sabato 23 luglio 2011

Attacco terroristico a Oslo: chi è stato?

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Ho un messaggio per coloro che ci hanno attaccato
e per i loro mandanti;
un messaggio da parte di tutta la Norvegia.


Non ci distruggerete.

Non distruggerete la nostra democrazia,
né la nostra ricerca di un mondo migliore.
Siamo una piccola nazione, ma siamo una nazione fiera.

Nessuno potrà ridurci al silenzio né con le bombe né con i fucili.

Parole del PM norvegese, Jens Stoltenberg,
all’indomani della strage di Oslo,
citate da Massimo Mandolini in un articolo per Invictapalestina


Il titolo di questo post è volutamente identico ad altro, che si trova sull’aggregatore «Come don Chisciotte» e che è il primo articolo che ho letto. Questo post sarà destinato non a dare l’informazione che altre fonti daranno certamente meglio di quanto io possa fare, ma a cercare di analizzare l’uso mediatico che di questa tragedia verrà fatta e si sta già facendo. Se posso dire la prima cosa che mi viene in mente, ma senza nessun fondamento e quindi senza nessun valore: sono io a dirlo, è che vi sia dietro il Mossad ed Israele, come anche credo nello stesso modo che la morte di Vittorio Arrigoni sia riconducibile ad Israele. Ed a convincermi sempre più di questo secondo fatto è l’uso che la propaganda israeliana sta facendo della morte di Arrigoni: per diffamare Arrigoni stesso e la causa palestinese. Pasolini diceva: so tutto, ma non posso provare nulla. Intendeva distinguere fra la certezza morale che ognuno di noi si forma e quella verità processuale che i giudici non ci daranno mai o che quando ne offrono una è spesso dettata dal potere politico che li sovrasta.

Nel caso di Arrigoni che la sua morte fosse stata lungamente desiderata in Israele e presso di noi da parte della Israel lobby nostrana non possono esservi dubbi di sorta. Che in vita Vittorio sia stato ferito, oltraggiato, deriso dai sionisti non vi è dubbio alcuno. Per capire l’atteggiamento del sionismo verso Arrigoni basta la seguente dichiarazione di tal... Geoffrey Alderman, di cui sempre dimentico il nome, ma trattasi personaggio tutt’altro che marginale nel contesto anglo-ebraico:
«Pochi eventi - persino l'uccisione di Osama Bin Laden - mi hanno reso più felice nelle ultime settimane della morte del cosiddetto "attivista per la pace" Vittorio Arrigoni». (Fonte)
Se a qualcuno questo di Alderman potesse sembrare un caso isolato, mi imbatto in questo documento riportato da Gilad Atzmon, utile a suffragare un atteggiamento “di massa”:
«Forza. Siamo ebrei, non siamo cristiani. Nella religione ebraica non c’è l’obbligo di amare o di mettere il lutto per il nemico» (Fonte)
e relativo al contesto della strage di Oslo, dove le connessioni con Israele appaiono sempre più chiare. Se gli esempi sopra dati non paiono sufficienti, giunge opportuna la traduzione italiana di un articolo (infra, n. 14) che esplora la rete in lingua ebraica, dove può leggersi la “Schadenfreude” (gioia per la tragedia altrui) della massa di coloni, poco importa se ebrei o non ebrei, che si è insediata in Palestina dai tempi della Dichiarazione Balfour, con cui l’Impero inglese manteneva quella Promessa, sul quale Geova aveva preferito soprassedere. Sulla presunta natura religiosa del “popolo” dei coloni, basta estrarre questa autentica perla da un commento che riporto per intero con corsivo mio:
«104. Ilan, sulla lapidazione dei gay [sic]: Anti-ebrei? Hai mai sentito di “occhio per occhio, dente per dente”? Improvvisamente ci sono un po’ di ragazzotti che se ne sono usciti e ci dicono di aver “inventato” una nuova Torah! Prima che per la morale, la Torah è serve prima di tutto per la sopravvivenza e per la distruzione dei nemici! Canto il Signore perché ha mirabilmente trionfato, ha scagliato il cavallo e il cavaliere nel mare [Esodo 17:21, dopo l’annegamento dell’esercito del Faraone]». (Fonte)
E pensare quanto spesso vengono invocate per l’Europa le comuni radici giudaico-cristiane! Ma si ignora per un verso la radicale opposizione religiosa, etica, politica fra cristianesimo e giudaismo, e per l’altro l’esistenza in Europa di componenti né giudaiche né cristiane, come la grande cultura e religione greco-romana delle origini. Noi siamo del sommesso parere che il mondo religioso antico, pre-cristiano e non-ebraico, fosse di gran lunga preferibile alle religioni monoteistiche venute dopo ed in genere imposte con la violenza ed infiniti spargimenti di sangue, di cui quello norvegese – si pretende – sarebbe l’ultimo in ordine di tempo.

