mercoledì 31 marzo 2010

Sul principio della libertà di pensiero in una sala romana del Parlamento europeo. Dibattito sul tribunale Russel e sul rapporto Goldstone.

Testo in elaborazione.

Ieri sera, 30 marzo 2010, in Roma, sono arrivato con un quarto d’ora di ritardo, mentre parlava Gianni Tognoni, del “Tribunale Permanente dei Popoli”, illustrando il lavoro del Tribunale Russel, che in Spagna ha iniziato una Sessione sulla Palestina. L’attenzione non è rivolta, come in un tribunale ordinario, al merito delle imputazioni ed alla normale dialettica processuale, ma al ruolo che politici ed istituzioni esercitano davanti ad un caso palese di ingiustizia, anzi di vero e proprio genocidio, che da oltre 60 anni si consuma in Palestina con la nostra complicità ed acquiescienza. Si tratta di capire come ciò sia stato possibile e come sia ancora possibile. E non è per nulla difficile capirlo! Se bastasse capire i mali del mondo per poterli risolvere, oggi noi vivremmo in un mondo ideale, in un mondo felice. Il Male, l’Ingiustizia, la Sopraffazione ha purtroppo quella forza che la verità, i deboli, le vittime vere non hanno. Questa è la storia vera del nostro tempo ed anche delle epoche passate, se pensiamo a come sono scomparsi tanti popoli, i cui nomi e la cui sorte sono per noi delle mere citazioni. È assodato, ad esempio, che gli indiani d’America sono stati sterminati dalla più antica democrazia del pianeta, i cui elogi sperticati sentiamo da mattina a sera, dalla culla alla tomba, ma ciò non provoca in noi nessuna reazione morale. Abbiamo metabolizzato e degli indiani, poveretti, diciamo che hanno avuto il loro destino. Lo stesso che si prospetta per i palestinesi, e di cui si sarebbe smesso di parlare da un pezzo, se in qualche modo non fossero collegati a qualche miliardo di persone che è piuttosto difficile sterminare in una botta sola. Salvo che un Olocausto Nucleare – di cui Israele ha i mezzi – non ci abitui anche a questo.

Il pubblico era costituito da rappresentanti di sigle ed associazioni. Nel foglio che mi è stato passato anche io ho firmato a nome dell’Associazione «Civium Libertas», che esiste, anche se non è una grandissima realtà. Ero indeciso se dare un altro nome: «Comitato europeo per la difesa della libertà di pensiero», in considerazione del fatto che il secondo oratore/relatore dell’incontro, in una data simbolica, il 30 marzo, era una parlamentare europeo, Niccolò Rinaldi, che ha illustrato – come meglio non si può leggere sui media – il vero senso e la vera estensione della votazione dei parlamentari europei che hanno recepito il rapporto Goldstone, pur senza entrare nei contenuti tragici del rapporto. Ho apprezzato l’onesta relazione di Rinaldi, che non ha fatto nessun trionfalismo, ma ha ben reso la realtà esistenziale e operativa degli organi istituzionali di rappresentanza politica. Non sono gli angeli della verità e della giustizia, e neppure i nunzii dei popoli. Sono un coacervo, un precipatato di interessi spesso oscuri che si traducono in seggi parlamentari. Se si pensa ad organizzazioni come l’AIPAC ed a come determinano ed influenzano le attività parlamentari, possiamo ben capire come noi, Signor Nessuno, abbiamo poco da sperare nella figura inesistente del rappresentante politico che secondo il modello liberale classico si troverebbe ogni giorno in religioso raccoglimento per ascoltare dal suo cuore le voci della verità, della giustizia, dell’umanità.

Il luogo era pubblico e mi ci sono recato. Non era certo un’audizione parlamentare alla Commissione Esteri, dove per essere ammessi sono necessarie specialissime autorizzazioni e dove al pubblico non è assolutamente consentito prendere la parola: madonna Fiammetta Nirenstein può dispiegare tutto il suo talento senza tema alcuna di contestazioni da parte di disturbatori. Potendo dunque dire la mia, ho alzato la mano, ma quando si è chiesto il mio nome, ho detto di essere il Signor Nessuno, che a queste ultime elezioni non è neppure voluto andare a votare, con una convinzione non avuta in precedente elezioni e condivisa da almeno un italiano su 4 se non su 3. Voleva però intervenire sulla relazione del Qualcuno che si spera sia un Parlamentare europeo. Non vi era da parte mia nessuna irriverenza. Spero sia stato compreso. Spiego adesso al parlamentare Rinaldi, al quale mando questo post, che a battezzarmi con il nome Signor Nessuno è stato il Qualcunissimo che risponde al nome di Riccardo Pacifici, il quale avuto di me notizia mentre si trovava in quel di Gerusalemme, si è pronunciato dall’alto di quel luogo. Il nome Nessuno, che mi ha fatto subito pensare ad Ulisse nella grotta di Polifemo, mi è parso di buon auspicio ed ho incominciato ad usarlo in questa circostanza ed in tutte le altre analoghe che si presenteranno.

