venerdì 1 luglio 2016

Per una storia del Movimento Cinque Stelle: 14. Marcello De Vito ed il “tribunale speciale”.

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«Per una storia del Movimento Cinque Stelle» vuole essere una storia in progress di un Movimento costituitosi ufficialmente il 4 ottobre 2009. Nato nel Nord Italia viene alla ribalta con le elezioni comunali di Parma nel maggio 2012, con le elezioni regionali siciliane dell’ottobre 2012, dove il M5s risulta essere il primo partito, lasciando prevedere il risultato delle elezioni politiche nazionali del febbraio 2013. La storia del M5s è costellata di “casi” e da domande sulla sua organizzazione e sul ruolo della Casaleggio Associati. Di certo non è un Movimento che erige barricate e occupa piazze, o partecipa a scontri di strada, ma ha come suo obiettivo principale se non unico la partecipazione alle competizioni elettorali: è dentro il sistema anche se ai suoi inizi amava apparire come anti-sistema, antipolitico, rivoluzionario. Tutto il potere dei vertici si concentra nella inclusione/esclusione dalle liste elettorali. Il suo successo politico ha delle analogie con ciò che seguì a Mani Pulite, fenomeno caratterizzato da una esplosione di scandali. Da allora è un succedersi di sigle politiche,  ma senza che la situazione complessiva del Paese sia andata migliorando, o abbia cambiato di segno. Poiché la Rete è stato il punto di partenza del M5s, è dalla Rete che attingeremo tutte le nostre notizie, cercando di discernere il grano dal loglio.
CL

Marcello De Vito
È di oggi la notizia mediatica di un vero e proprio “scandalo” di cose che si vociferavano da parecchi mesi ma senza che nessuno le mettesse in stampa o in rete. Dei quattro consiglieri 5 stelle nella precedente sindacatura nel Comune di Roma tre  avevano preparato “dossier” verso il loro collega Marcello De Vito già candidato sindaco nelle precedenti elezioni che avevano visto vincitore Ignazio Marino, poi dimessosi. Naturalmente, è un succedersi di smentite, d'obbligo, ma le voci non sono più voci, ma segni scritti, di cui è lecito raccoglier traccia. In pratica, se si deve dare un'interpretazione, anziché procedere a una selezione ed elezione dei candidati alle comunarie si è proceduto alla eliminazione  degli avversari sgraditi o ai quali si doveva impedire di raggiungere il traguardo. Si tratta di una sostanziale delegittimazione delle comunarie dalle quali è emerso l'attuale sindaco. Le considerazioni che possono farsi sono molteplici.

1. «Fantasie giornalistiche»: così dice Virginia. - L’articolo di Giornalettismo riprende il FQ cui però si può accedere solo a pagamento. Sempre sul FQ, con annesso Forum, la “smentita” di Virginia.
2. Il dossier finisce in procura. -
3. Guerra fra Raggi e De Vito. -
4. Rivalità stellari: personaggi del dramma. -

5. Fatti circostanziati. - Sono questi: «Alle 18 del 10 gennaio De Vito deve difendersi in un' altra riunione da Frongia, Raggi e Stefano davanti a una trentina tra consiglieri municipali e regionali. De Vito si difendeva come un leone e alla fine tutti si dicevano soddisfatti. Solo Paola Taverna in una mail partita per sbaglio definiva quanto era accaduto "uno squallido tribunale speciale". Anche Roberta Lombardi difendeva De Vito. Sono le tensioni che ancora oggi attraversano il M5S a Roma». È dato addirittura il giorno, l'ora e il numero delle persone presenti, una trentina, che da allora non se ne sono stati certi zitti, ma hanno bisbigliato ognuno nelle orecchie delle persone a loro più vicine e fidate. Ed il trenta si è moltiplicato per un numero x. Il giornalista del FQ ha raccolto oltre sei mesi dopo ciò che tutti gli addetti alle comunarie ben sapevano. Lo si dice adesso che i giochi sono fatti e non possono essere rifatti. A dirlo prima, in gennaio, gli esiti delle comunarie sarebbero state diverse e non vi sarebbero state espulsioni clamorose, annullato poi da un Giudice. Insomma, questa “trasparenza”, questa “onestà, onestà” sono meri slogan per i gonzi e per i talebani che devono dare fiato ai loro polmoni. Degli ipocriti poi non facciamo conto: guarda e passa!

