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Mentre cade proprio oggi l’anniversario dell’attacco alla Mavi Marmara, la macchina della propaganda e della diplomazia israeliana lanciata sui governi occidentali si è messa in moto da tempo. La “Flotilla 2” subisce continui ritardi, ma non si scoraggiano quanti, consapevoli dell’altissimo significato politico della loro impresa, intendono manifestare in questo modo il loro impegno civile e pacifico – sottolineo pacifico in risposta polemica ai loro denigratori (1) – di rompere l’assedio ignobile ed infame di Gaza, cosa che avrebbero dovuto fare i governi e quella somma istituzione che è l’ONU, rimasta in larga misura uno strumento in mano ai vincitori della seconda guerra mondiale. L’attuale suo Segretario generale, Ban Ki-moon, ha forse fatto precipitare l’istituzione ai livelli più bassi delle sua storia. I termini etici e morali (ignobile, infame, etc.), che vorremmo evitare, non sono in effetti propri di un linguaggio neutro e scientifico, di tipo weberiano. Ma qui non si tratta di fare scienza. Si tratta di salvare vite umane e di porre un freno, anche dicendo soltanto “no”, ad una palese distruzione del diritto internazionale e di ogni principio di giustizia ed umanità. Certamente, non bisogna mai lasciarsi accecare dalle distorsioni di una visione ideologica del mondo e della storia. Si ingannerebbe innanzitutto se stessi, se ciò che sta a cuore è una visione delle cose il più possibile vicino ad un termine, che è bene evitare per l’immenso impegno che comporta: la “Verità”, vilipeso in una manifestazione al Tempio di Adriano, dove alla Menzogna veniva dato il nome di “Verità”: un vero e proprio sacrilegio!
Ma qui si tratta di lasciarsi persuadere dalle evidenze dei fatti. L’evidenza, cioè, di un’immigrazione sistematica, che inizia nel lontano 1882, sotto il nome di sionismo, fino alla pulizia etnica del 1948 ed ai nostri giorni. La propaganda, si sa, non è che la reiterazione di uno stesso contenuto senza tener conto né della dimostrazione di ciò che si comunica nel messaggio né del suo necessario contraddittorio o verifica/accettazione da parte dei destinatari. La “propaganda” (Hasbara) ha natura tale per cui si confida che grazie alla ripetizione martellante una farfalla possa diventare un elefante ed un elefante una farfalla. Se poi si riesce a zittire, ammazzandolo o mandandolo in galere o mettendola alla gogna, chi ostinato continua a vedere una farfalla in una farfalla e un elefante in un elefante, il gioco è fatto, purché si tratti sempre di una sparuta minoranza messa a tacere.
Che Vittorio Arrigoni sia stato ucciso dai “Salamiti” o che si tenti in qualsiasi altro modo di offuscare il senso del suo sacrificio e del suo martirio, cioè il suo contrasto a Israele e al sionismo, artefice ultimo o Causa Prima del suo assassinio, è una trappola propagandistica alla quale non dedicherò tempo ed inchiostro digitale. È invece semplicemente allucinante l’immagine di una popolazione di un milione e mezzo di persone, cinte di assedio e costrette a vivere e morire di stenti e di consunzione, salvo poi periodiche mattanze come quelle di “Piombo Fuso”, che i popoli e la gente dabbene hanno visto, mentre i governi e gli agenti mediatici tendevano e tendono ad occultare, inventandosi le più sfacciate bugie e stravolgendo il senso delle parole ed i canoni elementari della logica.
Il termine che sempre più viene messo in bocca a governi servili e complici è quello di “provocazione”. La nuova Flotilla sarebbe non un’azione umanitaria di tutti i popoli della terra in soccorso di una porzione di umanità cinta di assedio, come ai tempi medievali, e costretta alla fame e alla malattia, ma una “provocazione” di fronte ad un vero e proprio Stato criminale che cinge l’assedio. Gli aiuti dovrebbe essere consegnati nelle mani degli stessi aguzzini cui il Consiglio di Sicurezza si guarda bene dal chiedere conto del suo operato. Si può bombardare Geddafi e la Libia, per presunti ed inesistenti atti di violenza contro la popolazione stessa, ma si lascia che Israele massacri impunemente milioni e milioni di innocenti, di vittime assolute, che non hanno “provocato” mai nulla, ma sono state aggredite nelle loro case, nei loro villaggi, nella loro dignità.
