giovedì 21 luglio 2016

Per una Storia del Movimento Ciqnue Stelle: 31. Un “sospeso eccellente” ossia Federico Pizzarotti

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«Per una storia del Movimento Cinque Stelle» vuole essere una storia in progress di un Movimento costituitosi ufficialmente il 4 ottobre 2009. Nato nel Nord Italia viene alla ribalta con le elezioni comunali di Parma nel maggio 2012, con le elezioni regionali siciliane dell’ottobre 2012, dove il M5s risulta essere il primo partito, lasciando prevedere il risultato delle elezioni politiche nazionali del febbraio 2013. La storia del M5s è costellata di “casi” e da domande sulla sua organizzazione e sul ruolo della Casaleggio Associati. Di certo non è un Movimento che erige barricate e occupa piazze, o partecipa a scontri di strada, ma ha come suo obiettivo principale se non unico la partecipazione alle competizioni elettorali: è dentro il sistema anche se ai suoi inizi amava apparire come anti-sistema, antipolitico, rivoluzionario. Tutto il potere dei vertici si concentra nella inclusione/esclusione dalle liste elettorali. Il suo successo politico ha delle analogie con ciò che seguì a Mani Pulite, fenomeno caratterizzato da una esplosione di scandali. Da allora è un succedersi di sigle politiche,  ma senza che la situazione complessiva del Paese sia andata migliorando, o abbia cambiato di segno. Poiché la Rete è stato il punto di partenza del M5s, è dalla Rete che attingeremo tutte le nostre notizie, cercando di discernere il grano dal loglio.
CL

Federico Pizzarotti fb
È da tempo che si trascina la vicenda del Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, accusato sulla base di un fantomatico Regolamento o di dubbie norme etiche di comportamento , di non aver reso noto allo Staff, dubbio e anonimo, di aver ricevuto un avviso di garanzia. La vicenda va chiaramente inquadrata in in contesto generale, caratterizzate per larga parte dalle ordinanze del Tribunale di Roma, in data 12 aprile 2016 - data coincidente con la notizia della morte di Gianroberto Casaleggio - e di Napoli, in data 14 luglio 2016, che ha avuto una vasta eco mediatica, portando addirittura ad un procedura di modifica del Non-Statuto e del Regolamento. A seguito della Ordinanza napoletana ma prima del post del 20 luglio 2016 sul blog di Beppe, dove si dava inizio alla procedura di revisione accennata, e sulla quale ora non ci soffermiamo, appare in data 19 luglio 2016 (e stesso giorno della prima udienza di merito nella causa romana) sul suo profilo facebook una lettera di Federico Pizzarotti che rompe gli indugi e suona così:

«Oggi ho scritto una lettera a Beppe, ecco il testo:
Caro Beppe Grillo,

sono passati sessanta giorni da quando mi è stato chiesto di presentare controdeduzioni a una sospensione che reputo ingiusta e illegittima, ma non mi è chiaro se siano stata presa in esame e da chi. Se non c’era fretta di prendere una decisione, mi chiedo il motivo dell’ultimatum di dieci giorni a un sindaco del Movimento 5 Stelle, che ha sempre fatto della serietà e della responsabilità punti di riferimento dell’attività di governo.

Peraltro il recente pronunciamento del tribunale di Napoli, chiamato a rispondere sul caso delle espulsioni di alcuni attivisti, conferma ciò che ho esposto nello scritto che ti ho presentato: la sospensione è stato un atto di forza illegittimo, probabilmente il pretesto da parte di qualcuno per neutralizzare la critica interna, che in democrazia è necessaria.

A questo fatto che denota scarso rispetto, nei confronti miei e della città, si è aggiunta una indifferenza totale continuata negli anni, incomprensibile sotto ogni punto di vista. Durante il periodo dei ballottaggi ho evitato di alimentare polemiche e risposte pubbliche e, pur continuando a rispondere a fredde email, ho richiesto con forza un incontro e chiarimenti faccia a faccia. Do atto che ci sono stati momenti di attrito, come è normale nel dibattito interno a un movimento votato da milioni di italiani, ma ciò non può e non deve giustificare offese verso la mia persona - in passato pubblicate sul blog -, né freddezza e distacco verso l’istituzione che rappresento. Tra compagni di squadra si litiga e si discute ma ci si rispetta, tanto più se chi ha avanzato giudizi lo ha fatto con l’ideale di edificare un futuro sempre più solido, organizzato e maturo per il Movimento.

