venerdì 2 ottobre 2009

Carlo Mattogno: «Netanyahu all’ONU»

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Questo breve testo di Carlo Mattogno nasce come parte di un commento generaleal discorso tenuto da Netanyahu all’ONU, al quale si rinvia in altro post. Rinvio inoltre ad un più recente post, autonomo, sullo stesso argomento, contenente un articolo di Gilad Atzmon, di diverso taglio e che analizza nella sua interezza il discorso di Netanyahu da un punto di vista ebraico non sionista. Si avverte anche non saranno qui ulteriormente accettati interventi a margine che non siano pertinenti, o che abbiano intenti provocatori e offensivi o che non appaiono meritevoli di pubblicazione e di risposta.
A. C.

* * *

CARLO MATTOGNO

Netanyahu all’ONU

«Il mese scorso sono stato in una villa in un sobborgo di Berlino chiamato Wannsee. Là il 20 gennaio 1942 dirigenti nazisti di alto grado si ritrovarono dopo un buon pasto a decidere come sterminare il popolo ebraico. Gli appunti dettagliati di quell'incontro sono stati conservati dai successivi governi tedeschi. Ecco qui una copia di quegli appunti, in cui i Nazisti davano istruzioni precise su come portare a compimento lo sterminio degli Ebrei. Si tratta di una bugia?».

Sì, è una bugia. Che alla conferenza di Wannsee si sia deciso «come sterminare il popolo ebraico» è falso e ridicolo già per questo semplice fatto.

Il relativo protocollo (NG-2586-G) dice che «die arbeitsfähigen Juden», gli ebrei abili al lavoro, dovevano essere deportati all’Est «zum Arbeitseinsatz», per l’impiego lavorativo. Sulla sorte degli inabili al lavoro, quelli presuntamente destinati a sterminio immediato, il documento non dice nulla, tranne in un caso:

«Si ha l’intenzione di non evacuare ebrei oltre i 65 anni, ma di trasferirli in un ghetto per anziani – è previsto Theresienstadt».

A questa categoria, secondo il documento, appartenevano il 30% dei 280.000 ebrei che il 31 ottobre 1941 si trovavano ancora nel Vecchio Reich e in Austria, dunque 84.000 persone.

Il protocollo di Wannsee afferma inoltre che «anstelle der Auswanderung», al posto dell’emigrazione, era ormai subentrata «die Evakuierung der Juden nach dem Osten», l’evacuazione degli ebrei all’Est, e che appunto in ciò consisteva la soluzione finale della questione ebraica (Endlösung der Judenfrage). Se dunque l’evacuazione all’Est, come si pretende, fosse stata sinonimo di sterminio, le SS avrebbero previsto di sterminare gli ebrei abili al lavoro e di non sterminare gli 84.000 ebrei inabili al lavoro summenzionati, ma di trasferirli in un ghetto per anziani!

(Per un approfondimento rimando al mio studio Raul Hilberg e i “centri di sterminio” nazionalsocialisti. Fonti e metodologia, cap. I,8,

http://civiumlibertas.blogspot.com/2009/06/homepage-precedente-successivo.html).

«Il giorno prima di andare a Wannsee, a Berlino mi hanno consegnato i disegni originali per la costruzione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove furono assassinati un milione di Ebrei. Anche questa è una bugia?»

Sì, è una bugia, una doppia bugia. Ho già spiegato altrove (I “nuovi” documenti su Auschwitz di Bild.de: una bufala gigantesca,

http://civiumlibertas.blogspot.com/2007/11/slomo-in-grande-emozione-con-veltroni-e.html#mtdiciannove)

che questi “nuovi” documenti, pubblicati l’8 novembre 2008 dal giornale tedesco Bild.De e strombazzati in tutto il mondo come “prova” della costruzione ad Auschwitz di una camera a gas omicida, costituiscono una minima parte della documentazione conservata all’ Archivio russo di Stato della guerra di Mosca (circa 88.200 pagine), che avevo già esaminato nel 1995 in compagnia di Jürgen Graf. I piani della pretesa camera a gas omicida, che erano stati già pubblicati e analizzati da Jean-Claude Pressac nel 1989 (Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers. The Beate Klarsfeld Foundation, New York, 1989, pp. 53-62), si riferiscono in realtà all’ Entlausungsanlage 5a e 5b di Birkenau, un impianto di disinfestazione e disinfezione con docce per i detenuti.

La pretesa che ad Auschwitz «furono assassinati un milione di Ebrei» è la seconda bugia: in questo campo morirono (non “furono assassinati”) circa 135.000 detenuti, di cui forse la metà ebrei (C. Mattogno, Le camere a gas di Auschwitz. Effepi, Genova, 2009, cap. 15, Il numero delle vittime, pp. 467-491).