6. Il segreto di Pulcinella. – Un giornalista fonda la sua esistenza professionale sulla capacità di trovare e dare notizie. Di questi tempi sulla deontologia giornalistica vi è molto di che desiderare e quanto più si sta alla larga da giornalisti, a meno che non siano “amici” più che fidati, è cosa più che saggia: dici loro una cosa e ti fanno apparire il contrario, oppure hanno in mente di farti dire una cosa e dico che hanno ottenuta l'intervista da te, se appena riescono a procurarsi il tuo numero di telefono ed a farlo squillare. Tanto poi nessuno va a controllare cosa è stato detto: gentaccia peggiore delle persone che tentano di infamare. Questo il quadro generale del mondo giornalistico. Ma non bisogno generalizzare troppo. Quale la critica che si può fare al Lillo del FQ? Di essere giunto alla “notizia” con almeno 6 mesi di ritardo e dunque non è più notizia quella di sei mesi, ma quella di oggi ossia le reazioni pubbliche a un fatto a tutti noto di sei mesi fa e oltre. Come e perché a tutti noto? Intanto è di pubblico dominio la notizia di una riunione del 10 gennaio con una trentina di persone. Quando ti bisbigliano una cosa all'orecchio con l’intimazione che si tratta di cosa riservata, tu come fai a divulgarla? Se la pubblichi sulla rete o la fai stampare, ti si chiede subito: come lo sai? E tu che dici? Me lo ha detto Tizio. E Tizio che fa? Chi io? Quello è matto e il matto si trova nei guai. Ed ancora Lillo su cosa basa le sue fonti? Su “mail e sms” ma non sulle ammissioni dei diretti interessati, che parlano di gossip, fantasie, cose ingigantite... Forse per un giornalista che ci campa vale la pena rischiare possibili querele sulla base di “mail e sms”, ma per uno che il giornalista non fa, è molto meglio starsene alla larga e lavorare di orecchio e di bisbigli.

7. «Chi è senza peccato, scagli la prima pietra». - È tanta la voglia negli italiani non già di amare il suo prossimo, ma di sputargli addosso il minimo sospetto si possa avere. Lo Staff della Comunizazione del M5s ha intercettato questo “odio” profondo e ne ha fatto il principale suo slogan elettorale, uno slogan vincente: “onestà, onestà”, “l’onestà tornerà di modo”,  e simili. Naturalmente, non vi è nessuna garanzia che chi dice ladro all’altro non lo sia poi lui stesso, e forse anche di più. L’abilità del ladro o del disonesto è proprio quella di sapersi nascondere e dissimulare: da qui le sue possibilità di successo. Nel Vangelo tutto ciò è ben noto nella nota parabola della tentata lapidazione dell’adultera, che si trovò salva perché i suoi lapidatori non erano meno peccatori di quanto non lo fosse lei. I grillini però non vengono dalle parrocchie ed hanno scarsa conoscenza dei testi evangelici. Vi sarebbe poi un discorso più avanzato da fare sulla separazione fra politica e morale: l'una riguarda la sfera pubblica ed è un insieme di istituti e di norme oltre che di decisioni, l'altra dovrebbe attenere alla sfera intima e privata ed è un colloquio continuo e segreto con la propria coscienza. Altra cosa ancora è l'etica che ha rapporto con la politica ed è un complesso di comportamenti collettivi, spontaneamente seguiti che formano il carattere e la fisionomia di un popolo, che non sia esso stesso intimamente corrotto e degradato: sembra strano, ma può succedere e succede spesso, specialmente dopo guerre cui segue o lo sterminio completo, in tutto o in parte (Hiroshima) o la ”pulizia etnica” (non faccio esempi) la soggezione e l'asservimento. Ciò che pare stia accadendo all'interno del M5s è la scoperta della natura peccaminosa dell’uomo, ma senza che la Casaleggio Associati, ora passata alla gestione del figliuol David, abbia una corrispondente dottrina della redenzione: dunque, peccato senza redenzione.

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