È tanto sorprendente quanto poco indagato come la propaganda ed il lobbismo sionista abbia capillarmente introdotto nelle legislazioni europee – inclusa quella italiana, che la signora Nirenstein vuole inasprire ancor di più – sanzioni penali repressive, in pratica, del solo presunto “odio” verso gli ebrei, mentre costoro non sembrano aver mai dato prova di “amore” verso quelli che accusano di “odio” nei loro confronti, mentre essi sono del tutto liberi di esternare il loro “odio” verso altri, cittadini o non, ed i loro “pregiudizi”. Se l’intera classe politica, bipartisan, non fosse stata ormai – diciamo eufemisticamente – capillarmente influenzata dalla Lobby, basterebbe poco per denunciare una sostanziale repressione liberticida del dissenso politico e di ogni opposizione agli interessi ebraici, dentro o fuori Israele.

Ho cercato di spiegare in numerosi interventi in difesa della vita e della memoria di Vittorio Arrigoni, che vale per la sua morte lo stesso principio di quel comandamento che suona: “Non desiderare la donna degli altri”, dove il “peccato” si consuma già nel desiderio prima ancora che nella fattualità spesso impossibile dell’adulterio. E dunque per sapere chi ha davvero ucciso Arrigoni quale bisogno abbiamo di spiegazioni processuali, cui possiamo non credere di fronte ad affermazioni emblematiche come quella sopra riportata? E pensare che costoro rimproverano ogni giorno al mondo intero l’«odio» che il mondo proverebbe verso gli ebrei, dando essi stessi così eclatante prova di amore verso il mondo. La realtà perfida è che attraverso la trappola dell’«odio» vogliono applicare le tante leggi Mancino che con concertazione lobbistica internazionale hanno fatto adottare in tutti i parlamenti. In questo modo possono mandare in galera chiunque sia loro antipatico o non faccia atto di soggezione e deferenza nei loro riguardi. Quando si dice che governano il mondo non è solo per modo di dire.

Tornando ora alla tragedia norvegese mi suonano sospetti e gaglioffeschi tutti i rimproveri che vengono mossi alla Novergia per non aver voluto adottare la politica della “sicurezza” e della lotta al “terrorismo”, che è in realtà una lotta alle nostre libertà ed una politica della violenza, della sopraffazione, della menzogna come pratica di stato e di governo. Costoro adottano a consapevole fin di male quell’inganno che in Platone si riconosce utile, quando a governare sono filosofi che pensano con la testa e devono badare a cittadini che ragionano con la pancia. Qui è invece l’opposto: a governare il mondo sono pochi individui che hanno la pancia al posto della testa e con la pancia governano le teste dei cittadini. Può sembrare una metafora assurda, ma si provi a riflettere su cosa significa la vicenda Murdoch e quanto l’americana Fox news inganni le teste dei cittadini.