«Lo scorso giugno il Presidente Obama ha reso visita al campo di concentramento di Buchenwald. Il Presidente Obama ha reso tributo a una bugia?».

Sì, a una bugia, nella misura in cui si pretende di addurre il campo di concentramento di Buchenwald, al quale la storiografia olocaustica non ha mai attribuito camere a gas omicide, come “prova” del presunto olocausto. L’oratore confonde intenzionalmente persecuzione ebraica, fatto certo e dimostrato, con sterminio ebraico, ipotesi incerta e indimostrata.

«E che dire dei sopravvissuti di Auschwitz che sulle braccia ancora portano tatuato il numero impresso loro dai Nazisti? Anche quei tatuaggi sono bugie?».

Anch’essi sono bugie, nel senso spiegato sopra, e anche piuttosto goffe: come possono i sopravvissuti tatuati dimostrare che Auschwitz era un campo di sterminio? Poiché il tatuaggio era il numero di matricola assegnato ai detenuti abili al lavoro che entravano a far parte della forza del campo per lavorare, il fatto che esistano dei sopravvissuti con tatuaggio può dimostrare soltanto che Auschwitz era un campo di lavoro.

«Quasi tutte le famiglie ebree furono colpite, inclusa la mia. I nonni di mia moglie, le due sorelle ed i tre fratelli di suo padre, e tutte le zie gli zii e i cugini furono assassinati dai Nazisti. Anche questa è una bugia?».

Sì, è una bugia se la si adduce come prova dell’olocausto. Lo stesso argomento potrebbe essere invocato da quasi tutte le famiglie palestrinesi contro Israele.

«Ma a voi che avete dato ascolto a questo negatore dell'Olocausto io dico a nome del mio popolo, il popolo ebraico, e di tutte le persone per bene in ogni parte del mondo: non vi vergognate? Non avete pudore?».

Un “negatore dell’olocausto” nega una menzogna e nel contempo afferma una verità: perché si dovrebbe vergognare? Non si dovrebbero vergognare coloro che, essendo incapaci di contrastare sul piano storico-documentario questi negatori di menzogne, ricorrono al braccio violento della legge per metterli a tacere?

Carlo Mattogno

7 commenti:

Viva israele ha detto...

Egregio prof. caracciolo, le voglio fare una domanda:come mai secondo lei esistono palestinesi che non odiano israele e,anzi, la lodano? La palestinese Abdel Nasser Nadi, in una recente intervista, ha affermato ad esempio che i coloni non sono affatto brutali, che gli insediamenti nei tPO danno vantaggi ai palestinesi e non ha senso smantellarli. Non solo, ha perfino detto che gli arabi d'Israele godono di tutti i diritti e non sono affatto persone di serie B.
Sono tutte menzogne? E'pagata dall'entità sionista? lei è libero di credere in ciò che vuole, ma per quanto mi riguarda se una palestinese parla bene d'Israele allora è lecito nutrire parecchi dubbi su ciò che le fonti antisraeliane affermano.

Antonio Caracciolo ha detto...

Io l’avevo bocciata ed invitato ad andarsene, ma lei continua a presentarsi. La boccio di nuovo sperando che lei non si faccia più vedere. E la boccio con larghezza di motivazioni.

Intanto lei ha collocato a caso questo suo commento in un post d’eccezione dove Carlo Mattogno spiega come il Leader massimo di Israele è un volgarissimo bugiardo e mentitore.

Basterebbe questa “impertinenza”, cioè non stare al tema di cui si parla per non approvare e respingere il suo commento.

O che forse lei è in grado di difendere il suo Capo dalla contestazione di essere un volgare Bugiardo rispetto ai temi trattati?
Se lei fosse stato capace di disquisire, poteva avviarsi un utile confronto critico.

Ed adesso veniamo alla sua intelligente e penetrante domanda. È facile rispondere con una controdomanda:

Come si spiega che ebrei ebrei come Pappe riconoscono che ai danni dei palestinesi è stato commesso un orribile genocidio, una pulizia etnca, i cui responsabili (indicati per nome e cognome) dovrebbero non essere onorati come padri della patria sionista, ma additati come i peggiori criminali della nostra epoca? Ed a Pappe aggiungo un altro ebreo ebreo come Shlomo Sand, che in un libro spiega l’impostura non del popolo palestinese, ma del "popolo ebraico"? E Avraham Burg che ha equiparato sostanzialmente il sionismo al nazismo? E potrei fare tanti e tanti esempi di ebrei che condannano Israele e il sionismo. E contro di questi “Viva Israele” cosa saprebbe opporre? La velina diramata da Tel Aviv secondo cui si tratterebbe di “ebrei che odiano se stessi”. E che significa? Mah!

