domenica 15 maggio 2011

Una pagina per: IV. Pepe Escobar, studioso della globalizzazione

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Ieri sera, mentre ascoltavo in un talk show, sull’11 settembre e sulla fine presunta di Osama, ribattezzato Geronimo e fatto fuori da Obama, la mia attenzione si è fermata su un illustre cattedratico, ospite quasi d’obbligo dei salotti televisivi, riflettevo sulla sua conversione dall’assunto dottrinale “Auctoritas, non Veritas facit legem” all’altro, tipico della nostra epoca mediatica, “Auctoritas facit non legem sed veritatem”. La legge non più perché ne è stata distrutta l’essenza, sostituita dall’arbitrio e dalla violenza la più cieca ed ottusa, mentre l’Auctoritas non può non dire la Verità. Uno degli strumenti attraverso cui ciò avviene sono i media mainstream ed anche personaggi, ritenuti autorevoli nel loro campo, mobilitati allo scopo di far credere che un Presidente degli Stati Uniti abbia un particolare e sacrale rapporto con la Verità certamente non confrontabile con un semplice passante o dirimpettaio alla casa dell’ammazzato. E che dire di un confronto fra il Presidente degli Stati Uniti ed il Papa? Ciò che la nostra cultura ormai non riconosce più neppure al Papa, preso a scoppellate appena mette piede in una Sinagoga, i direttori dei giornali di regime lo riconoscono enfaticamente ad un Presidente degli Stati Uniti: Ipse dixit! E da lui si attende non che completi l’Evangelizzazione ma la Globabolizzazione, per dare certezze e sicurezze a chi detiene il capitale finanziario. Io mi chiedo quanto Internet possa contrastare l’Impero della Menzogna. Finché questa parvenza di libertà ci è tuttavia concessa, noi leggiamo e raccogliamo con interesse pagine come quelle di Pepe Escobar, incominciando dalle sue analisi sulla distruzione del diritto internazionale, in sintonia con altre pagine sullo stesso tema che ho trovato nei libri di Noam Chomsky.

Sommario: 1. Fuori bin Laden, ora tocca a Gheddafi. – 2. Ciò che Obama non avrebbe potuto dire. – 3. Il circolo dei controrivoluzionari. – 4. Il denaro sonante della controrivoluzione. – 5. La NATO, il tranformer definitivo. – 6. Cosa c’è davvero in ballo in Libia. – 7. Fai lobby, che funziona. – 8. I Talebani danno una mazzata alla NATO. – 9. Lo specchio cristiano di Al-Qaeda. – 10. Enduring Freedom infinita. –

1. Fuori bin Laden, ora tocca a Gheddafi. – Il tema è quella della distruzione del diritto internazionale sostituito da un diritto imperiale di intervento in qualsiasi luogo del mondo, violando la sovranità degli stati. Il concetto di sovranità è stato elaborato durante i secoli in cui gli stati si fronteggiavano l’un altro disponendo di una potenza comparabile e restando incerto l’esito di uno scontro in campo aperto. Nacque da qui la prima legge di natura hobbesiana: occorre ricercare la pace se si vuol essere sicuri della propria vita. La guerra era ammessa solo quando la pace non fosse possibile, se non altro perché bisogna volerla in due. Quel mondo è cambiato ed il nuovo sta assumendo la sua forma sotto i nostri occhi. Nell’articolo Pepe Escobar mette a confronto la sorte inflitta a bin Laden e quella analoga che si va approntando per Gheddafi.

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2. Ciò che Obama non avrebbe potuto dire. – Una lucida analisi del discorso di Obama di questi giorni di metà maggio 2011. Il discorso è ingannevole come sempre ed i media mainstream sono come sempre ministri dell’inganno. Sembra tuttavia che qualcosa si muova nella società ed è forse la coppia rivoluzione / controrivoluzione, dove Obama sta dal lato della controrivoluzione pur volendo far credere di essere dalla parte del mutamento rivoluzionario. Il problema è duplice: a) chi ci casca; b) quanto la piazza e la protesta possa contro il potere delle armi, non quelle di Geddafi contro il suo popolo, ma quelle che gli Usa vendono all’Arabia Saudita con un mega contratto di 60 miliardi di dollari. Cosa mai dovranno fare i sauditi con tutte quelle armi? Contro chi pensano di usarle? Le risposte si trovano nella lucida analisi di Peper Escobar, cui si accede cliccando sul titolo che porta in una pagina di “Come don Chisciotte”, dove è pubblicato il testo e dove si possono trovare in genere pregevoli commenti ai testi.

3. Il circolo dei controrivoluzionari. – Si tratta di un articolo sulle dinastie arabe, detentrici delle risorse petrolifere, che sfruttano sulle spalle e sulle vite dei loro sudditi, coperti dalla complicità di USA, Israele e Unione Europea. L’articolo contiene molte informazioni che non vengono normalmente data dai mainstream.

4. Il denaro sonante della controrivoluzione. – Non possiamo assolutamente fidarci di ciò che i telegiornali ci dicono. Si limitano a notizie superficiali, nel pieno rispetto dell’impostazione editoriale della testata e degli interessi cui serve. Possiamo dire che i sommovimenti arabi sono in corso e che vi è un evidente tentativo di imbrigliarli. Anche in questo articolo Escobar offro uno scorcio delle forze che agiscono per arrestare esiti rivoluzionari che possono alterare gli equilibri geopolitici della regione.

5. La NATO, il transformer definitivo. – Tratta del recente “effetto collaterale” ammesso dalla Nato, responsabile della morte di nove civili in Libia. Si parla anche di uso massiccio della lobbying per favorire un intervento “umanitario” in Siria. “La guerra in Libia è stata la prima guerra del Pentagono firmata Africom”.

6. Cosa c’è davvero in ballo in Libia. – Come sempre, lucido e pieno di informazioni vere o verosimili quelle fornite da Pepé. Vi è poco da aggiungere o commentare. Vi è solo da tenere a mente ciò che è scritto e da raccordarlo con altre rare informazioni da estrarre entro l’oceano dei mass media embedded. Non è facile valutare quanta gente ancora sia influenzata o influenzabile dagli organi ufficiali. Sarebbe stata possibile una Piazza Tahir, se tutti i suoi partecipanti fossero stati creduli telespettatori dei nostri telegiornali della sera?

7. Fai lobby, che funziona. – È un articolo che offre ulteriori chiarimenti su quanto di losco vi è dietro i ribelli libici e quanto siano foschi i sommovimenti di popoli che si vanno preparando in giro per il mondo. Come una potenza perversa, rotta ad ogni delitto ed inganno, appare la splendida America, la più antica democrazia del mondo, che ci ha liberato nel 1945, per farci precipitare in un baratro di cui ancora non si vede la fine.

8. I Talebani danno una mazzata alla NATO. – È una chimera quella che ci hanno ammannito per anni: che gli Stati Uniti e noi coglioni, in balia di Frattini e Larussa, stessimo vincendo la guerra in Afghanistan. La sospensione degli “aiuti” di 800 milioni di dollari all’esercito pakistano comporterà il ritiro di quest’ultimo dal teatro di guerra afghano.

9. Lo specchio cristiano di Al-Qaeda. –

10. Enduring Freedom infinita. – È un articolo alquanto complesso che tuttavia offre un’ampia prospettiva sugli scenari di guerra che costituiscono ormai la nostra quotidianità, ma la cui comprensione è quanto mai arduo. Questo articolo di Escobar è da rileggere più volte, da approfondire, da sviluppare.

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