Abbiamo detto dunque che questo è un post aperto. Vi potrò tornare sopra a distanza di giorni, di mesi, di anni. È il vantaggio della scrittura digitale rispetto a quella cartacea, che resta fissa ed immutabile. Per noi che non sappiamo e diciamo di non sapere, il “fondato sospetto” è che sia stato il Mossad, o interessi legati ad Israele ed a quanti da anni vogliono scatenare una crociata contro tutto il mondo islamico, ridotto più di quanto non sia già sotto il tallone dell’Occidente, con Israele posto contro il mondo asiatico quale «avamposto della civiltà contro la barbarie», come oltre un secolo fa divinava Herzl, nello “Stato ebraico”. Non si capisce perché il Mein Kampf di Hitler deve essere un documento attendibile dei progetti politici del nazismo, mentre non dovrebbe esserlo il testo di Herzl, ancora oggi considerato il padre dello “stato ebraico”. Che il “sospetto” della signora Nirenstein sia da parte sionista autorevolmente “fondato” principalmente «a causa delle vignette danesi riprese anche in Norvegia nel 2006» ci sembra appunto una ordinaria tendenza da parte dei coloni israeliani a diffamare tutto il mondo islamico, compromettendo un presunto comune «nostro modo di esistere», contro il quale si abbatterebbe il «rifiuto» islamico, quasi che non fossero già andate da oltre un secolo le potenze coloniali europee, soprattutto inglesi e francesi, ad imporre in tutta l’area islamica questo «nostro modo di esistere», fatto di distruzione e crimini di ogni genere, con Israele quale «avamposto» di questo presunto «nostro modo di esistere», magari pubblicizzato da Murdoch. È da aggiungere sui “fondati sospetti” fiammeschi, basati sulla pubblicazione norvegese delle “vignette danesi”, che questi furono pure pubblicate in Italia, nel 2006, proprio su “Libero” (!), dove quindi più fondatamente che non nella lontana Norvegia avrebbe dovuto svolgersi la strage. Ma costoro nella loro diffamazione e disinformazione non demordono neppure davanti alle più plateali smentite, non del giorno dopo, ma di un’ora dopo. Questo è il loro «modo di esistere», che per fortuna non a nulla a che fare con il nostro. Se vi era bisogno di un’ulteriore prova della natura propagandistica di questi personaggi e di questi sedicenti organi di informazione, ne abbiamo nuova conferma, insieme con la constatazione della mancanza del comune senso del pudore. Ancora una volta il problema ritorna a bomba: quando e come possiamo liberare il “nostro” paese da questa sudditanza davanti agli interessi coloniali di US-Israel?

Ma una risposta più convincente arriva da un articolo di Gianluca Freda, ripreso da “Come don Chisciotte”, centrato sulle nuove convergenze geopolitiche russo-norvegesi. Se ci si pensa un poco, anche l’Italia è stata punita oltre che per i rapporti con la Russia anche per quelli con la Libia. Sembra che qualcuno dia segnali vari di avvertimento ogni volta che si esce dai binari della fedeltà atlantica, «nostro modo di esistere», ubbidendo servilmente e senza osai mai chiedere, anzi come in Afghanistan, dimostrandosi ancora più realisti dei re, ossia degli Usa che hanno deciso di trattare con i talebani, ancora nella nostra sacra lista del “terrorismo”. Resta tuttavia da chiedersi a cosa dovrebbe servire l’attentato. A far cambiare politica alla Norvegia? Questo aspetto personalmente mi riesce ancora più oscuro di quale o quali possono essere stati gli autori dell’attentato stesso. Mi sembra difficile credere che se fra Norvegia e Russia dopo ben 4o si sia giunto ad un accordo ritenuto, a quel che si legge, reciprocamente vantaggioso, un attentato totalmente irrazionale oltre che crudele possa servire ad annullare gli accordi firmati o le decisioni di politica estera prese dalla Norvegia, anche in ambito Nato con l’annuncio dell’uscita dalla limitata partecipazione all’aggressione della Libia, di matrice anglo-francese.

Un dato interessante, per quel che vale, ma di cui comunque i nostri media, sempre disposti a trovare il musulmano anche sotto il nostro letto, invece questa volta tacciono del tutto: zitti e mosca! È il collegamento dell’attentatore con Israele, secondo i passaggi e le modalità per la quali si rinvia al citato articolo di Rupert, tradotto in “Come don Chisciotte”. Vado leggendo i links sotto riportati per cercare di capirci qualcosa: non sono bravo in queste genere di eventi tragici. Ma quando leggo (infra, al n. 7) di “pressione” che la Norvegia avrebbe ricevuto dal governo Usa per partecipare all’impresa, mi chiedo cosa sia stato fatto sul governo italiano e su tutta la classe politica italiana, poco importa se di maggioranza o di opposizione: un’identica “feccia” umana che ci porta alla rovina. La differenza sostanziale è che un piccolo paese come la Norvegia ha avuto il coraggio e la dignità di opporsi seguendo la via dei propri interessi nazionali. Chi governa e opprime l’Italia non ha avuto neppure il coraggio di dire la verità ai cittadini, e cioè che la nostra posizione è di assoluto servilismo.

