sabato 4 giugno 2011

Verso Gaza 22: l’Omaggio ai Martiri della Freedom Flotilla 1 - Il supporto alla FF2

HomePrecedenteSuccessivo

di Egeria.

Un anno fa, oltre 700 volontari di 42 diverse nazionalità si imbarcavano sulle 6 navi della Freedom Flotilla 1 alla volta di Gaza per una missione umanitaria. Ma all’alba del 31 maggio del 2010 le forze militari israeliane assaltavano le navi, uccidendo 9 degli attivisti imbarcati sulla nave ammiraglia, la Mavi Marmara. Decine di altri venivano feriti dal fuoco dei ‘commandos’ israeliani. Tutti gli altri passeggeri della flotilla venivano in seguito fatti prigionieri e deportati nelle carceri israeliane.

A distanza di un anno la popolazione e il governo di Gaza, insieme ai volontari internazionali che operano sul territorio, hanno organizzato due cerimonie commemorative per segnare il primo anniversario della strage dei loro compagni avvenuta per mano dei ‘commandos’ israeliani.

PressTv Gaza è stata l’unica emittente a trasmettere in diretta i due eventi. I servizi sulle cerimonie che si sono tenute sul porto di Gaza sono sintetizzati in due video, uno dei quali è stato messo online anche su YouTube, mentre l’altro è visibile solo sul sito di PressTv.

Il primo video mostra la cerimonia ufficiale in cui il premier di Gaza, Ismail Haniyah, inaugura il meraviglioso monumento eretto dai Palestinesi in memoria dei martiri uccisi sulla Mavi Marmara, la nave ammiraglia della Freedom Flotilla 1.

Il secondo video mostra la popolazione di Gaza e gli attivisti internazionali prendere il largo a bordo di piccole imbarcazioni per affidare alle onde del mare i fiori in omaggio ai 9 volontari uccisi sulla Mavi Marmara un anno prima in acque extra-territoriali mentre tentavano di approdare alle rive di Gaza per portare aiuti umanitari e soprattutto la solidarietà dei popoli del mondo alla popolazione rinchiusa da anni in quella prigione ad aria aperta.

Anche se le celebrazioni segnano un momento di lutto, guardando i video siamo colti dalla sensazione che a prevalere su tutto sia lo spirito della fratellanza tra Uomini di buona volontà, riuniti in un abbraccio collettivo, simbolicamente esteso a tutte le genti che soffrono sotto l’oppressione dei tiranni - uno spirito splendidamente sintetizzato nel meraviglioso Monumento ai Martiri della Mavi Marmara eretto sul Porto di Gaza e mostrato qui in basso in una inquadratura che illustra bene il suo significato.


In basso troverete la foto-cronaca con commenti e descrizioni delle cerimonie di commemorazione. Intanto però facciamo un passo indietro nella cronaca dell’evento che stiamo narrando.

Succedeva un anno prima,
il 31 Maggio 2010

In basso: un anno fa la Mavi Marmara e altre imbarcazioni minori partivano alla volta di Gaza con a bordo 700 passeggeri che nutrivano grandi speranze di potere abbracciare i bambini, le donne e gli uomini di Gaza alla fine del loro viaggio verso la Palestina occupata ...




31 Maggio 2010 - Acque internazionali, 30 miglia al largo di Gaza.

In basso: verso l’alba la flotilla veniva circondata in acque internazionali dai ‘Zodiac’ israeliani, mentre dagli elicotteri scendevano i soldati armati per sparare sui passeggeri imbarcati per una missione di pace.




In alto e in basso: 9 morti, decine di feriti, centinaia di arresti: questo il bilancio dell’assalto.


Ecco un link nel quale si possono trovare tante immagini sull’attacco alla Mavi Marmara.

Mentre in questa pagina troverete un video di ‘Cultures Of Resistance’ da guardare la sera, in un momento di pausa. Nella prima parte il video mostra gli ultimi momenti di pace sulla Mavi Marmara, mentre i volontari sono raccolti in religioso silenzio, prima dell’alba, sapendo di avvicinarsi alle rive di Gaza, ignari della ‘tempesta’ che sarebbe scoppiata da lì a poco. Le immagini passano poi al graduale avvistamento delle forze militari israeliane in avvicinamento alla nave. Da non perdere assolutamente.