L’altro ieri Abu Mazen si è dissociato dal rapporto Goldstone, cioè di un “ebreo” che si dice lui stesso “amico di Israele” e forse addirittura lui stesso “sionista”. Abu Mazen non poteva meglio dimostrare la sua condizione di servo, di Quisling, di kapò.

Non è difficile trovare un “palestinese”... ma come non aveva lei detto che i palestinesi non esistono? Ne ha però trovato uno, il quale direbbe che Israele è un padrone buono e caritatevole, caccia dalle loro case gli abitanti di West Bank, ma in fondo lo fa per il loro bene. Porta loro quella superiore civiltà e moralità che altrimenti quei barbari non avrebbero mai conosciuto.

E quando al di là della parete si odo un rumore di trapano che sfonda tutta la parete per permettere al colono di allargarsi di uno stanza scacciando il vicino di casa palestinese, anzi arabo, in fondo non fa che rivendicare un suo diritto divino, che i goym appunto perché goym non hanno la struttura mentale per poter comprendere la giustizia divina.

Non si contano i casi di corruzione, ricatto, tortura con cui molti palestinesi che vivono sotto il dominio dei coloni vengono indotti a dire di Israele tutto il bene che viene loro chiesto ed anche a tradire i loro genitori, figli, fratelli, sorelle, cui è destinato un “omicidio mirato”. Per i pescatori di Gaza il prezzo di una licenza di pesca si paga con un arruolamento nella lista dei delatori.

Spero che lei accetti la bocciatura e si tolga di torno. Lei di dubbi non ne ha alcuno. Bisognerebbe avere altra condizione morale e intellettuale per sperimentare la sana condizione psicofifica del dubbio. Lei appartiene ad un mondo ed una cultura dove la menzogna è la sua ragione profonda di essere. Una menzogna che sempre meno con artifici si riesce ad imporre al mondo.

Lei è bocciato! Abbia la compiacenza di non ripresentarsi in questo luogo virtuale.

Antonio Caracciolo ha detto...

Aggiungo che da un punto di vista astratto e generale, senza che vi sia bisogno di trovare persone che per davvero stiano contente dell’invasione coloniale e degli insediamenti con distruzione di oltre 24.000 case palestinesi: vedi e leggi Jeff Halper, che è venuto a Roma per dire queste cose! Da un punto di vista astratto non è impossibile da ipotizzare il rapporto sadomasochista fra la vittima e il suo carnefice. La cinematografia si diletta su simili soggetti.

Il mio punto di vista non è quello di un “Viva Palestina”, di un filopalestinese, ma è il punto di vista di un italiano, di un europeo ad una sola ed unica fedeltà, nazionalità, cittadinanza, il quale rivolge uno “sguardo sul Medio Oriente” e vede quel che vede, dove anche ipotesi come quelli da lei prospettate sono un’ulteriore prova e motivo per condannare la violenza morale e intellettuale oltre che fisica da parte dei coloni, i quali vorrebbero ridurre in uno stato di abiezione morale quanti decidono di non uccidere ed espellere.

Non è difficile trovare nei testi sionisti l’immagine di un arabo ridotto in stato di schiavitù, privi di dignità e consapevolezza. La propaganda massiccia (e lei, signor “Viva Israele” è un agente di questa propaganda, non saprei se stipendato o meno) è rivolta non solo e non tanto contro i palestinesi, il cui ordinario destino è la morte e la distruzione, ma contro noi europei che siamo essenziali, fin dall’inizio di questa brutta storia, al progetto sionista di conquista coloniale della Palestina e di tutto il Medio Oriente.

No! Non ci sto! E per quel che posso apro gli occhi a chi non è irrimediabilmente corrotto e compromesso con il sistema della menzogna e dell’oppressione.

Waa359 ha detto...

L'intervento iniziale è solamente un tentativo di distogliere l'attenzione dalla mortale risposta di Mattogno a netanyahu.

Una tecnica vecchia e stupida,ormai esausta.

Dal discorso del natanyahu è interessante prendere in considerazione il fatto che si è dovuto impegnare ,in prima persona, il boss della colonia sionista di Palestina per tentare ,nuovamente,il ricatto morale verso i presenti all'assemblea ONU !

Ciò la dice tutta sulla tenuta ulteriore della oloballa auschwitziana e dintorni!