Mi sarei aspettato dai media che stigmatizzassero la bufala della signora Nirenstein, ma stranamente quello che non sarebbe stato perdonato a nessuno, qui invece è subito dimenticato, come non mai avvenuto. Addirittura un quotidiana ha ritirato la prima pagina per rifarla di nuovo. Ma la frittata è ormai fatta e la carta stampata non è digitale e diverso è il trattamento giuridico. La signora Nirenstein, messa in parlamento da chi in segreto ha compilato le liste, ch’io sappia, non si è mai occupato di interessi del popolo italiano, ma solo di interessi israeliani. Al momento si sta dando parecchio da fare per aggravare la legge Mancino, che nelle sue interpretazioni dovrebbe servire unicamente per mandare in galera i critici ed oppositori italiani del governo israeliano, mentre egli stessa non si fa scrupolo di violare quelle leggi e quei principi che vuole applicare agli altri. Eppure, se vi fosse una magistratura davvero indipendente non è difficile rilevare come con il suo ultimo articolo di «odio» del tutto infondato contro gli islamici, resi subito autori dell’attentato di Oslo, sia egli stessa caduta nella trappola che vuole tendere ed allargare per gli altri: la legge Mancino. La stampa nostrana passa in cavalleria l’immensa bufala di ieri e ci fa sapere che la signora è “soddisfatta” perché Frattini ha fatto sapere che l’Italia non parteciperà a Durban III in settembre, sempre che in settembre ci sia ancora questo governo moribondo che si trascina nel modo più vergognoso che io ricordo nell’arco della mia vita. Intanto, gli articoli seri su Oslo portano nuovi indizi sulla pista del Mossad, rivelando nella figura dell’attentatore un “soggetto islamofobico, filosionista proisraeliano ultranazionalista cristiano fondamentalista”, salvo poi poter verificare le dinamiche e le responsabilità e come verrà meglio precisato in un imminente post di Egeria. Non sono io il presidente dell’Associazione islamica italiana o il loro rappresentante o anche soltanto un musulmano, ma se fossi in loro chiedere per la Signora quella legge del taglione che è di origine biblica. Sarebbe forse questa la via maestra per ottenere l’abolizione della legge Mancino, che è una legge “ad personam” contro gli oppositori politici in un paese che non solo pretende di essere democratico, ma vuole perfino esportare con le armi la sua presunta democrazia.

Al momento sembra non solo che sia scomparsa del tutto la pista “islamica”, che i nostri media con tempismo avevano subito dato, ma sembra si stia appannando la tesi del “folle solitaria”, la rondine che non fa primavera. Pare che Breivik – così si chiama – non abbia agito da solo. Testimoni affermano di aver visto almeno un’altra persona sparare. Ma questi sono dati che ci darà la cronaca e noi non faremo altro che prendere atto dei fatti accertati, o ritenuti tali. Noi ragioniamo per ipotesi e considerazioni astratte. Che vi siano più persone ed organizzazioni dietro la strage ci fa riflettere più sul bersaglio simbolico e politico che non sugli autori, che diventano certi quanto certo è il bersaglio. La meccanica dei fatti si sottrae alle nostre possibilità di conoscenza e verifica. Ma del “bersaglio” che ci viene indicato come tale in ogni momento noi sappiamo già tutto quello che occorre sapere. Sappiamo chi sono i creatori e descrittori del bersaglio, dove ci vogliono condurre, di quali mezzi dispongono, incluso la corruzione, il ricatto, l’aperto minaccia oltre che l’assassinio politico, dichiarato o coperto. E qui rientra come vittima il nostro Vittorio Arrigoni, che non potremo mai dimenticare.

Noi perderemmo il nostro tempo se stessimo dietro a tutte le capriole con le quali i fomentatori di odio antislamico – per usare i loro stessi clichés espressivi – cercano di allontanare da sé le legittime critiche che possono essere loro rivolte. Sulla base dei fatti finora accertati la strage di Oslo non è un prodotto islamico, ma è il frutto maturo di ciò che è stato seminato da ben individuati settori e personaggi, che rivendicano per sé il pieno di diritto di predicare e spargere odio per presenze (a loro) scomode nelle nostre società, ma poi pretendono che vengano penalmente perseguite per “odio” nei loro confronti, attribuito a quelle stesse persone che per davvero loro “odiano”. L’«odio» è qui una miserabile ed ipocrita espediente giuridico fabbricato apposta per reprimere vasti strati sociali impermeabili al loro indottrinamento e addomesticamento.

