martedì 26 aprile 2011

1. Per una introduzione agli scritti di Alan Hart

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Non è questione di opinione collocare Alan Hart tra i maggiori esperti del cosiddetto ‘conflitto israelo-palestinese’. Alan ha vissuto il ‘conflitto’ in prima persona per oltre 40 anni, in ruoli successivi sempre più mirati all’impegno per la causa palestinese. Il suo impegno lo ha visto inizialmente nel ruolo di inviato speciale per la BBC in Palestina/Israele – ai tempi in cui la BBC forniva informazione di qualità – e in seguito nella veste di diplomatico e consulente per il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dopo avere sposato la causa palestinese senza riserve.

E’ stato lui l’uomo individuato e prescelto dalla diplomazia internazionale per fungere da mediatore nei negoziati di pace tra il leader palestinese Arafat e l’astro israeliano allora in ascesa Shimon Peres. Sappiamo che tale negoziato ha preparato la strada verso gli Accordi di Oslo, poi rivelatisi ingannevoli a causa della formulazione ‘rivisitata’, messa a punto dai sionisti. E sappiamo anche come Peres si sia poi rivelato un ‘partner per la pace’ disonesto. Forse il più disonesto tra i leader sionisti, perché ha sempre celato la mano che brandiva il coltello.

Il libro di Alan Hart ‘Zionism: The Real Enemy of the Jews’ – non ancora pubblicato in Italia, racconta la nascita e ascesa del sionismo, e la sua espansione sulla scena internazionale fino all’epoca Obama. Alan Hart racconta la verità storica sulla nascita del sionismo e sulla persecuzione dei palestinesi e di altri popoli arabi, smantellando l’intero castello della mitologia costruita intorno alla fondazione dello stato sionista, e dimostrando che l’esistenza di Israele non è mai stata in pericolo, in nessun momento della storia passata o presente, contrariamente a quanto i leader sionisti vogliono farci credere per assicurarsi la nostra solidarietà ad oltranza.

L’opera di Alan Hart permette ai lettori, inizialmente privi di informazione di rilievo in merito al sionismo, di constatare come tutti i tasselli del più complesso e complicato puzzle combacino tra loro per formare un quadro ben preciso della situazione politica internazionale, attuale e recente, e sulle cause che hanno generato le insurrezioni arabe a cui assistiamo nei giorni nostri.

Racconta come i sionisti abbiano corrotto e ricattato, sistematicamente, tutti i governi che si sono succeduti in America e in Europa Centrale dall’inizio del 20° secolo in poi, per mettere in atto il suo spregiudicato progetto di colonizzazione e occupazione militare della Palestina e di altri territori arabi: un progetto ideato a tavolino decenni prima dell'ascesa del nazismo.

Svela come la Palestina sia stata fatta letteralmente a pezzi dopo la 1° Guerra Mondiale (e non dopo la fine del nazismo) per essere spartita tra sionisti, britannici e leader arabi alleati degli inglesi e francesi.

Racconta come l’insediamento del regime sionista nel cuore delle terre arabe abbia provocato uno sconvolgimento totale degli equilibri geo-politici ed economici della regione e delle nostre società occidentali, con i risultati che sono sotto i nostri occhi, attualmente, tutti i giorni.

Svela la catena di tradimenti dell’Occidente nei confronti degli Arabi che hanno portato al dominio sionista in Palestina. E spiega come nei decenni successivi alla creazione di Israele i leader arabi si siano prestati a salvaguardare l’egemonia del regime sionista nella regione, in cambio di favori politici ed economici da parte di Washington. Di come i dittatori arabi abbiano messo in atto politiche repressive nei confronti dei cittadini arabi per respingere ogni tentativo di ribellione al dominio sionista, alle mire imperialiste occidentali, all’oppressione e umiliazione dei palestinesi.

E fornisce l’intero resoconto storico della sistematica impunità di Israele decretata e protetta da Washington e dalle altre succursali sioniste in Europa, con la complicità delle Nazioni Unite, dalla creazione di Israele in poi, fino ai giorni del governo Obama. Ci permette di vedere all’opera le Lobby sioniste negli Stati Uniti e in Europa nel corso dell’intero secolo appena trascorso e durante i giorni nostri.

Leggere il libro e gli articoli di Alan Hart sulle vicende del sionismo, equivale a conoscere gli eventi centrali che hanno caratterizzato il 20° secolo e la prima decade del secolo presente, e a comprendere come e perché siano accaduti. Permette di capire cosa realmente è successo e accade tuttora in Palestina e nel Medio Oriente, e di comprendere quanto “tale realtà influenzi gli eventi dei giorni nostri e le vite di tutti noi.”

