice. Ed è pure possibile che ce ne sia anche qui, in questa sala...».

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