domenica 3 aprile 2011

Osservatorio sulla Libia in guerra: 2. Il ruolo della Francia di Sarkozy

Vers. 1.1/3.4.11 - Home - N° 2
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Nel nostro sforzo di scomporre l’avventura libica nella sua struttura elementare ci sembra che un capitolo a se stante vada assegnato alla Francia di Sarkozy. In ogni evento si può risalire alle sue cause remote o a quelle prossime. Noi qui cercheremo di essere il più aderenti possibile alle cause prossime. Se inseguissimo le cause remote ci perderemmo. Basti pensare al secolare passato coloniale della Francia che insieme con l’Inghilterra ha seminato per il mondo una pessima fama che ricade su tutti noi Europei. Naturalmente, a causa del nostro etnocentrismo, anzi eurocentrismo, è ancora diffuso il luogo comune di un’Europa faro di civiltà per il mondo intero, che dovrebbe ringraziarci per tutto il bene che abbiamo fatto loro. Bastano alcuni piccoli esempi. Se andiamo in America non troviamo più quasi traccia degli abitanti originari, che abbiamo sterminati. Troviamo una popolazione di colore, che costituisce la discendenza di quegli schiavi che abbiamo trasportato dall’Africa in America, perché lavorassero nelle piantagioni del padroni bianchi. Per quanto riguarda il nostro modo di immaginare l’Oriente, una costruzione fantastica che ha occupato per almeno un paio di secoli i nostri studiosi “orientalisti” è quanto mai istruttivo il libro del profugo palestinese Edward Said, Orientalismo, che ben ci fa capire le complesse articolazione di un nostro invincibile razzismo ed un disarmante incapacità di porci su un piano di eguaglianza con l’altro, che con la nostra vicinanza abbia sempre imbarbarito e snaturato nella pretesa di civilizzarlo. Appunto, il discorso sarebbe assai lungo. Ci dobbiamo limitare al rinvio ad un nostro prossimo progetto editoriale, consistente nella pubblicazione e commento dell’opera di un nostro conterraneo, Francescantonio Grimaldi, che ben dieci anni prima lo scoppio della rivoluzione francese ne seppe criticare con grande umanità tutti i suoi presupposti. Proprio la Francia, terra della triade liberté, egalité, fraternité, offrirà la prova lampante del rovescio di questi valori in tutti i paesi dove si è esercitata la sua occupazione coloniale. La Libia non è che l’ultimo fase di una lunghissima storia.

Sommario: 1. Il respingimento alla frontiera francese. – 2. E se glieli sbarcassimo in Francia? – 3.

1. Il respingimento alla frontiera francese. – Non è necessario che io dia qui dei link per una notizia alquanto diffusa, ma che non mi sembra in noi italiani susciti la dovuta indignazione, complice la viltà o la fellonia del nostro governo, no che dico, di tutto il nostro ceto politica, maggioranza e opposizione, governo in carica e governo ombra. Mai come oggi in tutta la mia esistenza mi è parso più forte il distacco fra ceto politico e società, dove io mi colloco e di cui mi considero organo pensante. Intendo quanto segue che riassumo brevemente, salvo poi scendere in dettagli. Che tutta la storia sia stata premedita in Francia è cosa che sono ormai portato a credere. Probabilmente hanno considerato gli effetti che l’aggressione franco-inglese alla Libia avrebbe avuto sull’Italia. È come se la Libia fosse stata bombardata con le bombe ed i missili, mentre l’Italia – artefice la Francia – sarebbe stata bombardata con le prevedibili ondate migratorie e con il collasso interno che avrebbero prodotto e che stanno producendo, con una opposizione che non lascia perdere nessuna occasione le venga offerta per dare spallate al governo in carica, salvo poi ad essere egualmente inetta ed incapace a risolvere problemi di cui ha la fortuna politica di non avere diretta responsabilità politica. Ma ciò che offende in sommo grado è che i cugini francesi respingano alla frontiera quei tunisini, figli del loro colonialismo, e che parlano francese, i quali proprio in Francia e non in Italia, e non altrove vogliono andare, per ricongiungersi spesso con loro familiari ivi residenti. Al danno che ci hanno consapevolmente arrecato uniscono anche la beffa di un discutibile formalismo che è la caricatura di un diritto sostanziale. Per voler stare sulla teoria, osserviamo come si arrampichino sugli specchi per sostenere cose che la estorta e violentata risoluzione ONU non contempla per nulla: l’appoggio ad una delle due fazioni in lotta. È veramente una presa per i fondelli che in altre epoca avrebbe comportato l’invio di navi da guerra o dell’esercito alla frontiera. Se offende il comportamento dei francesi alla frontiera di Ventimiglia, offende ancora di più l’inazione del nostro governo che va a fare la voce grossa in Tunisia, mentre avrebbe dovuto farla con la Francia. Come non si può pensare che a governarci sia una banda di traditori e di venduti? Che Ben Alì fosse un agente della CIA ora pare sia un fatto assodato che tutti sanno. E possiamo credere che nel nostro paese non ci siano agenti della CIA in posti chiave? Solo così possiamo spiegarci la viltà del nostro governo. È ben vero che siamo occupati da oltre 100 basi americane, ma un Bettino Craxi a Sigonella seppe difendere la dignità del paese... Già, ed è forse questa la vera spiegazione della sua fine politica.

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2. E se glieli sbarcassimo in Francia? – Il link del titolo del titolo immette in un mio intervento, fuori serie, dove sostengo il punto di vista provocatorio delle nostre navi che prelevano dall’isola di Lampedusa tutti quei tunisini, almeno loro, che dichiarano di volersi recare in Francia, per ricongiungersi magari ad un loro familiare. Se fosse necessario, per vincere gli ostacoli legali dei francesi, li fornirei anche di un permesso di soggiorno temporaneo, forse valido ai fini legali per entrare in Francia. È ben strano come il ministro degli Esteri non abbia neppure saputo cogliere l’opportunità della dichiarazione offerta dal Commissario europeo che dichiarava illegale da parte dei francesi il respingimento degli immigrati alla frontiera di Ventimiglia. Questo strano comportamento di Frattini aumenta i miei sospetti e le mie perplessità. Di certo, l’Italia non ha dimostrato di avere coraggio e fermezza nei confronti della Francia che in pratica ci ha mosso guerra. Si veda l’articolo di Mariantoni al riguardo: Crisi libica o attacco all’Italia? che induce a riflettere sui punti nodali della vera emergenza, che si chiama Francia e non Lampedusa.

(segue)

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