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Uno scheda sul Vaticano si giustifica con ragioni storiche, risalenti tempi remoti, citando per tutti i casi di Giordano Bruno e di Galileo Galilei, ma anche per anni recenti, fra cui in particolare l’atteggiamento del Vaticano in relazione al caso Williamson, la cui documentazione andremo raccogliendo, studiando l’opportunismo e il timore che si sembrano abbiano caratterizzato la posizione del Vaticano, che dopo il Concilio Vaticano II ha ribaltato secoli di dottrina riguardante l’ebraismo.
SOMMARIO: 1. Silenzio del Vaticano sulla condanna odierna del vescovo Williamson. – 2. Questioni teologiche e non. – 3. L’insipienza assoluta dell’articolista Marco Ventura. –
1. Silenzio del Vaticano sulla condanna odierna del vescovo Williamson. – In altre epoche a toccare un vescovo era subito guerra. Ed invece niente si legge circa prese di posizione del Vaticano nei confronti del tribunale di Ratisbona, che infligge in questi giorni di inizio luglio 2011 un multa di circa 6.500 euro per le affermazioni fatto dal vescovo nel novembre 2009. È un silenzio che fa riflettere e deve far riflettere.
2. Questioni teologiche e non. – Che dei preti e dei fedeli vogliano continuare a celebrare la messa in latino anziché nelle lingue nazionali può essere una questione interna alla fede cattolica ed alla sua disciplina pastorale. Che sul Concilio Vaticano II possano aversi opinioni e valutazioni differenti fra quanti praticano la stessa fede cattolica è pure questione interna all’universo cattolico. Ma che eventi peculiari della seconda guerra mondiali, sui quali singoli sacerdoti più in quanto uomini che preti, possano avere posizioni personali, condivisibili o meno, ci sembra abbia assai poco a che fare con la fede cattolica prima o dopo il Concilio Vaticano II. È quanto, a nostro avviso, emerge nel trattamento interno fatto al vescovo Williamson, dove le scelte e gli opportunismi politici della più recente politica vaticana hanno più peso delle questioni teologiche e prevalgono sulla necessaria tutela di un diritto umano fondamentale come la libertà di pensiero e di espressione in materia che proprio nulla ha che con la teologia e la fede cattolica quale pratica in duemila anni.
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3. L’insipienza assoluta dell’articolista Marco Ventura. – Noi non sappiamo se Marco Ventura sia la stessa persona che abbiamo conosciuto un’unica volta, al quale abbiamo detto certe cose, ridendoci insieme e che poi ha pubblicato l’opposto di quello che noi gli avevano spiegato. Era a proposito di un articolo apparso sulla “Stampa” e che suscitò una valanga di lettere di smentita. Il tema era lo stesso: il “negazionismo”. Spiegammo allora nella lettera pubblicata dalla Stampa che il termine “negazionismo” non ha valenza scientifica, ma è una costruzione polemica con finalità di denigrazione, diffamazione e delazione. Il termine “delazione” ha un significato molto pratico perché in Germania il cosiddetto “negazionismo” è un reato, per il quale sono possibili fino a 12 anni di carcere. Una mostruosità del genere pone sotto accusa non i cosiddetti “negazionisti” – che altro non sono che comuni mortali con vedute particolari su particolari questioni –, ma il sistema giuridico e penale tedesco, se è vero che di casi Williamson dal 1994 ad oggi ve ne sarebbero ben 200.000. Il Ventura Marco non ci dice quanti sono questi casi e fa credere che vi sia solo Williamson, per giunta un pio pastore di anime, al quale non è incolpato lo stupro di bambini, ma una semplice, mera opinione, della quale secondo il Ventura dovrebbe occuparsi la Chiesa cattolica, onerata non più di questioni teologiche o pastorali, ma dal presunto obbligo di conformarsi ad una barbara sentenza tedesca, che non ha nulla da invidiare alla giustizia di epoca nazista. Ormai, il comune senso della logica ed il comune senso del pudore sembrano del tutto scomparsi dalle pagine dei maggiori quotidiani italiani.
SOMMARIO: 1. Silenzio del Vaticano sulla condanna odierna del vescovo Williamson. – 2. Questioni teologiche e non. – 3. L’insipienza assoluta dell’articolista Marco Ventura. –
1. Silenzio del Vaticano sulla condanna odierna del vescovo Williamson. – In altre epoche a toccare un vescovo era subito guerra. Ed invece niente si legge circa prese di posizione del Vaticano nei confronti del tribunale di Ratisbona, che infligge in questi giorni di inizio luglio 2011 un multa di circa 6.500 euro per le affermazioni fatto dal vescovo nel novembre 2009. È un silenzio che fa riflettere e deve far riflettere.
2. Questioni teologiche e non. – Che dei preti e dei fedeli vogliano continuare a celebrare la messa in latino anziché nelle lingue nazionali può essere una questione interna alla fede cattolica ed alla sua disciplina pastorale. Che sul Concilio Vaticano II possano aversi opinioni e valutazioni differenti fra quanti praticano la stessa fede cattolica è pure questione interna all’universo cattolico. Ma che eventi peculiari della seconda guerra mondiali, sui quali singoli sacerdoti più in quanto uomini che preti, possano avere posizioni personali, condivisibili o meno, ci sembra abbia assai poco a che fare con la fede cattolica prima o dopo il Concilio Vaticano II. È quanto, a nostro avviso, emerge nel trattamento interno fatto al vescovo Williamson, dove le scelte e gli opportunismi politici della più recente politica vaticana hanno più peso delle questioni teologiche e prevalgono sulla necessaria tutela di un diritto umano fondamentale come la libertà di pensiero e di espressione in materia che proprio nulla ha che con la teologia e la fede cattolica quale pratica in duemila anni.
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3. L’insipienza assoluta dell’articolista Marco Ventura. – Noi non sappiamo se Marco Ventura sia la stessa persona che abbiamo conosciuto un’unica volta, al quale abbiamo detto certe cose, ridendoci insieme e che poi ha pubblicato l’opposto di quello che noi gli avevano spiegato. Era a proposito di un articolo apparso sulla “Stampa” e che suscitò una valanga di lettere di smentita. Il tema era lo stesso: il “negazionismo”. Spiegammo allora nella lettera pubblicata dalla Stampa che il termine “negazionismo” non ha valenza scientifica, ma è una costruzione polemica con finalità di denigrazione, diffamazione e delazione. Il termine “delazione” ha un significato molto pratico perché in Germania il cosiddetto “negazionismo” è un reato, per il quale sono possibili fino a 12 anni di carcere. Una mostruosità del genere pone sotto accusa non i cosiddetti “negazionisti” – che altro non sono che comuni mortali con vedute particolari su particolari questioni –, ma il sistema giuridico e penale tedesco, se è vero che di casi Williamson dal 1994 ad oggi ve ne sarebbero ben 200.000. Il Ventura Marco non ci dice quanti sono questi casi e fa credere che vi sia solo Williamson, per giunta un pio pastore di anime, al quale non è incolpato lo stupro di bambini, ma una semplice, mera opinione, della quale secondo il Ventura dovrebbe occuparsi la Chiesa cattolica, onerata non più di questioni teologiche o pastorali, ma dal presunto obbligo di conformarsi ad una barbara sentenza tedesca, che non ha nulla da invidiare alla giustizia di epoca nazista. Ormai, il comune senso della logica ed il comune senso del pudore sembrano del tutto scomparsi dalle pagine dei maggiori quotidiani italiani.
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