All’indomani delle ultime amministrative, poi, ho letto di un summit tra sindaci del Movimento - neo eletti e non - e il responsabile degli enti locali Luigi Di Maio. Tralasciando il paradosso di esserne venuto a conoscenza soltanto tramite i media e non, appunto, dal preposto ai Comuni, l’iniziativa mi ha stupito non poco dal momento che corrisponde a una mia precisa e reiterata richiesta avanzata due anni fa, all’epoca bollata come inutile. Tuttavia credo che se il tavolo di discussione fosse stato preso in considerazione già allora, oggi diverse problematiche interne sarebbero state risolte (vedi Comacchio, Gela e Quarto), i sindaci avrebbero alle spalle un rapporto più solido e coeso, mentre l'azione di governo locale risulterebbe ora condivisa e politicamente più forte.

Insomma, il rapporto interno del Movimento tra Roma e le periferie, per intenderci tra il Parlamento e i territori, oggi ci vedrebbe ancora più uniti, come ho sempre auspicato. Per un movimento che è diventato a tutti gli effetti un partito nazionale, ciò avrebbe rappresentato solo e soltanto uno scatto di maturità.

Invece sono stato etichettato come una sorta di politico vecchio stile. Il punto in realtà è un altro: Parma paga più di tutti il suo realismo, ovvero la capacità di calarsi nella realtà amministrativa senza perdere di vista i propri ideali. Per noi di Parma la politica è rappresentata dagli utopisti e dai realisti. I primi vivono dei propri ideali, i secondi li attuano tenendo i piedi nel fango.

Sono anche “colpevole” di portare avanti la richiesta di gettare le fondamenta di un meetup nazionale, un’assemblea di cittadini e portavoce, liberi ed uguali, per discutere pubblicamente e alla luce del sole indirizzi politici futuri in vista delle prossime, decisive Politiche, ma soprattutto regole chiare ed eque per tutti. Ti rendi conto che con un’organizzazione seria, oggi probabilmente Rimini e Ravenna sarebbero città amministrate dal Movimento? Qualcuno, novello Pilato, ha invece scelto di non candidare nessuno. Ti chiedo: la volontà è quella di lasciare che le varie correnti del Movimento lo logorino dall’interno? Decidere in una stanza chiusa regolamenti e indirizzi politici per poi, eventualmente, farli ratificare dalla rete? La rete è un mezzo, uno strumento, e non un soggetto politico. Sono convinto che prima o poi una forma simile di confronto sarà più che mai necessaria: per quanto innovativo e rivoluzionario, Rousseau non potrà mai, mai, rimpiazzare i rapporti umani.

Non ho timore a dire quel che penso: dovreste guardarvi le spalle dagli yes man, e non da chi ha invece l’onestà intellettuale di dire ciò che pensa mantenendo ben saldi e vivi i propri ideali.

L’atteggiamento poco maturo e di grave indifferenza nei miei confronti toglierebbe entusiasmo quasi a chiunque, non di certo a me. Ho sempre agito in buona coscienza, nell'interesse anzitutto di Parma e dei miei concittadini, i quali vengono prima di chiunque altro. Per questo il mio impegno per la città continuerà, non vi è alcun dubbio.

Concludo dicendo che chi guida il Movimento non può sottrarsi alle proprie responsabilità, soprattutto se è un movimento candidato a governare il Paese.

Non si può più non avere il coraggio di rispondere, perché l’Italia ha bisogno di uomini di principio, capaci di decisioni anche difficili. Ritengo quindi di aver diritto a delle risposte chiare.

Ritieni le mie risposte sufficienti? Se non a me, ai consiglieri con me eletti e alla mia città credo sia dovuta una spiegazione seria e circostanziata.

Calendarizziamo un incontro con Di Maio? E’ il responsabile dei rapporti con i comuni, e dovrebbe essere il primo anello di collegamento con noi, mentre continua a nascondersi dietro la tua figura. Sottrarsi ad un colloquio franco e chiarificatore non è una buona presentazione per chi ambisce a ruoli chiave nella politica Italiana.

