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Finalmente, ci sembra di aver trovato la forma redazionale giusta per poterci occuparci di una galleria di personaggi, per noi incredibili, senza che ci si possa tacciare di altra finalità diversa dall’esercizio legittimo dell’analisi geopolitica e all’occorrenza della critica politica. Questi signori sono capaci dei peggiori stravolgimenti della realtà, fino ed oltre limiti impensabili. Ad esempio, in questi giorni ed in questo ore la Federazione sionista sta facendo di tutto, a Londra, per impedire un previsto “Panel” di discussione sul rapporto Goldstone, dove a parlare dovrebbero essere Gilad Atzmon, Alan Hart, Gada Karmi e Rosen. Per non dire poi dei firmatari di Appelli perchè un oratore non gradito non possa parlare. Ricordo di tanti tanti anni fa un’annunciata conferenza in Roma dello storico David Irving. Non so cosa successe, ma lo storico Irving fu rispedito indietro, appena sbarcato dall’aereo. Qualcosa di assai strano e svoltosi dietro le quindi dovette succedere per un altro storico, Ilan Pappe, che a Roma non potè parlare all’università ed a Monaco di Baviera non fu fatto parlare in una sala del Comune. Questa volta si seppè chi agì dietro le quinte. Complessivamente e genericamente è quella che noi chiamiamo la Israel lobby, che chiaramente è composta da persona in carne ed ossa, non da spiriti, da puri spiriti, buoni o cattivi che li si voglia considerare. Poiché tutto questo a noi sembra assurdo ci piacerebbe di capire quali sono gli schemi mentali, i “giudizi” o meglio ancora i “pregiudizi” che sono presenti nella loro testa. Una magnifica occasione ce la offre ultimamente un organo della propaganda sionista in Italia, la cui mailing list – si legge da qualche parte – sarebbe forte di 5.000 nominativi, fra i quali per la verità ci sono anche io, in qualità di monitoratore della propaganda sionista, non certo di un loro fan. Con questa testata ho un personale rapporto di antica e consolidata amicizia, che è incominciata dal giorno in cui mi giungevano da quella parte su uno dei miei blog insulti e contumelie di cui non mi spiegavo la ragione. Era un “traffico” originato dalle loro segnalazioni. Fu così che la mia attenzione si è da allora rivolta verso un mondo che mi era del tutto ignoto. Ed è una cosa che mi ha riservato non poche sorprese. Pensavo che i marziani non esistessero, ma non è così: sono Loro. Tra le splendide iniziative editoriali da qualche mese assunte vi è quella di far “commentare” ad uno dei loro i fatti della settimana. E noi qui non facciamo che rilevarne i commenti, per noi tipici dei “marziani”, ed eventuale fare qualche annotazione. Riteniano che ciò sia attività del tutto lecita, perfettamente nell’alveo delle leggi esistenti e del diritto di critica politica e culturale. Se ritengono che i nostri giudizi siano contestabili lo spazio “Commenti” è loro perfettamente accessibile.
Sommario: 1. Il signore del Keren Hayesod. – 2. Il commento del musicologo. –
1. Il signore del Keren Hayesod – Questa espressione “keren Hayesod” evoca in noi storie inquietanti che hanno a che fare con i tempi e la modalità della colonizzazione e degli espropri di terre di cui beneficiari non sono stati di certo gli abitanti autoctoni della Palestina. Di questa organizzazione ci siamo occupati o ci occuperemo altrove. Per adesso ci limitamo a segnalare la lettura della settimana che si conclude oggi 1 maggio 2011. Quanto ai “massacri di manifestanti compiute dalle forze del presidente siriano” la prima reazione mentale è: ma da quale pulpito arriva la predica. Basterebbe rifare la storia inedita del Keren Hayesod per scoprire una miriade di episodi assai istruttivi. Ma uno per tutti basta ricordare “Piombo Fuso” e l’attuale vicenda del Rapporto Goldstone. Inoltre, è giudizio corrente che gli attuali “massacri siriani” siano il frutto di interferenze esterne, che hanno ben pensato di insinuarsi nel fuoco delle rivolte arabe per rovesciare il governo libico e quello siriano. Basta seguire un poco un’informazione diversa da quella diffusa dalla propaganda alimentata dai servizi segreti US-Israel, per scoprire ben altra realtà che non stiamo qui a discutere con questo signore dal nome decisamente non italiano, ma che ben potrebbe essere un cittadino italiano che si occupa del Keren Hayensod, di cui credo vi sia una sezione italiana per la raccolta di fondi presso la comunità ebraica o anche fuori di essa. Avendo giocato per anni sulla divisione interna palestinese ed avendo fatto proprio di tutto per alimentarla ed approfondirla non è difficile immaginare come la notizia di una riconciliazione Fatah-Hamas possa essere visto da un cervello sionista. Il “commento” è utile soprattutto perché ci fa conoscere il suo autore, un nome che ci sarebbe rimasto altrimenti del tutto ignoto.