Mi avvio alla conclusione, non avendo affatto pensato ad un “articolo” sull’evento. Non sono un giornalista e non mi piace questo mestiere. Il parlamentare Rinaldi ha detto molte cose interessanti che forse non sono apprezzate dal pubblico presente. Ha parlato del boicottaggio verso Israele. Non si è dichiarato pregiudizialmente contrario, ma ne ha rilevato la scarsa efficacia, almeno a suo giudizio. Sentire ciò non è stato piacevole per gli attivisti del boicottaggio presenti in sala, ma si trattava di capire che era una constatazione, più o meno esatta, più o meno oggettiva. Rinaldi ha anche detto una cosa già nota, ma che è stato importante poterla sentire nuovamente da lui, che ha un qualche accesso alle segrete stanze. E cioè: Israele investe un’infinità di risorse in denaro, uomini e mezzi disparati di ogni genere nella promozione della sua immagine. Controlla i media, quando non ne ha la proprietà diretta. Ha un esercito di avvocati, di azzeccagarburgli, il cui prototipo è un Dershowitz, il cui compito è di approntare tutti gli appigli formalistico-legali per promuovere le ragioni di Israele e far passare sotto silenzio il vero genocidio della nosta epoca: Gaza! Se “Piombo Fuso” è stato un aver osato troppo – secondo quando dice Funkelstein –, è anche vero che oggi la situazione è ancora peggiore, ma di ciò poco si parla. Appunto per la capacità che Israele, ed i suoi agenti fra di noi, di mettere a tacere, di far passare in silenzio.

Non posso fare un riassunto delle cose interessanti che Rinaldi ha detto, dei numerosi spunti da approfondire. Mi limito ora a quello che è stato l’intervento del Signor Nessuno, che è stato particolarmente attratto da un’inciso, che avrebbe meritato ben altri sviluppi da parte di un parlamentare europeo. Rinaldi ha accennato al senso di colpa dei tedeschi, che mai prenderebbero una qualche posizione contro la stella di Davide. Dunque, come a dire, fate pure strage e macello degli odierni “selvaggi” che sono i palestinesi, ed il cui “destino” può ben essere quello degli indiani d’America. Noi non vi fermeremo la mano. Anzi. Vi daremo pure le armi che vi servono. Hitler non avrebbe saputo fare di meglio. Naturalmente, sono queste solo mie deduzioni, che lo stesso Rinaldi potrebbe ricavare se andrà a riflettere sul dato che gli ho offerto: ogni anno nella sola Germania ben 15.000 persone vengono perseguite per meri reati di opinione. Se devo dar credito a dati recentissimi riportati da Finkelstein, buona parte dei giovani tedeschi non crede più alla favola della “colpa” dei padri che deve ricadere sui figli fino alla terza e quarta generazione.

Ho fatto presente all’europarlamentare Rinaldi che lo stato moderno al quale siamo abituati a concepire, basato sulla divisione dei poteri e soprattutto sulle elezioni, quintessenza di una presunta democrazia. È da richiamare l’attenzione sull’importanza del “discorso” nello schema della democrazia parlamentare classica. Non pare sia in discussione la libertà di pensiero e di espressione del parlamentare. Ma la stessa libertà vale per il comune citttadino, che è chiamato a votare ed eleggere i suoi rappresentanti? Il messaggio che invio in questa lettera aperta all’europarlamentare Niccolò Rinaldi, ed ai suoi colleghi sensibili al tema, vuole richiamare l’attenzione sul fatto che questa libertà esiste sempre meno per i cittadini europei. Ciò si lega al tema Palestina, Gaza, Piombo Fuso, genocidio del popolo palestinese, reso possibile dall’artificioso e indotto senso di colpa dei tedeschi e dei popoli europei. Sostengo la tesi che per aiutare il popolo palestinese occorre ripristinare in Europa la piena libertà di pensiero, con la quale si possa dire – salvo argomentarlo – che Gaza è peggio di Auschwitz, senza per questo sentirsi dare del razzista o dell’antisemita, termine ormai privo di senso, considerando per giunta che i “veri” semiti sono proprio i palestinesi di Gaza e di Cisgiordania.

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