Links:
1. Attacco terroristico a Oslo: chi è stato? – In “Come don Chisciotte” del 23 luglio 2011. Fonte: Washington’s blog.
2. Oslo: tutto quello che già sapete. – Postato su CDC il 23 luglio 2011, articolo di Gianluca Freda, apparso sul suo “Blogghete”.
3. Oslo: preveggenti wargames e crisi imperiali. – Un articolo di Pino Cabras apparso su “megachips.inf” e ripreso su CDC il 23 luglio 2011.
4. Un’analisi degli attacchi di Oslo: terrorismo o distrazione false flag? – In CDC 24.7.11, di Madison Rupert, con più articoli sul tema.
5. Oslo, la strage fallaciana. – Un articolo di Miguel Martinez, ripreso su CDC il 24 luglio 2011, con links interni di rinvio. –
6. Il dito di Oslo. – Di Truman Burbank, tradotto per «Come don Chisciotte», dove appare 25 luglio 2011.
7. Da Lee Osvald a Lee Osvald, via Gladio? – Da Webster Tarpley, in «Come don Chisciotte» del 25 luglio 2011.
8. Lo specchio cristiano di Al-Qaeda. – È una articolo di Pepe Escobar, che esce su Come don Chisciotte il 26 luglio 2011. –
9. Il massacro del 22 luglio: Norvegia e Israele. – Un articolo di Maria José Lera e Ricardo García Pérez, tradotto su “European Phoenix”.
10. Massacro in Norvegia: la connessione con le destre ebraiche. – Un articolo di G. Atzmon, tradotto per “Come don Chisciotte”.
11. Davanti al dramma di Oslo non abbiamo certo bisogno di editoriali violenti. – Una critica di M. Ragnedda alla Nirenstein, con discussione.
11a. Stragi nordiche e distorsioni sudicie. Il caso dell’editoriale Nirenstein. – Anche su “Cometa” l’articolo di Massimo Ragnedda.
11b. La Lega si scusa con la Norvegia, Berlusconi invece no. – Su Agora Vox, dove si legge di un “attacco isterico” apparso sul “Giornale”.
11c. Quanto disgusto per la destra fallaciana... - Sul portale “Stranieri in Italia”, del 26 luglio 2011, con area commenti.
11d. Lezioni di odio. È ora di badare molto bene a ciò che si dice, a ciò che si scrive, a ciò che si insegna. – Su Peace Reporter del 25.7.11.
11e. Norvegia colpita al cuore da un ultra nazionalista. – Di Diego Carmignani su “Terra” del 25.7.11, con citazione della Nirenstein.
11f. Cristiano, anti-islamico, di destra e giornalista. – di Marco Rizzo su “l’Unità” del 25 luglio 2011.
11g. È stato l’Islam, anzi no, Il Giornale va in edicola con due copertine diverse. Ecco le foto. – Su “Lettera Viola” del 23.7.11. Area commenti.
11h. Comodi integralismi. – di Francesca Fornario, in un blog de l’Unità del 23 luglio 2011, con possibilità di commentare.
11i. Strage di Oslo: la figuraccia degli osceni quotidiani di destra. – Su “Paperblog”, post creato da Zaxster il 24 luglio 2011.
11j. Se l’islamofobia non è più di moda serve un nuovo nemico? Magari i cambiamenti climatici. – Di Susan Dabbous, in Agoravox, del 29 luglio 2011.
11k. Breivik e gli ideologi dell’Eurabia. – Un articolo del 29 luglio 2011 che appare su “Paperblog”.
11l. Strage di Oslo. Per Libero e il Giornale sono stati gli islamici. – Di Miro Renzaglia su “il Fondo” del 23 luglio 2011.
11m. Oslo in guerra? – L’articolo della Nirenstein su “il Giornale” del 23.7.11, riportato nel suo blog, orfano dei commenti dei fan.
11n. Il Dio di Abramo, Breivik e Borghezio. – Ripubblicato in “Il Pane e le Rose” del 29 luglio 2011, da “Cattolicesimo reale”.
12. Finkielkraut et le tuer de Norvège (vidéo). – Il link conduce ad un sito filopalestinese francese, che segnala una ulteriore connessione.
13. L’enigmatico “terrorista solitario” in Norvegia. – Articolo di Yuri Gavrilechko, tradotto i postato in CDC il 27 luglio 2011.
14. La Norvegia ha avuto quel che si merita? «Il dibattito degli israeliani sul web».– Articolo di J.J. Goldberg su CDC il 28.7.11.

