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È un’intervista concessa da Paolo Becchi a Gianluca Rosselli il 14 maggio 2016 e apparsa su Formiche, da dove noi la riprendiamo, sempre con il consenso e permesso dell'Autore Prof. Becchi, di cui conduciamo una raccolta sistematica degli articoli che via via appaiono. Daremo poi anche notizia, con una nostra recensione, del libro su quella che noi scherzosamente chiamiamo l’Anonima Casaleggio. Lo abbiamo ordinato insieme ad altri, ma ci arriverà verso la fine del mese: terremo conto delle recensioni che appariranno fino a quella data. Nel frattempo è scoppiato il “caso” Pizzarotti, che si distingue dal “caso” romano (e napoletano) dei Tre Insorti Stellari in quanto e nella misura in cui per Pizzarotti non può funzionare il riduzionismo, il far finta che nulla sia, il dire come fa il ragazzo Di Maio che lui “è pagato” in parlamento per occuparsi del Paese, e simili baggianate, la congiura del silenzio, del “guarda e passa” del povero e defunto Gianroberto Casaleggio, degli “sporchi dentro” con cui Beppe tenta di gettare discredito sui Tre Insorti, senza neppure immaginare quale altro “sporcizia morale” nasconde in casa “sua” e sulla quale siede... Ma come in un corso universitario, di quelli tenuti dal Prof. Becchi e dei suoi Colleghi, ci vuole tempo, pazienza, costanza nell'impegno, assiduità nella frequenza, per dipanare tutti gli aspetti, tutti i problemi di una materia vivente e pulsante che è la vita stessa di questo nostro Paese, che ama di più chi di più ne conosce e studia gli eventi quotidiani. Rispondiamo ai commenti ingenerosi che compaiono nei Forum, dicendo che un docente universitario non limita il suo servizio ai pochi studenti che frequentano i suoi corsi, ma si rivolge alla società intera, all’intero Popolo italiano, nella misura in cui egli con la sua riflessione si considera un organo: lo stipendio che gli viene pagato - ahimé decurtato dai governi, non per volontà propria, parlo pure per me che qui scrivo - è ampiamente meritato e sudato, anche a rischio della propria incolumità fisica oltre al dover subire gli schizzi di fango anonimi e firmati che vengono dai vertici del M5S e dalla base dei Tabebani e dei Fan.
AC
“Federico Pizzarotti ha subìto un regolamento di conti in una guerra per bande interna al Movimento Cinque Stelle”. Paolo Becchi, filosofo genovese tra i primi a sostenere l’M5S salvo poi andarsene qualche mese fa, non è troppo sorpreso da quello che sta accadendo a Parma. “Purtroppo è la conseguenza di due derive: da una parte l’eccesso di verticismo da parte della Casaleggio e Associati e del direttorio romano, dall’altra le deludenti prove amministrative in diversi comuni. Il tutto condito dalla novità degli ultimi giorni: gli avvisi di garanzia”, osserva Becchi, che da poco è in libreria con un volume proprio sul M5S (Cinquestelle e Associati. Il movimento dopo Grillo. Kaos edizioni).
• Professor Becchi, cosa deve fare ora Pizzarotti?
– Innanzitutto, da regolamento, deve attendere il responso del comitato d’appello. Che, essendo composto solo da fedelissimi del vertice, probabilmente procederà all’espulsione. A mio avviso, a quel punto, dovrebbe andare avanti e non dimettersi da sindaco. Parallelamente potrebbe portare il Movimento in tribunale, perché il modo in cui è avvenuta la sospensione è totalmente fuori dalle regole. Una mail anonima a parte dello staff. Ma cos’è questo staff? Un’entità metafisica? A Roma, per esempio, tre militanti espulsi, che hanno fatto ricorso, sono stati reintegrati. Infine, potrebbe fare la scelta politica di porsi come punto di riferimento dei dissidenti, mettersi alla guida del malcontento diventando così una vera spina nel fianco per l’M5S.
• Gli avvisi di garanzia sui grillini pesano più che in altri partiti?
– Purtroppo sì, perché se fai della legalità e della trasparenza la bandiera della tua azione politica, quando vieni colpito da un’indagine è devastante, anche in termini di consenso elettorale. Chi di giustizialismo ferisce, di giustizialismo perisce. In tutta questa storia il movimento ci fa una pessima figura per diversi motivi.
• Per esempio?
– Per primo, il modo arbitrario con cui è stato epurato Pizzarotti. Poi la questione della tripla morale: per i grillini non solo un avviso di garanzia che li colpisce è diverso da quello che colpisce gli altri partiti, ma c’è avviso e avviso anche per loro: quello a Nogarin e quello a Pizzarotti.
• Il direttorio sostiene che Nogarin non ha violato il regolamento, mentre Pizzarotti sì.
– Ma qui siamo al paradosso che conta più il loro presunto regolamento della legge italiana. Comunque la situazione è catastrofica un po’ dappertutto. Oltre al noto caso di Quarto, a Bagheria è scoppiato lo scandalo di una parentopoli grillina, ad Assemini il sindaco ha avuto sanzioni pecuniarie dalla Corte dei Conti, a Porto Torres il primo cittadino ha dato mandato a Equitalia (contro cui M5S ha sempre combattuto) di ritirare le imposte inevase e a Ragusa si è dato il via libera alle trivellazioni petrolifere, in barba alla politica del Movimento.
• Perché i grillini non riescono a governare?