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2. Il commento del musicologo. – Evitiamo di farne il nome. La prudenza non è mai troppa. registriamo la consueta solfa, consistente in una ripetizione di luoghi comuni sionisti ed una reiterazione dell’unico criterio che conti: se quello che succede nel mondo giovi o non giovi ad Israele. Non possiamo sapere e non saranno i sionisti a dircelo quanto i servizi segreti, della CIA e del Mossad, stiano dietro a quelli che a noi possono sembrare movimenti spontanei di piazza. di Ben Alì si sa ora e lo si dice che fosse un agente della CIA. Che ve ne siano ancora a livelli a noi ignoti e insospettati è cosa normale pensare. Degli analisti sionisti, nonché degli illustri commentatori, ci interessano non le “verità” che ci raccontano e che non pensiamo di raccogliere da loro, ma esattamente il loro punto di vista.
Sommario: 1. Il signore del Keren Hayesod. – 2. Il commento del musicologo. –
1. Il signore del Keren Hayesod – Questa espressione “keren Hayesod” evoca in noi storie inquietanti che hanno a che fare con i tempi e la modalità della colonizzazione e degli espropri di terre di cui beneficiari non sono stati di certo gli abitanti autoctoni della Palestina. Di questa organizzazione ci siamo occupati o ci occuperemo altrove. Per adesso ci limitamo a segnalare la lettura della settimana che si conclude oggi 1 maggio 2011. Quanto ai “massacri di manifestanti compiute dalle forze del presidente siriano” la prima reazione mentale è: ma da quale pulpito arriva la predica. Basterebbe rifare la storia inedita del Keren Hayesod per scoprire una miriade di episodi assai istruttivi. Ma uno per tutti basta ricordare “Piombo Fuso” e l’attuale vicenda del Rapporto Goldstone. Inoltre, è giudizio corrente che gli attuali “massacri siriani” siano il frutto di interferenze esterne, che hanno ben pensato di insinuarsi nel fuoco delle rivolte arabe per rovesciare il governo libico e quello siriano. Basta seguire un poco un’informazione diversa da quella diffusa dalla propaganda alimentata dai servizi segreti US-Israel, per scoprire ben altra realtà che non stiamo qui a discutere con questo signore dal nome decisamente non italiano, ma che ben potrebbe essere un cittadino italiano che si occupa del Keren Hayensod, di cui credo vi sia una sezione italiana per la raccolta di fondi presso la comunità ebraica o anche fuori di essa. Avendo giocato per anni sulla divisione interna palestinese ed avendo fatto proprio di tutto per alimentarla ed approfondirla non è difficile immaginare come la notizia di una riconciliazione Fatah-Hamas possa essere visto da un cervello sionista. Il “commento” è utile soprattutto perché ci fa conoscere il suo autore, un nome che ci sarebbe rimasto altrimenti del tutto ignoto.
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2. Il commento del musicologo. – Evitiamo di farne il nome. La prudenza non è mai troppa. registriamo la consueta solfa, consistente in una ripetizione di luoghi comuni sionisti ed una reiterazione dell’unico criterio che conti: se quello che succede nel mondo giovi o non giovi ad Israele. Non possiamo sapere e non saranno i sionisti a dircelo quanto i servizi segreti, della CIA e del Mossad, stiano dietro a quelli che a noi possono sembrare movimenti spontanei di piazza. di Ben Alì si sa ora e lo si dice che fosse un agente della CIA. Che ve ne siano ancora a livelli a noi ignoti e insospettati è cosa normale pensare. Degli analisti sionisti, nonché degli illustri commentatori, ci interessano non le “verità” che ci raccontano e che non pensiamo di raccogliere da loro, ma esattamente il loro punto di vista.
(segue)
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