Polemiche:

1. “Perle complottiste”: chi ci sia dietro dietro questo blog e tanta saccenza talmudica (che pretende di avere un capo e una coda) possiamo sospettarlo (se no che “complottisti” saremmo?), ma non riteniamo che meriti il nostro tempo indagarlo. Si noi poi l’amenità tutta racchiusa nel sottotitolo del blog: “Stupidario dei cospirazionisti e dei sostenitori delle verità alternative”, come a dire che costoro sanno tutto in fatto di Verità: quella “ufficiale” e quella “alternativa”! Davvero una flagrante ammissione di «stupidità». Mentre chi scrive e Gianluca Freda usano il proprio nome e sono responsabili nonché interpreti “autentici” di ciò che scrivono, sempre disponibili al civile contraddittorio, i cacciatori di “complottisti” operano nell’anonimato da dove lanciano le loro diffamazioni, denigrazioni, delazioni. Curioso! Costoro di “verità alternative” certamente non ne hanno: sono i corifei di ogni ufficialità che loro convenga. Come si possa essere più incoerenti sotto un profilo morale è difficile immaginarlo, ma finché si nutrono delle loro stesse pietanze non faranno danno che a se stessi, se veramente credono in ciò che dicono: e perfino di questo dubitiamo. Ma se pretendono di ottenere credito fuori della loro cerchia, la faccenda assume contorni antipatici. Ricordo di costoro che mi avevano attribuito non ricordo più quale nascosta identità: davvero una “perla complottista”! Non ho mai saputo chi fosse il personaggio, di cui ho dimenticato il nome, ma mi incuriosiva sapere con chi mai fossi stato identificato... Anche qui non ebbi il tempo di indagare e l’interesse scemò subito. Fui incitato a sporgere querela per questo, ma ho ritenuto più igienico ignorare costoro: sappiano che esistono sempre i termini per farlo. Pretendono di scoprire “perle” altrui, ma non si curano delle loro proprie. Sono davvero ben strani personaggi: per loro Israele è la Verità, la Luce del mondo; tutto quello che dice il governo americano è Oro Colato. Avere dubbi, non credere a ciò che viene raccontato dai mainstream, è il più grave di tutti i crimini. Mi si imputa di sospettare del Mossad. Ed è notorio, infatti, che il Mossad un ente meritorio di beneficenza, che si occupa dell’infanzia abbandonata, meglio se rimasta orfana degli innumerevoli omicidi mirati che degli insani “complottisti” si ostinano ad attribuire loro. La nozione stessa di “complotto” e “complottismo” è alquanto strana e faccio fatica a comprenderne il senso. Ricordo qui la posizione sensata di un Giulietto Chiesa, altro “complottista”, a proposito dell’11 Settembre: la Verità noi non la conosciamo; di certo sappiamo che Voi non ci raccontate la verità. Chiediamo di conoscere la Verità... Stiamo ancora aspettando! Menzogne epocali come quella dei falsi armamenti di Saddam sono tipici temi “complottisti”: probabilmente costoro sono ancora rimasti fermi alla versione “ufficiale” di Bush e Blair... Mah! - Per Breivik sappiamo quel che appare ma che non ci soddisfa: che il gesto non è opera di islamici, ma di un sionista dichiarato, almeno questo non è più controvertibile, come la testimonianza di altri attentatori è possibile leggerla sul web: io in Norvegia non ci sono mai stato. Se i “cercatori di perle” vanno avanti troveranno, oltre al mio, parecchi altri post e links di esperti. Se poi leggono e capiscono, ammesso che vogliano capire, ciò che abbiamo scritto sulla “strana” morte di Vittorio Arrigoni, non è necessario che io lo ripeta: a chi? Hanno di che sbizzarrirsi, cercando le loro “perle” nei loro “porcili”, mentre noi non abbiamo altro tempo da perdere con loro e con i loro lettori entusiasti, se ne hanno e se ne esistono fatti a loro immagine e somiglianza. Sarebbe un grande regalo se intervenissimo direttamente sul loro blog: non aspettano altro per sentirsi importanti e scatenarsi nell’esercizio doloso della contumelia. È sconcertante come attribuiscano a me, proprio a me, quella “disinformazione” della quale invece risparmiano i “Corretti Informatori” del Giornale, subito costretti a cambiare la prima pagina per una Bufala che resterà negli Annali della storia del giornalismo e della diffamazione del mondo islamico. Mah! Anche troppo ci siamo soffermati con costoro... Davvero curiosa la chiusa del pistolotto perlifero con cui è posto un valore/disvalore nell’essere per un verso definiti “amici” di oltre un miliardo di islamici, artificiosamente e unilateralmente bollati come “terroristi” – termine coniato dalla propaganda per uso di “guerra ideologica” – ed invece “nemici” di uno Stato, quello di Israele, al quale ben si potrebbero applicare i concetti di Karl Jaspers di “stato criminale”, coniato in altro contesto, oppure critico ed oppositore di una dottrina politica, che un filosofo, recentemente scomparso, ha felicemente definito come “criminale per essenza, e non per mero accidente”? Veramente, il mio discorso e la mia posizione è un poco più complessa, ma quand’anche fosse, sarebbe facile rispondere: “Ed allora?” Non ha diritto ogni essere umano ai suoi valori e disvalori? O è forse un obbligo di legge accogliere gli intuibili valori/disvalori dei Cercatori di Perle? In effetti, è tipico di una certa propaganda asfissiante, implacabile, lobotomica alla Cameron il Torturatore, l’assoluta convinzione che i propri pseudo-valori, le proprie infami opzioni politiche debbano essere imposte, con tortura e carcere duro, all’Umanità intera. Per tutti costoro un diverso punto di vista semplicemente non esiste. Non è minimamente ammissibile. Se così fosse, del resto, cadrebbe tutto il loro mondo malvagio, come la torre di Mordor, con il suo Occhio murdochiano, come non mi stanco mai di vedere nella saga di Tolkien... Ma seguendo il Poeta è meglio dire: “Guarda e passa” – detto sette secoli fa, ma ancora oggi attuale – “e di lor non ti curare”, salvo custodirsi dagli attacchi proditori alle spalle, di cui costoro sono maestri.