Un anno dopo, sulle rive di Gaza.
- 31 Maggio 2011 -

In basso: il corrispondente di PressTv in Gaza, Yousef al-Helou - ormai noto ai lettori di questo blog - qui inquadrato vicino alla base del Monumento ai Martiri della Mavi Marmara, ci illustra gli avvenimenti di questa giornata che commemora gli attivisti della FF1 e benedice la prossima spedizione della FF2.


In basso: La cerimonia di inaugurazione del Monumento ai Martiri della Freedom Flotilla 1.



In alto e in basso: Ogni nazione che ha partecipato alla Freedom Flotilla 1 è rappresentata per mezzo di una bandiera - ma alle bandiere di Palestina e Turchia è riservata una posizione d’onore.




«Il Monumento è composto di 9 vele simboliche che rappresentano i 9 Martiri coronati da una sfera che rappresenta il Pianeta Terra», ha commentato Yasser Al-Shanti, sottosegretario del ministero delle infrastrutture di Gaza.


In alto: la sfera del mondo sorretta dalle braccia dei Martiri e degli Uomini di buona volontà.

In basso: i singoli lati della base del monumento sono dedicati ognuno ad un Martire ucciso nell’assalto alla Mavi Marmara.


In basso: i nove volontari uccisi per mano dei commandos israeliani. Otto sono di nazionalità turca. Il più giovane - in basso a destra - ha la doppia nazionalità, turca e statunitense. Fino ad oggi le autorità statunitensi non hanno intrapreso alcuna azione legale nei confronti di Israele per l’uccisione barbara del loro connazionale: gli interessi di Israele, si sa, hanno la priorità a Washington.


Il discorso di Ismail Haniya

Nel suo discorso commemorativo il premier di Gaza, Ismail Haniyah, ha lodato la Turchia e le sue organizzazioni di volontari per il ruolo chiave nel coordinare la Freedom Flotilla 1 e la futura spedizione della FF2, e per la solidarietà mostrata dalla Turchia con la Causa Palestinese. Haniyah ha anche espresso il suo supporto per la FF2 che salperà per la volta di Gaza in giugno.

Oltre 1.000 cittadini di numerose nazionalità si stanno preparando a partire con 15 navi da vari porti europei per forzare il blocco navale imposto da Israele e attirare l’attenzione del mondo sul grave e illegale blocco di Gaza, da anni causa di immense sofferenze per i cittadini.

Gli organizzatori della Flotilla dichiarano che la loro missione è un atto di disobbedienza civile non violenta che ha lo scopo di persuadere i governi ad agire in conformità con gli obblighi internazionali nei confronti del popolo Palestinese e di mettere pressione a Israele per fare cessare l’assedio illegale di Gaza.

Ma intanto, dietro le quinte della diplomazia internazionale sono in atto forti pressioni da parte delle autorità israeliane per impedire alla Freedom Flotilla 2 di prendere il largo. Pressioni che sono arrivate ai massimi vertici delle istituzioni internazionali preposte alla salvaguardia dei diritti delle nazioni e dei loro cittadini. Sembra incredibile, eppure il Segretario Generale delle Nazioni Unite si è prestato ad inviare una lettera ai governi dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con la richiesta di scoraggiare il transito di navi dirette a Gaza.

Durante la conferenza stampa che ha avuto luogo al termine della cerimonia di commemorazione, il premier Haniyah si è dichiarato indignato per gli appelli da parte di Ban Ki-moon rivolti a varie nazioni nel tentativo di impedire la partenza della FF2 per raggiungere Gaza. Haniyah faceva notare, che si sarebbe aspettato piuttosto da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite parole di incoraggiamento per la spedizione della FF2, parole di condanna per il blocco di Gaza e l’iniziativa di deferire i responsabili dell’assedio illegale alla Corte Criminale Internazionale (ICC).

