Molto è stato scritto sugli attacchi di Oslo e molto è stato speculato sulla figura dell’unico attentatore noto. Ma direi che siamo appena all’inizio delle ripercussioni e discussioni che risulteranno da questo attentato che per la prima volta in almeno un decennio viene attribuito non a ‘terroristi islamici’ ma ad un fanatico sionista filo-israeliano occidentale - che secondo gli esperti è stato manipolato e sfruttato dai ‘mandanti machiavellici’ per gli scopi di ordine geo-politico imperialista che sono sotto i nostri occhi ogni giorno - o perlomeno sotto gli occhi di chi le vede tutti i giorni le guerre e i furti delle risorse altrui.
Nell’articolo che segue, Gilad Atzmon fa notare che i media di massa si rifiutano, tuttavia, di affrontare l’aspetto fondamentale che emerge dall’analisi della figura di Breivik e delle ideologie al quale il terrorista si è ispirato: il razzismo islamofobico unito al fanatismo sionista pro-israeliano.
L’articolo è da leggere attentamente, perché Gilad Atzmon solleva tutti gli interrogativi giusti e denuncia una certa corrente ideologica nei media britannici che la fa sempre franca con il suo linguaggio violento e razzista, come quello della giornalista sionista che da Atzmon viene commentata. Leggendo l'articolo non sfugge certo l'analogia con la realtà italiana, dove i media danno spazio senza limiti agli stessi personaggi sionisti che rivendicano per sé il diritto di odiare gli altri, mentre attribuiscono del tutto gratuitamente 'odio' ai loro oppositori avanzando la pretesa che vengano sanzionati penalmente.
Nella parte finale Atzmon fornisce la spiegazione per un fenomeno che osservo da tempo, ma non sono mai riuscita a formulare in modo razionale: perché si vedono oggi sfilare negli stessi cortei, fianco a fianco (perlomeno a Londra) gli esponenti e i simboli dei filo-nazisti, dei filo-israeliani/filo-ebrei e dei cristiani fondamentalisti?
«De-Sionizzazione Subito !»
di Gilad Atzmon
«L’immigrazione è stata un tentativo politicamente motivato, da parte di certi ministri, per trasformare la struttura e identità di base di questo paese (Gran Bretagna). E’ stato fatto per distruggere il diritto del popolo britannico a vivere in una società in cui i cittadini sono accomunati dalla stessa religione, storia, legge, lingua e tradizione».Queste le parole di Melanie Phillips, citate dal pluri-omicida Anders Behring Breivik nel suo manifesto.
[Per la cronaca, Melanie Phillips è una giornalista e scrittrice sionista britannica, di corrente cosiddetta conservatrice, spesso interpellata per commenti sul canale di news americano di Murdoch, Fox-News, noto per il linguaggio di chiara ideologia ultranazionalista, imperialista, neo-con/sionista. Ma di seguito Gilad Atzmon è più specifico nel descrivere la giornalista per quello che rappresenta – n.d.t.]
Melanie Phillips, una sionista fanatica e autrice del libro Londonistan: How Britain is Creating a Terror State Within – [o meglio, “Londranistan: come in Gran Bretagna stia nascendo uno Stato del Terrore”], non è contenta del fatto che Anders Breivik le abbia dedicato particolare attenzione nel suo manifesto di 1.500 pagine – questione resa pubblica e oggetto di critiche. «Vogliono forse insinuare che i miei scritti abbiano ispirato l’uccisione di massa in Norvegia?» chiede giustamente la Phillips nel suo blog.
Penso proprio che la Phillips sia ben consapevole della risposta e della propria abilità di giocare con le parole. Ma colgo qui l’opportunità per reiterare tale risposta, per lei e per tutti noi: è senz’altro evidente la chiara e forte somiglianza tra le vedute di Breivik e gli scritti della Phillips. Il parallelismo più immediato è l’opposizione di entrambi all’immigrazione islamica e al multiculturalismo, ma va molto più in là nel senso che entrambi identificano il nemico all’interno del ‘circuito politico di sinistra’.