Post Scriptum. – A proposito delle mie riflessioni sull’assassinio di Vittorio Arrigoni, la cui morte è attribuita a “gruppi salafiti”, si legge oggi 19 agosto 2011 in uno dei soliti deliranti articoli di Fiamma Nirenstein su il “Giornale”, che questi “gruppi salafiti” sarebbero «prezzolati». Benissimo, cioè malissimo. Eccone il testo:
«…Hamas ha avuto in questi mesi un bel regalo dall’Egitto del dopo Mubarak: fra le demagogiche dichiarazioni soddisfatte del nuovo gruppo dirigente egiziano dai toni panarabisti-islamisti, negli scorsi mesi il suo confine volto verso l’Egitto è diventato labile e elastico, le cellule variamente armate di missili o di esplosivo che preparano attentati anti-israeliani non solo possono godere di libero accesso nel Sinai per poi insinuarsi da oltre confine nel Negev, ma possono anche con molta facilità coltivare i loro rapporti e i piani comuni, favoriti dalle solite tribù beduine prezzolate, con le cellule di gruppi salafiti e di al Qaeda, una vecchia amicizia molto fruttifera…”.
Non ci interessa per nulla la ricostruzione fatta dall’articolista, se non dove parla di «prezzolati». Ma perché allora gli stessi “gruppi salafiti” che si dice abbiano ucciso Arrigoni non potevano pure essere stati “prezzolati”? E da chi? Ha molta importanza per chi accetta il denaro da chi lo riceve? La risposta è tanto facile quanto retorica la domanda. Che Hamas potesse avere interesse a pagare qualcuno perché uccidesse Vittorio Arrigoni è contrario ad ogni logica plausibile e nessuno che io sappia si è spinto a tanto. Non resta dunque che ipotizzare altri mandanti. E chi altri? Quanto poi al fatto recente di Eilat la stessa Signora Fiammetta ci fa sapere che «Hamas naturalmente ha detto che non c’entra…», ma la Signora le attribuisce lo stessa piena responsabilità ed il governo “criminale” di Israele non ci pensa due volte per dare seguito alla milionesima ritorsione su terzi innocenti. Forse che anche la Signora Nirenstein è da includere nel club dei “complottisti”, non volendo ella credere alla dichiarazione “ufficiale” di Hamas?

(segue: post in elaborazione permanente)


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