Incredibile, ma è questo il mondo dell’anno 2011. Ancora oggi la propaganda dei vincitori ci vuol costringere a credere che saremmo stati liberati, o meglio i nostri genitori e nonni lo sarebbero stati, nel 1945, da una barbarie di cui noi oggi, osservando ciò che i nostri occhi vedono, non riusciamo ad immaginare possa esservene stata in passato una maggiore e più iniqua. La potenza dei media è però tale che si possono trovare persone che scambiano farfalle con elefanti ed elefanti con farfalle.
Dunque, i governi allertati da Israele fanno di tutto per fermare e scoraggiare i naviganti, dicendo loro che l’impresa a cui si accingono per “restare umani” – come soleva dire Vittorio Arrigoni, al quale uccidendolo si è voluto impedire di salire su una nave italiana alla volta di Gaza – sarebbe in realtà una “provocazione”. Certo, una “provocazione” alla loro complicità e connivenza. Una provocazione che rischia di far apparire più chiara che mai la nostra “vergogna”, se davvero dovessimo considerare i nostri governi espressione democratica della nostra volontà, e dunque nostri “rappresentanti politici”. La realtà dei fatti dimostra ogni giorno di più che le nostre cosiddette istituzioni “democratiche” sono foglie di fico dietro le quali si nascondono i più sordidi interessi ed i più scellerati della storia, di fronte ai quali mafie, ndranghete, camorre sono associazioni infantili di birichini che vogliono soltanto qualche fetta di torta del grande Bisniss della nostra epoca.
Parta dunque la Nave e porti con sé anche le speranze di quanti non possono salirvi sopra. Sappiano che pur nella loro fragilità rappresentano l’Umanità intera, quella ancora “rimasta umana”, davanti alla barbarie cui la costringe un governo criminale che ha messo le sue mani sul mondo intero.
(1) È forse il caso di notare come questa testata, da noi monitorata, usa istigare i loro “lettori” a scrivere lettere, il cui tenore si può immaginare dai commenti redazionali, a testate ed anche indirizzi più o meno privati e personali, di blog e quanto altro, ma a sua volta si sottrae alla replica ed al contraddittorio. Uno dei leit-motiv più ricorrenti, a proposito della pulizia etnica del 1948, è di questo genere: non è vero che sono stati espulsi, ma se ne sono andati spontaneamente, invitati dagli arabi che non riconoscevano la spartizione della Palestina... bla bla. Ed essendosene andati non hanno più diritto al ritorno. Curiosissima argomentazione, che ripetono pedestramente senza fantasia almeno un milione di volte. Come a dire che chi ha una casa, vi deve stare come agli arresti domiciliari. Se per caso, per un qualsiasi motivo, se ne dovesse allontanare, per poco o molto tempo, non ha poi più diritto a ritornarvi. Veramente, un’argomentazione che cozza contro ogni logica. Ma qui non si tratta di logica, bensì di propaganda delle specie peggiore. Non per nulla evitano qualsiasi contraddittorio, dove anche un bambino delle elementari avrebbe partita vinta.
Ma qui si tratta di lasciarsi persuadere dalle evidenze dei fatti. L’evidenza, cioè, di un’immigrazione sistematica, che inizia nel lontano 1882, sotto il nome di sionismo, fino alla pulizia etnica del 1948 ed ai nostri giorni. La propaganda, si sa, non è che la reiterazione di uno stesso contenuto senza tener conto né della dimostrazione di ciò che si comunica nel messaggio né del suo necessario contraddittorio o verifica/accettazione da parte dei destinatari. La “propaganda” (Hasbara) ha natura tale per cui si confida che grazie alla ripetizione martellante una farfalla possa diventare un elefante ed un elefante una farfalla. Se poi si riesce a zittire, ammazzandolo o mandandolo in galere o mettendola alla gogna, chi ostinato continua a vedere una farfalla in una farfalla e un elefante in un elefante, il gioco è fatto, purché si tratti sempre di una sparuta minoranza messa a tacere.
