domenica 26 giugno 2011

Verso Gaza 30: Notizie da Atene, porto di partenza della FF2

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Giungono da Atene notizie allarmanti e rivelatrici al tempo stesso del modo di essere di Israele, peraltro l’ «Israele che ben ti aspetti e non ti sorprende». Il vantaggio della scrittura sul web rispetto alla carta stampata è quello di poter rivedere lo stesso testo, non solo per correggere immancabili refusi, ma anche per intervenire sulla sostanze delle notizie, ove fossero incomplete, inesatte e perfino erronee. Piuttosto che aspettare ci sembra preferibile dare a noi stessi i frammenti di notizie disponibili, per poi tornarci sopra. Quello che al momento ci sorprende ed indigna enormemente è l’assoluto disprezzo di Israele non solo per le sue vittime palestinesi, ma per la sovranità stessa degli stati. Il porto di Atene sembra stia brulicando di agenti israeliani, che si apprestano a sabotare le navi in partenza, come pare abbiano già fatto per due navi della FF1.

In particolare, la notizia che si impone è il vero e proprio ricatto di sanzioni economiche allo stato greco se farà partire la nave americana, per almeno un terzo composta da ebrei americani.
Se proprio questa nave dovesse subire lo stesso trattamento della Mavi Marmara, la caduta di immagine di Israele sarebbe a precipizio verticale ed avrebbe di che scalare gli specchi, di che occupare tutte le piazze del mondo, per accreditare la falsa immagine dell’Hasbara, alla quale solo persone assai distratte e per nulla informate possono dare il benché minimo credito.

Ma lasciamo continuare Egeria, che segue i canali esteri, gli unici da cui è possibile attingere notizie dirette. Dalle fonti italiane vi è poco o nulla da attendersi, ed è meglio anzi non tenerne conto. I vari Pagliara certamente non rischiano le sanzioni che il governo israeliano ha minacciato di comminare ai giornalisti che osano salire sulle navi della “Freedom Flotilla Two”. Si ricordi che nella precedente FF1 furono sequestrati ai giornalisti tutti gli strumenti di lavoro ed i mezzi con i quali potevano documentare ciò che stava succedendo. Il governo israeliano voleva essere l’unica fonte di notizie di ciò che avrebbe fatto e dare l’unica sua versione ufficiale dei fatti: l’uccisione premeditata di almeno 9 persone.


CIVIUM LIBERTAS

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Ieri si era collegato in diretta da Atene il corrispondente britannico di Press-Tv, Hassan Ghani, che alcuni giorni fa era partito per la Grecia per seguire da vicino gli arrivi delle singole navi di varie provenienze che comporranno la FF2, ora in arrivo nel porto di Atene da cui partiranno tutte insieme alla volta di Gaza.

E speriamo che partano davvero, perché al momento gli ostacoli sono tanti: come sempre, il binomio USA/ISRA (come definisco personalmente questo sposalizio sigillato negli inferi) si dà da fare per impedire qualunque iniziativa che possa creare difficoltà o imbarazzi all’entità chiamata Israele. Stanno ricattando il mondo intero per proteggere l’impunità di Israele.

Chi guarda PressTv o segue le vicende delle spedizioni in Gaza, conosce bene il corrispondente Hassan Ghani : era già sul primo convoglio “Viva Palestina”, organizzato da George Galloway, e su tutti i convogli successivi, per mostrare agli spettatori di Press-Tv cosa succedeva durante i lunghi viaggi - comprese le enormi difficoltà incontrate di volta in volta - e i festeggiamenti all'arrivo in Gaza.

L’anno scorso Hassan Ghani si trovava sulla Mavi Marmara, dalla quale trasmetteva in diretta, o registrava servizi sul progresso della flotilla, con interviste ai volontari a bordo, mandati in onda su Press-Tv. Avevamo perso le tracce di Hassan dopo la cattura della Mavi Marmara e dei suoi passeggeri. Poi era finalmente riapparso circa una settimana più tardi, dopo il suo rilascio dalle galere israeliane: era stato picchiato selvaggiamente, tutto gli era stato confiscato, e il rimanente materiale registrato era andato perso, comprese alcune riprese fatte durante l’assalto alla Mavi Marmara durato ore dal momento dell'arrivo dei battelli Zodiac israeliani. Hassan aveva continuato a filmare fino al momento della cattura. Tuttavia siamo riusciti a vedere Hassan mentre era di fronte alla sua telecamera in diretta, in un momento concitato in cui si udivano rumori di scontri a bordo. Hassan tentava di raccontare ciò che stava accadendo, tenendo una mano sull'orecchio e l'atra sul microfono. Poi le immagini si erano interrotte improvvisamente e tutti avevamo temuto il peggio. In seguito Hassan raccontava in un'intervista nella sede di PressTv che la trasmissione si era interrotta nel momento in cui un soldato israeliano aveva sparato sull'antenna satellitare di Hassan.

Ora è in Atene, Hassan, e parla in continuazione con i giornalisti nella sede di PressTv. Ieri aveva mandato in onda un servizio bene articolato su quanto succede nel porto di Atene, in previsione della prossima partenza delle FF2, e questa mattina ho visto che PressTv ha pubblicato il video del reportage sul sito web dell'emittente.

MA IL VIDEO NON PARTE - è sbarrato! Ecco il link, provate voi a cliccare sull'immagine , che vedrete, è attraversata da una banda nera al centro, segno che il video è oscurato - e non da parte di chi lo ha inserito!