Alan ha conosciuto personalmente tutti i leader politici e militari del suo tempo schierati dall’una e dall’altra parte del conflitto mediorientale, e molti tra i protagonisti occidentali della storia. E’ per questo che la sua narrativa è ricca di aneddoti su conversazioni private tra l’autore e le figure centrali del conflitto. Sono episodi che mettono in evidenza, ad esempio, il divario tra la posizione ufficiale dei leader israeliani sostenuta in pubblico per alimentare il mito sionista, e ciò che in realtà tali personaggi politici e militari pensavano in privato. Emblematico, in questo senso, è certamente il capitolo dedicato interamente alla figura pubblica e privata di Golda Meir: un racconto vivace e pieno di sorprese, che si articola sulle conversazioni, avvenute negli anni, tra l’autore e la famosa statista israeliana, intercalate dalla narrazione degli eventi storici in cui i dialoghi si collocano, fino al momento della morte di Golda Meir.


Ma è con Yasser Arafat – il grande leader palestinese - che Alan aveva stabilito, negli anni, anzi decenni, un rapporto più ravvicinato, di profonda stima reciproca, durato fino alla morte del grande leader palestinese. Tale rapporto ha indotto Alan Hart a scrivere un libro intitolato ‘Arafat, Terrorista o Pacifista?’ pubblicato in Italia nel 1985 dall’editore Frassinelli. Esiste un recente articolo alquanto divertente in cui l’autore descrive la reazione di Arafat a una parte del contenuto del libro di Alan, subito dopo la pubblicazione. Ma l’articolo è importante e credo che lo tradurrò per questo blog, soprattutto perché sintetizza al meglio la lotta impari che un leader palestinese deve sostenere avendo come avversario il resto del mondo: Israele, Washington, i governi occidentali e soprattutto i leader arabi corrotti asserviti alla Casa Bianca e determinati a ‘chiudere la pratica palestinese definitivamente’ – e cioè, a tradire la causa palestinese - per fare affari con Israele e l’occidente. Proprio come avviene oggi, mentre sono in corso le insurrezioni arabe.

(Vediamo, ad esempio, che il re del Bahrein al-Khalifa ha dato qualche settimana fa il benestare per la sistematica repressione e perfino soppressione di stampo sionista dei cittadini che lui stesso governa, per assicurarsi affari doro con l’Impero Usa/Isra/Eu. La collaborazione del monarca del Bahrein con il Mossad è stata rivelata alcuni giorni fa da Wikileaks. Collaborazione analoga a quella di tutti i dittatori arabi, pagati per salvaguardare gli interessi di Usa e Israele nella regione, ai danni dei rispettivi popoli. E, come facevo notare in post precedenti, la distruzione della società del Bahrein attualmente in corso viene tenuta nascosta agli occhi del mondo, dietro ordine di Washington.)

Molti degli articoli di Alan Hart prendono spunto da eventi storici narrati nel suo libro, commentati e analizzati dall’autore per fornire la chiave di lettura necessaria a comprendere la situazione attuale nel medio oriente alla luce dei retroscena storici narrati. Sono articoli ricchi di rivelazioni, e mirano sempre a mettere sull’avviso che il punto focale dei conflitti internazionali attuali e recenti è da individuare nell’oppressione della Palestina, vittima sacrificale del dominio sionista di Israele e dei suoi complici occidentali. Gli articoli di Alan individuano le cause e propongono soluzioni.

Dice Alan Hart «Il sionismo è il cancro al cuore delle politiche internazionali: deve essere curato prima che ci consumi tutti, ovunque nel mondo

Personalmente sono dell’opinione che ci abbia già consumati oltre la misura consentita per una cura. Purtroppo la maggioranza delle persone non è a conoscenza del sionismo, delle Lobby israeliane che controllano le nostre società occidentali, in particolare i media. Ancora peggio: i giornalisti stessi non sono consapevoli di essere sotto l’effetto di un’ipnosi che provoca lo strabismo pro-israeliano e li induce a leggere dal copione sionista.

Come fare a curare il ‘cancro’ sionista, instaurato a tutti i livelli del potere e delle infrastrutture culturali, a iniziare dai libri di scuola? L’intoccabilità di Israele è salvaguardata da una serie di tabu inviolabili e dallo spettro dell’etichetta anti-semita (bella invenzione, quella, che se ci pensiamo è totalmente priva di significato razionale); l’intero mito sionista si basa sull’assunto che Israele sia stata progettata solo in seguito alla persecuzione nazista degli ebrei – mentre troppo pochi sanno che è la materializzazione delle mire coloniali concepite oltre un secolo fa (e decenni prima dell’ascesa del nazismo) da parte un gruppo di intellettuali ebrei dell’Europa centrale – mire, da allora, perseguite dai sionisti con tutti i mezzi più indegni che la psiche umana abbia mai generato.

