lunedì 4 aprile 2011

Osservatorio sulla Libia in guerra: 3. Mi sento male a passare per “traditore”.

Vers. 1.0/4.4.11 - Home - N° 3
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Bozza in elaborazione.

Non vi è italiano che non ricordi le accoglienze festanti a Geddafi pochi mesi addietro. Avevo in programma di intitolare questo post al “ruolo dell’ONU” in tutto questa brutta storia ed il successivo alla cosiddetta “comunità internazionale”, un’espressione eufemistica per indicare una cricca di gente di malaffare. Sono però rimasto folgorato nel vedere in tv la faccia di Frattini che annunciava il rapidissimo voltafaccia dell’Italia per opera sua. Avevo seguito distrattamente nei giorni scorsi la notizia di un suo milionesimo viaggio in Israele. Non mi stupirei se il contenuto del nuovo accordo con il governo ombra dei ribelli gli sia stato dettato a Tel Aviv. Del “tradimento” dell’Italia lungo il corso di tutta la sua storia di 150 anni avevo letto nei libri, può o meno controversi, più o meno noti. Non ero ancora nato l’8 settembre del 1943 e dell’esperienza vissuta dalla generazione matura di quegli anni ho solo letto nei libri. Colgo adesso l’occasione, in altro post, per pubblicare su “Civium Libertas” un articolo di Mariantoni sull’argomento, mentre in contemporanea seguo gli eventi e i commenti riportati dai media di regime. Avrei potuto pensare che l’esperienza del “tradimento”, dell’essere traditi e peggio ancora del sentirsi politicamente dei traditori, riguardasse le precedenti generazioni ed ero fermamente convinto che le colpe dei padri non potessero e non debbano ricadere sui figli. Ma ecco ora che sperimento la sensazione tutta politica del “tradimento”, come parte attiva. Io, proprio io, che nella mia vita mai ho tradito niente e nessuno! Ed a rendermi traditore è quella faccia che mi fa star male ogni volta che la vedo. Le notizie dei media vengono date una di seguita all’altra e sembrano non aver relazione l’una con l’altra. La proposta della Lega dell’istituzione di eserciti regionali è un de profundis al comune sentimento nazionale. Come dar torto ai leghisti? Quanto vorrei esser rimasto borbonico. Con i piemontesi sono stati 150 di ininterrotto tradimento. Se non vogliamo darci per disperati e fare il gioco di chi tira i fili dietro le quinte, occorre oggi più che mai divorziare non da questo governo, ma dall’intera classe politica che occupale le posizioni, i privilegi e gli emolumenti del potere, senza renderci in cambio nessun servizio e compromettendo irrimediabilmente il nostro onore. In questo post verranno seguite ed analizzate nei dettagli tutti i momenti della consumazione del tradimento, ancora in atto, giacché non è ancora stata assassinato la persona con la quale era stato appena stipulato un trattato di amicizia italo-libico. Da oggi nessuna persona seria potrà considerare affidabile una persona che si presenti come “italiano”. Molto meglio tirare fuori le proprie origini regionali.


Sommario: 1. L’Italia riconosce come governo legittimo una banda di gaglioffi. –

1. L’Italia riconosce come governo legittimo una banda di gaglioffi. – Nessuno, neppure i servizi segreti sanno chi sono e cosa sono i “ribelli” libici a cui mai è stato fatto così tempestivo riconoscimento. È perfino probabile che questi incogniti gaglioffi non riescano neppure a conquistarsi il potere di fatto, malgrado l’imponente copertura militare delle massime potenze della terra. Tutto lascia presumere che dovremo essere noi stessi non solo ad armarli, ma a combattere in loro nome per poi porre nelle loro mani la rappresentanza legale del popolo libico, o meglio della complessa articolazione delle tribù libiche, che evidentemente neppure Geddafi è riuscito a ricondurre ad unità politica. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Il processa è ancora in atto e non è per nulla concluso. Solo dei gaglioffi possono reclamare con insistenza il bombardamento del proprio paese. Ma tra gaglioffi e traditori ci si intende subito: è una stessa famiglia. I manuali di storia fanno spesso riferimento al governo Quisling, ma quello che in Libia si annuncia è qualcosa di molto peggio di un governo Quisling. Intendiamoci: non sono mai stato un fan di Geddafi. Il personaggio ha occupato sempre un posto assai marginale nei miei interessi teorici e politici. Ma l’operazione a cui assisto a quattro passi da casa, cioè dall’estremo sud, dove sono nato, è inaudito e supera ogni mia immaginazione. L’inaudito è diventato possibile. Non so come la “gente” giudicherà il fatto politico, se mai riuscirà a capire cosa è successo. Il sistema dei “valori” imposti scientemente in oltre mezzo secolo ha talmente atomizzato un intero popolo, il presunto popolo italiano (?), che ormai gli si può fare di tutto. Ed io neppure me la prendo o mi indigno più di tanto. Sono consapevole di essere un pensatore solitario che non ha mai voluto sapere di fare proselitismo o anche soltanto di tentare di influenzare gli altri. Avendo un forte senso della relatività di tutto ciò che è umano, non potrei mai farlo. Al massimo posso indicare la via sulla quale io stesso mi incammino, a mio rischio. Da un punto di vista formale e sostanziale la furbesca e gaglioffesca “mossa” di Frattini mi riesce criticabile sotto innumerevoli punti di vista, che andrò via via articolando. Ma intanto ritengo di poter dare libero sfogo alla mia indignazione. E se qualcuno dei Lettori sarà di diverso avviso non mi è per nulla molesto un civile confronto su quel “patto” che ci rende concittadini: pacta sunt servanda! Ma a quali “patti” si potrà prestar fede, chi ci farà fede, davanti a così repentini e spudorati voltafaccia che ledono il nostro “onore” nazionale, se ancora il termine “onore” ha senso?

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(segue)

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