Se non dovessero arrivare in tempi brevi risposte a entrambe le mie considerazioni di cui sopra, interpreterò l’atteggiamento per quello che è: la chiara volontà di arrivare a una rottura senza neppure il coraggio di assumersene la responsabilità. Nonostante mi senta ancora profondamente legato al Movimento 5 Stelle e al suo popolo, ritengo che la dignità dei miei concittadini venga prima di tutto. Questo limbo in cui avete tentato di isolarci non è rispettoso nei loro confronti e, giustamente, pretendiamo chiarezza. D’altra parte l’indifferenza non rende piccolo chi la subisce, ma chi la attua.

Il tempo dell’attesa è finito.»
La frase finale può oggi intendersi in un senso tutto peculiare. Infatti, stando allo stesso Regolamento dichiarato illegittimo dal Tribunale civile di Napoli, sarebbero scaduti i termini di giorni 60 entro i quali il Comitato avrebbe dovuto pronunciarsi. Non avendolo fatto, Pizzarotti rientra automaticamente nel Movimento. Devo dire che non è farina del mio sacco: mi è stato appena spiegato a voce e dovrei andarmi a leggere un Regolamento che non ho mai riconosciuto come valido, malgrado ciò che dice il Giudice romano, di prima cura, su questo punto. Mi fido di chi mi ha fornito le spiegazione tecniche. Nel frattempo la situazione evolve sul campo: tardivamente, i Consiglieri parmensi si auto-sospendono in solidarietà al Sindaco. Nei paragrafi successivi seguono importanti testi documentali che vengono riportati integralmente.

2. L’autosospensione dei consiglieri parmensi in solidarietà con il Sindaco Pizzarotti. - Questo che segue è il testo integrale ripreso dal sito “La Malalingua”, al quale seguire nel paragrafo successivo una lettera pubblica di commento, redatta da Roberto Motta, come ricorrente contro l'espulsione del febbraio 2016, seguita da reintegro giudiziario. Mi associo allo Lettera aperta di Roberto Motta e mi auguro lo facciano singolarmente e personalmente tutti i ricorrenti e reintegrati di Roma e di Napoli, che non ho ora modo di consultare preventivamente. Ecco il testo, tardivo, di una lettera di autosospensione, formalmente indirizzato a Beppe Grillo, il Garante che per quanti ci riguarda non garantisce nostri elementari diritti politici ed umani. A malincuore abbiamo dovuto sporgere querela penale, dopo avergli già fatto una causa civile, da lui persa in prima istanza, e dopo che chi scrive gli aveva chiesto un incontro per evitarla la causa, alla quale forse lui non credeva.

La lettera è stata onviata a Beppe Grillo la settimana scorsa da Stefano Fornari, Alfonso Feci, Patrizia Ageno, Roberto Furfaro, Serena Mazoli, Andrea De Lorenzi, Lorenzo Ilariuzzi, Alessandro Mallozzi, Sebastiano Pizzigalli, Olimpia Adardi, Andrea Medioli(tutti consiglieri M5S eletti a Parma). Non ho notizia di una risposta da parte del destinatario, ma sappiamo per esperienza che non usa rispondere.

Gentilissimo Garante Beppe Grillo,

con la presente ti comunichiamo, con sincero dispiacere, la nostra decisione di auto sospenderci dal M5S.
Non è in dubbio la nostra ferma e di lunga data adesione ai principi fondanti del MoVimento, ma è altrettanto certa la nostra delusione per la deriva della sua gestione e conduzione da parte di Staff e Direttorio, che ne calpestano i principi ed i valori a noi così cari.
Che il Movimento debba avere un’organizzazione lo abbiamo sempre sostenuto e caldeggiato, anche a costo di critiche pesanti dagli stessi che ora di questa organizzazione fanno parte; altro è che le scelte sulle persone nominate non siano mai state trasparenti, meritocratiche e soprattutto condivise.
Questo cozza con i principi del MoVimento ed è inspiegabile come gli iscritti possano accettare tali imposizioni.
Impossibile da digerire il passaggio dinastico da Gianroberto a Davide Casaleggio, che non risulta in alcun articolo del Non Statuto, non essendo neppure stato sottoposto a votazione.
Fosse solo questo.
Abbiamo atteso a lungo, forse troppo, sempre nella speranza di quel cambiamento che non è mai arrivato.
E’ assolutamente inaccettabile, da parte di Staff e Direttorio, la mancanza di rispetto per le persone che si sono messe in gioco nel MoVimento, da anni, sacrificando tempo alla propria vita ed agli affetti più cari.
Noi ne siamo l’esempio, purtroppo non l’unico, ma sicuramente uno dei più eclatanti.
Siamo attivisti, alcuni addirittura da prima del VDay; quelli che hanno raccolto le firme per le prime regionali dell’Emilia Romagna a cui il Movimento ha partecipato.
Ci siamo candidati quando essere del M5S era anche essere oggetto di scherno. Siamo diventati consiglieri a Parma, con Federico Pizzarotti in un gruppo di persone fantastiche, che in questi anni ci hanno messo l’anima per dimostrare che un altro modo di fare politica esiste: che il cittadino prestato alla politica può fare la differenza.
Abbiamo dovuto affrontare e risolvere problemi enormi qui a Parma e l’abbiamo fatto senza aiuti; siamo stati i primi, quando la cultura di governo del Movimento non esisteva.
In compenso, quando abbiamo chiesto il loro aiuto, non ci hanno mai risposto!
Non ci riferiamo alla sospensione di Pizzarotti, ma alle richieste di chiarimenti e decisioni che gli chiediamo da tempo su questioni che riguardano il gruppo consiliare e la gestione dei meetup locali che non hanno mai avuto il coraggio di affrontare.
Quali sono i compiti di uno Staff la cui composizione è ignota e che agevolmente si sottrae al confronto e quindi non si relaziona con iscritti ed eletti?
A cosa serve il responsabile degli Enti Locali se, nonostante sia stato invitato e chiamato più volte a Parma per capire e discutere i ns. problemi, non si è mai degnato di venire?
A cosa serve il responsabile dei meetup se nonostante sia stato informato e documentato su situazioni contrarie a quanto lui stesso proclama, non decide niente, novello Ponzio Pilato?
Così non va bene.
Lo sappiamo che da qualche anno le relazioni con Federico Pizzarotti non sono le migliori, ma qui non si tratta di Lui ma di persone meno conosciute, come noi, elette nel M5S, alle quali si devono risposte e rispetto; perché qui in città è la nostra faccia che ogni giorno difende e rappresenta il Movimento e non ci va di essere confusi ed accostati ad altri, con i quali non vogliamo aver nulla a che fare.
E’ questo l’uno vale uno. Solo che voi valete un dollaro noi a stento un Birr, moneta etiope.
Si potrebbe ascrivere il pessimo trattamento che stanno riservando a noi consiglieri e attivisti al rapporto difficile che hanno con Federico, ma riteniamo che sia invece dovuto al fatto, a tutti ormai evidente, che il direttorio non è libero e di conseguenza non è neanche in grado, di svolgere il proprio lavoro: riteniamo questo un fatto molto grave.
Se le persone non sono libere nel nostro MoVimento, se non c’è dialogo e confronto, non andremo da nessuna parte e non saremo di nessuna utilità a questo paese.
Di gente con mani e piedi legate ne abbiamo già troppa in parlamento.
Pertanto ci auto sospendiamo fino a quando non si attuerà un cambiamento serio nell’organizzazione e gestione del M5S, fatto di regole certe per tutti e di persone vere e libere, che sappiano gestire normali relazioni tra persone oneste e civili che si stanno battendo per un grande cambiamento.
Parma è ignorata, non esiste, eppure dovremmo stare dalla stessa parte e combattere per le stesse idee. Il nemico è là fuori, non siamo noi.
Nella speranza che la nostra esasperata presa di posizione sia di stimolo alla crescita e non l’ennesimo vano appello, porgiamo i nostri delusi saluti.
Di ognuno dei Consiglieri rintracceremo l'indirizzo fb per far loro pervenire il link di questa pagina. In corso di lettura apportiamo qui qualche nostra nota di commento. Si noti: la lettera è indirizzata a Beppe Grillo in quanto «Garante», qualificazione e ruolo che andrebbe attentamente indagato e confrontato con gli innumerevoli casi di espulsioni sui quali non vi è stata quasi mai - ch’io sappia - informazione oggettiva e neutra e nessun vero contraddittorio con diritti “garantiti” all'espulso di potersi difendere dagli addebiti. La forma stessa della comunicazione di espulsione è stata essa stessa quanto di più antidemocratico, burocratico, cinico, irrispettoso possibile.

Sui “principi fondanti” non sarebbe per nulla inutile una seria, serena e approfondita analisi. Se le stesse sono Cinque e ognuna di esse è un principio fondante, io metaforicamente ho spesso detto che le stelle del firmamento sono milioni di milioni, ed ognuna di essere potrebbe costituire uno degli innumerevoli problemi che formano la sostanza di una fondazione politica. Non mancano le ambiguità. Se uno dei principi fondanti è stato la “democrazia diretta” non dovrei spendere parole per spiegare che “democrazia diretta” e “rappresentanza politica” sono reciprocamente incompatibili ed io spiegavo per strada alla gente che il M5s è una “formale embrionale di democrazia diretta”, per dire che alla democrazia diretta - da taluni considerata non già un'utopia, ma addirittura una «idiozia» - ci si poteva arrivare non subito, ma per gradi. Ed invece i “miracolati in parlamento” sono ormai lanciati alla conquista delle istituzioni, delle poltrone, e non pensano ad altro, come può dimostrarsi.

3. Lettera aperta di Roberto Motta ai Consiglieri parmensi. - Riprendo dalla pagina fb «Tutto il M5S» un post di Roberto Motta nel quali ci si rivolge ai Consiglieri parmensi autosospesi e si commenta il loro testo. La lettera aperta è qui recapitata individualmente ai rispettivi indirizzi fb.
@ Stefano Fornari, Alfonso Feci, Patrizia Ageno, Roberto Furfaro, Serena Mazoli, Andrea De Lorenzi, Lorenzo Ilariuzzi, Alessandro Mallozzi, Sebastiano Pizzigalli, Olimpia Adardi, Andrea Medioli.
A voi grato io applaudo con simpatia e rispetto le righe solidali di sostegno al sindaco Pizzarotti che anche io da tempo difendo con orgoglio da calunnia e discriminazione.
Data la premessa prego quanti in indirizzo a non negarmi fiducia e serena riflessione mentre evidenzio per puro, trasparente e costruttivo intento civico qualche vostro macroscopico ed ingenuo errore di timing e di destinazione.
Avete indicato la rotta giusta ma non perfetta anche se solo per qualche grado.
Una lieve imperfezione di calcolo che cristallizza e cela il vostro errore ad ogni controllo ripetuto di verifica inibendo l’unica possibile soluzione.
L’errore non solo vostro per il vero ma una vera pandemia nazionale.
Condivido i contenuti per la gran parte che da tempo rappresento all’unico possibile, ma non indispensabile destinatario.
Inutile la sospensione collettiva.
Tecnicamente ora Federico Pizzarotti è di nuovo dentro ma da solo perché voi vi immolate tardivamente seguendo linea scevra dal buon senso, perché consapevoli che scontata è la non risposta.
Federico Pizzarotti è di nuovo dentro perché decaduti i termini entro i quali lo Staff doveva comunicare una decisione forse umiliante e plurioffensiva.
Decisione strozzata in gola talebana dato che noi di Roma primi espulsi in assoluto reintegrati con inconfutabile Ordinanza di vittoria.
Poi abbiamo accompagnato tecnicamente alla vittoria gli amici di Napoli.
Qui la vittoria è totale e in tutta l'ordinanza si legge:
REGOLE e ASSEMBLEA
Tutta l’ordinanza dice una parola sola:
DEMOCRAZIA
Stefano Fornari, Alfonso Feci, Patrizia Ageno, Roberto Furfaro, Serena Mazoli, Andrea De Lorenzi, Lorenzo Ilariuzzi, Alessandro Mallozzi, Sebastiano Pizzigalli, Olimpia Adardi, Andrea Medioli
FEDERICO PIZZAROTTI tu che dici?
LA DEMOCRAZIA non è un regalo ma dura lotta e terra di conquista.
Il m5s è l’unico spazio possibile al cui interno dobbiamo costruire regole certe condivise.
FEDERICO PIZZAROTTI non farlo è errore grave ed un pericolo non solo interno.
FEDERICO PIZZAROTTI resta con la base ora e difendi il progetto.
FEDERICO PIZZAROTTI non aprire quella porta...  
Al testo di Roberto Motta apporto solo la correzione di qualche refuso. Ad integrazione non aggiungo nulla e lo sottoscrivo integralmente. Il mio commento alla lettera dei Consiglieri lo si trova al paragrafo precedente e tocca aspetti diversi da quelli, politico-operativi, trattati da Roberto, cui va riconosciuto il grande merito di aver compreso che era tecnicamente possibile chiamare il Garante in Tribunale per dimostrare in quella sede quanto fosse per davvero garante dei diritti politici, dei diritti umani degli attivisti, della democrazia, della trasparenza.


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