Breivik cita ad esempio il pensiero della Phillips sulle politiche della sinistra britannica in merito all’immigrazione: «Sono politiche che distruggono per sempre l’essenza della cultura britannica, sostituendola con un’identità multiculturale».
Vorrei subito chiarire, che non penso le inclinazioni omicide di Breivik siano state indotte dalla Phillips. E riconosco senz’altro alla Phillips il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Ma è certo ragionevole sospettare che la Phillips, insieme ad altri, possa avere contribuito ad ispirare Breivik sul piano ideologico e spirituale.
Nel suo post [in cui si lamenta per essere stata presa di mira in quanto citata nel manifesto di Breivik] la Phillips commenta: «le forze dell’astio, della malignità e della virulenza si sono scatenate (nei media liberali) in una terrificante manifestazione di irrazionalità». E’ chiaro tuttavia che sia del tutto razionale e legittimo elaborare sull’eloquente somiglianza tra le esternazioni di Breivik e quelle della Phillips.
I media ebraici in Israele e nel mondo, mostrano di essere del tutto consapevoli di quanto sia profondamente inquietante il fatto che Breivik abbia tratto ispirazione dalle ideologie di destra associate con Israele e il sionismo. Il JTA (The Global News Service Of The Jewish People) si è precipitato ad ammettere che tanti scritti nel web – compresi quelli di Breivik – attaccano «un miscuglio di princìpi anti-moderni» che invocano «la deportazione di tutti i musulmani dall’Europa, dalla Palestina e dalla Striscia di Gaza.» Che ci piaccia o no, questo ‘miscuglio’ di ‘islamofobia globale’ ed di espansionismo israeliano è la vera faccia del sionismo contemporaneo e dell’ideologia israeliana.
Ma esiste un ulteriore aspetto che i media finora non hanno affrontato. Com’è che Melanie Phillips possa farla franca nel promuovere e spargere apertamente tra noi la sua volgare islamofobia? Com’è che lei e gli altri sionisti ricevono pubblico consenso, laddove invece la EDL e la BNP (movimenti politici cristiani fondamentalisti ultranazionalisti) non riscuotono affatto simpatie? E perché la Phillips è una celebrità, mentre il leader del partito di estrema destra BNP Nick Griffin è pubblicamente considerato un vile razzista, e un paria sociale?
Altrettanto mi chiedo: che passava per la mente degli editori del giornale britannico ‘progressista’ The Guardian quando nel 2005 hanno nominato il blog Sionista, Islamofobico, Filo-Bellico ‘Harry’s Place’ come uno dei loro blog politici preferiti ? Mentre guarda un po’, nello stesso periodo il blog Harry’s Place vinceva il ‘Premio Annuale dell’Islamofobia’ all’interno della sezione britannica della Islamic Human Rights Commission.
Credo che la risposta sia devastante: all’interno del nostro contesto culturale cosiddetto liberal-democratico e definito ‘tollerante’ sono soltanto gli ebrei, di destra, ad avere il diritto a spargere odio e xenofobia.
Ma ciò non è affatto sorprendente. Perché a differenza degli occidentali contemporanei, per niente contenti di quell’eredità coloniale che trova espressione in nozioni come nazionalismo, razzismo, espansionismo, determinismo biologico, religione ed etno-centrismo – Israele e il Sionismo in effetti celebrano tutti questi sintomi, apertamente. Non sorprende affatto, quindi, vedere sventolare le bandiere israeliane e i simboli ebraici nelle manifestazioni di estrema destra (comprese quelle dei neo-nazisti) – perché Israele a quanto pare fa sembrare lecito il razzismo.
La scioccante somiglianza ideologica tra gli ideali del temibile pluri-omicida Breivik e i sostenitori del Sionismo con voce nei media mainstream, come Melanie Phillips, Daniel Pipes, David Horowitz, e Harry’s Place – dovrebbe di sicuro rappresentare un’allerta di massimo livello per qualunque umanista assennato.
Se vogliamo salvare le nostre società dall’essere trascinate nella violenza senza fine, dobbiamo DE-SIONIZZARE ogni singolo aspetto della nostra cultura, dei media e delle istituzioni politiche.
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