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Per chi si occupa di certi temi non bisogna mai perdere di vista la vicenda umana di Norman G. Finkelstein. Nessuno più di lui ha titoli per poter parlare dell’«Olocausto». La sua vicenda familiare gli consente di zittire, di “far chiudere il becco”, a qualsiasi denigratore tanto ipocrita quanto interessato a sfruttare quella che Finkelstein ha bollato come una vera e propria “Industria”. Per la sua energica testimonianza, per la sua refrattarietà a minacce e intimidazione, Finkelstein ha pagato e continua a pagare un prezzo assai elevato. Per questo tutti noi ci sentiamo in obbligo di mantenerci il più possibile informati su ciò che gli succede giorno per giorno. Ad essere minacciato e denigrato non è solo lui, ma tutti quanti noi che in lui ci riconosciamo. L’impegno di Finkelstein inizia nel 1982 ed il primo link che abbiamo trovato e con il quale è quanto mai appropriato iniziare questa pagina rinvia ad un lungo filmato diviso in tre parti, con sottotitoli in italiano, dove è tracciato un suo profilo biografico.
SOMMARIO: 1. Una vita per la verità e per i palestinesi. –
1. Una vita per la verità e per i palestinesi. – Si potrebbe anche titolare il paragrafo: “Per la Verità, per la Palestina”. L’allusione polemica è ad una manifestazione sionista in Roma, intitolata appunto “Per la Verità, per Israele”. Ma quale verità? Quella dell’oppressore o quella dell’oppresso? Si vuol forse dire che l’oppresso non esiste e l’oppressore ha ogni diritto? Una grande lezione che Chomsky ha dato a tutti noi, incluso Finkelstein, che in Chomsky ha avuto un maestro e un mentore, è il metodo dell’analisi logico-linguistica ai moduli della propaganda. Questi possono avere un primo vantaggio finché seminano in un pubblico per nulla informato, o scarsamente e malamente informato, ma poi quando ci si mette a scavare quello che sembrava un vantaggio diventa un boomerang, perché la gente si accorge dell’inganno di cui è stata fatto oggetto.
SOMMARIO: 1. Una vita per la verità e per i palestinesi. –
1. Una vita per la verità e per i palestinesi. – Si potrebbe anche titolare il paragrafo: “Per la Verità, per la Palestina”. L’allusione polemica è ad una manifestazione sionista in Roma, intitolata appunto “Per la Verità, per Israele”. Ma quale verità? Quella dell’oppressore o quella dell’oppresso? Si vuol forse dire che l’oppresso non esiste e l’oppressore ha ogni diritto? Una grande lezione che Chomsky ha dato a tutti noi, incluso Finkelstein, che in Chomsky ha avuto un maestro e un mentore, è il metodo dell’analisi logico-linguistica ai moduli della propaganda. Questi possono avere un primo vantaggio finché seminano in un pubblico per nulla informato, o scarsamente e malamente informato, ma poi quando ci si mette a scavare quello che sembrava un vantaggio diventa un boomerang, perché la gente si accorge dell’inganno di cui è stata fatto oggetto.
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