Comunque, in sostanza ecco quanto riferito da Hassan Ghani nei suoi collegamenti di ieri e oggi e nel servizio mandato in onda. Riporterò quanto ricordo, e purtroppo non potrò contare sul supporto audio-video, non accessibile. Aggiornerò successivamente, ogni volta che ci saranno novità.

Diceva Hassan: «Sono in Atene con la troupe, perché seguo da vicino le vicende delle singole navi man mano che arrivano. Abbiamo fatto riprese delle navi già attraccate al porto di Atene e in attesa di essere raggiunte dalle navi compagne per poter partire alla volta di Gaza. I filmati delle navi tuttavia non li mostriamo per motivi di sicurezza: li abbiamo messi al sicuro, per mandarli in onda successivamente, quando il pericolo sarà scongiurato.

«Il porto di Atene, come quello di Cipro, è presidiato di nascosto dagli agenti israeliani, che ispezionano in segreto le navi per scoprire quali siano quelle destinate a Gaza. Siamo tutti all’erta, perché vogliamo evitare ciò che è successo l’anno scorso con la FF1, che in origine era composta di 9 navi, ma solo 7 sono potute partire, perché due hanno subìto il sabotaggio da parte degli agenti israeliani.»

Continua Hassan: «Purtroppo questa volta alla flotilla viene a mancare la nave ammiraglia, la Mavi Marmara, l’orgoglio della spedizione. Secondo la versione ufficiale fornita da parte dell’organizzazione umanitaria turca IHH, la famosa Mavi Marmara non sarebbe in grado di partire perché i danni subiti l’anno scorso durante l’attacco dei commandos israeliani non sarebbero ancora del tutto riparati. Né partiranno, contrariamente a quanto progettato, i nostri amici attivisti turchi che fanno parte della IHH, eccetto un piccolo gruppo rappresentativo.

«Sappiamo infatti che sono in corso dietro le quinte pressioni enormi nei confronti della Turchia da parte di USA/ISRA affinché impedisca la partenza della delegazione turca - e purtroppo sembra che abbiano funzionato. I volontari delle IHH comunque smentiscono di essere stati a loro volta pressati da parte del governo turco per impedire la loro partecipazione alla FF2».

«Comunque questa volta la comunità di volontari che prendono parte alla spedizione FF2 è molto più eterogenea rispetto all’anno scorso, composta allora in prevalenza da volontari di origine mediorientale. Questa volta i volontari sono in maggioranza cittadini europei e americani, di almeno una quarantina di nazionalità diverse, e anche le navi sono più numerose. Non specifichiamo il numero ufficiale, sempre per questioni di sicurezza. Sarà difficile per Israele bollare anche questa volta i volontari come 'terroristi' e convincere il mondo che una maggioranza di passeggeri di chiara etnia nord-europea sia affiliata ad organizzazioni di stampo terrorista.» [L'amara implicazione qui è ovvia: i governi e i media la fanno sempre franca quando associano il termine 'terrorista' ai nomi e volti mediorientali].

Continuava Hassan Ghani: «Ieri sera, qui in Atene, mi trovavo in compagnia dei volontari imbarcati sulla nave americana per Gaza, che mi esprimevano le loro preoccupazioni. Sono stati minacciati in modo molto esplicito e presi di mira in modo selettivo. Il motivo è che i membri della delegazione statunitense sono per un terzo ebrei, alcuni anche personaggi noti al pubblico internazionale. Sia USA che ISRA li hanno minacciati ufficialmente - tanto è vero che hanno chiesto protezione alle autorità greche, ricevendo però come risposta un “ci dispiace, è fuori dalle nostre possibilità”. Infatti sono venuto a sapere dalle fonti locali, che la Grecia è attualmente minacciata di sanzioni economiche da parte di Washington - e indirettamente da parte dell’UE - per aver dato riparo alle navi della FF2 nel porto di Atene, ed è sotto pressione per impedirne la partenza».

Continua Hassan Ghani: «I membri della delegazione americana facevano notare che avendo a bordo anche un certo numero di passeggeri ebrei noti al pubblico e per giunta di nazionalità americana, coltivavano la speranza che Israele si sarebbe astenuta da violenze contro la FF2 o che perlomeno Washington avrebbe deciso di intervenire qualora le cose si dovessero mettere male. Infatti ciò che Israele teme maggiormente, è che la propria immagine, già terribilmente compromessa, possa subire un ulteriore danno qualora la nave americana riuscisse a partire con la FF2. Perché una cosa sembra sicura: anche questa volta Israele intende attaccare, non ci sono dubbi. Comunque, nonostante le minacce giornaliere che vengono espresse da parte del governo e delle sfere militari di Israele, i volontari in genere esprimono ottimismo. Dicono di essersi preparati a far fronte ad ogni evenienza e cercheranno di evitare il ripetersi degli ‘errori’ di ingenuità commessi dai volontari della FF1, che certo non si erano aspettati tanta violenza, e per giunta in mare aperto, in acque internazionali».

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Ecco, questa è al momento la situazione descritta dal corrispondente di PressTv. Certo, non ricordo ogni dettaglio del resoconto durante i collegamenti. Come dicevo, purtroppo il video di PressTv contenente tante informazioni non è visibile, e ho dei forti sospetti sul motivo. Ma qualora si trattasse di sabotaggio, mi chiedo come sia possibile impedire con azioni disperate che la gigantesca ondata di oltraggio in arrivo in Israele da tutti i fronti - materiali e virtuali - possa avanzare e progredire nella sua marcia inesorabile verso l’obiettivo auspicato.

Appena avremo altre informazioni, le comunicheremo tempestivamente.

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