– Perché prima si presentavano alle elezioni solo dove c’era un loro retroterra politico consolidato, con iscritti di vecchia data. Oggi invece si presentano ovunque, imbarcando gente improvvisata. La lista dei candidati a Quarto è stata compilata in sole due settimane.
• Da tempo i rapporti tra Pizzarotti e l’M5S erano in crisi.
– Casaleggio odiava il sindaco di Parma, non lo poteva vedere e suo figlio, alla prima occasione, l’ha cacciato. Ha tanto il sapore di una vendetta postuma. Pizzarotti, a differenza di Nogarin, ha sempre mantenuto una sua autonomia e questo nel M5S non è consentito. Ma è stato un grave errore politico che potrà diventare un boomerang.
• E’ iniziato il declino del Movimento?
– Tutto dipenderà da Roma. Se Virginia Raggi diventerà sindaco, allora potrebbe ripartire una nuova stagione. Se invece perderà, il declino diventerà inarrestabile. Di sicuro rappresentano sempre meno una novità della politica: stanno diventando un partito come gli altri, oltretutto con regole del tutto arbitrarie. Hanno un regolamento che sembra un complesso di scatole cinesi al cui confronto la massoneria è una casa di vetro. Ma mi faccia aggiungere una cosa.
• Prego professore.
– Mi fa sorridere che il Movimento sia contro la riforma costituzionale di Renzi, quando il ddl Boschi loro già lo applicano alla perfezione: i senatori a Cinque stelle da tempo non contano nulla, è come se non ci fossero. Una cosa incredibile.
• Professor Becchi, cosa deve fare ora Pizzarotti?
– Innanzitutto, da regolamento, deve attendere il responso del comitato d’appello. Che, essendo composto solo da fedelissimi del vertice, probabilmente procederà all’espulsione. A mio avviso, a quel punto, dovrebbe andare avanti e non dimettersi da sindaco. Parallelamente potrebbe portare il Movimento in tribunale, perché il modo in cui è avvenuta la sospensione è totalmente fuori dalle regole. Una mail anonima a parte dello staff. Ma cos’è questo staff? Un’entità metafisica? A Roma, per esempio, tre militanti espulsi, che hanno fatto ricorso, sono stati reintegrati. Infine, potrebbe fare la scelta politica di porsi come punto di riferimento dei dissidenti, mettersi alla guida del malcontento diventando così una vera spina nel fianco per l’M5S.
• Gli avvisi di garanzia sui grillini pesano più che in altri partiti?
– Purtroppo sì, perché se fai della legalità e della trasparenza la bandiera della tua azione politica, quando vieni colpito da un’indagine è devastante, anche in termini di consenso elettorale. Chi di giustizialismo ferisce, di giustizialismo perisce. In tutta questa storia il movimento ci fa una pessima figura per diversi motivi.
• Per esempio?
– Per primo, il modo arbitrario con cui è stato epurato Pizzarotti. Poi la questione della tripla morale: per i grillini non solo un avviso di garanzia che li colpisce è diverso da quello che colpisce gli altri partiti, ma c’è avviso e avviso anche per loro: quello a Nogarin e quello a Pizzarotti.
• Il direttorio sostiene che Nogarin non ha violato il regolamento, mentre Pizzarotti sì.
– Ma qui siamo al paradosso che conta più il loro presunto regolamento della legge italiana. Comunque la situazione è catastrofica un po’ dappertutto. Oltre al noto caso di Quarto, a Bagheria è scoppiato lo scandalo di una parentopoli grillina, ad Assemini il sindaco ha avuto sanzioni pecuniarie dalla Corte dei Conti, a Porto Torres il primo cittadino ha dato mandato a Equitalia (contro cui M5S ha sempre combattuto) di ritirare le imposte inevase e a Ragusa si è dato il via libera alle trivellazioni petrolifere, in barba alla politica del Movimento.
• Perché i grillini non riescono a governare?
– Perché prima si presentavano alle elezioni solo dove c’era un loro retroterra politico consolidato, con iscritti di vecchia data. Oggi invece si presentano ovunque, imbarcando gente improvvisata. La lista dei candidati a Quarto è stata compilata in sole due settimane.
• Da tempo i rapporti tra Pizzarotti e l’M5S erano in crisi.
– Casaleggio odiava il sindaco di Parma, non lo poteva vedere e suo figlio, alla prima occasione, l’ha cacciato. Ha tanto il sapore di una vendetta postuma. Pizzarotti, a differenza di Nogarin, ha sempre mantenuto una sua autonomia e questo nel M5S non è consentito. Ma è stato un grave errore politico che potrà diventare un boomerang.
• E’ iniziato il declino del Movimento?
– Tutto dipenderà da Roma. Se Virginia Raggi diventerà sindaco, allora potrebbe ripartire una nuova stagione. Se invece perderà, il declino diventerà inarrestabile. Di sicuro rappresentano sempre meno una novità della politica: stanno diventando un partito come gli altri, oltretutto con regole del tutto arbitrarie. Hanno un regolamento che sembra un complesso di scatole cinesi al cui confronto la massoneria è una casa di vetro. Ma mi faccia aggiungere una cosa.
• Prego professore.
– Mi fa sorridere che il Movimento sia contro la riforma costituzionale di Renzi, quando il ddl Boschi loro già lo applicano alla perfezione: i senatori a Cinque stelle da tempo non contano nulla, è come se non ci fossero. Una cosa incredibile.
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