Che Vittorio Arrigoni sia stato ucciso dai “Salamiti” o che si tenti in qualsiasi altro modo di offuscare il senso del suo sacrificio e del suo martirio, cioè il suo contrasto a Israele e al sionismo, artefice ultimo o Causa Prima del suo assassinio, è una trappola propagandistica alla quale non dedicherò tempo ed inchiostro digitale. È invece semplicemente allucinante l’immagine di una popolazione di un milione e mezzo di persone, cinte di assedio e costrette a vivere e morire di stenti e di consunzione, salvo poi periodiche mattanze come quelle di “Piombo Fuso”, che i popoli e la gente dabbene hanno visto, mentre i governi e gli agenti mediatici tendevano e tendono ad occultare, inventandosi le più sfacciate bugie e stravolgendo il senso delle parole ed i canoni elementari della logica.
Il termine che sempre più viene messo in bocca a governi servili e complici è quello di “provocazione”. La nuova Flotilla sarebbe non un’azione umanitaria di tutti i popoli della terra in soccorso di una porzione di umanità cinta di assedio, come ai tempi medievali, e costretta alla fame e alla malattia, ma una “provocazione” di fronte ad un vero e proprio Stato criminale che cinge l’assedio. Gli aiuti dovrebbe essere consegnati nelle mani degli stessi aguzzini cui il Consiglio di Sicurezza si guarda bene dal chiedere conto del suo operato. Si può bombardare Geddafi e la Libia, per presunti ed inesistenti atti di violenza contro la popolazione stessa, ma si lascia che Israele massacri impunemente milioni e milioni di innocenti, di vittime assolute, che non hanno “provocato” mai nulla, ma sono state aggredite nelle loro case, nei loro villaggi, nella loro dignità.
Incredibile, ma è questo il mondo dell’anno 2011. Ancora oggi la propaganda dei vincitori ci vuol costringere a credere che saremmo stati liberati, o meglio i nostri genitori e nonni lo sarebbero stati, nel 1945, da una barbarie di cui noi oggi, osservando ciò che i nostri occhi vedono, non riusciamo ad immaginare possa esservene stata in passato una maggiore e più iniqua. La potenza dei media è però tale che si possono trovare persone che scambiano farfalle con elefanti ed elefanti con farfalle.
Dunque, i governi allertati da Israele fanno di tutto per fermare e scoraggiare i naviganti, dicendo loro che l’impresa a cui si accingono per “restare umani” – come soleva dire Vittorio Arrigoni, al quale uccidendolo si è voluto impedire di salire su una nave italiana alla volta di Gaza – sarebbe in realtà una “provocazione”. Certo, una “provocazione” alla loro complicità e connivenza. Una provocazione che rischia di far apparire più chiara che mai la nostra “vergogna”, se davvero dovessimo considerare i nostri governi espressione democratica della nostra volontà, e dunque nostri “rappresentanti politici”. La realtà dei fatti dimostra ogni giorno di più che le nostre cosiddette istituzioni “democratiche” sono foglie di fico dietro le quali si nascondono i più sordidi interessi ed i più scellerati della storia, di fronte ai quali mafie, ndranghete, camorre sono associazioni infantili di birichini che vogliono soltanto qualche fetta di torta del grande Bisniss della nostra epoca.
Parta dunque la Nave e porti con sé anche le speranze di quanti non possono salirvi sopra. Sappiano che pur nella loro fragilità rappresentano l’Umanità intera, quella ancora “rimasta umana”, davanti alla barbarie cui la costringe un governo criminale che ha messo le sue mani sul mondo intero.
(1) È forse il caso di notare come questa testata, da noi monitorata, usa istigare i loro “lettori” a scrivere lettere, il cui tenore si può immaginare dai commenti redazionali, a testate ed anche indirizzi più o meno privati e personali, di blog e quanto altro, ma a sua volta si sottrae alla replica ed al contraddittorio. Uno dei leit-motiv più ricorrenti, a proposito della pulizia etnica del 1948, è di questo genere: non è vero che sono stati espulsi, ma se ne sono andati spontaneamente, invitati dagli arabi che non riconoscevano la spartizione della Palestina... bla bla. Ed essendosene andati non hanno più diritto al ritorno. Curiosissima argomentazione, che ripetono pedestramente senza fantasia almeno un milione di volte. Come a dire che chi ha una casa, vi deve stare come agli arresti domiciliari. Se per caso, per un qualsiasi motivo, se ne dovesse allontanare, per poco o molto tempo, non ha poi più diritto a ritornarvi. Veramente, un’argomentazione che cozza contro ogni logica. Ma qui non si tratta di logica, bensì di propaganda delle specie peggiore. Non per nulla evitano qualsiasi contraddittorio, dove anche un bambino delle elementari avrebbe partita vinta.
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