“Federico Pizzarotti ha subìto un regolamento di conti in una guerra per bande interna al Movimento Cinque Stelle”. Paolo Becchi, filosofo genovese tra i primi a sostenere l’M5S salvo poi andarsene qualche mese fa, non è troppo sorpreso da quello che sta accadendo a Parma. “Purtroppo è la conseguenza di due derive: da una parte l’eccesso di verticismo da parte della Casaleggio e Associati e del direttorio romano, dall’altra le deludenti prove amministrative in diversi comuni. Il tutto condito dalla novità degli ultimi giorni: gli avvisi di garanzia”, osserva Becchi, che da poco è in libreria con un volume proprio sul M5S (
Cinquestelle e Associati. Il movimento dopo Grillo. Kaos edizioni).
• Professor Becchi, cosa deve fare ora Pizzarotti?
– Innanzitutto, da regolamento, deve attendere il responso del comitato d’appello. Che, essendo composto solo da fedelissimi del vertice, probabilmente procederà all’espulsione. A mio avviso, a quel punto, dovrebbe andare avanti e non dimettersi da sindaco. Parallelamente potrebbe portare il Movimento in tribunale, perché il modo in cui è avvenuta la sospensione è totalmente fuori dalle regole. Una mail anonima a parte dello staff. Ma cos’è questo staff? Un’entità metafisica? A Roma, per esempio, tre militanti espulsi, che hanno fatto ricorso, sono stati reintegrati. Infine, potrebbe fare la scelta politica di porsi come punto di riferimento dei dissidenti, mettersi alla guida del malcontento diventando così una vera spina nel fianco per l’M5S.
• Gli avvisi di garanzia sui grillini pesano più che in altri partiti?
– Purtroppo sì, perché se fai della legalità e della trasparenza la bandiera della tua azione politica, quando vieni colpito da un’indagine è devastante, anche in termini di consenso elettorale. Chi di giustizialismo ferisce, di giustizialismo perisce. In tutta questa storia il movimento ci fa una pessima figura per diversi motivi.
• Per esempio?
– Per primo, il modo arbitrario con cui è stato epurato Pizzarotti. Poi la questione della tripla morale: per i grillini non solo un avviso di garanzia che li colpisce è diverso da quello che colpisce gli altri partiti, ma c’è avviso e avviso anche per loro: quello a Nogarin e quello a Pizzarotti.
• Il direttorio sostiene che Nogarin non ha violato il regolamento, mentre Pizzarotti sì.
– Ma qui siamo al paradosso che conta più il loro presunto regolamento della legge italiana. Comunque la situazione è catastrofica un po’ dappertutto. Oltre al noto caso di Quarto, a Bagheria è scoppiato lo scandalo di una parentopoli grillina, ad Assemini il sindaco ha avuto sanzioni pecuniarie dalla Corte dei Conti, a Porto Torres il primo cittadino ha dato mandato a Equitalia (contro cui M5S ha sempre combattuto) di ritirare le imposte inevase e a Ragusa si è dato il via libera alle trivellazioni petrolifere, in barba alla politica del Movimento.
• Perché i grillini non riescono a governare?
– Perché prima si presentavano alle elezioni solo dove c’era un loro retroterra politico consolidato, con iscritti di vecchia data. Oggi invece si presentano ovunque, imbarcando gente improvvisata. La lista dei candidati a Quarto è stata compilata in sole due settimane.
• Da tempo i rapporti tra Pizzarotti e l’M5S erano in crisi.
– Casaleggio odiava il sindaco di Parma, non lo poteva vedere e suo figlio, alla prima occasione, l’ha cacciato. Ha tanto il sapore di una vendetta postuma. Pizzarotti, a differenza di Nogarin, ha sempre mantenuto una sua autonomia e questo nel M5S non è consentito. Ma è stato un grave errore politico che potrà diventare un boomerang.
• E’ iniziato il declino del Movimento?
– Tutto dipenderà da Roma. Se Virginia Raggi diventerà sindaco, allora potrebbe ripartire una nuova stagione. Se invece perderà, il declino diventerà inarrestabile. Di sicuro rappresentano sempre meno una novità della politica: stanno diventando un partito come gli altri, oltretutto con regole del tutto arbitrarie. Hanno un regolamento che sembra un complesso di scatole cinesi al cui confronto la massoneria è una casa di vetro. Ma mi faccia aggiungere una cosa.
• Prego professore.
– Mi fa sorridere che il Movimento sia contro la riforma costituzionale di Renzi, quando il ddl Boschi loro già lo applicano alla perfezione: i senatori a Cinque stelle da tempo non contano nulla, è come se non ci fossero. Una cosa incredibile.