Santocielo, come sperare di curare il cancro sionista, visto che il mondo non si è rivoltato neanche dopo il vile bombardamento del ghetto di Gaza, sotto assedio totale da parte di Israele con la complicità dell’Egitto? Israele osa definirsi ‘l’unica democrazia tra i paesi del Medio Oriente’ – affermazione oltraggiosa, e non solo perché Israele è un’entità totalitaria fondata sul razzismo, ma soprattutto perché rappresenta l’ostacolo primario alla formazione di governi democratici nelle nazioni arabe. La prova è sotto i nostri occhi: nessuna – ma proprio nessuna – delle rivolte in atto da parte dei coraggiosi popoli arabi che reclamano a gran voce condizioni di democrazia, mostra alcun segno di successo. Perché? E’ semplice: sono in atto tutti gli sforzi congiunti di Washington, della corte Saudita, del Mossad, della Cia, della Nato e soprattutto delle Lobby pro-Israele in America e in Europa per impedire che i cittadini arabi alzino la testa nel disperato tentativo di affrancarsi dallo stato di oppressione indotto per salvaguardare il totalitarismo sionista e quello imperialista americano, di cui i nostri governi occidentali in Europa, Australia e Canada sono vassalli volontari.

Oggi Alan Hart è uno degli esperti più consultati per la questione palestinese. E’ spesso invitato per conferenze nelle università e nei circoli accademici della Gran Bretagna. L’anno scorso è stato invitato per un giro di conferenze negli Stati Uniti e ora è appena tornato da una serie di conferenze nella Repubblica Sud-Africana, che ha avuto una grande risonanza mediatica ed ha concorso al boicottaggio accademico di Israele da parte delle università sudafricane.

Il 3 maggio, Alan sarà relatore insieme a Gilad Atzmon e Gadha Karmi nel contesto di un evento programmato all’Università di Westminster, a Londra. Evento che “esaminerà i crimini di Israele, in seguito alla ritrattazione di Goldstone”. Eventuali testi o video della conferenza verranno segnalati su questo blog.

Per chi fosse interessato, il sito dell’autore www.alanhart.net - oltre a contenere gli articoli originali in inglese - offre la possibilità di vedere i video delle conversazioni tra Alan Hart e molte personalità del mondo accademico a noi note, come il prof. Norman Finkelstein, il prof. Ilàn Pappe, l’autrice Ghada Karmi, e altri nomi e volti noti. I video sono tratti da una serie di ‘faccia a faccia’ sulla questione Palestinese, andata in onda su PressTV nei mesi che hanno preceduto il bombardamento di Gaza di due anni fa. Si accede ai video dalla homepage, a destra, sotto l’immagine della copertina del libro di Alan Hart, e dopo gli spazi Twitter e Facebook, in una sezione che porta il titolo della trasmissione da cui le interviste sono tratte: ‘Hart of the Matter’. Sono facili da trovare perché la sezione mostra le immagini dei singolo personaggi intervistati.


Introduzione al recente articolo “Perché Israele ha il Veto sul Processo di Pace?”

Per mezzo dei suoi articoli, Alan ci racconta le vicende del presente mettendole in relazione con gli eventi di rilievo storico per fornire al lettore gli elementi necessari a comprendere i retroscena che hanno causato la situazione politica attuale. Sono articoli vivaci, pieni di rivelazioni e spesso arricchiti di conversazioni con personaggi che hanno forgiato la storia recente.

Alan Hart ci fa sapere, che il capitolo più importante della sua opera è quello relativo alla storia del 1967. Ed è proprio un episodio del 1967 che viene narrato nell’articolo che segue, che spiega come siamo arrivati, tecnicamente, alla totale impunità per il comportamento di Israele che agisce in disprezzo di ogni legge che regolamenti il Diritto Internazionale e i Diritti dell’Uomo ovunque nel mondo.

Si tratta del racconto di un ‘precedente’ molto pericoloso per l’equilibrio politico tra le Nazioni, creato a favore di Israele in un momento preciso della storia. Un precedente che vede sul banco degli imputati gli Stati Uniti come mandante e le Nazioni Unite come esecutore di un piano semplice quanto ingegnoso per invertire i ruoli di aggressore/vittima a favore dello stato sionista.

L’articolo è accessibile per mezzo di questo link e ha per titolo ‘Perché Israele ha il Veto sul Processo di Pace ?’

V. altri scritti di Alan Hart elencati nella Homepage dell'autore in questo blog
Egeria

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