In ultimo mi permetto di suggerire di applicare lo stesso sitema che usano i siti "loro"...ignorare i posts "sconvenienti" e non pubblicarli.
Mi creda ,funziona!

Quella "gente" non cerca il dialogo,ma,solo la conservazione del loro potere.A tutti i costi.

Antonio Caracciolo ha detto...

Ha ragione!
Le prometto che non accetterò altri commenti fuori tema. Ed avendoli accettati posso sempre cancellarli. Avendo riscontrato più volte la natura trollista di “Viva Israele” da questo momento non saranno accettati altri interventi così firmati.

Antonio Caracciolo ha detto...

A chi non lo avesse prima letto o non lo avesse capito ripeto cose già dette fin dall’inizio che riguardano il complesso dei miei trenta e più blogs tematici. Io qui “non pubblico”, non cerco nessuna gloria attraverso scorciatoie. Io qui lavoro ed i miei quaderni di lavoro sono pubblici. Questo è il mio laboratorio di pensiero. Un laboratorio aperto, una bottega aperta, dove chiunque può entrare, se lo vuole. Ma io non vendo nessuna merce ed ho piena facoltà di indicare la porta agli ospiti non graditi, o per i quali non ho tempo e pazienza. Purtroppo, viviamo nella costante deformazione del venditore e del compratore, del negoziante e del cliente. Chi cerca risposte, quali che siano, se li cerchi con le sue forze, lavorando. La mia è la inusuale filosofia del dono, non l’economia dello scambio più o meno ineguale. Chi vuole pormi quesiti, raggiunga almeno lo stadio della chiarezza e dell’oggettività della formulazione. Non mi si può chiedere anche di dipanare i pensieri confusi altrui. Lo faccio con chi devo farlo per obbligo didattico...

Anonimo ha detto...

Un chiarimento sulla "soluzione finale".

Appare evidente (sebbene sia una bestemmia anche solo dirlo, specie in una scuola) che essa non era lo sterminio, ma la deportazione.

I rapporti, ben documentati, tra nazismo e sionismo andavano in questa direzione (con il beneplacito di Hitler, molti ebrei furono deportati proprio in Palestina, e la rivista di Goebbels pubblicò articoli favorevoli al sionismo, il quale, del resto, esso stesso ideologia razziale e razzista, era favorevole ad una migrazione, anche forzata).

Eppure, non è forse la deportazione una forma, essa stessa, di pulizia etnica? E la ghettizzazione, favorendo di per sé l'insorgere di epidemie, non è essa stessa foriera di morte, oltre che di discriminazione?

Verissimo ciò che Mattogno dice di Buchenwald. Eppure, statisticamente, vi moriva un detenuto su quattro. Non so fino a che punto, in una realtà concentrazionaria segnata dalla denutrizione, dal lavoro forzato, dalla disperazione, dalla perpetua minaccia, si possa parlare di "morte naturale". Da sempre, ancor oggi, fame, malattie e lavoro sono la più micidiale arma di sterminio. In tal senso, certo, la Shoah va "relativizzata": il mondo è perpetuamente attanagliato ed avvolto da un'ininterrotta Shoah, dall'Africa all'Asia: una Shoah che il mondo ignora.

Quanto a Wannsee: infine, si decise che gli Ebrei sarebbero dovuti emigrare verso est, e avrebbero costruito strade. Per selezione naturale, molti di loro sarebbero morti. Non è forse la selezione naturale stessa uno strumento di sterminio? Cosa c'è di umano, di scusabile, di riabilitabile, in questa visione?
Semmai, essa mostra che in fondo il Nazismo affonda le proprie radici nel Darwinismo.

Infine, i sopravvissuti al lavoro schiavistico avrebbero potuto dare origine ad una "nuova nazione ebraica". Che però (si intuisce dalla conclusione del testo del protocollo) avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la Germania; e sarebbe dunque dovuta, si intuisce, essere annientata.

L'obiettivo era l'annientamento del nemico, come in ogni guerra, a prescindere dai mezzi con cui esso si sarebbe dovuto attuare; ma, in questo caso, il nemico era arbitrariamente, iniquamente ed irrazionalmente definito su base etnica.

La soluzione finale sarebbe comunque stata una forma di "evacuazione", una deportazione di massa (già di per sé, come progetto, totalitaria e delirante) destinata a sfociare nell'annientamento.

Il problema delle modalità tecniche e delle cifre della parte di questo progetto che fu effettivamente attuata mi pare secondario.

Non pare invece secondario, invero, alla "religio olocaustica": la quale, a mio avviso, pare nutrire, per l'idea della "camera a gas", una sorta di fanatica idolatria, ai limiti del misticismo.