La cerimonia del mare

Alla fine della cerimonia commemorativa per i Martiri della Mavi Marmara, gli attivisti internazionali e gli abitanti di Gaza si sono allontanati dalle rive a bordo di piccole imbarcazioni per omaggiare i loro compagni caduti con fiori lanciati nelle acque del porto.




In basso: tra gli attivisti internazionali presenti alla cerimonia, anche una volontaria italiana, Silvia Todes, intervistata ai microfoni di PressTv (v. video segnalato in alto).



... no, non c’era Vic, ma gli abitanti di Gaza hanno dedicato al loro amico una bandiera meravigliosa, mostrata sulle amate spiagge di Gaza ... (v. secondo video segnalato in alto)


Un giorno la Palestina sarà libera e i Palestinesi passeranno alla storia come il Popolo coraggioso che ha affrontato un terribile tiranno con la semplice forza della resistenza civile. Mentre Israele verrà per sempre ricordato come il mostruoso Golia quale è, super-militarizzato, letteralmente sconfitto dalla fionda di un bambino senza macchia offeso e abbandonato dai potenti del mondo. E l’amara ironia per Israele è che agli occhi del mondo vorrebbe apparire per quello che in realtà è la sua vittima eroica - la Palestina e i suoi Figli valorosi.

***

Stiamo monitorando la stampa estera per segnalare prossimamente in questo blog anche tutti gli altri eventi collegati sia all’anniversario del massacro della Mavi Marmara, sia alle vicende che riguardano la spedizione della Freedom Flotilla 2.

Ad esempio:

- la conferenza stampa sulla Freedom Flotilla 2 tenuta lo stesso giorno sulla Mavi Marmara ancorata sul porto di Istanbul, a cui hanno partecipato personaggi ben noti a chi segue le vicende delle spedizioni internazionali verso Gaza;

- le minacce di Israele; le reazioni di Stati Uniti e Nazioni Unite all’annuncio degli organizzatori della FF2 per la prossima partenza della flotilla - vedrete che ci sono in atto da parte degli USA tentativi di dissuasione che rasentano l’incredibile;

- le risposte di Gaza e Turchia e degli attivisti internazionali alle minacce di Israele e alle provocazioni di USA e ONU;

***

Avete notato ... ?

I lettori abituali di questo blog avranno notato la somiglianza tra il Monumento per i Caduti della Mavi Marmara e un altro grande monumento eretto per rappresentare le meraviglie di un piccolo grande paese, il Bahrein - una costruzione gigantesca che un tempo torreggiava sulla piazza centrale Pearl Square, nella capitale del Bahrein, Manama. Il monumento era diventato il simbolo della Resistenza dei coraggiosi cittadini del Bahrein, ed era stato poi abbattuto dalle forze di sicurezza come sfregio alla Rivoluzione.

Abbiamo mostrato la sequenza della distruzione del Monumento di Pearl Square in un post sulle vicende della rivolta soffocata nel sangue. Abbiamo anche fatto notare, come la repressione della rivoluzione del Bahrein abbia seguito le stesse modalità messe in atto da parte del regime sionista per decapitare i vertici della Resistenza Palestinese.

Viene spontaneo avanzare l’ipotesi che i Palestinesi di Gaza abbiano in parte voluto omaggiare la resistenza dei loro fratelli nel Bahrein, progettando un Monumento dal design tanto evocativo di quelle vicende in atto sotto gli occhi del mondo e totalmente ignorate dalle potenze occidentali. Londra e Washington potrebbero fare cessare le violenze nel Bahrein con un semplice cenno del capo rivolto al loro fantoccio che regna sulla piccola e splendida isola, ma questo non avverrà perché sono proprio loro, USA e GBR, ad avere creato e gestito per anni il sistema repressivo di tortura sistematica che regna nel Bahrein.

Ecco in basso alcune immagini del Monumento di Pearl Square, prima e dopo la sua distruzione.





... continua ...

Nessun commento: